Itinerario silenzioso in provincia di Pisa

In Toscana, nelle splendide colline in provincia di Pisa, ci sono dei luoghi particolari immersi nella natura, lontano dal frastuono della città, dove lasciarsi avvolgere dal silenzio.

Non so voi, ma io cerco continuamente luoghi lontani dal caos, poco conosciuti e che mi trasmettono un po’ di pace.

Viaggiare con 2 figli adolescenti comporta una accurata pianificazione di luoghi che possono piacere anche a loro. Se prima bastava un pallone e qualsiasi meta, adesso devo sempre trovare destinazioni uniche ed originali che li incuriosisca e faccia sollevare il viso dallo smartphone. 

So benissimo di dover mettere in conto che ci saranno sempre momenti in cui l’adolescente si lamenta, dice che si annoia, si ammutolisce; momenti in cui non va bene niente, che non gli interessa niente andare in giro e che preferisce stare a casa. I momenti di rabbia e noia fanno parte di questa fase di crescita. Io e mio marito ne siamo consapevoli, ma continuiamo a viaggiare. 

Tornando al nostro itinerario di oggi, andiamo a esplorare luoghi non solo silenziosi, ma anche immersi nella bellissima campagna toscana pisana, ancora poco conosciuta. Quando ho detto ai ragazzi che avremmo fatto un itinerario silenzioso, li ho visti molto perplessi.

Alla fine della giornata, durante il viaggio di ritorno a casa, ho chiesto se fosse piaciuto e hanno risposto: sì, carino. Per me è una vittoria e uno stimolo a continuare a pianificare ed andare in giro a vedere un piccolo pezzo di mondo alla volta, anche dietro casa.

Ma veniamo al nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa:

Il “Teatro del Silenzio” – Lajatico 

Immerso nell’entroterra Volterrano,  esiste un anfiteatro naturale ricavato nella splendida cornice delle colline di Lajatico.

Quando arrivi qui, rimani colpito dalla bellezza del panorama e dal senso di quiete che ti pervade.

Questo progetto “silenzioso” è stato voluto da Andrea Bocelli che, nel suo paese natale, ha fatto costruire questo anfiteatro sfruttando la conformazione delle colline 

Se vieni qui, è perché vuoi ammirare questo piccolo gioiello paesaggistico e per assorbire il silenzio assordante dei soffi di vento. 

Possiamo definirlo un vero e proprio palcoscenico naturale, a cui si accompagnano poi installazioni artistiche che cambiano di anno in anno.

Sono rimasta colpita dalla curiosità di questo posto. Il teatro del silenzio rimane intatto  nella sua perfetta armonia per quasi un anno, in quanto viene svolto un solo spettacolo all’anno, mentre per gli altri 364 giorni in questo bellissimo luogo regna il silenzio. 

Mi piace la definizione data dallo stesso Bocelli su questo luogo:

È un’emozione insolita e potente, verificare ogni volta come molte migliaia di persone, mosse dal desiderio di condividere un’esperienza di buona musica e di bellezza, convergono da tutto il mondo proprio qui, nella mia piccola Lajatico, in questa conca naturale che il giorno dopo sarà restituita alla natura.

Tempio di Minerva – Montefoscoli

Ma cosa ci fa un tempio pagano nel paesino di Montefoscoli, in provincia di Pisa? Questo è sicuramente il luogo più insolito del nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa.

Nascosto all’interno di un bosco di lecci, sorge il piccolo tempio di Minerva Medica avvolto dal mistero e dalla magia.

Un tempio neoclassico nelle colline del Pisano suscita già un po’ di curiosità.

Pare che questo tempio sia avvolto da storie di massoneria, esoterismo e esperimenti di galvanismo

Costruito 1821 dal nobile Andrea Vaccà Berlinghieri, chirurgo di fama internazionale, questo tempio pagano fu dedicato a Atena-Minerva, Dea della Medicina e della Sapienza.

Se lo guardate bene, sembra il Pantheon di Roma, ma il materiale qui usato è il laterizio, per cui il tempio spicca con il suo colore rosso in mezzo al verde degli alberi.

Pare che la famiglia Vaccà Berlinghieri, uomini di scienza, fossero vicini alla massoneria, ha fatto ipotizzare che questa costruzione fosse un tempio massonico utilizzato per riunioni segrete, in posizione strategica a mezza via tra Pisa e Firenze.

Ma c’è di più.

Un’altra teoria afferma invece che ci fosse un laboratorio sotterraneo dove il Vaccà avrebbe eseguito esperimenti su cadaveri umani e animali. 

Pare anche che la scrittrice anche Mary Shelley, durante un soggiorno pisano, ne rimase colpita e si lasciò ispirare per per la stesura del suo capolavoro gotico Frankenstein, 

Un angolo di Tibet a Pomaia

Dell’itinerario silenzioso in provincia di Pisa, questo è il mio luogo preferito.

Sempre in provincia di Pisa, nel paesino di Pomaia, si trova l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri per lo studio e la pratica del buddhismo più importante d’Europa.

I ragazzi erano molto perplessi. Si sono seduti all’ombra ad osservare.

In quest’oasi di pace convivono monaci e laici, per lo più volontari e studenti, che seguono corsi di filosofia, psicologia e meditazione, ma è aperto a chiunque voglia trascorrere un periodo, o anche solo qualche ora, lontano dal caos cittadino, circondato dalla natura, respirando aria buona e tanta serenità.

Sono entrata molto prevenuta, pensando di dover ascoltare conferenze o partecipare a qualche corso. Tutto il contrario. Ognuno fa ciò che desidera, nel massimo silenzio e rispetto dell’altro immersi in un bosco meraviglioso.

Mi sono seduta al Giardino del Tè, questo piacevole salotto all’aperto con piccoli tavoli e cuscini in mezzo agli ulivi e un chioschetto che serve (a offerta libera!) pregiate qualità di tè, tisane e infusi provenienti da ogni parte del mondo. E’ stata una pausa super rilassante, i.

Per chi volesse immergersi totalmente nell’atmosfera dell’istituto, senza necessariamente partecipare ai corsi e i seminari, è possibile alloggiare, nelle casette di legno con vista sul bosco e sul mare.

Se in tutto questo silenzio, vi è venuta fame, vi suggerisco una sosta alla trattoria Osteria Dalla Bianca a Ponsacco. locale arredato anni ‘70 con cucina genuina, pochi piatti della tradizione più autentica cucinati con ottime materie prime.

E tu conosci qualcuno di questi luoghi?

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A presto,

Francesca

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5 luoghi insoliti in provincia di Lucca

L’adolescenza è uno dei periodi più delicati della vita: i ragazzi sono irascibili, impulsivi, lunatici, mentre noi genitori spesso eccessivamente ansiosi e controllanti. Coinvolgere i nostri figli nella programmazione dei viaggi diventa molto difficile, ma non impossibile. Dobbiamo trovare luoghi insoliti che stimolino la loro curiosità. Questa volta ho portato i miei ragazzi in provincia di Lucca a scoprire piccole gemme, fuori dalle rotte turistiche e raggiungibili con strade tortuose.

Fabbriche di Careggine

Il primo luogo insolito della provincia di Lucca è  𝐅𝐚𝐛𝐛𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐞𝐠𝐠𝐢𝐧𝐞, il paese sommerso dalle acque del lago artificiale di Vagli nel 1953. Sicuramente è un luogo che potrebbe stimolare la curiosità dei nostri ragazzi. L’ultimo svuotamento del lago per manutenzione si è verificato nel 1994 quando un milione di turisti accorse per poter vedere con i propri occhi i resti della chiesa romanica di San Teodoro con il suo campanile in rovina, il ponte a tre arcate, il cimitero e le case del paese sommerso sotto oltre quaranta metri d’acqua. Stiamo aspettando il prossimo svuotamento, che pare possa essere nel 2024.

Il Ponte del Diavolo

Il 𝐏𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐢𝐚𝐯𝐨𝐥𝐨 è il luogo meno insolito dei cinque, ma è una delle costruzioni più originali di tutta la Toscana e si trova a Borgo a Mozzano, nella Valle del Serchio. E’ un capolavoro architettonico caratterizzato da una singolare arcata gotica a schiena d’asino, alta e slanciata, che si specchia nelle acque del Serchio. La leggenda che circonda il nome suggerisce che il diavolo abbia contribuito alla sua costruzione in cambio dell’anima della prima persona che lo attraversasse. Tuttavia, il risultato è un ponte suggestivo, caratterizzato da una serie di archi più piccoli che si susseguono lungo il percorso.

Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione.

L’Oasi di Campocatino

Dei luoghi insoliti in provincia di Lucca l’𝐎𝐚𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐨𝐜𝐚𝐭𝐢𝐧𝐨 è quella che mi è piaciuta di più. Appena arrivi in cima, rimani con il fiato sospeso. Pensi di essere sulle Dolomiti ma invece sei in Toscana. Questo catino è’ il risultato di un bacino glaciale ed è un antico alpeggio di pastori, dove la corrente elettrica non arriva, l’acqua scende diretta dalla grande parete incombente della Roccandagia e non abita nessuno. Un luogo incontaminato con piccole casette dove è possibile fare i bivacchi.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; l'Oasi di Campocatino

L’Oasi di Campocatino è un piccolo borgo di montagna recuperato da antichi alpeggi rimessi a nuovo e trasformati in un piccolo angolo di paradiso.
Luogo scelto anche dal regista Giovanni Veronesi per girare alcune scene del film con Pieraccioni ‘Il Mio West’, Campocatino rappresenta un esempio di come dei luoghi ormai abbandonati dei loro originari fruitori (i pastori) possano diventare qualcosa di unico e bello, grazie ad una sapiente manutenzione e valorizzazione.
Proprio qui unico comune in tutta Italia e in tutto il mondo, ad aver eretto per primo una statua in onore di David Bowie.

La quercia delle Streghe

Un luogo insolito immerso nella natura che stupirà i vostri ragazzi è la Quercia delle Streghe, in provincia di Capannori. E’ una bellissima pianta monumentale che si erge magicamente in tutta la sua maestosità. L’ambiente circostante ha un ché di sospeso, di rilassato e forse un tantino inquietante. Questa quercia è enorme, alta venti metri e una circonferenza di quattro, con rami serpeggianti a mezza altezza.

L’impressione però è dovuta al fatto che i rami lunghissimi si stendono così vicini al terreno che si ha come l’impressione che l’albero tenti di afferrarvi  Si racconta che i rami si estendano poco verso l’alto perché le streghe venivano sopra l’albero per fare i loro sabba.  Pare inoltre che questa quercia monumentale di 600 anni ispiro’ lo scrittore Carlo Collodi nella favola di Pinocchio.

Libreria Sopra la Penna

L’ultimo luogo insolito della provincia di Lucca che potrebbe piacere ai vostri ragazzi è la 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐒𝐨𝐩𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐏𝐞𝐧𝐧𝐚 nel piccolo borgo di Lucignana. Questa piccola libreria è annoverata tra le venti librerie più affascinanti d’Europa. Un angolo di tranquillità dove, oltre a comprare libri, tutti selezionati personalmente da Alba Donati, potrete gustarvi tè e biscotti offerti dalla proprietaria nella splendida terrazza che guarda la valle. E’ un vero e proprio cottage letterario e luogo magico degno della sceneggiatura di un film.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; la libreria Sopra la Penna

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A presto,

Francesca

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Cosa vedere con i bambini in Casentino: i castelli medievali

Chi conosce il Casentino?

Quando si parla di Toscana si pensa alla Maremma, alla Val d’Orcia, al Chianti o alle splendide isole. Ci sono però altri territori altrettanto magnifici e meno conosciuti. Uno di questi è il Casentino, una zona in provincia di Arezzo che confina con il Mugello, con la Romagna e con il Valdarno. Qui ci sono eremi, monasteri, borghi, pievi, parchi nazionali, montagne e castelli medievali.

Anche se durante il fine settimana tutti i monumenti erano chiusi al pubblico per l’emergenza Covid, abbiamo comunque deciso di fare un giro per castelli e, nonostante la pioggia e il freddo, si è rivelata una scelta azzeccata.

Perché visitare i castelli con i bambini?

In Casentino ci sono molti castelli medievali. Se avete bambini in età scolare, vi assicuro che i castelli sono sempre un’ottima scelta.

Sono posti magici in cui ambientare tante storie, avventure e battaglie! Provare a immaginare le battaglie del passato, le torri di guardia, le feritoie da cui scagliare le frecce e le grandi feste nei saloni decorati, le bandiere svolazzanti è un ottimo esercizio di creatività e fantasia.

I fantasmi, il ponte levatoio, i fossati pieni di insidie, le torri fortificate, le feritoie e la spada Durlindana saranno i compagni di avventura in questo tour!

E il Casentino ci è sembrato il territorio giusto per andare a scoprire cosa combinarono i Conti Guidi, una potente famiglia signorile che costruì borghi fortificati e castelli per dominare tutto il territorio. Noi abbiamo visitato ben 3 castelli!

Castello di Romena

Il primo castello che abbiamo visitato è quello di Romena nel comune di Pratovecchio (Ar). Venendo da Firenze, abbiamo guidato lungo la pittoresca strada della Consuma sommersa di neve e ghiaccio.

Quello di Romena è il castello che mi è piaciuto di più, anche se purtroppo abbiamo potuto vedere solo l’esterno perchè abbiamo sbagliato orario.

Posizionato su una collina con una vista quasi a 360° sulla valle del fiume Arno, questo castello ci ha emozionati fin da lontano. Ci siamo fermati mille volte per trovare lo scatto migliore. Abbiamo proseguito lentamente lungo la strada finchè abbiamo trovato uno splendido viale alberato di cipressi che consente di arrivare direttamente all’entrata. Osservare il castello da lontano e fermarsi a fare mille foto ha sempre il suo fascino. 

Castello di Romena

Questo castello è stato eretto dai Conti Guidi intorno al mille ed era il più fortificato tra le dimore dei Guidi con 14 torri e tre cinte murarie. Purtroppo oggi non è rimasto molto ma le tre grandi torri fortificate rendono particolare l’atmosfera. Pare che qui soggiornarono D’Annunzio e Dante che trovò ispirazione per i Canti della Divina Commedia. Qui si respira un’atmosfera affascinante e se non ci sono turisti, la sosta è una piacevole pausa di pace e riflessione,

Cosa fare con i bambini: percorrere a piedi il viale di accesso al castello contando tutti i cipressi; correre nel prato tra le due torri rimaste dentro il castello o giocare a nascondino nei pressi del castello!

Castello di Poppi

Il secondo castello che abbiamo visitato è quello di Poppi, un’eccellenza del Casentino costruito dai Conti Guidi nel XIII secolo e uno dei meglio conservati in Italia.

Si presenta con tutta la sua bellezza e austerità, simbolo di potenza e difesa del territorio soprattutto per la posizione in cui si trova.

È caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un’alta torre e l’insieme è circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. All’interno del cortile ci sono gli stemmi dei vicari fiorentini e una scalinata scenografica. Se siete qui con i bambini, visitate anche la biblioteca che contiene centinaia di manoscritti medievali.

Anche qui abitò Dante durante la prima fase del suo esilio (1302) nel periodo di appartenenza ai Conti Guidi di Romena.

Castello di Poppi

E’ ben visibile anche da molto distante ed ha una presenza scenica importante. Con il freddo e avvolto dalla nebbia, siamo riusciti a fotografarlo in tutto il suo misterioso splendore facendo un tuffo nel Medioevo.

All’interno del castello c’è un grande plastico che raffigura la celebre Battaglia di Campaldino, tra guelfi (Firenze) e ghibellini (Arezzo) che fu combattuta qui vicino ed è stata una delle pochissime battaglie campali di grosse dimensioni combattute in tutto il Medioevo nell’Italia centrale. 

Cosa fare con i bambini: contare gli stemmi nel cortile; correre nel fossato; contare i libri in biblioteca; giocare a nascondino nella piazza davanti al castello o salire sulla torre (104 scalini) per raggiungere la cella campanaria posta in cima alla torre del Castello. 

Consiglio goloso: se siete a Poppi andate a mangiare alla “Taverna del Castello” in Viale Vittorio Veneto 1. Il locale è molto bello, tutto in legno con un design davvero curato nei dettagli e tanto pulito. Abbiamo degustato un’ottima cucina tipica!

Castello di Porciano

L’ultimo castello è stato quello di Porciano, nel comune di Stia.

Arrivati al paese di Stia, abbiamo alzato gli occhi e visto un castello su un colle poco lontano. E’ il castello di Porciano un vero gioiello casentinese che siamo subito corsi a vedere! Ad oggi una proprietà privata, ma è possibile visitare il museo nella torre.

Appena parcheggiato in una comoda piazzetta e attraversato le stradine strette del piccolo borgo e siamo arrivati in uno spiazzo con un prato verde dove si staglia magnificamente, avvolta in parte da edera, la poderosa torre del castello. Anche questo è stato realizzato dai Conti Guidi nel XI secolo e la torre è stata restaurata alla perfezione.

Ci sono 3 piani di 80 metri quadrati l’uno: al piano terra c’è la raccolta di utensili ed attrezzi della cultura contadina; al primo piano ci sono i documenti della storia del castello e al secondo piano c’è uno spazio per convegni e incontri culturali e da dove si gode un superbo panorama sul Casentino. Il giardino ai piedi della torre è molto bello e curato.

Castello di Porciano

Il piccolo borgo è minuscolo, quasi disabitato e ben tenuto. Per questo è un luogo speciale: per l’atmosfera, per ciò che ci respiri, per ciò che ti trasmette.

A Porciano è stato creato un parco letterario che favorisce l’accoglienza delle persone organizzando visite guidate e cammini letterari con autori attraverso percorsi in un territorio pieno di tradizioni e bellezze.

Cosa fare con i bambini: perdersi nelle stradine acciottolate, giocare a nascondino nella piazzetta di fronte alla torre, provare a indovinare l’altezza della torre o sedersi sulle panchine per ammirare il panorama.

Avete qualche bel castello nella vostra regione? 

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A presto,

Francesca

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Musei per bambini: il museo di storia naturale di Firenze

Sono appassionata di musei per bambini e mi piace scegliere quelli giusti. Tempo fa avevo scritto alcuni consigli su come visitare i musei con i bambini divertendosi. Sono, infatti, convinta che quando viaggiamo con bambini al seguito, dobbiamo scegliere il museo giusto in base alla loro età, al loro limite di sopportazione, ai loro gusti e al meteo (è più facile visitare un museo se sta piovendo o se ci sono 40 gradi! Provato e testato da me). Se decidiamo di visitare musei che non coinvolgono i nostri ragazzi, la nostra visita diventerà una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile.

Abito a Firenze e per quanto sia piena di musei bellissimi, questa volta ho scelto il piccolo Museo di Storia Naturale, in Via Giorgio La Pira. Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo, con i suoi 8 milioni di esemplari, è il più importante museo naturalistico italiano. E’ costituito da sei sezioni (Antropologia ed Etnologia, Botanica, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Orto Botanico, Zoologia “La Specola”) e noi questa volta abbiamo visitato la sezione di Storia Naturale e Paleontologia.

Per chi si trova a Firenze ed è nei pressi di Piazza San Marco, dovrebbe fare un salto in questo piccolo museo, poco conosciuto e poco frequentato rispetto alle attrazioni più famose.

Siamo affascinati da scheletri e fossili e siamo andati perfino a Vienna a visitare il Museo di Storia Naturale per provare l’emozione di essere come nel film “Una notte al museo”. I boys, come tutti i bambini, sono attratti dalle ossa dei grandi mammiferi e visitare il Museo di storia naturale della nostra città è stata una scelta azzeccata.

Ma veniamo a noi. Il museo di Firenze ci ha accolto all’ingresso con un grande orso. Wow! Chissà cosa ci aspetta in questa visita!

Il museo è molto piccolo ed è gestito dall’Università di Firenze. E’ dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Nella prima sala abbiamo osservato reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico. Qui il nostro interesse è andato sicuramente all’esposizione degli scheletri di grandi proboscidati: tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri.

Abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Abbiamo visto anche altri scheletri: di leone delle caverne, di leopardo, di tigre dai denti a sciabola vissuti milioni di anni fa in Toscana quando il suo territorio era una savana.

Sono esposti anche gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’oceano Atlantico e in quello Indiano.

Mi è piaciuta molto anche l’esposizione dei fossili divisa per zona geografica di ritrovamento. La maggior parte illustra la fauna dell’Italia preistorica proveniente da raccolte granducali, contenente reperti di grande importanza ritrovati in Maremma, nel Valdarno e nella zona di Pisa che risalgono a epoche antiche come il Triassico, Mesozoico e Miocene.

C’è anche una raccolta di fossili ritrovati a Lyme Regis nel Dorset e subito la mia fantasia è volata alla “Cacciatrice di fossili”, libro che ho letto durante il lockdown e che consiglio ai ragazzi dai 12 anni (anche agli adulti!). La protagonista Mary Anning è stata una giovane donna che, grazie ai suoi ritrovamenti proprio a Lyme Regis e sulla Jurassic Coast, ha contribuito alla storia della paleontologia.

Un’intera sala è dedicata al cavallo che circa 55 milioni di anni fa aveva le dimensioni di un cane di media statura e aveva le zampe con 5 dita al posto degli zoccoli. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale.

Infine si arriva alla sala della balena, molto più moderna e interattiva rispetto alle altre sale, in cui attraverso luci e suoni hanno ricreato il fondo marino dove è distesa la balena fossile lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007 ed è stato oggetto di numerosi studi e attività di restauro.

Questa sala ci è piaciuta un sacco! Il lungo scheletro è adagiato sul pavimento ed è illuminato da piccole luci, mentre sul soffitto sono proiettati pesci che nuotano.

Questa balena nuotava tre milioni di anni fa nel mare pliocenico che si estendeva in gran parte della Toscana. La sua decomposizione aveva creato un florido ecosistema attirando mammiferi, pesci e invertebrati di cui sono stati ritrovati i fossili di vari tipi.

Mi viene da sorridere al pensiero che questa balena sia stata scoperta solo nel 2007, per caso, a Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm.

Il mare pliocenico, in cui nuotava tre milioni di anni fa la balena, si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte già conservato nel museo di storia naturale. I paleontologi dell’Ateneo fiorentino hanno studiato e restaurato tutti i reperti fossili di animali che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa della balena.

Per questo, infatti, sono confluiti in questo museo i ritrovamenti dal territorio del granducato.

CONSIGLIO UNA VISITA AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI FIRENZE PERCHE’:

  • Per vedere le espressioni dei vostri figli, alti poco più di un metro, di fronte a un gigantesco scheletro di mammut;
  • Per volare con la fantasia di fronte a quegli scheletri dalle forme bizzarre o a fossili di chissà quale animale;
  • Perché è un museo che andrebbe valorizzato e pubblicizzato maggiormente, e merita assolutamente una visita.
  • Perché il biglietto costa solo 6,50 euro per tutta la famiglia (2 adulti + 2 bambini.)

Siamo molto interessati ai fossili. Qualcuno sa indicarmi le zone dove poter scavare con i miei ragazzi e provare a scoprire qualcosa?

Avete da consigliare altri musei di storia naturale imperdibili per ragazzi?

A presto,

Francesca

 

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Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Bagno Vignoni: una vasca d’acqua al posto della piazza

Abito in una regione meravigliosa e ogni giorno ne ho la conferma. Per festeggiare la fine del lockdown, siamo partiti per la Val d’Orcia, direzione Civitella Paganico per la nostra avventura sulla casa sull’albero.

Abbiamo deviato per Bagno Vignoni, uno dei borghi più belli d’Italia famoso per avere una vasca d’acqua rettangolare al posto della piazza.

Bagno Vignoni è una piccola perla assolutamente da vedere. Si parcheggia la macchina fuori dal paese e si percorrono le poche stradine a piedi per arrivare in Piazza delle Sorgenti.

Al posto della classica piazza c’è una grande vasca rettangolare. Incredibile! Questa piscina di origine cinquecentesca ha acqua termale a 50°, dove in passato hanno fatto il bagno, illustri personaggi come Caterina de’ Medici e il Papa Pio II Piccolomini.

Qui il tempo si è fermato. In passato Bagno Vignoni era una famosa stazione fermale dove si poteva fare il bagno fino al 1978. Adesso il borgo si concentra tutto intorno alla grande vasca di acqua solforosa circondata da un grazioso porticato e da case medievali. Ci siamo messi a pensare a quante persone hanno trovato giovamento in quelle acque termali avendo splendida vista.

Si prova una sensazione di pace a passeggiare intorno alla vasca termale nel silenzio e in un’atmosfera magica. C’è una grande quiete e sicuramente in autunno all’ora del tramonto, l’acqua che sgorga naturale dal sottosuolo formando una leggera nebbia rende magico lo scenario. Bisogna ritornare a ottobre.

Mi è poi venuta in mente la scena del film “Al lupo al lupo” girato qui nel 1992 quando Francesca Neri, Carlo Verdone e Sergio Rubini fanno il bagno nell’acqua bollente di questa vasca facendosi confidenze personali. Avrei avuto voglia di tuffarmi anch’io e avere benefici di quell’acqua meravigliosa!

Che cosa vedere

Dalla vasca centrale, le acque vanno poi in direzione di una ripida scarpata che porta al Parco naturale dei Mulini.

Questo parco, che si trova a pochi metri da Piazza delle Sorgenti, è composto di quattro mulini medievali scavati nella roccia e rimasti in uso fino agli anni 50: il mulino di sopra, il mulino buca, il mulino di mezzo e il mulino da piedi.

Questi mulini si trovano in una posizione strategica, usufruendo dell’afflusso costante di acqua termale e servivano per l’economia locale anche in estate visto che la sorgente d’acqua poteva rifornirli tutto l’anno. A oggi si possono vedere tre mulini con le macine, le vasche di accumulo, condotti e i gorelli, piccoli corsi d’acqua termale. In questi ruscelli l’acqua è davvero limpida e caldissima ed è stato divertente immergerci i piedi e rilassarsi un po’.

Purtroppo c’è un po’ di degrado in questo parco, ma vale la pena visitarlo per godersi il panorama su Rocca d’Orcia, il piccolo borgo sulla collina di fronte che merita una visita.

Che cosa comprare

Andare assolutamente a vedere Librorcia, un incanto nell’incanto. A pochi metri dalla vasca centrale, in Via delle Sorgenti n. 38, sono rimasta incuriosita dalle scalette che indicavano una libreria. Senza alcuna esitazione, mi sono trovata in un posto magico. La libreria è all’interno di una casa colonica con travi a vista e ogni dettaglio è ben curato. C’è un’ottima selezione dei libri, in particolar modo di quelli illustrati. Ero felicissima di essere in un posto così bello, dove si respira un’atmosfera fuori da ogni schema con un arredamento che ti fa sentire a casa di amici. Abbiamo comprato dei libri, segnalibri e un gioco in scatola.

Dove mangiare

Dietro la vasca centrale, c’è Piazza del Moretto, una bella piazzetta davanti all’antico stabilimenti termale Santa Caterina, ormai chiuso da qualche tempo. Qui abbiamo trovato la Bottega di Cacio (Piazza de Moretto, n.31) dove pranzare sotto gli alberi. Siamo rimasti incantati dalla disponibilità del titolare, dalle varietà di salumi, di formaggi e di birre artigianali. I miei uomini hanno scelto un tagliere di salumi, mentre io ho preferito un assortimento di formaggi e tomini alle erbe aromatiche. Il tutto accompagnato dal proprietario che spiega ciò che ti sta versando (vino) e ponendo nel piatto (cibo) e raccontandoci anche un po’ della sua vita. Ci siamo gustati i nostri i nostri taglieri nel bel giardino all’ombra. Consigliato!

Se siete amanti delle terme, questa zona è ricca di stabilimenti per ogni gusto e tasche. Noi abbiamo provato le terme di Sorano con i bambini che vi consiglio soprattutto in inverno.

Se avete voglia di scoprire i piccoli borghi ancora con pochi turisti in una delle zone più belle del mondo (sono di parte), vi consiglio una visita a Bagno Vignoni, una perla dove si respira un’atmosfera magica e da fiaba.

Buona strada,

Francesca

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Dormire in una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino. Ed io ho voluto risvegliare la bambina che c’è in me. Ho fatto una lunga ricerca per una struttura che accettasse i bambini e che fosse nell’Italia centrale. Sono incuriosita dalle strutture strane dove dormire e se vi ricordate, la scorsa estate sono volata con i boys in Scozia pur di dormire in una botte di legno!!

Con grande sorpresa, ho trovato il Glampig Il Sole a Civitella Paganico (GR) nella splendida Maremma.

 

Qui ci ha accolto Eleonora che con grande entusiasmo e tenacia ha costruito tre strutture speciali per i suoi ospiti in cerca di una vera esperienza outdoor. In quest’agricamping, ci sono la casa sull’albero, la yurta relax e la cupola geodetica, tutte distanti tra loro per garantire riservatezza e silenzio.

Nonostante il tempo sia stato abbastanza brutto, io ho vissuto due giorni bellissimi e spero di tornare a provare un nuovo alloggio.

Ma partiamo dall’inizio.

Cos’è il glamping?

E’ definito come campeggio in tende di lusso. Per me è un’esperienza in strutture speciali sotto le stelle, fuori dagli schemi, dove è garantito un certo livello di comodità. Potrei chiamarlo un albergo sotto le stelle a contatto con la natura.

A oggi il glamping è un’unione della comodità di una struttura tradizionale, del contatto con la natura e di un basso impatto ambientale. Si tratta, infatti, di una forma di eco turismo, dove si utilizzano i principi della bio architettura, tessuti di cotone bio, materiali di recupero e spesso i cibi sono preparati con i prodotti della fattoria principale.

Quali sono gli alloggi al Glamping Il Sole?

  • Yurta relax: si trova accanto alla fattoria principale ed è la tipica costruzione circolare usata dai nomadi in Mongolia. Ci sono un letto matrimoniale, un divano letto e un’amaca;
  • Cupola geodetica: costruita sopra una collina distante dalla fattoria, ha una parete completamente trasparente per vivere le emozioni di una notte all’aria aperta, distesi in completo relax. Ha un letto matrimoniale e un divano letto;
  • Casa sull’albero: realizzata su una grande quercia su cui si accede attraverso una scala. Arrivati su, ci sono un terrazzo con un lettino, un tavolo e due sgabelli per gustarsi un aperitivo con vista sulla vallata. La casetta è composta dalla camera con un letto matrimoniale e un letto singolo. Il bagno è realizzato in legno con doccia e wc chimico. C’è spazio anche per un guardaroba/armadio con frigo e attaccapanni.

Cupola geodetica al glamping Il sole

I tre alloggi hanno tutti il bagno privato e sono arredati con cura. Gli ospiti hanno a disposizione una serie di comfort come il camino attaccato alla parete, olii essenziali, candele, incensi e tisane per rendere speciale la nostra permanenza.

All’esterno di ogni struttura ci sono un’area relax con tavolo, sedie, lettino e l’area barbecue per un bivacco sotto le stelle.

Dopo la notte sulla casa sull’albero, ci siamo svegliati contenti. La mancanza di tende sulla vetrata principale ci ha permesso di vedere la bellissima vallata davanti a noi. Per non farci mancare niente, la mattina presto abbiamo fatto anche il bagno nella Hot Tube, una tinozza in larice con acqua riscaldata usufruibile anche in notturna, con un calice di vino immersi nella splendida campagna toscana.

Hot tube al glamping Il Sole

Perché scegliere il Glamping Il Sole con i vostri bambini?

  • è un campeggio fuori dagli schemi;
  • qui c’è una delle poche case sull’albero che accetta i bambini;
  •  si trova nelle colline maremmane in mezzo ad un’atmosfera di tranquillità e silenzio;
  • i bambini possono giocare in assoluta libertà;
  • i bambini hanno la possibilità di vedere i tanti animali (pecore, cavalli, bufali, oche) o di fare escursioni in quad 4X4 sulle colline maremmane;
  • il glamping si trova in una zona bellissima, vicino a Bagno Vignoni, Montalcino, le terme di Petriolo, le terme di Saturnia, il Mulino Bianco (quello dove è stato girato lo spot degli anni 90!!) e tutte le meraviglie della Maremma;
  • è una vacanza alternativa dove ci si sveglia in mezzo agli alberi.

Questo glamping mi è piaciuto perché tutte le strutture sono ecosostenibili poiché realizzate di legno e materiali di recupero. I prodotti per la pulizia sono ecologici e ci sono pannelli solari per l’acqua calda.

E per finire, il cibo è a centimetri zero con prodotti raccolti dal loro orto e formaggi fatti con il latte delle loro 500 pecore!

Chi di voi ha dormito sulla casa sull’albero? In una yurta? E in una cupola geodetica?

Buona avventura,

Francesca

 

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Visita a Pistoia Sotterranea

Sono fiorentina e ho sempre snobbato Pistoia pur sapendo che ha tanto da offrire in termini artistici e naturalisti. Questa volta ho voluto visitare Pistoia sotterranea con i bambini, per mostrare che anche città considerate minori e fuori dai circuiti turistici più famosi hanno dei tesori da far conoscere e che non hanno niente da invidiare alle altre città della Toscana.

Ho spiegato ai bambini che avrebbero visto la città di Pistoia da un altro punto di vista. Invece che visitarla da sopra, l’avremmo vista da sotto. E loro mi hanno subito chiesto: ” Sarà come Narni sotterranea?”. Non so se sarà come Narni, ma sicuramente ci racconteranno cosa accadeva sotto questi palazzi e queste strade, lontano da tutto”.

L’accesso a Pistoia sotterranea (visitabile solo con visita guidata) è in Piazza Giovanni XXIII sotto il loggiato dell’Ospedale del Ceppo, dove sulla facciata sono raffigurate splendide maioliche. Peccato che la guida non abbia speso due parole per raccontarci lo splendido fregio con medaglioni realizzati in terracotta dipinta da Della Robbia.

La visita inizia dalla parte più insolita: il piccolo teatrino anatomico, molto originale per le decorazioni. Nel 1700 l’ospedale decise di creare una scuola di anatomia e in questa sala a forma di anfiteatro, si svolgevano le lezioni di anatomia fino alla fine del 1800. Gli studenti potevano eseguire le autopsie sul tavolo anatomico nel mezzo della sala sotto gli occhi del professore e degli studenti che non potevano essere più di 15. Pare che sia la sala anatomica più piccola del mondo e i bambini si sono divertiti a occupare posto negli spazi riservati agli studenti.

Tutti i ferri e gli strumenti utilizzati all’epoca sono esposti al Museo dei Ferri Chirurgici che si trova nel loggiato dell’Ospedale del Ceppo. Si tratta di un’esposizione di circa 270 attrezzi chirurgici per ortopedia, ostetricia e ginecologia.

Poi siamo scesi nei sotterranei, pronti per andare sotto terra!

A questo punto inizia la passeggiata nei sotterranei che passano per un tratto sotto il vecchio ospedale e si svolge lungo il corso del fiume Brana, in seguito ridotto a gora, dove tra gli argini hanno costruito ponti per poi sviluppare la città. Il percorso è di circa 650 metri e si articola sotto il vecchio ospedale. Mentre camminiamo, è possibile ammirare dei buchi sulle volte (chiamati butti) da dove i vari reparti dell’ospedale buttavano i rifiuti. Si possono vedere, infatti, dei pezzi di ampolle, brocche, piatti che erano dati ai pazienti dell’epoca. L’acqua del fiume, inquinata per i rifiuti ospedalieri, è stata la causa di tante epidemie della popolazione.

E’ stato piacevole camminare nel corridoio sotto una volta a mattoncini rossi, ascoltando la spiegazione della guida sulla storia e l’evoluzione dell’ospedale. I bambini si sono divertiti a guardare i pannelli esplicativi e i manichini raffiguranti i pellegrini che venivano per chiedere ospitalità all’ospedale.

Curiosità: esiste un legame tra Pistoia e Santiago di Compostela. Oltre a condividere il culto di San Jacopo (patrono della città toscana), entrambe le città sono mete di pellegrinaggi. Pistoia è divenuta meta dei pellegrini, che percorrendo la via Francigena, venivano per venerare il culto di San Jacopo. Da notare che sul fregio dell’Ospedale del Ceppo c’è anche una terracotta colorata dedicata ai pellegrini.

Nei sotterranei, abbiamo visto anche il frantoio usato all’epoca per la produzione di olio e medicine naturali, un pezzo di mulino battiferro, reperti storici, un ponte romano e gli antichi lavatoi che furono poi sostituiti solo il secolo scorso da nuovi in superficie. Sotto Via del Frantoio abbiamo visto parti di una ruota cinquecentesca di un mulino.

E’ stato come camminare nel ventre della città, senza fretta e con la possibilità di fermarsi a scattare fotografie con calma.

Pistoia Sotterranea: che cosa avrei voluto…

Il percorso nei sotterranei è stato troppo corto. Sarebbe stato bello continuare a scoprire altre cose.

Il prezzo del biglietto 10 euro a persona (30 euro per famiglia -2 adulti e 2 bambini sopra i 6 anni) è francamente troppo alto.

Se siete a Pistoia, mettete comunque in programma la visita ai sotterranei e al Museo dei Ferri Chirurgici con entrata proprio sotto il loggiato dell’Ospedale Del Ceppo, dove si trova la biglietteria di Pistoia Sotterranea.

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A presto,

Francesca

 

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Alla scoperta del deserto in Toscana con bambini

Deserto di Accona? E dove si trova? In Toscana.

Sì, avete letto bene. In Toscana c’è un deserto!

Tutto è cominciato con il gioco in scatola I Toscanacci che il mio babbo, amante della cultura, della storia di Firenze e di tutti i fatti curiosi della Toscana, ha regalato ai miei boys per la Befana.

E’ un gioco di 630 domande per testare la conoscenza su tutti i fatti curiosi della Toscana. Ci siamo subito messi a giocare scoprendo la nostra grande ignoranza, nonostante che siamo tutti fiorentini, nati, cresciuti e vissuti a Firenze, che le nostre famiglie sono fiorentine da sempre e che ci piace andare in giro.

Alla domanda: “C’è un deserto in Toscana o no?”. Tutti abbiamo risposto di no. Ecco invece con enorme sorpresa che ho scoperto l’esistenza del deserto di Accona. Si è subito scatenata una forte curiosità. Dovevamo visitarlo quanto prima.

Un paio di giorni dopo, saliamo in macchina in direzione deserto di Accona che secondo wikipedia

…è il nome con cui è nota un’area collinare in provincia di Siena all’interno del territorio delle Crete Senesi compresa nella parte occidentale e meridionale del territorio comunale di Asciano.

Si tratta di una zona a sud di Siena che va da Taverne d’Arbia fino a Asciano caratterizzata da un terreno duro e argilloso e privo di vegetazione. Questo perché circa 5 milioni di anni fa, nel periodo del Pilocene, questo territorio era il fondale del Mar Tirreno e con il tempo la terra morbida, si è prosciugata diventando sempre più aspra, dura, argillosa e difficile da coltivare.

Arrivati nei pressi di Taverne d’Arbia, il paesaggio cambia e inizia a essere quello tipico della cartolina toscana e che ci invidiano in ogni parte del mondo: colline ondulate, cipressi solitari, casolari in pietra sparsi in qua e là e vialetti con file di cipressi. E dopo poco, in direzione di Asciano, iniziamo a trovare le famose Crete: dune argillose e secche che rendono il paesaggio rilassante e spettacolare. Questa zona secca, aspra e nuda cambia il colore di stagione in stagione e offre un’atmosfera mozzafiato che ci fa fermare ogni 5 minuti a scattare foto.

Siamo nel deserto di Accona! Ma dai! I bambini si sono messi alla ricerca di reperti del deserto da portare a casa (a parte qualche sasso strano non si è trovato altro!).

Il simbolo delle Crete senesi: il cipresso

Dove osservare le Crete senesi

Il punto più bello secondo me è Chiusure, piccolo borgo a pochi chilometri da Asciano. Da lì si vedono proprio tutte le angolature dei lastroni di creta e l’ampiezza dei calanchi di argilla, screpolati e irregolari.

A me ricorda molto il paesaggio vulcanico per la conformazione dei calanchi a lama di coltello.

Da Chiusure abbiamo proseguito verso Buonconvento sulla strada provinciale 451 fermandosi nei vari punti panoramici per osservare i bellissimi scorci. Non contenti di tanta bellezza, siamo voluti tornare a vedere le Crete anche al tramonto per vedere la differenza di luce e colori. E abbiamo fatto bene!

Dove mangiare tra le Crete senesi

E proprio a Chiusure trovate il posto migliore per mangiare tra le Crete senesi. La Locanda il Paradiso è un posto molto accogliente dove si mangiano ottimi piatti della cucina toscana, preparati divinamente in una location da cartolina.

Perché visitare le Crete senesi con i bambini

  • Perché sono il deserto della Toscana
  • Perché la strada panoramica che si percorre è una delle più belle d’Italia.
  • Perché ricorda il paesaggio lunare
  • Per cercare i sassi lunari
  • Perché è gratuito
  • Perché è bellissimo fare le capriole sulle dune argillose (anche se sono un po’ dure!)
  • Perché quel panorama da cartolina invita a prendere tutto con calma.

E voi cosa aspettate? Venite in Toscana a scoprire il deserto di Accona e visitare lo splendido territorio delle Crete senesi.

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A presto,

Francesca

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“Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.” (Antoine de Saint –Exsupery)

Terme di Sorano con bambini in estate

Questo week end siamo rimasti in Toscana e ci siamo dedicati alla scoperta della Maremma. Dopo una splendida giornata trascorsa alla Necropoli di Sovana, abbiamo scelto di riposarsi alle Terme di Sorano, sempre in provincia di Grosseto.

Mi piace molto andare alle terme: adoro il profumo dell’acqua calda, il vapore che emana e l’atmosfera rilassante che si crea grazie a tutta quell’acqua. Lo scorso gennaio eravamo andati ad Abano Terme e avevamo trascorso un piacevole weekend. I boys erano stati bravissimi!

Nonostante il clima torrido abbiamo deciso per trascorrere una giornata alle terme della nostra regione. La Toscana è una regione ricca di stabilimenti termali e nonostante sia toscana, non avevo mai sentito parlare di queste terme. Sono arrivata qua molto curiosa e con grandi attese.

Lo stabilimento comprende tre piscine su una superficie di circa 7 ettari, alla quota di 460 mt. s.l.m. circondato da boschi e vigneti. E’ un ambiente elegante e ben curato.

Appena varcato l’ingresso, si percorre un vialetto in discesa e sulla destra troviamo la piscina sportiva. Di forma rettangolare e con un’altezza di 140 cm è soprattutto per chi ama nuotare poiché è grande quasi 200 metri quadrati. Qui non abbiamo messo piede!

La più frequentata è senz’altro è quella di acqua termale del tipo bicarbonato-magnesio calcica che sgorga dalla sorgente a 37,3°, garantendo una temperatura di circa 35°/36° in piscina. Questa vasca è utilizzabile per tutto il periodo di apertura della struttura, ha una superficie di circa mq.370 e ha un disegno ovale e disposto su due livelli. Nella parte superiore l’acqua ha un’altezza di circa 140 cm, dispone di comode sedute dove potersi rilassare in assoluto relax godendo dei benefici dell’acqua termale. Nella parte inferiore, dove l’altezza dell’acqua varia da 90 a 60 cm, si trovano due cascate per massaggi su tutta la parte del corpo. Questa parte della piscina è anche riservata ai più piccoli proprio in virtù dell’altezza dell’acqua.

Curiosità: la sorgente che alimenta le piscine ha un flusso costante di circa 1700 litri il minuto!

La piscina più particolare, denominata “Il Bagno dei Frati”, è situata nel bosco, adiacente al torrente termale. Risalente al XV° secolo, era utilizzata dai frati che abitavano nei locali della Pieve di Santa Maria dell’Aquila che a quell’epoca erano la sede di un convento. Le dimensioni ridotte della piscina – ha un’altezza di 140 cm – permettono di ospitare circa quindici persone ed è alimentata da due sorgenti termali che sgorgano direttamente dalla roccia a una temperatura di circa 34°.

Ho cercato di stare sempre in questa piscina sia per la tranquillità sia per l’ambiente veramente unico. Ma c’era tanta gente, troppa per me, compresi adolescenti che volevano divertirsi. Di conseguenza il termine riposo è stato fuori luogo in quest’occasione. Quest’esperienza ha rafforzato la mia iniziale idea che alle terme io devo andarci d’inverno. Il caldo torrido non mi ha fatto trovare giovamento nell’acqua calda. Al contrario. Uscire dall’acqua calda della piscina ed essere avvolta dall’afa insopportabile non è stato piacevole. Volete mettere il gelido clima sotto zero e noi immersi nell’acqua caldissima con giganti nuvole di vapore da non riuscire a vedersi a cinquanta centimetri di distanza? L’esperienza invernale è stata fantastica. Per me in assoluto migliore di questa estiva!

Ho comunque apprezzato il potere rigenerante dell’acqua termale per combattere ansia, stress e stanchezza. Mi sono immersa e mi sono lasciata andare. I bambini sono stati bene e si sono divertiti. Questa è la cosa più importante.

COSA CI E’ PIACIUTO: la possibilità di portarsi il pranzo, acqua e bibite. Nonostante la presenza del bar e ristorante, è stato possibile consumare il nostro pranzo portato da casa sotto l’ombrellone.

COSA NON CI E’ PIACIUTO:  il prezzo d’ingresso alle terme è un pò alto (adulto: 18,50 €; bambino 10,50 €; ombrellone 3 € per totali 61 €). Inoltre i lettini e gli ombrelloni erano  troppo vicini.

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L’acqua è condiscendente, mobile, trasparente, insapore. Si ha facilmente l’impressione che, a paragone col resto della realtà, essa sia in qualche modo ultraterrena.
(Philip Ball)

Parco Gallorose con bambini

Abbiamo trascorso una mezza giornata al Parco Gallorose di Cecina vicino a Livorno. Il mio big boy era andato in gita con la scuola e voleva assolutamente tornare insieme a noi. Non siamo amanti degli zoo e preferiamo vedere gli animali nel loro habitat naturale, ma capisco che può essere lungo e difficile.

Così ci siamo fatti convincere e siamo partiti in direzione mare. Gallorose ci ha entusiasmato e abbiamo trascorso una piacevole giornata. E’ un parco faunistico ricco di tantissimi animali provenienti da tutto il mondo. Gli animali sono suddivisi per area geografica, le gabbie sono grandi e rispettano (nel limite di uno zoo) la vita naturale degli animali contenuti. Non mi aspettavo che il parco fosse così esteso! I bambini correvano sul vialetto per scovare l’animale successivo che magari era nascosto o dormiva o semplicemente voleva starsene per i fatti suoi. Ogni animale ha il suo habitat naturale o seminaturale e ci sono sia specie selvatiche sia razze domestiche di mammiferi e uccelli.

Il parco è diviso in 6 zone: i primi 5 sono i continenti Africa, Europa, Asia e Oceania, America mentre l’ultima è legata alla zona della fattoria. Qui ci sono animali comuni tipo asino, mucche, cavalli, e galline, oltre a tanti attrezzi e cimeli degli anni 40/50. Abbiamo visto anche tante locandine di quegli anni! Una volta la fattoria era come un centro abitato dove si trovavano tutte le piccole attività artigianali. Di queste si trovano ancora tracce e memorie.

Il percorso è di circa 4 km interamente segnato e recintato; è impossibile “perdere” qualche gabbia così come sottrarsi all’intero percorso. Copre un’area di 5 ettari quasi tutto all’ombra. Anzi devo ammettere che tutto il parco è immerso in una bella vegetazione che rende piacevole tutto il percorso al riparo dal sole.

 

Inoltre il percorso è senza barriere e può essere percorso con carrozzine e passeggino senza problemi.

Lungo il sentiero ci sono numerose panchine e scorciatoie. A metà percorso è presente un’area ristoro per consumare il proprio pranzo o servito di ristorante, con spazio giochi per i bambini e microonde a libero uso. In quest’agriristoro si possono gustare ottimi piatti con cibi di produzione artigianale. Il Parco Gallorose è, infatti, un’azienda agricola funzionante che produce tante specialità genuine e naturali che, oltre ad essere servite ai clienti, sono acquistabili nel negozio del parco.

La visita con una sosta al parco giochi interno e pic nic è durata più di 3 ore.

Il parco mi ha sorpreso. Francamente ero scettica all’inizio di questa giornata. Invece è un polmone verde vicino al mare che si occupa anche di mantenimento e riproduzione di molte specie esotiche a rischio di estinzione. Proprio per questo ci sono diversi cartelli, dove sono spiegate quali sono le minacce nei confronti di questi animali e cosa possiamo fare nel nostro piccolo per aiutarli a sopravvivere.

Mi piace il messaggio che vuole trasmettere: cerca di sensibilizzarci all’uso responsabile delle risorse del pianeta e al totale rispetto di ogni essere vivente. Ricordiamocelo!

Consiglio questo parco a grandi e piccini. Il parco è stato una scoperta sorprendente.

A presto,

Francesca