Alla scoperta delle mummie di Urbania

Attenzione! Da non leggere se siete facilmente impressionabili.

Nulla vi spaventa? Allora venite con me  a Urbania.

Di ritorno dalla splendida gita alle Gole del Furlo nelle Marche, ci siamo fermati a Urbania. Passeggiando per le vie del centro ci siamo imbattuti nella Chiesa dei morti (Cappella Cola) e spinti dalla curiosità, siamo entrati. Questa piccola chiesetta risale al XIV secolo e custodisce 18 corpi mummificati perfettamente conservati. La visita è stata incredibile e veramente sorprendente.

La Chiesa dei Morti, ornata da uno splendido portale gotico, conserva al suo interno il “Cimitero delle Mummie”. La parola “mummia” ha subito evocato i ricordi della splendida visita al Museo Egizio di Torino ma questa volta gli Egiziani non c’entravano niente! Appena entrati, la nostra attenzione è stata catturata dalle famose mummie e dai tantissimi teschi sopra di noi, di cui grazie ai racconti del custode abbiamo imparato i fatti curiosi delle loro vite.

I bambini erano molto incuriositi dai teschi e cercavano di capire chi fossero quelli strani personaggi mummificati.

Il cimitero delle mummie a Urbania

Ma perché le mummie sono proprio qui?

Nel 1500 fu istituita a Urbania la Confraternita della Morte che si occupava del trasporto dei cadaveri che venivano sepolti nel giardino delle chiese. Quando poi nel 1800 l’editto napoleonico impose di creare cimiteri fuori dai centri abitati, s’iniziò a scavare nel giardino della Cappella Cola convinti di trovare mucchi di ossa. Furono invece trovati, oltre alle ossa anche scheletri, teschi e mummie che, per la volontà del Priore Piccini furono lasciate presso la cappella per essere studiate. Fu così che dietro l’altare maggiore, il priore creò il cimitero delle mummie, una cripta semicircolare, dove i 18 corpi furono riposti in teche di vetro.

Perché le mummie sono così ben conservate?

Il Priore Piccini dedicò gli ultimi anni della sua vita a studiare le mummie e formulare ipotesi, non prendendo mai in considerazione l’ipotesi della mummificazione naturale. Gli anni successivi invece dimostrarono che i corpi furono sepolti in un terreno che provocò la disidratazione dei tessuti. La presenza di muschi, funghi e lieviti naturali, insieme a correnti d’aria, permise la creazione di una pellicola protettiva sui corpi.

Questa mummificazione, alquanto curiosa e un po’ misteriosa, fu un fenomeno molto raro che permettesse di capire com’era avvenuta la morte di ogni corpo.

Teschi nella chiesa dei morti a Urbania

Che cosa sappiamo delle mummie?

Il custode ci ha intrattenuto raccontandoci tutte le curiosità delle 18 mummie.

Al centro dell’esposizione è collocata la mummia del Priore Piccini, riconoscibile dagli abiti della Confraternita della Morte. Al suo fianco ci sono la moglie e il figlio che però, sono stati mummificati artificialmente. Il custode con piacere ci ha raccontato le incredibili vicende di tutti i personaggi mummificati: dalla donna morta di parto cesareo, a un giovane accoltellato durante una veglia danzante il cui cuore essiccato e trafitto dal pugnale è parte dell’esposizione, all’impiccato e alla malcapitata vittima di una sepoltura prematura dopo essere stato colto da morte apparente.

Ci è piaciuto perché:

 

  • E’ stata una sorpresa entrare in questa cripta silenziosa ed essere avvolti da racconti così affascinanti, che alla fine ci sembrava di conoscere tutte le mummie;
  • Sembra che le mummie di Urbania accolgono il visitatore ognuna con la sua storia da raccontare;
  • Questo è uno dei quei posti che non ti aspetti. In un paesino dove molti non si fermerebbero neppure, c’è questa piccola chiesa considerata dalle tv straniere una delle maggiori attrazioni scientifiche in Italia;
  • Il custode racconta con tanta passione la storia di tutti gli esemplari esposti. E’ stato un piacere ascoltarlo;
  • Si tratta di 18 corpi di comuni mortali e non di personaggi influenti dell’epoca. Si è data importanza al fenomeno scientifico, indipendente dallo stato sociale delle persone mummificate;
  • Bisogna aprire la mente e rimanere piacevolmente sorpresi di come la natura faccia cose incredibili;
  • L’ingresso costa solo 2 euro per rendere accessibile a tutti la visita. Andate!

La visita alla Cappella dei Morti di Urbania è veramente qualcosa di particolare: un luogo, dove sono esposte le mummie di persone seppellite, conservatesi perfettamente grazie ad un fungo.

La spiegazione è affascinante per merito di un signore che trasmette molta passione e interesse per quello che fa. Se siete interessati, qui trovate tutte le informazioni per organizzare la vostra visita.

Non adatta alle persone impressionabili!

E voi dove avete visto mummie e teschi?

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A presto,

Francesca

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Perché visitare Sant’ Angelo di Roccalvecce, il paese delle fiabe

Mi piacciono i murales, mi piace il colore e apprezzo la bravura e il coraggio di artisti che si arrampicano lungo i muri per disegnare il loro messaggio colorato per il mondo.

Dopo l’incredibile Dozza, questa volta ho portato tutti i miei boys a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese delle fiabe in Tuscia, bellissima zona nell’alto Lazio.

Se viaggiate con bambini al seguito, questa tappa non può mancare nella visita di questa zona.

Perché portare i vostri bambini a Sant’Angelo di Roccalvecce?

Per salvare Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese di 100 anime in provincia di Viterbo, gli abitanti si sono inventati il progetto di renderlo il paese delle fiabe. Hanno contattato artiste (solo donne..oh yeah!) con esperienza nella Street Art che hanno realizzato per adesso circa 20 splendidi murales tutti ispirati alle fiabe più famose.

Sant’Angelo è diventato così il paese delle dame artiste e ogni anno attira tanti turisti salvandolo così dallo spopolamento.

Si parcheggia nell’unica piazzetta in cima al paese e si scende per le vie del borgo ad ammirare le bellissime opere disposte sulle facciate delle case.

Sant'Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

Si possono ammirare i murales di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo principe, Pinocchio, Hansel e Gretel, Il libro della Giungla, I musicanti di Brema, La Piccola fiammiferaia, Peter Pan, La fabbrica di cioccolato, Raperonzolo, Ali Babà e i 40 ladroni, La Spada della Roccia, Sancho Panza, i Troll, i sette nani e altre ancora. Per continuare ad abbellire i muri delle case, ci sono anche delle mattonelle di terracotta con Star Wars, Il grinch, Peter Pan e Raperonzolo.

Camminando per le stradine del paese, ogni angolo nasconde una pittura diversa che rappresenta una fiaba. Ogni murales è fatto veramente bene ed è facile immergerci nell’atmosfera fiabesca che queste opere trasmettono.

I bambini si divertivano a riconoscere la fiaba e tutti i particolari disegnati facendo anche delle correzioni!  C’è anche il bassorilievo del nano Brontolo cui dobbiamo strofinargli il naso come porta fortuna.

Il paese è piccolissimo e si sta attrezzando per favorire l’accoglienza turistica. Ci sono due B&B e un fantastico forno pasticceria dei Fratelli Oddo che addirittura ha fatto realizzare il murales “Pinocchio nel paese dei balocchi”. Qui abbiamo gustato ottime varietà di pizza, focaccia e dolci tipici buonissimo. Vi consiglio una sosta qui!

Perché deve vedere proprio Sant’Angelo di Roccalvecce?

 

  • Perché è fuori dagli itinerari turistici (chi viene in questa zona visita Civita di Bagnoregio);
  • Perché è un paese sconosciuto ma molto ospitale e accogliente;
  • Perché gli abitanti si sono autofinanziati per pagare le artiste di queste opere
  • Perché le artiste sono solo donne;
  • Perché appena arrivi qua e t’immergi in un’atmosfera fiabesca, leggendaria e colorata. Le fiabe sono coinvolgenti e scaldano il cuore di chiunque;
  • Perché la bellezza di questi muri è a impatto zero. Non c’è alcuna costruzione ma solo tanto colore e bellezza.

Perché mi piacciono i murales (e piaceranno anche a voi):

  • Perché contengono dei messaggi;
  • Perché sono gratuiti, sempre aperti e puoi vederli quando vuoi;
  • Perché rendono più belli i muri delle case;
  • Perché spesso sono in piccoli borghi e servono per attirare il turismo;
  • Perché possiamo fare mille fotografie senza dare fastidio a nessuno;
  • Perché tutto quel colore mette di buon umore.

Vi bastano questi motivi?

Allora saltate in auto e andate a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo gioiello sconosciuto assolutamente da vedere.

Grazie alla mia passione per i murales, ho visto Dozza e Sant’Angelo di Roccalvecce.

Mi hanno parlato di Orgosolo (NU), Acquapendente (VT) e Borgo San Giuliano (RN).

Ce ne sono altri?

Avete visto qualche borgo decorato con murales? Devo assolutamente saperlo.

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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Visita a Pistoia Sotterranea

Sono fiorentina e ho sempre snobbato Pistoia pur sapendo che ha tanto da offrire in termini artistici e naturalisti. Questa volta ho voluto visitare Pistoia sotterranea con i bambini, per mostrare che anche città considerate minori e fuori dai circuiti turistici più famosi hanno dei tesori da far conoscere e che non hanno niente da invidiare alle altre città della Toscana.

Ho spiegato ai bambini che avrebbero visto la città di Pistoia da un altro punto di vista. Invece che visitarla da sopra, l’avremmo vista da sotto. E loro mi hanno subito chiesto: ” Sarà come Narni sotterranea?”. Non so se sarà come Narni, ma sicuramente ci racconteranno cosa accadeva sotto questi palazzi e queste strade, lontano da tutto”.

L’accesso a Pistoia sotterranea (visitabile solo con visita guidata) è in Piazza Giovanni XXIII sotto il loggiato dell’Ospedale del Ceppo, dove sulla facciata sono raffigurate splendide maioliche. Peccato che la guida non abbia speso due parole per raccontarci lo splendido fregio con medaglioni realizzati in terracotta dipinta da Della Robbia.

La visita inizia dalla parte più insolita: il piccolo teatrino anatomico, molto originale per le decorazioni. Nel 1700 l’ospedale decise di creare una scuola di anatomia e in questa sala a forma di anfiteatro, si svolgevano le lezioni di anatomia fino alla fine del 1800. Gli studenti potevano eseguire le autopsie sul tavolo anatomico nel mezzo della sala sotto gli occhi del professore e degli studenti che non potevano essere più di 15. Pare che sia la sala anatomica più piccola del mondo e i bambini si sono divertiti a occupare posto negli spazi riservati agli studenti.

Tutti i ferri e gli strumenti utilizzati all’epoca sono esposti al Museo dei Ferri Chirurgici che si trova nel loggiato dell’Ospedale del Ceppo. Si tratta di un’esposizione di circa 270 attrezzi chirurgici per ortopedia, ostetricia e ginecologia.

Poi siamo scesi nei sotterranei, pronti per andare sotto terra!

A questo punto inizia la passeggiata nei sotterranei che passano per un tratto sotto il vecchio ospedale e si svolge lungo il corso del fiume Brana, in seguito ridotto a gora, dove tra gli argini hanno costruito ponti per poi sviluppare la città. Il percorso è di circa 650 metri e si articola sotto il vecchio ospedale. Mentre camminiamo, è possibile ammirare dei buchi sulle volte (chiamati butti) da dove i vari reparti dell’ospedale buttavano i rifiuti. Si possono vedere, infatti, dei pezzi di ampolle, brocche, piatti che erano dati ai pazienti dell’epoca. L’acqua del fiume, inquinata per i rifiuti ospedalieri, è stata la causa di tante epidemie della popolazione.

E’ stato piacevole camminare nel corridoio sotto una volta a mattoncini rossi, ascoltando la spiegazione della guida sulla storia e l’evoluzione dell’ospedale. I bambini si sono divertiti a guardare i pannelli esplicativi e i manichini raffiguranti i pellegrini che venivano per chiedere ospitalità all’ospedale.

Curiosità: esiste un legame tra Pistoia e Santiago di Compostela. Oltre a condividere il culto di San Jacopo (patrono della città toscana), entrambe le città sono mete di pellegrinaggi. Pistoia è divenuta meta dei pellegrini, che percorrendo la via Francigena, venivano per venerare il culto di San Jacopo. Da notare che sul fregio dell’Ospedale del Ceppo c’è anche una terracotta colorata dedicata ai pellegrini.

Nei sotterranei, abbiamo visto anche il frantoio usato all’epoca per la produzione di olio e medicine naturali, un pezzo di mulino battiferro, reperti storici, un ponte romano e gli antichi lavatoi che furono poi sostituiti solo il secolo scorso da nuovi in superficie. Sotto Via del Frantoio abbiamo visto parti di una ruota cinquecentesca di un mulino.

E’ stato come camminare nel ventre della città, senza fretta e con la possibilità di fermarsi a scattare fotografie con calma.

Pistoia Sotterranea: che cosa avrei voluto…

Il percorso nei sotterranei è stato troppo corto. Sarebbe stato bello continuare a scoprire altre cose.

Il prezzo del biglietto 10 euro a persona (30 euro per famiglia -2 adulti e 2 bambini sopra i 6 anni) è francamente troppo alto.

Se siete a Pistoia, mettete comunque in programma la visita ai sotterranei e al Museo dei Ferri Chirurgici con entrata proprio sotto il loggiato dell’Ospedale Del Ceppo, dove si trova la biglietteria di Pistoia Sotterranea.

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A presto,

Francesca

 

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Visita al Parco della Mandria con bambini

Nel nostro viaggio alla scoperta di un pezzo di Piemonte, abbiamo scoperto il Parco della Mandria, a circa 15 km da Torino. Sono sempre più convinta che tutto quello che accada fuori dal programma sia molto più bello. Inizialmente volevamo visitare la Reggia di Venaria, ma i signori del B&B dove abbiamo alloggiato ci hanno consigliato questa scelta. E siamo molto contenti!

Che cosa fare nel Parco della Mandria?

Il Parco della Mandria è semplicemente stupendo. E’ un’area protetta della Regione Piemonte nel 1978, a seguito dell’acquisto di una grande porzione della tenuta del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II. Il parco si estende su 6000 ettari e presenta una grande biodiversità di animali selvatici.

Si accede dall’ingresso Ponte Verde in Viale Carlo Emanuele nel comune di Venaria Reale. L’accesso è gratuito! Il parco è il paradiso dei ciclisti, podisti e di tutti praticanti qualsiasi sport senza alcun impatto ambientale.

Qui sono organizzati molti circuiti tra cui:

  • A passo di cinghiale (passeggiata a passo libero su circuiti di 4,10 e 15 km)
  • Fitwalking, Walking e Nordicwalking
  • Dai che è lunedì (camminate a passo libero ogni lunedì sera nel periodo estivo.)
  • All’alba al parco (camminate a passo libero ogni sabato mattina alle 6.30)
  • Sabato a piedi nel parco (camminate a passo libero sabato pomeriggio in autunno)
  • Biciclettate
  • Trekking con i guardiaparco
  • Escursioni a cavallo e in carrozza
  • Osservazioni faunistiche
  • Giro in trenino

Non essendo molto sportivi, noi abbiamo preso il trenino che ci ha portato a visitare il parco della Mandria con i suoi luoghi più belli. Durante la visita un audio guida ci ha raccontato la storia del Parco, integrata dalla guida con particolari interessanti. Ci sono anche escursioni notturne con il trenino per provare a osservare il cervo.

Nel parco ci sono molte cascine storiche che ospitano servizi turistici, edifici storici in via di restauro, 50 km di strade percorribili in mezzo alla natura e lo splendido Borgo Castello della Mandria.

Il trenino ci ha portato alla Cascina Vittoria, dove ci sono delle scuderie e un punto ristoro. La sosta nelle scuderie ha fatto felice i bimbi che hanno potuto vedere da vicino i cavalli e gli animali della fattoria come mucche, coniglietti e pony.

Cascina Vittoria nel Parco della Mandria

Che cosa vedere nel Parco della Mandria?

Il parco è’ un ambiente unico, dove oltre a praticare sport in compagnia, è possibile trascorrere intere giornate a passeggiare, fare pic-nic con gli amici, o mangiare un gelato in totale riposo. Il parco è tenuto magnificamente, i prati sono puliti e tagliati e già la vista della collina su cui sorge la residenza reale ha il suo fascino.
Questa residenza nel parco la Mandria è una piccola gemma nascosta e fu la residenza di Rosa Vercellana (la Bella Rosina).  Il piano nobile visitabile non è molto grande, ma è meraviglioso.

Ai miei bambini è piaciuta molto. Al piano terra c’è una galleria con una decina di carrozze storiche. Al primo piano ci sono una ventina di stanze che sono state utilizzate prima dai Savoia e poi dai Medici del Vascello, nonché una galleria con tanti animali impagliati. Le stanze sono perfettamente conservate con gli arredi originali e si rivive per un attimo come doveva essere vivere in una residenza di caccia a quei tempi.

I soffitti sono splendidi, le decorazioni sono perfettamente conservate e le tappezzerie alle pareti sono ancora intatte. Bellissime la Sala del gran cacciatore, la sala delle udienze, la stanza da letto della duchessa, il salotto verde, la sala da ballo, la sala del biliardo, la stanza da letto di sua Maestà e la camera da letto di Rosa Vercellana (la bella Rosina).

Gli appartamenti nella Cascina Vittoria

Quello che ci è piaciuto di più è senza dubbio il corridoio degli uccelli: una galleria lunga oltre 60 metri, dove troverete animali imbalsamati da collezionista (qual era il re): un cucciolo di ghepardo, la collezione ornitologica del re e altri esemplari. Questo corridoio ci è piaciuto parecchio e ci siamo soffermati a studiare ogni singolo animale impagliato.

In questa residenza il Re era come uomo comune, con i suoi gusti, le sue scelte, il suo rapporto di coppia con la sua Rosina. Si sentiva a casa ed era se stesso.

Siamo rimasti molto colpiti da questa visita. Consiglio a tutti una visita al Parco e soprattutto agli appartamenti reali, piccole perle nascoste in un ambiente unico.

Dove dormire con bambini al Parco della Mandria?

Su consiglio di Mammagiramondo, abbiamo dormito al residence La Pera Bugiarda a Venaria Reale. La nostra camera familiare aveva le finestre proprio davanti alla Reggia. Svegliarsi la mattina e vedere quello spettacolo davanti a noi è stato impagabile! La camera era molto spaziosa e avevamo anche il parcheggio all’interno del cortile (camera quadrupla con colazione e parcheggio 125 euro a notte).

Dove mangiare con bambini?

Poiché dormivano a Venaria Reale, abbiamo scelto di cenare all’Osteria Passami Il Sale, dove abbiamo gustato degli ottimi gnocchetti con la fonduta di CastelMagno (strepitosi) e la battuta di Fassone. I bambini hanno scelto l’immancabile pasta al pomodoro e ottime patate al forno. Consiglio assolutamente.

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A presto,

Francesca

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Cosa vedere al parco del Delta del Po con bambini

Nonostante il pieno inverno e il freddo intenso abbiamo deciso di andare a curiosare nelle Valli di Comacchio e del Parco del Delta del Po, che avevamo visitato tanti anni fa prima dei boys. Visto che i bambini sono al momento particolarmente affascinati dal birdwatching, abbiamo promesso che l’avremmo portati qualche giorno a vedere gli uccelli in un posto ricco di specie.

Che cosa vedere al Parco del Delta del Po

Il Parco del Delta del Po è un paradiso per gli amanti della natura e della pace. Ci sono tantissime attività da fare, dal cicloturismo alle escursioni a piedi, a cavallo e in barca. E’ possibile dedicarsi alla fotografia naturalistica, al birdwatching e all’osservazione del cervo presso il Bosco della Mesola.

Le Valli di Comacchio hanno anche tanti musei dedicati alla storia della pesca dell’anguilla e degli altri pesci lagunari.

Noi abbiamo iniziato il nostro giro dalla Stazione Foce del Po a Comacchio, dove abbiamo fatto un’escursione in barca che si è rivelata molto piacevole. Dall’imbarco si naviga dentro una vera e propria oasi spettacolare, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici e una numerosa colonia di fenicotteri proveniente da vari paesi del mondo. Si attraversa rilassati una parte del Delta accompagnati dalla guida a bordo che è stata molto brava e coinvolgente raccontando molti fatti curiosi.

I bambini si sono subito appassionati osservando il cartellone posto sulla barca raffigurante tutte le specie di uccelli del territorio. Durante il percorso abbiamo avvistato i cormorani, gli aironi e, in lontananza, i fenicotteri rosa.

Pesca sul Delta del Po

Ciò che rende interessante il Parco è la sua estrema varietà di ambienti e di paesaggi. Impressionanti sono le vastità di acqua dolce e salata delle valli.

Durante la gita, ci siano fermati a un casone di pesca su un piccolo isolotto, attivo fino agli anni 60 dove ci hanno raccontato come vivevano i pescatori e come si svolgeva la pesca dell’anguilla. In questo casone si possono vedere le strutture e gli arredi originali dei casoni, le attrezzature legate alla vita dei pescatori delle valli, e un impianto da pesca tradizionale (lavoriero) fedelmente ricostruito con canna palustre.

 

Ritornati sulla motonave, la guida ci ha intrattenuto nell’illustrarci storia e caratteristiche non solo di Comacchio, ma delle sue Valli e dei suoi Canali con notazioni sulla fauna che via via s’incontrava.
Consiglio a tutti questa escursione

A nord di Comacchio, abbiamo visitato anche la zona della Mesola (la riserva era chiusa!), costeggiando le sterminate distese di acqua salmastra delle Valli di Comacchio e della Sacca di Goro. Lungo l’argine del Po, abbiamo visto il Faro Porto Tolle di Gorino e il Ponte di barche di Santa Giulia.

Sono affascinata dai fari in generale e credo che piacciano anche a tutti i bambini. Noi ci siamo divertiti a fantasticare sul custode, figura misteriosa che ha scelto di vivere in completa solitudine a occuparsi di illuminare il mare per le navi e le sirene! Questo piccolo faro, che abbiamo visto solo da lontano, segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna. Alto quasi 22 metri è stato costruito negli anni cinquanta per sostituire la Lanterna Vecchia e si trova sull’Isola dell’Amore.

Ai bambini è piaciuto molto anche il Ponte di barche che collega l’isola di Donzella all’isola di Ariano. Qui siamo già in Veneto a ridosso della bocca del Po di Gnocca. Questo ponte un po’ traballante è costruito con chiatte ed è un importante via di comunicazione tra il Gorino Sullam e Gnocchetta. Pare che furono gli Estensi a costruire ponti su chiatte, per soddisfare esigenze civili di collegare le due sponde del Po, sia per esigenze militari di difesa da attacchi al loro territorio. Queste chiatte azzurre rendono l’atmosfera affascinante, se non fosse per i 2,50 euro di pedaggio!

Ponte di barche

Purtroppo molte oasi erano chiuse per le festività natalizie per cui ci siamo concentrati nella zona della Foce del Po di Volano dove abbiamo potuto avvistare il tarabusino, beccacce e ibis sacro.

Inoltre il nostro agriturismo era all’interno dell’Oasi Canneviè, al lido di Volano, dove abbiamo potuto vedere la cutrettola, l’avocetta e il cavaliere d’Italia.

Il Parco del Delta del Po è un’area splendida, ricchissima di oasi, riserve naturali, bonifiche, valli e boschi che danno rifugio anche a diverse specie di rapaci, che però non abbiamo visto!

Direi che la missione di far vedere ai boys tante specie di uccelli può dirsi conclusa!

Dove cenare con bambini

Non essendo amanti del pesce (ed io neppure della carne) abbiamo scelto di cenare all’Osteria Matterello a Comacchio, un locale molto vintage e particolare con strani oggetti in esposizione (come la parete piena di tazze attaccate). I miei uomini hanno scelto piatti tradizionali a base di carne come l’assaggio di salumi e formaggi della zona, le tagliatelle con il ragù, ravioli, costolette di agnello. La pasta è fatta in casa ed io non potevo farmi sfuggire un fantastico piatto di ravioli di zucca. Nel prezzo del coperto sono compresi acqua e vino alla spina da prendersi da soli. Da provare per chi ama la carne!

Delta del Po con bambini

Dove mangiare un’ottima piadina

Siamo tutti e 4 golosi della piadina che mangiamo spesso a casa. Essendo in zona, non potevamo non mangiarla. Ci siamo fermati per caso al Chiosco ai Pioppi di Bosco Mesola trovato per caso sulla Strada Romea per tornare verso Codigoro. Diciamo che il locale non invita a fermarsi ma dopo aver provato la loro piadina, vorrete tornarci! La sistemazione è molto semplice e le due signore sono molto gentili e disponibili. Le nostre piadine romagnole erano buonissime. Ci sono anche scelte di piatti come fritto di pesce, baccalà, lasagne o hamburger. Per chi è interessato a mangiare dei piatti casalinghi e non si ferma all’apparenza deve venire qua. Lo consiglio vivamente.

Dove dormire con i bambini

Per questi nostri tre giorni di fine anno, abbiamo scelto l’Agriturismo Oasi di Canneviè a Lido di Volano a 10 km da Comacchio. Si tratta di un’ex stazione di pesca e di marinatura del pesce all’interno del Parco del Delta del Po.

Tranquillo e silenzioso, l’agriturismo è immerso nel verde con un’estensione di 60 ettari, dove ci sono molti specchi d’acqua. Trovandosi all’interno di un’oasi naturalistica, nell’area dell’agriturismo c’è una grande varietà di piante e uccelli, che scelgono quest’area per nidificare o come luogo di temporaneo riposo durante la migrazione. Infatti, ci sono sentieri e casotti per fare birdwatching.

La colazione era ottima e abbondante e la nostra camera familiare era immensa: la dimensione giusta per accogliere tutto il nostro casino!

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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Alla scoperta del deserto in Toscana con bambini

Deserto di Accona? E dove si trova? In Toscana.

Sì, avete letto bene. In Toscana c’è un deserto!

Tutto è cominciato con il gioco in scatola I Toscanacci che il mio babbo, amante della cultura, della storia di Firenze e di tutti i fatti curiosi della Toscana, ha regalato ai miei boys per la Befana.

E’ un gioco di 630 domande per testare la conoscenza su tutti i fatti curiosi della Toscana. Ci siamo subito messi a giocare scoprendo la nostra grande ignoranza, nonostante che siamo tutti fiorentini, nati, cresciuti e vissuti a Firenze, che le nostre famiglie sono fiorentine da sempre e che ci piace andare in giro.

Alla domanda: “C’è un deserto in Toscana o no?”. Tutti abbiamo risposto di no. Ecco invece con enorme sorpresa che ho scoperto l’esistenza del deserto di Accona. Si è subito scatenata una forte curiosità. Dovevamo visitarlo quanto prima.

Un paio di giorni dopo, saliamo in macchina in direzione deserto di Accona che secondo wikipedia

…è il nome con cui è nota un’area collinare in provincia di Siena all’interno del territorio delle Crete Senesi compresa nella parte occidentale e meridionale del territorio comunale di Asciano.

Si tratta di una zona a sud di Siena che va da Taverne d’Arbia fino a Asciano caratterizzata da un terreno duro e argilloso e privo di vegetazione. Questo perché circa 5 milioni di anni fa, nel periodo del Pilocene, questo territorio era il fondale del Mar Tirreno e con il tempo la terra morbida, si è prosciugata diventando sempre più aspra, dura, argillosa e difficile da coltivare.

Arrivati nei pressi di Taverne d’Arbia, il paesaggio cambia e inizia a essere quello tipico della cartolina toscana e che ci invidiano in ogni parte del mondo: colline ondulate, cipressi solitari, casolari in pietra sparsi in qua e là e vialetti con file di cipressi. E dopo poco, in direzione di Asciano, iniziamo a trovare le famose Crete: dune argillose e secche che rendono il paesaggio rilassante e spettacolare. Questa zona secca, aspra e nuda cambia il colore di stagione in stagione e offre un’atmosfera mozzafiato che ci fa fermare ogni 5 minuti a scattare foto.

Siamo nel deserto di Accona! Ma dai! I bambini si sono messi alla ricerca di reperti del deserto da portare a casa (a parte qualche sasso strano non si è trovato altro!).

Il simbolo delle Crete senesi: il cipresso

Dove osservare le Crete senesi

Il punto più bello secondo me è Chiusure, piccolo borgo a pochi chilometri da Asciano. Da lì si vedono proprio tutte le angolature dei lastroni di creta e l’ampiezza dei calanchi di argilla, screpolati e irregolari.

A me ricorda molto il paesaggio vulcanico per la conformazione dei calanchi a lama di coltello.

Da Chiusure abbiamo proseguito verso Buonconvento sulla strada provinciale 451 fermandosi nei vari punti panoramici per osservare i bellissimi scorci. Non contenti di tanta bellezza, siamo voluti tornare a vedere le Crete anche al tramonto per vedere la differenza di luce e colori. E abbiamo fatto bene!

Dove mangiare tra le Crete senesi

E proprio a Chiusure trovate il posto migliore per mangiare tra le Crete senesi. La Locanda il Paradiso è un posto molto accogliente dove si mangiano ottimi piatti della cucina toscana, preparati divinamente in una location da cartolina.

Perché visitare le Crete senesi con i bambini

  • Perché sono il deserto della Toscana
  • Perché la strada panoramica che si percorre è una delle più belle d’Italia.
  • Perché ricorda il paesaggio lunare
  • Per cercare i sassi lunari
  • Perché è gratuito
  • Perché è bellissimo fare le capriole sulle dune argillose (anche se sono un po’ dure!)
  • Perché quel panorama da cartolina invita a prendere tutto con calma.

E voi cosa aspettate? Venite in Toscana a scoprire il deserto di Accona e visitare lo splendido territorio delle Crete senesi.

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A presto,

Francesca

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“Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.” (Antoine de Saint –Exsupery)

Visita a Dozza, il paese dipinto dell’Emilia Romagna

Abbiamo iniziato l’anno facendo quello che ci piace di più: andando a spasso con i boys! Questa volta abbiamo scelto una piccola perla dell’Emilia Romagna: Dozza, frazione a 5 km chilometri da Imola.

Quando ho detto ai miei tre boys (uno grande più i due piccoli) che avremmo visto un paese con le case dipinte, non hanno mostrato molto entusiasmo. Ma si sono ricreduti appena entrati nel paese.

Appena arrivati in cima al paese, dove c’è un comodo parcheggio gratuito, siamo subito entrati varcando la porta di accesso. Sulla sinistra abbiamo percorso la stradina in salita che porta in cima alla splendida Rocca sforzesca (che non abbiamo potuto visitare perché l’1 gennaio era chiusa) e ci siamo resi conto di essere in un museo a cielo aperto.  Dozza è stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia e non poteva essere altrimenti visti gli splendidi dipinti che colorano le case e le stradine, rendendole uniche e surreali.

 

Un piccolo paesino medievale, due stradine in salita comunicanti tra loro, una rocca seicentesca e tantissimi affreschi colorati che decorano i muri delle case. Si cammina per le viuzze strette e si ammirano i bellissimi dipinti con il naso all’insù. I bambini si sono divertiti a fotografarli, a cercare di interpretarli e a scovare quello successivo. Essendo il periodo delle feste natalizie cerano anche molti presepi sistemati in ogni finestra e portone in modo curioso e piacevole.

Dozza il paese dei murales

Ogni strada sembra un quadro a sé, con il suo dipinto e la targa dell’artista. Ce ne sono alcuni che mi sono piaciuti molto, altri meno. Alcuni dipinti risalgono al 1960 e sebbene siano datati e rovinati dalle intemperie, hanno comunque il loro fascino.

Ogni mese di settembre si tiene a Dozza la Biennale del Muro Dipinto. Si tratta di una manifestazione (nata nel 1965) durante la quale famosi artisti nazionali e internazionali eseguono opere permanenti sui muri delle case del piccolo borgo.

Curiosità: da circa vent’anni anche la frazione Toscanella è stata coinvolta dai colori! Mentre a Dozza si dipingono i murales, a Toscanella sono realizzati graffiti e Street art. Non lo sapevo altrimenti visitavo anche Toscanella!

A Dozza gli artisti possono liberare la loro fantasia creando dei dipinti originali e attirando tante persone curiose. Per questo il borgo è molto bello e curato ed è una galleria d’arte a cielo aperto.

Perché ci piacciono i murales:

  • Perché sono colorati,
  • Perché mettono di buon umore,
  • Perché possiamo fare mille fotografie da tutti gli angoli possibili senza dare fastidio a nessuno,
  • Perché molto spesso sono dei messaggi,
  • Perché sono comprensibili per tutti e sono immediati,
  • Perché rendono più belli i muri delle case, delle scuole e delle città,
  • Perché spesso sono in piccoli borghi e hanno così la possibilità di attirare turisti,
  • Perché sono sempre aperti.

Dozza è un borgo che ti rapisce ed è un peccato che sia poco conosciuto. E’ una perla nascosta da vedere assolutamente.

Leggendo un po’ sul web ho trovato questi bellissimi luoghi famosi per i murales:

  • Acquapendente (VT)
  • Orgosolo (NU)
  • Sant’Angelo (VT)
  • Borgo San Giuliano (RN)

Qualcuno li ha visitati? Me li consigliate?

Grazie per aver letto fin qui.

Buona strada

Francesca

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“Ogni singola opera d’arte è l’adempimento di una profezia.” (Oscar Wilde)

 

Gita alle Gole del Furlo con bambini

Ho scoperto per caso le Gole del Furlo in una puntata di 4 ristoranti di Alessandro Borghese. Quando l’ho visto passeggiare in mezzo a quello spettacolo ho deciso che dovevamo andare a curiosare proprio lì per vedere dal vivo quel canyon, completamente sconosciuto.

Francamente non conoscevo le Marche ed ero proprio curiosa di visitarne una parte. Anche questa volta è stata una scelta azzeccata. L’Italia è proprio il paese delle meraviglie, che io non conosco assolutamente e sto cercando di rimediare.

Le Gole del Furlo sono un canyon naturale che fanno parte di una Riserva naturale statale vicino ad Acqualagna, piccola località in provincia di Pesaro e Urbino, famosa per il tartufo. Siamo arrivati al piccolo paesino di Furlo (da Forolum, piccolo foro, piccola galleria romana) ed abbiamo trovato un grande prato alberato con parcheggio libero, un piccolo parco avventura e tanti tronchi che abbiamo utilizzato per il nostro immancabile pic nic.

Da lì siamo partiti per una passeggiata costeggiando le splendide gole. L’acqua del fiume Candigliano è verde azzurra e sembra finta. La passeggiata è di circa 3 km fino ad arrivare a una grande diga. Siamo passati attraverso una galleria dell’epoca romana voluta da Vespasiano lungo la Via Flaminia. Insieme alla natura qui c’è anche tanta storia: pare che questa galleria serviva per mettere in collegamento il Tirreno (Roma) con l’Adriatico (Rimini) attraverso gli Appennini, migliorando la percorribilità. In questa zona si estraeva la pietra rosa del Furlo e ci sono ancora molte testimonianze dell’attività estrattiva.

 

La gola si è formata da grandi rocce calcaree che si sono spaccate in due creando uno spettacolo naturale ricco di varietà di fiori e piante. Si possono avvistare anche l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, il picchio muraiolo e vari tipi di rondone. Purtroppo noi non abbiamo visto niente! Sempre nella Riserva del Furlo vivono anche lupi, caprioli, daini, cinghiali.

E’ possibile vedere lungo il percorso anche la Grotta del Grano, un grande incavo nella roccia dove sono state trovate antiche tracce di graniglie.

Sull’altra sponda, rispetto al percorso della passeggiata, si possono ammirare rocce scoscese ed erose con una fitta vegetazione a picco sul fiume Candigliano creando a un canyon con acqua color smeraldo. Camminando lentamente lungo questo fiume verde, si possono trovare delle panchine, dove sedersi e ammirare la natura rigogliosa.

Questo posto, trovato per puro caso attraverso un programma tv, è stata una scoperta incredibile. Le gole sono poco conosciute e non contaminate dal turismo di massa. Per noi è stato emozionante scoprire questa grande insenatura a ridosso della montagna con un’acqua turchese che non avevo mai visto. I bambini si sono divertiti a osservare i vari uccelli o scovare qualche pesce dentro quell’acqua meravigliosa.

La giornata è terminata nello splendido agriturismo Tenuta Le Garzaie a Fermignano in località Pagino. Si tratta di un casale recentemente ristrutturato e il nostro appartamento era bellissimo: avevamo la camera con i 2 letti singoli al piano superiore.

La particolarità di questa tenuta è senza dubbio la spiaggetta privata. Avevamo un pezzo di Gola tutto per noi. Lungo un sentiero in discesa, a cinque minuti dall’agriturismo, siamo scesi al fiume, dove abbiamo ritrovato la stessa acqua turchese del pomeriggio, la roccia calcarea e una piccola spiaggetta con sassi bianchi messa a disposizione degli ospiti. Che meraviglia essere soli in quel paradiso silenzioso.

Un’esperienza incantevole lontano dal caos in un angolo sconosciuto delle Marche.

Cosa non mi è piaciuto

La Riserva delle Gole del Furlo mi ha deluso in termini di organizzazione. Mi aspettavo visite guidate, osservazione di uccelli, passeggiate naturalistiche e tutte le attività tipiche di zone così belle dal punto di vista naturalistico. Sicuramente sono organizzate ma, poiché era l’ultimo fine settimana di settembre con una temperatura estiva e vista la bellezza del luogo, pensavo ci fossero almeno un paio di volte il giorno.

Anche la segnaletica per arrivare alle gole è un po’ carente.

La passeggiata lungo il canyon si svolge sull’asfalto di una strada, dove passano le macchine. Peccato per il rumore! Inoltre mancano le fontanelle per rinfrescarsi.

Comunque è un’escursione da fare assolutamente: solo un tuffo in questa natura incontaminata merita la visita! Ed è adatta anche ai passeggini.

Da non dimenticare: acqua e scarpe comode.

E voi avete mai scoperto per caso un posto meraviglioso di cui non avevate mai sentito parlare?

A presto,

Francesca

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Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre t’insegneranno ciò che non si può imparare da maestri.
(San Bernardo)

Museo Egizio di Torino con bambini

Per la mia prima volta a Torino ho iniziato la nostra visita dal Museo Egizio. Avevo già visto quello del Cairo più di vent’anni fa prima dei boys, ma questo è veramente splendido. Da non perdere assolutamente! Appena arrivati, abbiamo acquistato i biglietti (meglio farli on line per evitare le file) e per 1 euro abbiamo preso un armadietto, dove mettere tutte le nostre cose poiché non si possono accedere con alcuno zainetto.

Forniti di audioguida e mappa del museo, abbiamo scelto il Family tour, un percorso studiato per bambini della durata di 90 minuti. Con i miei boys di 9 e quasi 8 anni ci siamo stati ben 3 ore, mettendo in pratica molti dei nostri consigli utili per coinvolgere i bambini alla visita di un museo.

Per vedere i 3300 reperti che hanno ripercorso 4000 anni di storia, arte e archeologia, c’è voluto un bel po’ di tempo e l’audioguida è stata fondamentale e avvincente. La consiglio a tutti!

Ecco le nostre emozioni al museo egizio di Torino:

Un tuffo nel passato! Un museo imperdibile! Senza fiato! Quanta storia!

Il museo, che vanta la più grande collezione al modo di reperti egiziani, è ben organizzato. Con la nostra mappa è stato facile individuare i reperti da osservare e sistemati in ordine cronologico. Il nostro compito, guidati dalle piacevoli voci degli antichi egiziani Kha e Meriti, era di ritrovare la gattina Miù nascosta nel museo. Consiglio il Family tour a chi visita il museo con bambini.

I bambini erano eccitati da questo mistero ed hanno affrontato i 3 piani del museo con entusiasmo cercando l’impronta gialla della gattina con il numero dell’oggetto da ascoltare e osservare.

Nel museo c’è veramente un sacco di cose appartenenti agli Antichi Egizi: addobbi, amuleti, papiri, statue, sarcofagi, che raccontano la storia delle varie dinastie, delle tecniche d’imbalsamazione e di tutti gli aspetti della loro vita quotidiana. Si comincia dal secondo piano, dove abbiamo osservato tutti i reperti (mummia compresa!) dell’età predinastica, del Medio Regno e del Nuovo Regno, trovandoci davanti alla grande Tomba di Iti e Neferu con i meravigliosi graffiti trovati all’interno.

In questo piano non abbiamo trovato la gattina Miù! Muniti di mappa del tesoro e cercando di avvistare le impronte gialle nelle varie sale, abbiamo continuato a cercarla!

 

Continuando il viaggio nell’Antico Egitto siamo scesi al primo piano, dove ci siamo trovati davanti alla Cappella di Maia magnificamente conservata; a tantissimi oggetti di vita quotidiana, giochi, vestiti e amuleti appartenenti alle tombe di Kha e Merit.

Ecco perché abbiamo il Museo, per tener viva la memoria di come siamo arrivati e per quale motivo: un nuovo inizio in un luogo nel quale far tesoro di quello che abbiamo imparato e di quello che ci siamo portati dietro dal vecchio.(Luis Lowry)

Per chi è appassionato, può salire al terzo piano per visitare la mostra temporanea che fino a marzo 2020 è “Archeologia Invisibile”. Abbiamo fatto un salto anche lì, sebbene i bambini fossero poco interessati. In pratica, è possibile vedere le mummie e i sarcofagi a raggi X senza le bende. Tramite la tecnologia moderna digitale si è voluto rendere visibile ciò che agli occhi dell’uomo è invisibile, riproducendo in 3D alcuni reperti.

Il piano terra è stato senza dubbio emozionante. Qui c’è la Galleria dei Re, piena di capolavori e varie statue, tra cui quella di Ramesse II. Anche se, mummie, sarcofagi e tecniche d’imbalsamazione rimangono i nostri preferiti.

Impronta della gattina dopo impronta, finalmente abbiamo trovato Miù! Si era nascosta proprio in questa sala finale! E finalmente i bambini erano contenti di aver risolto il mistero.

Cosa ci è piaciuto del museo egizio di Torino: TUTTO, ma soprattutto.

  • Si possono fare tutte le foto che vogliamo;
  • E’ un museo imperdibile, ricco di tesori e collezioni che non si possono vedere da nessun’altra parte nel mondo;
  • Audioguida “Family Tour”: raccontata da una voce di bambino, ci ha tenuto incollati per 3 ore.

Consiglio a tutti una visita a questo museo. E’ ben organizzato, le audioguide (comprese nel biglietto) sono molto funzionali e permettono di scegliere la tipologia del tour. E’ un museo stupendo che appassiona grandi e piccini e che ti trasporta in un viaggio nel tempo nel Regno delle mummie e faraoni.

Per chi ha visitato sia il museo de Il Cairo sia quello di Torino, quale vi sembra più bello?

Grazie per aver letto fin qui.

A presto

Francesca

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Terme di Sorano con bambini in estate

Questo week end siamo rimasti in Toscana e ci siamo dedicati alla scoperta della Maremma. Dopo una splendida giornata trascorsa alla Necropoli di Sovana, abbiamo scelto di riposarsi alle Terme di Sorano, sempre in provincia di Grosseto.

Mi piace molto andare alle terme: adoro il profumo dell’acqua calda, il vapore che emana e l’atmosfera rilassante che si crea grazie a tutta quell’acqua. Lo scorso gennaio eravamo andati ad Abano Terme e avevamo trascorso un piacevole weekend. I boys erano stati bravissimi!

Nonostante il clima torrido abbiamo deciso per trascorrere una giornata alle terme della nostra regione. La Toscana è una regione ricca di stabilimenti termali e nonostante sia toscana, non avevo mai sentito parlare di queste terme. Sono arrivata qua molto curiosa e con grandi attese.

Lo stabilimento comprende tre piscine su una superficie di circa 7 ettari, alla quota di 460 mt. s.l.m. circondato da boschi e vigneti. E’ un ambiente elegante e ben curato.

Appena varcato l’ingresso, si percorre un vialetto in discesa e sulla destra troviamo la piscina sportiva. Di forma rettangolare e con un’altezza di 140 cm è soprattutto per chi ama nuotare poiché è grande quasi 200 metri quadrati. Qui non abbiamo messo piede!

La più frequentata è senz’altro è quella di acqua termale del tipo bicarbonato-magnesio calcica che sgorga dalla sorgente a 37,3°, garantendo una temperatura di circa 35°/36° in piscina. Questa vasca è utilizzabile per tutto il periodo di apertura della struttura, ha una superficie di circa mq.370 e ha un disegno ovale e disposto su due livelli. Nella parte superiore l’acqua ha un’altezza di circa 140 cm, dispone di comode sedute dove potersi rilassare in assoluto relax godendo dei benefici dell’acqua termale. Nella parte inferiore, dove l’altezza dell’acqua varia da 90 a 60 cm, si trovano due cascate per massaggi su tutta la parte del corpo. Questa parte della piscina è anche riservata ai più piccoli proprio in virtù dell’altezza dell’acqua.

Curiosità: la sorgente che alimenta le piscine ha un flusso costante di circa 1700 litri il minuto!

La piscina più particolare, denominata “Il Bagno dei Frati”, è situata nel bosco, adiacente al torrente termale. Risalente al XV° secolo, era utilizzata dai frati che abitavano nei locali della Pieve di Santa Maria dell’Aquila che a quell’epoca erano la sede di un convento. Le dimensioni ridotte della piscina – ha un’altezza di 140 cm – permettono di ospitare circa quindici persone ed è alimentata da due sorgenti termali che sgorgano direttamente dalla roccia a una temperatura di circa 34°.

Ho cercato di stare sempre in questa piscina sia per la tranquillità sia per l’ambiente veramente unico. Ma c’era tanta gente, troppa per me, compresi adolescenti che volevano divertirsi. Di conseguenza il termine riposo è stato fuori luogo in quest’occasione. Quest’esperienza ha rafforzato la mia iniziale idea che alle terme io devo andarci d’inverno. Il caldo torrido non mi ha fatto trovare giovamento nell’acqua calda. Al contrario. Uscire dall’acqua calda della piscina ed essere avvolta dall’afa insopportabile non è stato piacevole. Volete mettere il gelido clima sotto zero e noi immersi nell’acqua caldissima con giganti nuvole di vapore da non riuscire a vedersi a cinquanta centimetri di distanza? L’esperienza invernale è stata fantastica. Per me in assoluto migliore di questa estiva!

Ho comunque apprezzato il potere rigenerante dell’acqua termale per combattere ansia, stress e stanchezza. Mi sono immersa e mi sono lasciata andare. I bambini sono stati bene e si sono divertiti. Questa è la cosa più importante.

COSA CI E’ PIACIUTO: la possibilità di portarsi il pranzo, acqua e bibite. Nonostante la presenza del bar e ristorante, è stato possibile consumare il nostro pranzo portato da casa sotto l’ombrellone.

COSA NON CI E’ PIACIUTO:  il prezzo d’ingresso alle terme è un pò alto (adulto: 18,50 €; bambino 10,50 €; ombrellone 3 € per totali 61 €). Inoltre i lettini e gli ombrelloni erano  troppo vicini.

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L’acqua è condiscendente, mobile, trasparente, insapore. Si ha facilmente l’impressione che, a paragone col resto della realtà, essa sia in qualche modo ultraterrena.
(Philip Ball)