Visita a Rasiglia: un borgo da fiaba nel cuore dell’Umbria

Avete voglia di ruscelli, giochi d’acqua e fontane?
Allora dovete visitare Rasiglia, un piccolo borgo nel cuore dell’Umbria a 17 km da Foligno.
Fino a qualche anno fa, Rasiglia era poco conosciuta. Poi, grazie all’iniziativa “Salviamo i luoghi del cuore” promossa dal FAI, un servizio RAI e la pubblicità sui social, è arrivato un boom turistico inaspettato.
E’ un luogo di cui io, che scappo in Umbria appena posso, non sapevo neppure l’esistenza ma che ha una bella storia da raccontare.

Spinta dalla mia grande curiosità, dovevo per forza visitare questo posto. Eccomi dunque insieme ai miei boys a Rasiglia, una piccola frazione a 650 metri di altezza che sorge lungo le sponde del fiume Menotre.

La cascata nel paese di Rasiglia

Prima di andare avanti a leggere, ecco i miei consigli per godervi al massimo la visita in questo splendido borgo:

  • evitate il week end (lo so che lavorate e potete muovervi solo il sabato e la domenica, ma credetemi, rimarrete delusi di vedere il piccolo borgo invaso dai pullman di turisti. C’è un’unica strada per arrivare a Rasiglia e rischiate lunghe code;
  • potete portare tranquillamente il passeggino. Le stradine sono in salite ma asfaltate!
  • vagate senza meta e perdetevi in quelle meravigliose stradine ascoltando il rumore dell’acqua

Rasiglia è un piccolo borgo montano, immerso nei boschi, con una cinquantina di casette in pietra tra Foligno e Spello. E’ attraversato da ruscelli d’acqua purissima collegati da ponticelli in legno dove è impossibile non fermarsi.
Nel suo centro storico scorre una serie di canali di acqua provenienti dalla montagna che formano piccole cascate e laghetti. Sembra finto per quanto è bello!
Girando per le stradine ripide, ci perdiamo tra i piccoli canali e le cascatelle circondate da fiori e piante ornamentali. E’ tutto così curato!
Sulle pareti delle case ci sono anche delle bellissime stampe dell’antica tecnica medievale della tessitura a telaio.
E’ un paese da fiaba dove il tempo sembra essersi fermato.

Il canale nel paese di Rasiglia

Questo piccolo borgo nel cuore dell’Umbria rappresenta infatti un ottimo esempio di recupero delle attività tessili e industriali favorite dall’energia meccanica fornita dall’acqua del fiume Menotre. L’acqua, che arriva da una potente sorgente, viene incanalata in vari ruscelli e ampi canali che scendono e passano per tutto il paese. L’acqua entra dunque nelle varie botteghe, dove genera forza idraulica che mette in funzione i macchinari di falegnameria, tessili e frantoi.
Nel paese è possibile visitare un antico mulino a pietra, gli antichi telai, i lavatoi e le botteghe di un tempo.

Noi ci siamo persi tra le cascate, i giochi d’acqua e i ponticelli. I ragazzi si sono divertiti a contare il numero di canali , di ponticelli e il numero di stampe appese sui muri delle case.

Le stampa sul muro di Rasiglia
Per alcuni versi Rasiglia sembra un set cinematografico naturale e una meraviglia per gli occhi. Posso definirla un piccolo gioiello degno di essere chiamato “una piccola Venezia”.

Per chi avesse voglia di scoprire altre bellezze in zona, vicino a Rasiglia ci sono le sorgenti del fiume Menotre, le Grotte dell’Abbadessa e il Castello di Scopoli, luoghi che meritano una accurata visita.
Sopra Rasiglia, con una camminata di 10 minuti si arriva ad un’antica rocca dove si può godere di uno splendido panorama.

Avete visitato Rasiglia? Sembra anche a voi una piccola Venezia?

Fammelo sapere nei commenti.
A presto
Francesca

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Palazzo Farnese di Caprarola: il gioiello della Tuscia

Avete voglia di un itinerario insolito? Oggi vi porto in un posto bellissimo e poco conosciuto. Siamo tornati a curiosare in Tuscia, splendida regione che adoro. Abbiamo scelto la provincia di Viterbo, rimanendo a bocca aperta davanti agli splendidi murales di Sant’Angelo di Roccalvecce. Ma adesso via on the road in direzione di Caprarola!

Avevamo deciso di visitare il Palazzo Farnese di Caprarola senza immaginare che ci saremmo trovati davanti ad un gioiello dell’Italia delle Meraviglie.

Non mi sarei mai aspettata un posto così incantevole. Appena si entra nel palazzo in cima al paese, lo scenario è unico. Ci siamo trovati in un cortile alto e rotondo dove ci siamo divertiti a nascondersi dietro le colonne e, alzati gli occhi al cielo, abbiamo visto affreschi bellissimi e colorati ispirati a raffigurazioni mitologiche sia al piano terra che ai piani nobili

Fuori dalle rotte turistiche, il Palazzo Farnese a Caprarola merita una bella visita. Cosa è piaciuto a noi?

PIANTA PENTAGONALE

Nel 1530 il palazzo fu costruito su pianta pentagonale perché avrebbe dovuto ospitare una residenza fortificata per volere del cardinale Alessandro Farnese. Alla sua morte venne meno lo scopo difensivo e, pur mantenendo la pianta pentagonale, il palazzo fu trasformato dall’Architetto Vignola in una residenza rinascimentale con uno splendido cortile circolare a due piani affrescato dai maggiori pittori dell’epoca. Al posto dei bastioni angolari del progetto originale, Vignola fece costruire ampie terrazze aperte sulla campagna circostante. Caspita, che peccato non poter vedere la pianta pentagonale, visibile solo dall’alto!

Per noi è stata la prima volta vedere un edificio a pianta pentagonale. Qualcuno di voi ha visitato qualcosa del genere?

Ci siamo messi a giocare nel centro del cortile per capire l’orientamento delle sale del piano terra ma è stato veramente impossibile!

Palazzo di Caprarola

SCALA ELICOIDALE

Dal piano terra parte una scala elicoidale a pianta circolare denominata scala regia che è interamente coperta dai meravigliosi affreschi. Questa scala, che porta al piano nobile, è semplicemente spettacolare per la bellezza, la forma e la vivacità dei colori. Non avevamo mai visto una scala a chiocciola così grande!

STANZA DEL MAPPAMONDO 

Il primo piano è un susseguirsi di splendide sale affrescate ma la nostra preferita è stata senza dubbio la sala del mappamondo! Qui si raggiunge l’eccellenza. Si tratta di una delle stanze affrescate più grandi ed affascinanti del Palazzo Farnese, con un sorprendente dettaglio delle terre scoperte nella seconda metà del ‘500 offrendo un riscontro delle conoscenze geografiche dell’epoca. Nella volta una mappa celeste descrive le costellazioni attraverso personaggi mitologici. Questa sala rappresenta il generale interesse suscitato all’epoca delle grandi navigazioni e nuove conoscenze geografiche. I ragazzi hanno cercato di individuare l’Italia in ogni carta geografica!

GIARDINI

All’esterno del palazzo ci sono i giardini in stile tardo rinascimentale, realizzati con sistemi di terrazzamenti. Tra scalinate, fontane, giochi d’acqua, grotte e labirinti si passeggia attraverso un bosco per giungere ad un edificio più piccolo che fu scelto da Einaudi, durante il periodo della sua presidenza, come residenza estiva. Nei bellissimi giardini ci siamo persi, ci siamo rincorsi, abbiamo fotografato ed eravamo curiosi di vedere cosa ci fosse in cima al colle in fondo al viale.

In fondo al parco, abbiamo trovato una doppia scalinata con al centro una fontana dove abbiamo fatto rotolare una pallina. I miei boys si sono persi a giocare dentro il labirinto di siepi in basso a questo edificio ed è stato difficile portarli via!

Questo edificio, non visitabile, è la Residenza di Caccia o Palazzina del Piacere posizionata in cima al colle. Il cardinale Farnese volle far costruire un “barco per la caccia” dove pare che la caccia in realtà fosse solo un pretesto per organizzare eventi e per intrattenere gli ospiti. Questo barco divenne poi un luogo di incontri segreti.

La visita del Palazzo Farnese e dei giardini dura circa 2 ore e la consiglio a tutti.

Se siete nei dintorni di Viterbo, fate una deviazione verso Caprarola per visitare questo splendido palazzo. 

Per quali motivi?

  • è un gioiello poco fuori dai soliti itinerari turistici e ci sono pochissime persone;

 

  • il palazzo è in una posizione dominante su tutto il borgo di Caprarola e all’altezza della Residenza di Caccia di gode di una vista su tutta la campagna; 

 

  • è un gioiello dell’architettura del ‘500 e racconta tutte la potenza della famiglia Farnese;

 

  • c’è uno splendido cortile circolare dove perdervi;

 

  • per vedere le stanze magistralmente affrescate e per la scala elicoidale.

Non posso raccontarvi tutto altrimenti non andate a visitarlo!

E se andate a visitare la Tuscia, vi consiglio di visitare lo splendido borgo delle fiabe Sant’Angelo di Roccalvecce che mi è rimasto nel cuore oppure la bellissima Necropoli di Tarquinia con le sue tombe colorate.

Avete mai visitato la Tuscia?

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A presto,

Francesca

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Bagno Vignoni: una vasca d’acqua al posto della piazza

Abito in una regione meravigliosa e ogni giorno ne ho la conferma. Per festeggiare la fine del lockdown, siamo partiti per la Val d’Orcia, direzione Civitella Paganico per la nostra avventura sulla casa sull’albero.

Abbiamo deviato per Bagno Vignoni, uno dei borghi più belli d’Italia famoso per avere una vasca d’acqua rettangolare al posto della piazza.

Bagno Vignoni è una piccola perla assolutamente da vedere. Si parcheggia la macchina fuori dal paese e si percorrono le poche stradine a piedi per arrivare in Piazza delle Sorgenti.

Al posto della classica piazza c’è una grande vasca rettangolare. Incredibile! Questa piscina di origine cinquecentesca ha acqua termale a 50°, dove in passato hanno fatto il bagno, illustri personaggi come Caterina de’ Medici e il Papa Pio II Piccolomini.

Qui il tempo si è fermato. In passato Bagno Vignoni era una famosa stazione fermale dove si poteva fare il bagno fino al 1978. Adesso il borgo si concentra tutto intorno alla grande vasca di acqua solforosa circondata da un grazioso porticato e da case medievali. Ci siamo messi a pensare a quante persone hanno trovato giovamento in quelle acque termali avendo splendida vista.

Si prova una sensazione di pace a passeggiare intorno alla vasca termale nel silenzio e in un’atmosfera magica. C’è una grande quiete e sicuramente in autunno all’ora del tramonto, l’acqua che sgorga naturale dal sottosuolo formando una leggera nebbia rende magico lo scenario. Bisogna ritornare a ottobre.

Mi è poi venuta in mente la scena del film “Al lupo al lupo” girato qui nel 1992 quando Francesca Neri, Carlo Verdone e Sergio Rubini fanno il bagno nell’acqua bollente di questa vasca facendosi confidenze personali. Avrei avuto voglia di tuffarmi anch’io e avere benefici di quell’acqua meravigliosa!

Che cosa vedere

Dalla vasca centrale, le acque vanno poi in direzione di una ripida scarpata che porta al Parco naturale dei Mulini.

Questo parco, che si trova a pochi metri da Piazza delle Sorgenti, è composto di quattro mulini medievali scavati nella roccia e rimasti in uso fino agli anni 50: il mulino di sopra, il mulino buca, il mulino di mezzo e il mulino da piedi.

Questi mulini si trovano in una posizione strategica, usufruendo dell’afflusso costante di acqua termale e servivano per l’economia locale anche in estate visto che la sorgente d’acqua poteva rifornirli tutto l’anno. A oggi si possono vedere tre mulini con le macine, le vasche di accumulo, condotti e i gorelli, piccoli corsi d’acqua termale. In questi ruscelli l’acqua è davvero limpida e caldissima ed è stato divertente immergerci i piedi e rilassarsi un po’.

Purtroppo c’è un po’ di degrado in questo parco, ma vale la pena visitarlo per godersi il panorama su Rocca d’Orcia, il piccolo borgo sulla collina di fronte che merita una visita.

Che cosa comprare

Andare assolutamente a vedere Librorcia, un incanto nell’incanto. A pochi metri dalla vasca centrale, in Via delle Sorgenti n. 38, sono rimasta incuriosita dalle scalette che indicavano una libreria. Senza alcuna esitazione, mi sono trovata in un posto magico. La libreria è all’interno di una casa colonica con travi a vista e ogni dettaglio è ben curato. C’è un’ottima selezione dei libri, in particolar modo di quelli illustrati. Ero felicissima di essere in un posto così bello, dove si respira un’atmosfera fuori da ogni schema con un arredamento che ti fa sentire a casa di amici. Abbiamo comprato dei libri, segnalibri e un gioco in scatola.

Dove mangiare

Dietro la vasca centrale, c’è Piazza del Moretto, una bella piazzetta davanti all’antico stabilimenti termale Santa Caterina, ormai chiuso da qualche tempo. Qui abbiamo trovato la Bottega di Cacio (Piazza de Moretto, n.31) dove pranzare sotto gli alberi. Siamo rimasti incantati dalla disponibilità del titolare, dalle varietà di salumi, di formaggi e di birre artigianali. I miei uomini hanno scelto un tagliere di salumi, mentre io ho preferito un assortimento di formaggi e tomini alle erbe aromatiche. Il tutto accompagnato dal proprietario che spiega ciò che ti sta versando (vino) e ponendo nel piatto (cibo) e raccontandoci anche un po’ della sua vita. Ci siamo gustati i nostri i nostri taglieri nel bel giardino all’ombra. Consigliato!

Se siete amanti delle terme, questa zona è ricca di stabilimenti per ogni gusto e tasche. Noi abbiamo provato le terme di Sorano con i bambini che vi consiglio soprattutto in inverno.

Se avete voglia di scoprire i piccoli borghi ancora con pochi turisti in una delle zone più belle del mondo (sono di parte), vi consiglio una visita a Bagno Vignoni, una perla dove si respira un’atmosfera magica e da fiaba.

Buona strada,

Francesca

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Alla scoperta delle mummie di Urbania

Attenzione! Da non leggere se siete facilmente impressionabili.

Nulla vi spaventa? Allora venite con me  a Urbania.

Di ritorno dalla splendida gita alle Gole del Furlo nelle Marche, ci siamo fermati a Urbania. Passeggiando per le vie del centro ci siamo imbattuti nella Chiesa dei morti (Cappella Cola) e spinti dalla curiosità, siamo entrati. Questa piccola chiesetta risale al XIV secolo e custodisce 18 corpi mummificati perfettamente conservati. La visita è stata incredibile e veramente sorprendente.

La Chiesa dei Morti, ornata da uno splendido portale gotico, conserva al suo interno il “Cimitero delle Mummie”. La parola “mummia” ha subito evocato i ricordi della splendida visita al Museo Egizio di Torino ma questa volta gli Egiziani non c’entravano niente! Appena entrati, la nostra attenzione è stata catturata dalle famose mummie e dai tantissimi teschi sopra di noi, di cui grazie ai racconti del custode abbiamo imparato i fatti curiosi delle loro vite.

I bambini erano molto incuriositi dai teschi e cercavano di capire chi fossero quelli strani personaggi mummificati.

Il cimitero delle mummie a Urbania

Ma perché le mummie sono proprio qui?

Nel 1500 fu istituita a Urbania la Confraternita della Morte che si occupava del trasporto dei cadaveri che venivano sepolti nel giardino delle chiese. Quando poi nel 1800 l’editto napoleonico impose di creare cimiteri fuori dai centri abitati, s’iniziò a scavare nel giardino della Cappella Cola convinti di trovare mucchi di ossa. Furono invece trovati, oltre alle ossa anche scheletri, teschi e mummie che, per la volontà del Priore Piccini furono lasciate presso la cappella per essere studiate. Fu così che dietro l’altare maggiore, il priore creò il cimitero delle mummie, una cripta semicircolare, dove i 18 corpi furono riposti in teche di vetro.

Perché le mummie sono così ben conservate?

Il Priore Piccini dedicò gli ultimi anni della sua vita a studiare le mummie e formulare ipotesi, non prendendo mai in considerazione l’ipotesi della mummificazione naturale. Gli anni successivi invece dimostrarono che i corpi furono sepolti in un terreno che provocò la disidratazione dei tessuti. La presenza di muschi, funghi e lieviti naturali, insieme a correnti d’aria, permise la creazione di una pellicola protettiva sui corpi.

Questa mummificazione, alquanto curiosa e un po’ misteriosa, fu un fenomeno molto raro che permettesse di capire com’era avvenuta la morte di ogni corpo.

Teschi nella chiesa dei morti a Urbania

Che cosa sappiamo delle mummie?

Il custode ci ha intrattenuto raccontandoci tutte le curiosità delle 18 mummie.

Al centro dell’esposizione è collocata la mummia del Priore Piccini, riconoscibile dagli abiti della Confraternita della Morte. Al suo fianco ci sono la moglie e il figlio che però, sono stati mummificati artificialmente. Il custode con piacere ci ha raccontato le incredibili vicende di tutti i personaggi mummificati: dalla donna morta di parto cesareo, a un giovane accoltellato durante una veglia danzante il cui cuore essiccato e trafitto dal pugnale è parte dell’esposizione, all’impiccato e alla malcapitata vittima di una sepoltura prematura dopo essere stato colto da morte apparente.

Ci è piaciuto perché:

 

  • E’ stata una sorpresa entrare in questa cripta silenziosa ed essere avvolti da racconti così affascinanti, che alla fine ci sembrava di conoscere tutte le mummie;
  • Sembra che le mummie di Urbania accolgono il visitatore ognuna con la sua storia da raccontare;
  • Questo è uno dei quei posti che non ti aspetti. In un paesino dove molti non si fermerebbero neppure, c’è questa piccola chiesa considerata dalle tv straniere una delle maggiori attrazioni scientifiche in Italia;
  • Il custode racconta con tanta passione la storia di tutti gli esemplari esposti. E’ stato un piacere ascoltarlo;
  • Si tratta di 18 corpi di comuni mortali e non di personaggi influenti dell’epoca. Si è data importanza al fenomeno scientifico, indipendente dallo stato sociale delle persone mummificate;
  • Bisogna aprire la mente e rimanere piacevolmente sorpresi di come la natura faccia cose incredibili;
  • L’ingresso costa solo 2 euro per rendere accessibile a tutti la visita. Andate!

La visita alla Cappella dei Morti di Urbania è veramente qualcosa di particolare: un luogo, dove sono esposte le mummie di persone seppellite, conservatesi perfettamente grazie ad un fungo.

La spiegazione è affascinante per merito di un signore che trasmette molta passione e interesse per quello che fa. Se siete interessati, qui trovate tutte le informazioni per organizzare la vostra visita.

Non adatta alle persone impressionabili!

E voi dove avete visto mummie e teschi?

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A presto,

Francesca

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Perché visitare Sant’ Angelo di Roccalvecce, il paese delle fiabe

Mi piacciono i murales, mi piace il colore e apprezzo la bravura e il coraggio di artisti che si arrampicano lungo i muri per disegnare il loro messaggio colorato per il mondo.

Dopo l’incredibile Dozza, questa volta ho portato tutti i miei boys a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese delle fiabe in Tuscia, bellissima zona nell’alto Lazio.

Se viaggiate con bambini al seguito, questa tappa non può mancare nella visita di questa zona.

Perché portare i vostri bambini a Sant’Angelo di Roccalvecce?

Per salvare Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese di 100 anime in provincia di Viterbo, gli abitanti si sono inventati il progetto di renderlo il paese delle fiabe. Hanno contattato artiste (solo donne..oh yeah!) con esperienza nella Street Art che hanno realizzato per adesso circa 20 splendidi murales tutti ispirati alle fiabe più famose.

Sant’Angelo è diventato così il paese delle dame artiste e ogni anno attira tanti turisti salvandolo così dallo spopolamento.

Si parcheggia nell’unica piazzetta in cima al paese e si scende per le vie del borgo ad ammirare le bellissime opere disposte sulle facciate delle case.

Sant'Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

Si possono ammirare i murales di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo principe, Pinocchio, Hansel e Gretel, Il libro della Giungla, I musicanti di Brema, La Piccola fiammiferaia, Peter Pan, La fabbrica di cioccolato, Raperonzolo, Ali Babà e i 40 ladroni, La Spada della Roccia, Sancho Panza, i Troll, i sette nani e altre ancora. Per continuare ad abbellire i muri delle case, ci sono anche delle mattonelle di terracotta con Star Wars, Il grinch, Peter Pan e Raperonzolo.

Camminando per le stradine del paese, ogni angolo nasconde una pittura diversa che rappresenta una fiaba. Ogni murales è fatto veramente bene ed è facile immergerci nell’atmosfera fiabesca che queste opere trasmettono.

I bambini si divertivano a riconoscere la fiaba e tutti i particolari disegnati facendo anche delle correzioni!  C’è anche il bassorilievo del nano Brontolo cui dobbiamo strofinargli il naso come porta fortuna.

Il paese è piccolissimo e si sta attrezzando per favorire l’accoglienza turistica. Ci sono due B&B e un fantastico forno pasticceria dei Fratelli Oddo che addirittura ha fatto realizzare il murales “Pinocchio nel paese dei balocchi”. Qui abbiamo gustato ottime varietà di pizza, focaccia e dolci tipici buonissimo. Vi consiglio una sosta qui!

Perché deve vedere proprio Sant’Angelo di Roccalvecce?

 

  • Perché è fuori dagli itinerari turistici (chi viene in questa zona visita Civita di Bagnoregio);
  • Perché è un paese sconosciuto ma molto ospitale e accogliente;
  • Perché gli abitanti si sono autofinanziati per pagare le artiste di queste opere
  • Perché le artiste sono solo donne;
  • Perché appena arrivi qua e t’immergi in un’atmosfera fiabesca, leggendaria e colorata. Le fiabe sono coinvolgenti e scaldano il cuore di chiunque;
  • Perché la bellezza di questi muri è a impatto zero. Non c’è alcuna costruzione ma solo tanto colore e bellezza.

Perché mi piacciono i murales (e piaceranno anche a voi):

  • Perché contengono dei messaggi;
  • Perché sono gratuiti, sempre aperti e puoi vederli quando vuoi;
  • Perché rendono più belli i muri delle case;
  • Perché spesso sono in piccoli borghi e servono per attirare il turismo;
  • Perché possiamo fare mille fotografie senza dare fastidio a nessuno;
  • Perché tutto quel colore mette di buon umore.

Vi bastano questi motivi?

Allora saltate in auto e andate a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo gioiello sconosciuto assolutamente da vedere.

Grazie alla mia passione per i murales, ho visto Dozza e Sant’Angelo di Roccalvecce.

Mi hanno parlato di Orgosolo (NU), Acquapendente (VT) e Borgo San Giuliano (RN).

Ce ne sono altri?

Avete visto qualche borgo decorato con murales? Devo assolutamente saperlo.

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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