Musei per bambini: il museo di storia naturale di Firenze

Sono appassionata di musei per bambini e mi piace scegliere quelli giusti. Tempo fa avevo scritto alcuni consigli su come visitare i musei con i bambini divertendosi. Sono, infatti, convinta che quando viaggiamo con bambini al seguito, dobbiamo scegliere il museo giusto in base alla loro età, al loro limite di sopportazione, ai loro gusti e al meteo (è più facile visitare un museo se sta piovendo o se ci sono 40 gradi! Provato e testato da me). Se decidiamo di visitare musei che non coinvolgono i nostri ragazzi, la nostra visita diventerà una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile.

Abito a Firenze e per quanto sia piena di musei bellissimi, questa volta ho scelto il piccolo Museo di Storia Naturale, in Via Giorgio La Pira. Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo, con i suoi 8 milioni di esemplari, è il più importante museo naturalistico italiano. E’ costituito da sei sezioni (Antropologia ed Etnologia, Botanica, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Orto Botanico, Zoologia “La Specola”) e noi questa volta abbiamo visitato la sezione di Storia Naturale e Paleontologia.

Per chi si trova a Firenze ed è nei pressi di Piazza San Marco, dovrebbe fare un salto in questo piccolo museo, poco conosciuto e poco frequentato rispetto alle attrazioni più famose.

Siamo affascinati da scheletri e fossili e siamo andati perfino a Vienna a visitare il Museo di Storia Naturale per provare l’emozione di essere come nel film “Una notte al museo”. I boys, come tutti i bambini, sono attratti dalle ossa dei grandi mammiferi e visitare il Museo di storia naturale della nostra città è stata una scelta azzeccata.

Ma veniamo a noi. Il museo di Firenze ci ha accolto all’ingresso con un grande orso. Wow! Chissà cosa ci aspetta in questa visita!

Il museo è molto piccolo ed è gestito dall’Università di Firenze. E’ dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Nella prima sala abbiamo osservato reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico. Qui il nostro interesse è andato sicuramente all’esposizione degli scheletri di grandi proboscidati: tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri.

Abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Abbiamo visto anche altri scheletri: di leone delle caverne, di leopardo, di tigre dai denti a sciabola vissuti milioni di anni fa in Toscana quando il suo territorio era una savana.

Sono esposti anche gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’oceano Atlantico e in quello Indiano.

Mi è piaciuta molto anche l’esposizione dei fossili divisa per zona geografica di ritrovamento. La maggior parte illustra la fauna dell’Italia preistorica proveniente da raccolte granducali, contenente reperti di grande importanza ritrovati in Maremma, nel Valdarno e nella zona di Pisa che risalgono a epoche antiche come il Triassico, Mesozoico e Miocene.

C’è anche una raccolta di fossili ritrovati a Lyme Regis nel Dorset e subito la mia fantasia è volata alla “Cacciatrice di fossili”, libro che ho letto durante il lockdown e che consiglio ai ragazzi dai 12 anni (anche agli adulti!). La protagonista Mary Anning è stata una giovane donna che, grazie ai suoi ritrovamenti proprio a Lyme Regis e sulla Jurassic Coast, ha contribuito alla storia della paleontologia.

Un’intera sala è dedicata al cavallo che circa 55 milioni di anni fa aveva le dimensioni di un cane di media statura e aveva le zampe con 5 dita al posto degli zoccoli. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale.

Infine si arriva alla sala della balena, molto più moderna e interattiva rispetto alle altre sale, in cui attraverso luci e suoni hanno ricreato il fondo marino dove è distesa la balena fossile lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007 ed è stato oggetto di numerosi studi e attività di restauro.

Questa sala ci è piaciuta un sacco! Il lungo scheletro è adagiato sul pavimento ed è illuminato da piccole luci, mentre sul soffitto sono proiettati pesci che nuotano.

Questa balena nuotava tre milioni di anni fa nel mare pliocenico che si estendeva in gran parte della Toscana. La sua decomposizione aveva creato un florido ecosistema attirando mammiferi, pesci e invertebrati di cui sono stati ritrovati i fossili di vari tipi.

Mi viene da sorridere al pensiero che questa balena sia stata scoperta solo nel 2007, per caso, a Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm.

Il mare pliocenico, in cui nuotava tre milioni di anni fa la balena, si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte già conservato nel museo di storia naturale. I paleontologi dell’Ateneo fiorentino hanno studiato e restaurato tutti i reperti fossili di animali che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa della balena.

Per questo, infatti, sono confluiti in questo museo i ritrovamenti dal territorio del granducato.

CONSIGLIO UNA VISITA AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI FIRENZE PERCHE’:

  • Per vedere le espressioni dei vostri figli, alti poco più di un metro, di fronte a un gigantesco scheletro di mammut;
  • Per volare con la fantasia di fronte a quegli scheletri dalle forme bizzarre o a fossili di chissà quale animale;
  • Perché è un museo che andrebbe valorizzato e pubblicizzato maggiormente, e merita assolutamente una visita.
  • Perché il biglietto costa solo 6,50 euro per tutta la famiglia (2 adulti + 2 bambini.)

Siamo molto interessati ai fossili. Qualcuno sa indicarmi le zone dove poter scavare con i miei ragazzi e provare a scoprire qualcosa?

Avete da consigliare altri musei di storia naturale imperdibili per ragazzi?

A presto,

Francesca

 

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Il Museo di Storia Naturale di Calci nei dintorni di Pisa

 

Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Il Museo di Storia Naturale di Calci nei dintorni di Pisa

Oggi vi portiamo al fantastico museo di storia naturale di Calci nei dintorni di Pisa. Tappa obbligata per chi ha bambini di qualsiasi età e si trova in zona. Il museo si trova all’interno della struttura monumentale della Certosa e già l’arrivo in quest’angolo di paradiso in mezzo alle campagne, ci lascia con il fiato sospeso. La Certosa sembra essere avvolta da una magia, circondata da ulivi in una campagna splendida!

La grande sorpresa è stata il museo che consigliamo di vedere a tutti, bambini e adulti. Ci sono tantissimi animali ben conservati e di varie specie. Il museo è curatissimo e ben tenuto. Dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato perché, se siete nei dintorni di Pisa, è assolutamente da vedere!

Al piano terra abbiamo osservato esemplari di anfibi, rettili, insetti e reperti di fossili di dinosauro. In questa sala i boys sono rimasti colpiti dal grande coccodrillo e dalla tartaruga gigante. Nella parte dedicata alla preistoria, è stato perfino ricostruito un insediamento dei primi uomini risalente al Neolitico.

Salendo al primo piano abbiamo trovato la collezione dei mammiferi impagliati conservati benissimo: zebre, orsi, leoni, leopardi, cervi, antilopi, scimmie, tarsio (il mio boy di 8 anni l’ha riconosciuto!) e tanti altri.

La bocca dei bambini è rimasta aperta tutto il tempo. Non credevano di vedere un orso o una zebra a grandezza naturale e identici alla realtà! Hanno colorato intere pagine dei loro quaderni e scattato mille foto per poi riguardare tutto con calma a casa e andare a ritrovare le varie specie sui nostri libri di animali.

Il museo di storia naturale di Calci

La sorpresa più grande è stata senza dubbio quando siamo saliti nella sala dei cetacei, collocata nello splendido attico dell’ex monastero da cui si può vedere tutta la splendida campagna circostante. Dove prima i monaci custodivano il grano, adesso in questa loggia meravigliosa ci sono gli scheletri di megattera, di orca, di beluga e di balenottera azzurra a grandezza naturale. Ma lo scheletro della balena con dentro Pinocchio è stato splendido e inaspettato. Ci è piaciuto un sacco!

Per chi fosse interessato ai pesci, si può visitare anche l’Acquario di acqua dolce posto al piano terra che a noi non ha interessato particolarmente dopo aver visto tutti quei meravigliosi animali al museo. Comunque si possono trovare esemplari di pesci provenienti da tutto il mondo suddivisi in venti vasche.

Una curiosità: questo museo è uno dei più antichi del mondo e risale alla fine del XVI secolo creato su volere del Granduca di Toscana Ferdinando I de Medici che aveva voluto una “Camera delle Meraviglie” piena di reperti ed esemplari di animali di tutto il mondo. Questa collezione divenne subito molto importante dal punto di visto scientifico proprio per la vicinanza all’Università di Pisa che l’ha ospitata fino agli anni 80. Poi fu deciso di trasferire il museo di storia naturale nell’edificio della Certosa, ormai abbandonata dai monaci.

Se siete ancora nei dintorni di Pisa, non andate via prima di aver visitato anche la Certosa, adiacente al museo. Abbiamo potuto fare un breve giro approfittando della visita guidata molto competente e attenta ai particolari. Abbiamo così scoperto che fino a pochi decenni fa abitavano 15 monaci in una vita di solitudine e preghiera di cui abbiamo potuto visitare anche la cella e l’annesso cortile con piccolo orto.

Di fronte all’entrata della Certosa consiglio di vedere l’Antica farmacia dove i monaci preparavano i composti medicinali per gli abitanti del convento e per la popolazione locale. A oggi è possibile ammirare gli splendidi affreschi, il bancone di legno per le preparazioni, l’antica bilancia per pesare erbe aromatiche e altri ingredienti. Avremmo voluto visitare anche l’orto delle erbe officinali ma non è più possibile. Peccato. La nostra mente vagava indietro nel tempo e immaginavamo gli antichi monaci intenti a preparare il rimedio del momento per curare il contadino della zona. Tutto in un grande silenzio.

Quello che ci ha colpito di questo posto, infatti, è la pace e tranquillità che si respira ancora. Il tempo sembra essersi fermato. Se volete approfittare della splendida campagna, potete fare un pic nic all’aperto.

E’ un posto favoloso e poco conosciuto. Lo consiglio a tutti.

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A presto,

Francesca

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