Gita alle Gole del Furlo con bambini

Ho scoperto per caso le Gole del Furlo in una puntata di 4 ristoranti di Alessandro Borghese. Quando l’ho visto passeggiare in mezzo a quello spettacolo ho deciso che dovevamo andare a curiosare proprio lì per vedere dal vivo quel canyon, completamente sconosciuto.

Francamente non conoscevo le Marche ed ero proprio curiosa di visitarne una parte. Anche questa volta è stata una scelta azzeccata. L’Italia è proprio il paese delle meraviglie, che io non conosco assolutamente e sto cercando di rimediare.

Le Gole del Furlo sono un canyon naturale che fanno parte di una Riserva naturale statale vicino ad Acqualagna, piccola località in provincia di Pesaro e Urbino, famosa per il tartufo. Siamo arrivati al piccolo paesino di Furlo (da Forolum, piccolo foro, piccola galleria romana) ed abbiamo trovato un grande prato alberato con parcheggio libero, un piccolo parco avventura e tanti tronchi che abbiamo utilizzato per il nostro immancabile pic nic.

Da lì siamo partiti per una passeggiata costeggiando le splendide gole. L’acqua del fiume Candigliano è verde azzurra e sembra finta. La passeggiata è di circa 3 km fino ad arrivare a una grande diga. Siamo passati attraverso una galleria dell’epoca romana voluta da Vespasiano lungo la Via Flaminia. Insieme alla natura qui c’è anche tanta storia: pare che questa galleria serviva per mettere in collegamento il Tirreno (Roma) con l’Adriatico (Rimini) attraverso gli Appennini, migliorando la percorribilità. In questa zona si estraeva la pietra rosa del Furlo e ci sono ancora molte testimonianze dell’attività estrattiva.

 

La gola si è formata da grandi rocce calcaree che si sono spaccate in due creando uno spettacolo naturale ricco di varietà di fiori e piante. Si possono avvistare anche l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, il picchio muraiolo e vari tipi di rondone. Purtroppo noi non abbiamo visto niente! Sempre nella Riserva del Furlo vivono anche lupi, caprioli, daini, cinghiali.

E’ possibile vedere lungo il percorso anche la Grotta del Grano, un grande incavo nella roccia dove sono state trovate antiche tracce di graniglie.

Sull’altra sponda, rispetto al percorso della passeggiata, si possono ammirare rocce scoscese ed erose con una fitta vegetazione a picco sul fiume Candigliano creando a un canyon con acqua color smeraldo. Camminando lentamente lungo questo fiume verde, si possono trovare delle panchine, dove sedersi e ammirare la natura rigogliosa.

Questo posto, trovato per puro caso attraverso un programma tv, è stata una scoperta incredibile. Le gole sono poco conosciute e non contaminate dal turismo di massa. Per noi è stato emozionante scoprire questa grande insenatura a ridosso della montagna con un’acqua turchese che non avevo mai visto. I bambini si sono divertiti a osservare i vari uccelli o scovare qualche pesce dentro quell’acqua meravigliosa.

La giornata è terminata nello splendido agriturismo Tenuta Le Garzaie a Fermignano in località Pagino. Si tratta di un casale recentemente ristrutturato e il nostro appartamento era bellissimo: avevamo la camera con i 2 letti singoli al piano superiore.

La particolarità di questa tenuta è senza dubbio la spiaggetta privata. Avevamo un pezzo di Gola tutto per noi. Lungo un sentiero in discesa, a cinque minuti dall’agriturismo, siamo scesi al fiume, dove abbiamo ritrovato la stessa acqua turchese del pomeriggio, la roccia calcarea e una piccola spiaggetta con sassi bianchi messa a disposizione degli ospiti. Che meraviglia essere soli in quel paradiso silenzioso.

Un’esperienza incantevole lontano dal caos in un angolo sconosciuto delle Marche.

Cosa non mi è piaciuto

La Riserva delle Gole del Furlo mi ha deluso in termini di organizzazione. Mi aspettavo visite guidate, osservazione di uccelli, passeggiate naturalistiche e tutte le attività tipiche di zone così belle dal punto di vista naturalistico. Sicuramente sono organizzate ma, poiché era l’ultimo fine settimana di settembre con una temperatura estiva e vista la bellezza del luogo, pensavo ci fossero almeno un paio di volte il giorno.

Anche la segnaletica per arrivare alle gole è un po’ carente.

La passeggiata lungo il canyon si svolge sull’asfalto di una strada, dove passano le macchine. Peccato per il rumore! Inoltre mancano le fontanelle per rinfrescarsi.

Comunque è un’escursione da fare assolutamente: solo un tuffo in questa natura incontaminata merita la visita! Ed è adatta anche ai passeggini.

Da non dimenticare: acqua e scarpe comode.

E voi avete mai scoperto per caso un posto meraviglioso di cui non avevate mai sentito parlare?

A presto,

Francesca

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Alla scoperta delle mummie a Urbania

Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre t’insegneranno ciò che non si può imparare da maestri.
(San Bernardo)

Museo Egizio di Torino con bambini

Per la mia prima volta a Torino ho iniziato la nostra visita dal Museo Egizio. Avevo già visto quello del Cairo più di vent’anni fa prima dei boys, ma questo è veramente splendido. Da non perdere assolutamente! Appena arrivati, abbiamo acquistato i biglietti (meglio farli on line per evitare le file) e per 1 euro abbiamo preso un armadietto, dove mettere tutte le nostre cose poiché non si possono accedere con alcuno zainetto.

Forniti di audioguida e mappa del museo, abbiamo scelto il Family tour, un percorso studiato per bambini della durata di 90 minuti. Con i miei boys di 9 e quasi 8 anni ci siamo stati ben 3 ore, mettendo in pratica molti dei nostri consigli utili per coinvolgere i bambini alla visita di un museo.

Per vedere i 3300 reperti che hanno ripercorso 4000 anni di storia, arte e archeologia, c’è voluto un bel po’ di tempo e l’audioguida è stata fondamentale e avvincente. La consiglio a tutti!

Ecco le nostre emozioni al museo egizio di Torino:

Un tuffo nel passato! Un museo imperdibile! Senza fiato! Quanta storia!

Il museo, che vanta la più grande collezione al modo di reperti egiziani, è ben organizzato. Con la nostra mappa è stato facile individuare i reperti da osservare e sistemati in ordine cronologico. Il nostro compito, guidati dalle piacevoli voci degli antichi egiziani Kha e Meriti, era di ritrovare la gattina Miù nascosta nel museo. Consiglio il Family tour a chi visita il museo con bambini.

I bambini erano eccitati da questo mistero ed hanno affrontato i 3 piani del museo con entusiasmo cercando l’impronta gialla della gattina con il numero dell’oggetto da ascoltare e osservare.

Nel museo c’è veramente un sacco di cose appartenenti agli Antichi Egizi: addobbi, amuleti, papiri, statue, sarcofagi, che raccontano la storia delle varie dinastie, delle tecniche d’imbalsamazione e di tutti gli aspetti della loro vita quotidiana. Si comincia dal secondo piano, dove abbiamo osservato tutti i reperti (mummia compresa!) dell’età predinastica, del Medio Regno e del Nuovo Regno, trovandoci davanti alla grande Tomba di Iti e Neferu con i meravigliosi graffiti trovati all’interno.

In questo piano non abbiamo trovato la gattina Miù! Muniti di mappa del tesoro e cercando di avvistare le impronte gialle nelle varie sale, abbiamo continuato a cercarla!

 

Continuando il viaggio nell’Antico Egitto siamo scesi al primo piano, dove ci siamo trovati davanti alla Cappella di Maia magnificamente conservata; a tantissimi oggetti di vita quotidiana, giochi, vestiti e amuleti appartenenti alle tombe di Kha e Merit.

Ecco perché abbiamo il Museo, per tener viva la memoria di come siamo arrivati e per quale motivo: un nuovo inizio in un luogo nel quale far tesoro di quello che abbiamo imparato e di quello che ci siamo portati dietro dal vecchio.(Luis Lowry)

Per chi è appassionato, può salire al terzo piano per visitare la mostra temporanea che fino a marzo 2020 è “Archeologia Invisibile”. Abbiamo fatto un salto anche lì, sebbene i bambini fossero poco interessati. In pratica, è possibile vedere le mummie e i sarcofagi a raggi X senza le bende. Tramite la tecnologia moderna digitale si è voluto rendere visibile ciò che agli occhi dell’uomo è invisibile, riproducendo in 3D alcuni reperti.

Il piano terra è stato senza dubbio emozionante. Qui c’è la Galleria dei Re, piena di capolavori e varie statue, tra cui quella di Ramesse II. Anche se, mummie, sarcofagi e tecniche d’imbalsamazione rimangono i nostri preferiti.

Impronta della gattina dopo impronta, finalmente abbiamo trovato Miù! Si era nascosta proprio in questa sala finale! E finalmente i bambini erano contenti di aver risolto il mistero.

Cosa ci è piaciuto del museo egizio di Torino: TUTTO, ma soprattutto.

  • Si possono fare tutte le foto che vogliamo;
  • E’ un museo imperdibile, ricco di tesori e collezioni che non si possono vedere da nessun’altra parte nel mondo;
  • Audioguida “Family Tour”: raccontata da una voce di bambino, ci ha tenuto incollati per 3 ore.

Consiglio a tutti una visita a questo museo. E’ ben organizzato, le audioguide (comprese nel biglietto) sono molto funzionali e permettono di scegliere la tipologia del tour. E’ un museo stupendo che appassiona grandi e piccini e che ti trasporta in un viaggio nel tempo nel Regno delle mummie e faraoni.

Per chi ha visitato sia il museo de Il Cairo sia quello di Torino, quale vi sembra più bello?

Grazie per aver letto fin qui.

A presto

Francesca

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Come viaggiare spesso con famiglia e con un lavoro full time

Come facciamo a viaggiare in quattro con un lavoro full time?

Questa è una domanda che mi è posta spesso. Vi svelo i trucchi che utilizzo con i miei tre boys, premesso che riguarda chi ha un impiego da lunedì a venerdì e chi lavora vicino a casa.

Sfruttare tutte le festività

Cerchiamo di attaccare qualche giorno alle festività nazionali prenotando in anticipo (questa regola vale sempre!). Ad esempio per il 2020 possiamo contare già una decina di giorni di vacanza attaccate ai giorni festivi. Se riusciamo a rientrare al lavoro il 7 gennaio 2020, abbiamo già i primi 6 giorni dell’anno da sfruttare (avendo prenotato almeno 6 mesi fa!). Poi c’è Pasqua (12 aprile) che potrebbe permetterci di avere 3 o 4 giorni di ferie. A fine aprile possiamo prendere dei giorni per attaccarli al ponte dell’1 maggio che cade di venerdì. Subito dopo il 2 giugno è martedì. Se riusciamo a prendere lunedì 1 giugno, possiamo fare una mini vacanza di 4 giorni (30 e 31 maggio, 1 e 2 giugno). Abbiamo poi il Santo Patrono che potrebbe essere attaccato a un week end. In totale sono già 10 giorni.

Aggiornamento: ovviamente con la pandemia da Covid 19, i nostri programmi sono stati fortemente ridimensionati, dando precedenza alle gita fuori porta e in Toscana.

Mi rendo conto che in questo modo ci troviamo a viaggiare nei periodi di maggior afflusso e più costosi, soprattutto per una famiglia di 4 persone come la nostra, ma se prenotiamo con tanto anticipo, possiamo trovare il modo di risparmiare. Questo ci permetterà di vedere un altro pezzetto di mondo e di viaggiare spesso.

Fare lunghi weekend

Questa è la soluzione che preferisco, sia perché è la più economica per noi, sia perché c’è poco caos. Se lavori full time da lunedi a venerdi, hai sempre il week end libero. Poter scegliere un qualsiasi week end dell’anno e attaccare due giorni sono un grande lusso per noi. Solitamente in mesi come gennaio o febbraio troviamo pochissima gente in giro ed è molto piacevole vedere posti nuovi. Non ci spaventano né il freddo né le giornate corte. Inoltre, in questo modo, possiamo decidere all’ultimo momento dove andare senza dover prenotare mesi prima.

Fare spesso piccoli viaggi

Con i boys cerchiamo sempre di andare via un week end il mese. Che sia per curiosare in un museo della nostra regione o che sia per fare un po’ di chilometri in più, cerchiamo di andare via almeno una fine settimana il mese, ogni mese dell’anno. Per noi è facile perché abitiamo in Toscana e siamo circondati da meraviglie dal punto di vista culturale, artistico, gastronomico, paesaggistico. Abbiamo veramente l’imbarazzo della scelta sulla meta. Non dobbiamo per forza prendere un aereo per viaggiare! Riuscire ad andare via spesso porterà dei benefici sul vostro lavoro. Queste piccole fughe sono una boccata di ossigeno e vi permettono di tornare al lavoro più felici, pensando già alla meta successiva.

Viaggi vicino casa

Vicino a dove abitiamo ci sono tesori nascosti che neanche immaginiamo. Iscriviamoci alle newsletter del nostro comune, provincia, associazioni dei musei, eventi per famiglie in modo da poter essere aggiornati su ciò che di bello c’è vicino a noi. Io abito in Toscana e vi assicuro che ci sono mille posti ancora da vedere e che non conosco. Recentemente ho scoperto il Parco Archeominerario di Campiglia Marittima, dove i boys si sono divertiti un sacco a esplorare la miniera con il caschetto! Consiglio inoltre di studiare gli itinerari per turisti della propria città o dei posti vicino a noi e vi accorgerete di quante curiosità ci sono da vedere.

Un weekend il mese

Con i boys cerchiamo sempre di andare via un week end il mese. Andiamo a vedere un borgo antico, un museo, un parco, un fiume, un lago o una città. Abbiamo così tanto da vedere in Italia, che abbiamo l’imbarazzo della scelta. La regola che ho imposto (w la democrazia) è di andare via almeno un fine settimana il mese, ogni mese dell’anno da gennaio a dicembre.

Programmi veloci

Io e mio marito abbiamo un passato nei boys scout e questo ci ha permesso di essere molto pratici, soprattutto negli spostamenti, negli alloggi durante i viaggi e dello zaino da fare (noi viaggiamo solo con quello). Ci adattiamo facilmente e velocemente. Se lavori full time e vuoi viaggiare spesso, devi un pò adattarti. Noi decidiamo il mercoledì la meta per la fuga del week end. Cerchiamo la destinazione tra quelle segnate sul mio quaderno dove scrivo tutti i luoghi che mi piacerebbe visitare. A quel punto ci mettiamo alla ricerca di una sistemazione per dormire per una camera quadrupla a prezzi economici. Da lì butto giù un programma di massima delle cose da vedere che poi è modificato in itinere, sulla base della stanchezza dei boys, del tempo e della voglia. Preparo i 4 zainetti e in mezzora si parte!

Viaggiate, scoprite, esplorate con i vostri bambini. Vedere il mondo con i loro occhi è una gioia immensa.

Avete qualche consiglio per riuscire a viaggiare più spesso, con un lavoro e una famiglia?

Grazie per aver letto fin qui.

A presto

Francesca

“Con questo articolo partecipo al concorso #unblogalmese del mese di dicembre 2019 indetto dal blog Trippando

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Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.   (Jack Kerouac)

Cosa vedere a Bruges in un giorno

Come avevo fatto lo scorso febbraio volando a Barcellona per un giorno, questa volta ho scelto le Fiandre, volando a Bruges seguendo l’ennesima decisione d’impulso. Ero già stata in questa meravigliosa cittadina almeno 10 dieci anni fa, ma un volo preso a due lire mi ha fatto venire voglia di tornare qui. E ho fatto bene! Bruges è semplicemente splendida e romantica. Appena si arriva qua facciamo un tuffo nel Medioevo, avvolti da un’atmosfera antica e fiabesca.

Per raggiungere Bruges, ho preso un volo Ryanair da Pisa a Bruxelles Charleroi. Da qui sono salita su un autobus Flibco che in poco più di 2 ore mi ha portato alla stazione centrale di Bruges.

Un giorno a Bruges sembra poco, ma se riuscite a mettervi in moto la mattina presto, potete vedere una splendida cittadina ancora non invasa dai tantissimi turisti che ogni giorno vengono qua.

Ci sono bellissime chiese, palazzi e musei con rinomate opere d’arte. Io ho scelto di vagabondare all’aperto, grazie a una soleggiata domenica autunnale per perdermi in quei piccoli vicoli e per trovare angoli nascosti da fotografare.

La prima cosa da fare è lasciarsi trasportare dalla magica atmosfera di tutto il centro storico, dalla magia dei colori delle casette tipiche, dalla bellezza dei vicoli storici con i ciottoli, dalle architetture tipiche medievali e dai canali spettacolari. Essendo novembre, ho trovato tutti gli addobbi natalizi che hanno reso un’atmosfera proprio magica!

Quello che mi ha emozionato di più è stato:

CANALI. Ce ne sono tantissimi, tanto da essere chiamata “La Venezia del Nord”. Io mi sono messa in marcia la domenica mattina prestissimo costeggiando i canali in solitaria ammirandone la bellezza dei colori. Sono partita dalla porta di accesso a nord est della cittadina (Dampoort) costeggiando tutto Potterierei, un viale ciottoloso con le tipiche casine colorate. Ho incontrato tanti ponticelli ed è stato bello perdersi in quelle stradine in mezzo ai canali. Mi è piaciuto osservarli durante le varie luci del giorno per cogliere i riflessi sull’acqua delle case con i tetti orlati e con i loro giardini segreti. Ho camminato tra i vari ponticelli che attraversano i canali, perché regalano alcuni scorci davvero suggestivi.

Anche se, su alcuni ponti piccolini e stretti, si accalca parecchia gente per scattare foto (ed era metà novembre!), vale la pena soffermarsi e guardare. Consiglio la crociera sui canali che per 10 euro ci porta a fare un giro a zonzo per Bruges per scorgere edifici e palazzi segreti veramente pittoreschi.

CENTRO STORICO. Patrimonio dell’UNESCO dal 2000, il centro storico di Bruges ha un fascino tutto suo, con i suoi canali, vicoli e piazze maestose che offrono moltissimi scorci fotografici. Dalle tipiche casette alle cioccolaterie, in centro si affollano turisti, carrozze con cavalli e spettacoli d’intrattenimento. Le due piazze principali sono Burg e il Markt. Il Markt, la piazza del mercato, è molto affascinante. Le variopinte case che un tempo erano dei pescatori e in seguito ospitarono le corporazioni, sono splendide. Anche qui foto a go go! Sopra di tutto c’è Belfort, l’imponente campanile del XIII secolo simbolo della città. Il Burg è l’altra antica piazza della città molto bella e caratteristica, su cui affaccia anche la Basilica del Santo sangue.

BEGGHINAGGIO. Questo è un logo silenzioso e fuori dal tempo. Mi sorprese dieci anni fa e tutto ora mi ha fatto vivere una piacevole sensazione. A sud della città, alla fine di Wijngaardstraat, superato il ponte sulla destra, si accede a un ampio giardino circondato da case bianche numerate. In questo luogo erano ospitate le beghine, donne rimaste sole che si dedicavano alla preghiera, al lavoro e alla carità. In ogni casetta poteva vivere una donna sola e tutte insieme avevano creato questa comunità molto tipica nella cultura fiamminga.

Questo villaggio di case attorno al grande cortile con i suoi alti platani è delimitato da un grande cancello che era chiuso la sera per non lasciare entrare nessuno. Sembra una sorta di monastero. Una volta arrivati qui sembra rivivere la vita che le beghine conducevano anni fa. Pare facessero anche il tombolo. Infatti, tutte le tende delle finestre delle casette sono fatte a mano!

Passeggiando nel cortile lungo le case bianche e curate, si avverte un senso di tranquillità e di pace. Non ci sono rumori ei tanti turisti si adeguano al luogo silenzioso. E’ una sorta di angolo mistico fuori dalla calca dei turisti chiassosi. Anche i cartelli invitano al silenzio perché è considerato un posto di culto, e, infatti, l’aria che si respira è spirituale ed emozionante.

Ho voluto visitare la Maison du Beguinage (ingresso 2 euro), una delle abitazioni tipo della “beghina”, ricostruita alla perfezione per permetterci di rivivere il modo di essere di chi l’ha abitata qualche secolo fa. Ho visitato anche il giardino privato che si affaccia sul canale!

Mi è piaciuto molto uscire dal caos delle stradine affollate dai turisti e fare un tuffo nel passato silenzioso e austero.

MULINI. Lungo il canale a est di Bruges, ci sono quattro splendidi mulini a vento del 13mo e 14mo secolo, ancora visitabili e consentono, dalla cima della collinetta su cui si trovano, di vedere un bel paesaggio. Io sono arrivata qua dalla porta di Kruispoort passeggiando verso nord lungo il parco dove sulla sinistra ci sono appunto questi mulini. Per fortuna sono riuscita ad arrivare presto e non c’era in pratica nessuno in giro. Ho potuto fare un sacco di foto in libertà. Il parco, avvolto dallo splendido colore autunnale giallo e marrone, costeggia il canale fino a Dampoort.

Per chi avesse voglia di una casa galleggiante, può dormire sul Rio Claro, una lunghissima imbarcazione nera attraccata proprio qui. Si tratta di una barca storica di 77 metri con molte camere, cucina, bagni e tutto il necessario per vivere qui. Mi è sembrata la casa di Capitan Uncino!

WAFFLE AL CIOCCOLATO. Devo spendere due righe anche per loro. Chi mi conosce sa che sono una persona golosa e completamente dipendente da ogni forma di zucchero. In tutto il centro di Bruges ci sono sfarzose cioccolaterie con vetrine piene di prelibatezze per tutti i gusti. E’obbligatorio comprare i famosi cioccolatini. Io, ho voluto provare i waffle. Ci sono decine di negozi che li fanno ma mi sono fatta incuriosire da un furgoncino verde con un signore che preparava l’impasto in pochi minuti, lo poneva sulla tipica piastra  e li cospargeva con il cioccolato bollente. Impossibile resistere! E per soli 2,50 euro sono tornata per ben due volte a distanza di poche ore.

Una volta sull’aereo mi sono dimenticata di visitare Minnewaterpark. Qualcuno ci è stato? Me lo raccontate nei commenti? Grazie mille!

Quante Venezia del nord ci sono nel mondo? Chi le ha visitate?

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

 

 

Viaggiare con bambini con solo il bagaglio a mano

Come può una famiglia di 4 persone viaggiare in aereo con il solo bagaglio a mano?

Questa è una domanda che mi è posta di continuo. Noi viaggiamo solo con il solo bagaglio a mano, fino a una settimana di vacanza. Io, mio marito e i due boys. Ormai è un metodo collaudato da anni che ci serve a viaggiare più facilmente e a essere responsabili di cosa portiamo, evitando il superfluo.

Com’è possibile? Ecco qui i nostri consigli salvaspazio:

  • Regole sul bagaglio a mano. Per prima cosa dobbiamo accertarsi delle regole sul bagaglio a mano! Noi voliamo di solito con Ryanair le cui regole sono rigide, ma ahimè ci siamo adeguati. Possiamo portare a bordo solo 1 bagaglio piccolo (40 x 20 x 25) che riusciamo a inserire sotto il sedile di fronte a noi e per adesso non abbiamo avuto difficoltà.
  • Scegliere la valigia giusta. Secondo me questo è l’aspetto fondamentale. Il bagaglio a mano ideale dovrebbe durare a lungo ed essere molto capiente. Per questo noi usiamo solo zaini. Siamo ex boy scout, molto minimal e pratici. Gli zaini sono morbidi e facili da portare, anche per i bambini. I trolley sono molto più rigidi e ingombranti. Robusti e impermeabili, gli zaini sono pieni di tasche e scomparti, dove mettiamo di tutto. Arrotoliamo i capi e li infiliamo negli scomparti o tasche. Noi solitamente usiamo quelli da 40 litri. Ricordiamoci di fare attenzione alle misure. Per noi 2 cm non sono niente, ma per la compagnia aerea può essere “fuori misura”, imbarcando il nostro bagaglio in stiva con una spesa maggiore!
  • Liquidi. Tutti ormai siamo consapevoli che il limite sono 100 ml. Noi solitamente utilizziamo le bustine monouso di crema, shampoo e balsamo, accumulate durante l’anno e che spesso sono regalate sulle riviste. Per l’igiene orale portiamo gli spazzolini. Appena arrivati a destinazione, compriamo subito dentifricio, deodorante e bagnoschiuma sufficienti per una settimana. Credo che questo sistema sia veramente pratico e applicabile ovunque.
  • Scarpe. Per un viaggio di una settimana portiamo un solo paio di scarpe di ricambio. Scegliamo sempre quelle da ginnastica da mettere nello zaino e gli scarponcini più ingombranti e pesanti che indossiamo alla partenza. Sono calzature che vanno sempre bene, sia si debba camminare su un sentiero che per le strade di una città.
  • Abbigliamento alla partenza. Poiché la mancanza di spazio è il nostro peggior nemico, è fondamentale che al momento della partenza indossiamo sempre gli abiti più pesanti e a strati: maglietta a maniche lunghe, maglione pesante, cappello, sciarpa, guanti, giacca a vento, scarponcini.

Anche i boys ormai si sono abituati ad avere tutto a portata di mano e di essere maggiormente responsabili sulle loro cose.

I vantaggi di viaggiare solo con il bagaglio a mano sono molteplici:

  • Velocità nell’imbarco sul volo.
  • Meno bagagli si hanno, meno bagagli perdiamo.
  • Aver tutto a portata di mano in aereo.
  • Nessuna attesa per ritiro bagagli.
  • Nessuna probabilità che la compagnia aerea perda il nostro bagaglio.
  • Nessuna preoccupazione che il nostro bagaglio sia danneggiato.
  • Maggiore facilità di salire sugli autobus o treni.
  • Maggiore facilità e velocità nel preparare il bagaglio.

Per fare un esempio pratico, il nostro bagaglio a mano (uno per ciascuno) per una settimana in inverno (in estate è più facile perché gli indumenti sono più leggeri) è composto di:

  • 2 paia di pantaloni
  • 2 magliette a maniche lunghe
  • 1 maglione o pile
  • 1 pigiama
  • 2 paia di calzini
  • 6 paia di mutande
  • 1 paio di scarpe
  • Spazzolino
  • Quaderno e penna
  • Giochi formato travel

Io e mio marito ci dividiamo anche la macchina fotografica, batterie di ricambio, carica batteria, 1 tablet, libri per me e i boys, kindle per mio marito (che aiuta a salvare spazio) e i documenti di viaggio (passaporti, prenotazioni, guide etc.).

Vi assicuro che tutto questo entra in uno zaino! Ognuno ha il suo con tutto ciò che occorre per stare fuori fino a una settimana di vacanza. Questo metodo ci aiuta a capire quante cose superflue portiamo. Alzi la mano chi non è mai tornato a casa con vestiti mai indossati? Io un sacco di volte! Tutti noi portiamo sempre quel particolare capo pensando che potrebbe servire. Non è vero! Dobbiamo imparare a essere più minimal: ci fa risparmiare tempo a fare i bagagli e riduce il nostro stress.

Con questi consigli riuscirete a viaggiare in modo easy con i vostri bambini, presentandovi direttamente al gate di imbarco!

Ho dimenticato qualche consiglio? Scrivilo nei commenti.

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A presto,

Francesca

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“Colui che vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero.” Antoine de Saint-Exupery

Terme di Sorano con bambini in estate

Questo week end siamo rimasti in Toscana e ci siamo dedicati alla scoperta della Maremma. Dopo una splendida giornata trascorsa alla Necropoli di Sovana, abbiamo scelto di riposarsi alle Terme di Sorano, sempre in provincia di Grosseto.

Mi piace molto andare alle terme: adoro il profumo dell’acqua calda, il vapore che emana e l’atmosfera rilassante che si crea grazie a tutta quell’acqua. Lo scorso gennaio eravamo andati ad Abano Terme e avevamo trascorso un piacevole weekend. I boys erano stati bravissimi!

Nonostante il clima torrido abbiamo deciso per trascorrere una giornata alle terme della nostra regione. La Toscana è una regione ricca di stabilimenti termali e nonostante sia toscana, non avevo mai sentito parlare di queste terme. Sono arrivata qua molto curiosa e con grandi attese.

Lo stabilimento comprende tre piscine su una superficie di circa 7 ettari, alla quota di 460 mt. s.l.m. circondato da boschi e vigneti. E’ un ambiente elegante e ben curato.

Appena varcato l’ingresso, si percorre un vialetto in discesa e sulla destra troviamo la piscina sportiva. Di forma rettangolare e con un’altezza di 140 cm è soprattutto per chi ama nuotare poiché è grande quasi 200 metri quadrati. Qui non abbiamo messo piede!

La più frequentata è senz’altro è quella di acqua termale del tipo bicarbonato-magnesio calcica che sgorga dalla sorgente a 37,3°, garantendo una temperatura di circa 35°/36° in piscina. Questa vasca è utilizzabile per tutto il periodo di apertura della struttura, ha una superficie di circa mq.370 e ha un disegno ovale e disposto su due livelli. Nella parte superiore l’acqua ha un’altezza di circa 140 cm, dispone di comode sedute dove potersi rilassare in assoluto relax godendo dei benefici dell’acqua termale. Nella parte inferiore, dove l’altezza dell’acqua varia da 90 a 60 cm, si trovano due cascate per massaggi su tutta la parte del corpo. Questa parte della piscina è anche riservata ai più piccoli proprio in virtù dell’altezza dell’acqua.

Curiosità: la sorgente che alimenta le piscine ha un flusso costante di circa 1700 litri il minuto!

La piscina più particolare, denominata “Il Bagno dei Frati”, è situata nel bosco, adiacente al torrente termale. Risalente al XV° secolo, era utilizzata dai frati che abitavano nei locali della Pieve di Santa Maria dell’Aquila che a quell’epoca erano la sede di un convento. Le dimensioni ridotte della piscina – ha un’altezza di 140 cm – permettono di ospitare circa quindici persone ed è alimentata da due sorgenti termali che sgorgano direttamente dalla roccia a una temperatura di circa 34°.

Ho cercato di stare sempre in questa piscina sia per la tranquillità sia per l’ambiente veramente unico. Ma c’era tanta gente, troppa per me, compresi adolescenti che volevano divertirsi. Di conseguenza il termine riposo è stato fuori luogo in quest’occasione. Quest’esperienza ha rafforzato la mia iniziale idea che alle terme io devo andarci d’inverno. Il caldo torrido non mi ha fatto trovare giovamento nell’acqua calda. Al contrario. Uscire dall’acqua calda della piscina ed essere avvolta dall’afa insopportabile non è stato piacevole. Volete mettere il gelido clima sotto zero e noi immersi nell’acqua caldissima con giganti nuvole di vapore da non riuscire a vedersi a cinquanta centimetri di distanza? L’esperienza invernale è stata fantastica. Per me in assoluto migliore di questa estiva!

Ho comunque apprezzato il potere rigenerante dell’acqua termale per combattere ansia, stress e stanchezza. Mi sono immersa e mi sono lasciata andare. I bambini sono stati bene e si sono divertiti. Questa è la cosa più importante.

COSA CI E’ PIACIUTO: la possibilità di portarsi il pranzo, acqua e bibite. Nonostante la presenza del bar e ristorante, è stato possibile consumare il nostro pranzo portato da casa sotto l’ombrellone.

COSA NON CI E’ PIACIUTO:  il prezzo d’ingresso alle terme è un pò alto (adulto: 18,50 €; bambino 10,50 €; ombrellone 3 € per totali 61 €). Inoltre i lettini e gli ombrelloni erano  troppo vicini.

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L’acqua è condiscendente, mobile, trasparente, insapore. Si ha facilmente l’impressione che, a paragone col resto della realtà, essa sia in qualche modo ultraterrena.
(Philip Ball)

Parco Gallorose con bambini

Abbiamo trascorso una mezza giornata al Parco Gallorose di Cecina vicino a Livorno. Il mio big boy era andato in gita con la scuola e voleva assolutamente tornare insieme a noi. Non siamo amanti degli zoo e preferiamo vedere gli animali nel loro habitat naturale, ma capisco che può essere lungo e difficile.

Così ci siamo fatti convincere e siamo partiti in direzione mare. Gallorose ci ha entusiasmato e abbiamo trascorso una piacevole giornata. E’ un parco faunistico ricco di tantissimi animali provenienti da tutto il mondo. Gli animali sono suddivisi per area geografica, le gabbie sono grandi e rispettano (nel limite di uno zoo) la vita naturale degli animali contenuti. Non mi aspettavo che il parco fosse così esteso! I bambini correvano sul vialetto per scovare l’animale successivo che magari era nascosto o dormiva o semplicemente voleva starsene per i fatti suoi. Ogni animale ha il suo habitat naturale o seminaturale e ci sono sia specie selvatiche sia razze domestiche di mammiferi e uccelli.

Il parco è diviso in 6 zone: i primi 5 sono i continenti Africa, Europa, Asia e Oceania, America mentre l’ultima è legata alla zona della fattoria. Qui ci sono animali comuni tipo asino, mucche, cavalli, e galline, oltre a tanti attrezzi e cimeli degli anni 40/50. Abbiamo visto anche tante locandine di quegli anni! Una volta la fattoria era come un centro abitato dove si trovavano tutte le piccole attività artigianali. Di queste si trovano ancora tracce e memorie.

Il percorso è di circa 4 km interamente segnato e recintato; è impossibile “perdere” qualche gabbia così come sottrarsi all’intero percorso. Copre un’area di 5 ettari quasi tutto all’ombra. Anzi devo ammettere che tutto il parco è immerso in una bella vegetazione che rende piacevole tutto il percorso al riparo dal sole.

 

Inoltre il percorso è senza barriere e può essere percorso con carrozzine e passeggino senza problemi.

Lungo il sentiero ci sono numerose panchine e scorciatoie. A metà percorso è presente un’area ristoro per consumare il proprio pranzo o servito di ristorante, con spazio giochi per i bambini e microonde a libero uso. In quest’agriristoro si possono gustare ottimi piatti con cibi di produzione artigianale. Il Parco Gallorose è, infatti, un’azienda agricola funzionante che produce tante specialità genuine e naturali che, oltre ad essere servite ai clienti, sono acquistabili nel negozio del parco.

La visita con una sosta al parco giochi interno e pic nic è durata più di 3 ore.

Il parco mi ha sorpreso. Francamente ero scettica all’inizio di questa giornata. Invece è un polmone verde vicino al mare che si occupa anche di mantenimento e riproduzione di molte specie esotiche a rischio di estinzione. Proprio per questo ci sono diversi cartelli, dove sono spiegate quali sono le minacce nei confronti di questi animali e cosa possiamo fare nel nostro piccolo per aiutarli a sopravvivere.

Mi piace il messaggio che vuole trasmettere: cerca di sensibilizzarci all’uso responsabile delle risorse del pianeta e al totale rispetto di ogni essere vivente. Ricordiamocelo!

Consiglio questo parco a grandi e piccini. Il parco è stato una scoperta sorprendente.

A presto,

Francesca

Come visitare i musei con i bambini divertendosi

La visita di un museo con i nostri bambini deve essere un’esperienza piacevole. A volte invece può diventare un incubo: loro si annoiano, vogliono sedersi di continuo e ci chiedono di andare via.

Il motivo? Abbiamo sbagliato il tipo di museo. Ovviamente parlo della mia esperienza di mamma di due bambini di 9 e 7 anni. I bambini devono essere coinvolti e interessati a quello che vedono, altrimenti diventa una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile. Noi ne abbiamo visitati parecchi, commesso diverse scelte sbagliate e questi sono i nostri consigli per scegliere il museo giusto e renderlo un’esperienza piacevole per tutti e non una prova di resistenza.

Ma come visitare i musei con i bambini?

coinvolgere i bambini

Io sono sempre convinta che i bambini vadano coinvolti nella programmazione di un’attività di famiglia: raccontiamo loro dove abbiamo intenzione di andare tutti insiemi e cosa vedremo. Fortunatamente in giro si trovano guide per i bambini. Procuriamone una in modo che loro iniziano a familiarizzare con cosa vedremo.

Se non abbiamo disponibilità della guida, facciamoli osservare a video cosa andremo e vedere. Diamogli anche un quaderno per prendere nota delle cose più belle che potranno vedere o semplicemente per disegnare l’oggetto o l’opera più coinvolgente. Possiamo anche chiedergli di scrivere tutti i nomi di animali raffigurati nelle opere, oppure quanti colori hanno individuato.

scegliere il museo giusto

La regola principale è che i bambini devono essere coinvolti e interessati in quello che stanno osservando. Scegliamo musei che possono incuriosirli: scienze, storia naturale, antropologico, con animali preistorici, minerali, scavi archeologici, musei dei treni o aeroplani. Consultiamo il sito web per avere conferma che ci siano cose interessanti per bambini e aree dedicate a loro con giochi interattivi, laboratori e giardini esterni. Appena entrati nel museo, diamo ai bambini la mappa chiedendo di seguire il percorso e di farci da guida. In alcuni musei si possono trovare anche audioguide con la voce di un bambino. Una voce amica li aiuterà a capire meglio quello che stanno osservando.

attività per famiglie

Ormai quasi tutti i musei hanno un programma per famiglie, dalle visite guidate ai laboratori o attività didattiche. Grandi e piccini sono così avvicinati al tema del museo in modo consapevole e divertente. E’ fondamentale la guida che ci racconta cosa stiamo osservando. Alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze noi abbiamo trovato una guida fantastica che ha saputo intrattenere i bambini stimolando la loro curiosità. In alcune città c’è la rassegna annuale di attività gratuite per le famiglie, ogni mese in un diverso museo, con una diversa attività, in genere collegata a particolari occasioni. Ricordiamoci di iscriversi alla newsletter dei poli museali della nostra città in modo da sapere con largo anticipo tutte le iniziative.

non cercare di vedere tutto

Dobbiamo capire quando è il momento di tornare a casa. Se il museo prevede 3 o 4 piani, non possiamo pensare di visitarli tutti con i nostri bambini. Riconosco che questo è un mio problema. Spesso mi ritrovo la mappa del museo in mano e mi rendo conto che ne abbiamo visitato solo una piccola parte. I miei figli hanno una soglia di attenzione bassa e dopo mezz’ora hanno bisogno di fare qualcosa di divertente.

Per questo motivo è meglio iniziare a visitare subito l’area bambini che spesso si trova alla fine del museo. Se la visitiamo all’inizio del nostro tour, i bambini si divertono e sono più disposti a curiosare in altre stanze. La visita al museo deve ad ogni modo essere affrontata con calma e seguire i loro ritmi.

merenda

Portare sempre acqua e merenda. Ogni museo ha un’area ristoro. I miei bambini hanno spesso fame. Lo zaino pieno di snack, frutta, acqua e merenda è pratico e economico e non deve mancare mai! E’ anche un pretesto per fare un break durante la visita e combatte la noia.

evitare file

Arrivare a un museo e dover fare una lunga fila per acquistare il biglietto non è un buon inizio per i bambini che hanno poca pazienza. Cerchiamo sempre di prenotare on line e laddove non fosse possibile arriviamo sempre all’apertura in modo da essere i primi.

una notte al museo

In alcuni musei, come per esempio a Palazzo Vecchio a Firenze è possibile passare la notte nel Salone dei Cinquecento con sacco a pelo e pila! Dopo un percorso guidato all’interno del palazzo, i bambini accompagnati da un genitore possono trascorrere la notte qui.

Svegliarsi in sale piene di quadri importanti in pigiama con altri bambini è un’esperienza unica e divertente. In futuro il bambino continuerà a ricordare questo momento di gioco e formazione come qualcosa di straordinario e insolito.

programmare qualcosa di divertente dopo il museo

Se abbiamo visitato un museo per qualche ora, programmiamo qualcosa di divertente subito dopo la visita. Troviamo un parco dove ci sia la possibilità di correre, giocare a pallone o un’area giochi. Altrimenti concediamo ai bambini un gelato o una cioccolata calda (dipende dalla temperatura).

andare al museo fin da quando sono piccoli

Se un bambino cresce in un ambiente dove si apprezzano musei e cose belle da vedere, sarà sicuramente più portato a seguire l’esempio. Impareranno a essere curiosi, comportarsi bene e seguire le regole fin da piccoli (silenzio, non correre, non toccare niente, rispettare file, non allontanarsi).

 E voi avete visitato qualche museo interessante per i bambini? Scrivetelo nei commenti.

A presto

Francesca

Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Visita alla Rocca di Fontanellato con i bambini tra fantasmi e giochi di luci

Dal Granducato di Toscana siamo passati al Granducato di Parma e Piacenza! Abbiamo scelto di dedicare un intero week end ai castelli del Parmense, così tanti e ricchi di curiosità. Siamo arrivati alla Rocca di Fontanellato subito dopo aver visto il Labirinto della Masone vicino a Parma.

Ci aspettavamo molto da questa rocca e non siamo rimasti delusi.

La rocca è un maestoso castello in mezzo al paese con il fossato pieno d’acqua. Abbiamo tentato di avvistare qualche coccodrillo ma non siamo stati fortunati! Antica residenza dei Conti Sanvitale per più di cinquecento anni, adesso è un museo di proprietà comunale. Dall’esterno ricorda la fortificazione militare con mura e torri.

E’ adatta una visita con i bambini? Assolutamente SI per TRE motivi:

Fantasma

Quale castello non ha un fantasma di qualche principe o cavaliere morto in circostanze misteriose? Anche qui si narra che all’interno si aggiri la piccola Maria Costanza Sanvitale, nipotina di Maria Luigia d’Austria che morì all’età di soli sei anni. Anche se non siete appassionati di misteri, l’aspetto inquietante che ci ha incuriosito è che all’inizio di quest’anno sono state registrate delle strane presenze dai sensori degli addetti alla sicurezza. Pare che durante la notte sia suonato l’allarme più volte nella Sala del Biliardo, nella Camera Nuziale e nella Sala del Ricevimento. Gli addetti alla sicurezza hanno riferito che alcuni oggetti abbiano cambiato posizione durante la notte.

Sono anche intervenuti sensitivi e medium che hanno trascorso la notte nel castello rilevando una presenza maschile aggirarsi tra i corridoi. Mistero! Per fortuna noi non abbiamo visto nessuno durante la nostra visita guidata del pomeriggio. I bambini erano piuttosto concentrati a osservare eventuali movimenti strani di tende o oggetti volanti. La presenza del fantasma attira ovviamente molto pubblico (noi compresi) e presso il castello sono organizzati eventi in tema. Chi non ha paura dei fantasmi può trascorrere una serata durante il Ghost Tour alla Rocca.

Affreschi

Il gioiello più prezioso della Rocca è la “Saletta di Diana e Atteone” affrescata dal Parmigianino. In questa “stufetta” (bagno privato) sono state dipinte quattordici lunette con episodi della favola di Diana e Atteone tratta da Ovidio. La stanza doveva essere un luogo di preghiera e raccolta per la contessa, in lutto per la perdita del figlio neonato. Con i bambini facevamo il gioco di indovinare cosa ci fosse nelle singole lunette. Quello che ci ha stupito sono stati gli occhi dell’angelo che abbraccia il neonato. Questi occhi inquietanti ci seguivano ovunque nella stanza. I bambini si divertivano a cambiare rapidamente posizione per vedere se gli occhi li seguivano. In realtà abbiamo scoperto che è un’impressione ottica voluta dall’artista disegnando il volto di tre quarti e rivolgendo lo sguardo della persona raffigurata diritto davanti a sé!

Camera ottica

Questa è la stanza che ci è piaciuta di più! Alla fine del giardino pensile, all’interno del torrione di sinistra è stata costruita una stanza ottica del XIX secolo che consentiva di spiare la vita esterna. Si tratta di una stanza buia, dove furono create due aperture e, attraverso un gioco di specchi e prismi, era proiettata sul muro l’immagine della piazza e delle persone che si muovevano.

Questi prismi, prendendo la luce insieme allo specchio rovesciato dell’esterno, proiettavano l’immagine su una superficie leggermente curva per fare apparire in tempo reale cosa succedeva attorno al castello. Nel nostro mondo tecnologico e digitalizzato è stata un’esperienza divertente e d’incredulità. La camera ottica era una sorta di televisione nel 1900! I bambini cambiavano posizione per vedere cosa succedeva all’esterno della rocca.

Pare che i nobili Sanvitale utilizzassero questa camera come la stanza dei giochi per intrattenere gli ospiti, per curiosare tra i paesani e divertirsi a osservare cosa facevano i loro sudditi senza essere visti e stando comodamente seduti all’interno. Questa camera ottica è l’unica ancora funzionante in Italia e ci è piaciuta veramente tanto.

Per tutti i bambini appassionati di fotografia: è possibile costruire una piccola camera ottica con una scatola facendo con un foro che lasci entrare la luce da un lato. Questa luce proietta sul lato opposto all’interno della scatola l’immagine capovolta di quanto si trova davanti al foro.

E voi avete mai visitato una camera ottica? Avete mai fatto un ghost tour? Raccontatemi tutto nei commenti. Sono troppo curiosa!

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A presto,

Francesca

 

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Non ci sono regole di architettura per un castello tra le nuvole. (GK Chesterton)

 

Chianti insolito: visita al Parco delle Sculture con bambini

Complice una splendida giornata di sole settembrino, siamo andati a gironzolare nel fantastico Chianti che per fortuna abbiamo a due passi da casa. Questa volta abbiamo portato i bambini a vedere le “sculture giganti” di cui abbiamo tanto sentito parlare ma che non abbiamo mai visto.

Dove siamo andati?

Siamo andati nel piccolo borgo di Pievasciata, a circa 10 km da Siena.

 

Che cosa abbiamo visto?

Immerso tra vigneti pieni di grappoli di uva nera e tra colline mozzafiato, abbiamo visitato Pievasciata, borgo d’arte contemporanea, chiamato così grazie all’installazione di 9 sculture d’arte lungo la strada. Ci siamo innamorati degli “Struzzi Metropolitani”, un uomo e una donna alti quasi 6 metri che immergono la faccia tra i rami dei cipressi. Abbiamo poi trovato due peperoni giganti, un enorme geco sul muro di una casa e un fucile che non spara. Lungo la strada abbiamo incontrato anche due cabine telefoniche originali inglesi con dentro due manichini vintage, un uomo e una donna, che si telefonano invece di aprire le porte e parlarsi. Il nome di quest’opera di Piero Giadrossi è “incomunicabilità”. Ci è piaciuto andare alla scoperta di queste strane opere in mezzo al borgo o lungo la strada.

 

Che cosa abbiamo fatto?

Dopo essersi riempiti gli occhi di bellezza, siamo così andati al Parco delle Sculture del Chianti, sempre a Pievasciata. Si tratta di un bosco di 7 ettari di proprietà della famiglia Giadrossi che ha voluto rappresentare la perfetta integrazione tra arte e natura. In questo parco ci sono opere di artisti di tutto il mondo, chiamati qui a realizzare la loro creazione. Prima gli artisti sono stati invitati a vedere il bosco, poi hanno scelto il posto, dove realizzare l’opera. Ecco che il parco ha assunto subito un carattere d’internazionalità per gli scultori provenienti da venti differenti nazioni e di originalità dovuta alla grande varietà dei materiali usati.

All’entrata del parco si scarica gratuitamente un’utilissima App (ChiantiPark) che funge poi da audioguida durante tutto il percorso, con la spiegazione delle singole opere. S’inizia con “la casa nel bosco”, l’opera posta all’ingresso del parco che rappresenta una serie di persone in fila per pagare il biglietto di entrata. Si prosegue con un bell’anfiteatro creato sfruttando la pendenza del terreno con signori seduti sui gradoni.

Ci sono anche personaggi famosi: Hitchock, Chaplin e Fellini. Sopra l’anfiteatro ci sono anche mucche colorate (“Milk Factory”) realizzate in fibra naturale. I bambini camminavano ansiosi sul vialetto per vedere l’opera successiva e provare a indovinare il significato. Abbiamo visto due rocce nere in bronzo chiamate “Island”, (prima scultura posta nel parco), il “Blue Bridge” (esposto alla biennale di Venezia nel 2001), “Energy”, il cipresso di vetro che cambia colore e vuole sprigionare energia dal suolo al cielo, “Balance”, la coda di balena realizzata in granito e vetro. Lo scultore tedesco Spath scelse quella posizione del parco per far passare la luce del sole attraverso il vetro dell’opera. Poi abbiamo visto la “pietra sospesa” in mezzo a due colonne di cemento, che sembrano due braccia per reggere la pietra di travertino.

 

Le opere che ci sono piaciute di più sono state l’Arcobaleno con i vetri colorati (“Rainbow Crash” dell’italiana Federica Marangoni). Si tratta di un arcobaleno spezzato per indicare la fragilità della natura. Ci è piaciuta anche la Falling Leaf” dell’egiziana Yasmina Heidar, la foglia realizzata con 500 kg di vetro per indicare la leggerezza di una foglia di quercia che cade verso terra. Ci siamo entusiasmati anche davanti a “The Keel”, la chiglia della nave arenata nel bosco. In realtà a noi sembravano ossa di dinosauro. Sono, infatti, 27 pezzi di pietra per 11 tonnellate di peso che sono stati messi insieme nel parco. Ai bambini è piaciuta molto la scultura “Labirinth” realizzata in vetro mattoni ottagonale dove loro si sono persi e rincorsi. Da sempre il labirinto rappresenta la ricerca di se stessi e per questo al centro è stata posta una panchina con uno specchio.

Quanto abbiamo speso?

Il biglietto d’ingresso costa 10 euro ad adulto e 5 euro i bambini fino a 16 anni. Il parcheggio è gratuito. Le sculture lungo la strada per Pievasciata sono liberamente visitabili.

Dove abbiamo mangiato?

All’Osteria Cacio e Pepe di Vagliagli dove si mangia un ottimo menù toscano (Località Lodoline del Chianti – Vagliagli (SI) Tel. 0577.1652898). E’ adatta ai bambini perché c’è abbastanza spazio da giocare in attesa delle varie pietanze. I tavoli all’esterno sono molto gradevoli in mezzo al fresco e l’ombra di un boschetto piacevole.

Perché visitarlo con i bambini?

Il parco è adatto ai bambini perché liberano la fantasia all’aria aperta. Vedere così tante opere d’arte tutte insieme può sembrare noioso. Ma non si tratta di quadri appesi a una parete bianca, dove, se non si è degli appassionati, dopo un po’ diventa stancante. Qui invece diventa quasi una ricerca continua della prossima opera nel bosco. I bambini correvano per vedere quale fosse la scultura successiva e il nome dell’opera. Complice la location molto suggestiva (il sentiero in mezzo al bosco) credo che sia un’idea geniale dare la possibilità ad artisti di tutto il mondo di esprimere la loro fantasia e renderla concreta qui.

Con i bambini abbiamo fatto il gioco di indovinare il nome dell’opera e il suo significato. Ad esempio, quando ci siamo trovati davanti alla chiglia della nave, i bambini hanno esclamato: “Mamma, ci sono le ossa del dinosauro! “.

E’ stato carino osservare tutti insieme sculture così strane e piene di significato realizzate da giovani artisti che hanno scelto questo splendido posto per liberare la loro fantasia.

Consiglio di visitare questo originale parco immerso in un territorio splendido.

Avete mai visitato luoghi con espressioni artistiche immerse nella natura? Scrivetelo nei commenti.

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A presto,

Francesca

 

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“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.” (Pablo Picasso)