Itinerario silenzioso in provincia di Pisa

In Toscana, nelle splendide colline in provincia di Pisa, ci sono dei luoghi particolari immersi nella natura, lontano dal frastuono della città, dove lasciarsi avvolgere dal silenzio.

Non so voi, ma io cerco continuamente luoghi lontani dal caos, poco conosciuti e che mi trasmettono un po’ di pace.

Viaggiare con 2 figli adolescenti comporta una accurata pianificazione di luoghi che possono piacere anche a loro. Se prima bastava un pallone e qualsiasi meta, adesso devo sempre trovare destinazioni uniche ed originali che li incuriosisca e faccia sollevare il viso dallo smartphone. 

So benissimo di dover mettere in conto che ci saranno sempre momenti in cui l’adolescente si lamenta, dice che si annoia, si ammutolisce; momenti in cui non va bene niente, che non gli interessa niente andare in giro e che preferisce stare a casa. I momenti di rabbia e noia fanno parte di questa fase di crescita. Io e mio marito ne siamo consapevoli, ma continuiamo a viaggiare. 

Tornando al nostro itinerario di oggi, andiamo a esplorare luoghi non solo silenziosi, ma anche immersi nella bellissima campagna toscana pisana, ancora poco conosciuta. Quando ho detto ai ragazzi che avremmo fatto un itinerario silenzioso, li ho visti molto perplessi.

Alla fine della giornata, durante il viaggio di ritorno a casa, ho chiesto se fosse piaciuto e hanno risposto: sì, carino. Per me è una vittoria e uno stimolo a continuare a pianificare ed andare in giro a vedere un piccolo pezzo di mondo alla volta, anche dietro casa.

Ma veniamo al nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa:

Il “Teatro del Silenzio” – Lajatico 

Immerso nell’entroterra Volterrano,  esiste un anfiteatro naturale ricavato nella splendida cornice delle colline di Lajatico.

Quando arrivi qui, rimani colpito dalla bellezza del panorama e dal senso di quiete che ti pervade.

Questo progetto “silenzioso” è stato voluto da Andrea Bocelli che, nel suo paese natale, ha fatto costruire questo anfiteatro sfruttando la conformazione delle colline 

Se vieni qui, è perché vuoi ammirare questo piccolo gioiello paesaggistico e per assorbire il silenzio assordante dei soffi di vento. 

Possiamo definirlo un vero e proprio palcoscenico naturale, a cui si accompagnano poi installazioni artistiche che cambiano di anno in anno.

Sono rimasta colpita dalla curiosità di questo posto. Il teatro del silenzio rimane intatto  nella sua perfetta armonia per quasi un anno, in quanto viene svolto un solo spettacolo all’anno, mentre per gli altri 364 giorni in questo bellissimo luogo regna il silenzio. 

Mi piace la definizione data dallo stesso Bocelli su questo luogo:

È un’emozione insolita e potente, verificare ogni volta come molte migliaia di persone, mosse dal desiderio di condividere un’esperienza di buona musica e di bellezza, convergono da tutto il mondo proprio qui, nella mia piccola Lajatico, in questa conca naturale che il giorno dopo sarà restituita alla natura.

Tempio di Minerva – Montefoscoli

Ma cosa ci fa un tempio pagano nel paesino di Montefoscoli, in provincia di Pisa? Questo è sicuramente il luogo più insolito del nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa.

Nascosto all’interno di un bosco di lecci, sorge il piccolo tempio di Minerva Medica avvolto dal mistero e dalla magia.

Un tempio neoclassico nelle colline del Pisano suscita già un po’ di curiosità.

Pare che questo tempio sia avvolto da storie di massoneria, esoterismo e esperimenti di galvanismo

Costruito 1821 dal nobile Andrea Vaccà Berlinghieri, chirurgo di fama internazionale, questo tempio pagano fu dedicato a Atena-Minerva, Dea della Medicina e della Sapienza.

Se lo guardate bene, sembra il Pantheon di Roma, ma il materiale qui usato è il laterizio, per cui il tempio spicca con il suo colore rosso in mezzo al verde degli alberi.

Pare che la famiglia Vaccà Berlinghieri, uomini di scienza, fossero vicini alla massoneria, ha fatto ipotizzare che questa costruzione fosse un tempio massonico utilizzato per riunioni segrete, in posizione strategica a mezza via tra Pisa e Firenze.

Ma c’è di più.

Un’altra teoria afferma invece che ci fosse un laboratorio sotterraneo dove il Vaccà avrebbe eseguito esperimenti su cadaveri umani e animali. 

Pare anche che la scrittrice anche Mary Shelley, durante un soggiorno pisano, ne rimase colpita e si lasciò ispirare per per la stesura del suo capolavoro gotico Frankenstein, 

Un angolo di Tibet a Pomaia

Dell’itinerario silenzioso in provincia di Pisa, questo è il mio luogo preferito.

Sempre in provincia di Pisa, nel paesino di Pomaia, si trova l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri per lo studio e la pratica del buddhismo più importante d’Europa.

I ragazzi erano molto perplessi. Si sono seduti all’ombra ad osservare.

In quest’oasi di pace convivono monaci e laici, per lo più volontari e studenti, che seguono corsi di filosofia, psicologia e meditazione, ma è aperto a chiunque voglia trascorrere un periodo, o anche solo qualche ora, lontano dal caos cittadino, circondato dalla natura, respirando aria buona e tanta serenità.

Sono entrata molto prevenuta, pensando di dover ascoltare conferenze o partecipare a qualche corso. Tutto il contrario. Ognuno fa ciò che desidera, nel massimo silenzio e rispetto dell’altro immersi in un bosco meraviglioso.

Mi sono seduta al Giardino del Tè, questo piacevole salotto all’aperto con piccoli tavoli e cuscini in mezzo agli ulivi e un chioschetto che serve (a offerta libera!) pregiate qualità di tè, tisane e infusi provenienti da ogni parte del mondo. E’ stata una pausa super rilassante, i.

Per chi volesse immergersi totalmente nell’atmosfera dell’istituto, senza necessariamente partecipare ai corsi e i seminari, è possibile alloggiare, nelle casette di legno con vista sul bosco e sul mare.

Se in tutto questo silenzio, vi è venuta fame, vi suggerisco una sosta alla trattoria Osteria Dalla Bianca a Ponsacco. locale arredato anni ‘70 con cucina genuina, pochi piatti della tradizione più autentica cucinati con ottime materie prime.

E tu conosci qualcuno di questi luoghi?

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A presto,

Francesca

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5 luoghi insoliti in provincia di Lucca

L’adolescenza è uno dei periodi più delicati della vita: i ragazzi sono irascibili, impulsivi, lunatici, mentre noi genitori spesso eccessivamente ansiosi e controllanti. Coinvolgere i nostri figli nella programmazione dei viaggi diventa molto difficile, ma non impossibile. Dobbiamo trovare luoghi insoliti che stimolino la loro curiosità. Questa volta ho portato i miei ragazzi in provincia di Lucca a scoprire piccole gemme, fuori dalle rotte turistiche e raggiungibili con strade tortuose.

Fabbriche di Careggine

Il primo luogo insolito della provincia di Lucca è  𝐅𝐚𝐛𝐛𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐞𝐠𝐠𝐢𝐧𝐞, il paese sommerso dalle acque del lago artificiale di Vagli nel 1953. Sicuramente è un luogo che potrebbe stimolare la curiosità dei nostri ragazzi. L’ultimo svuotamento del lago per manutenzione si è verificato nel 1994 quando un milione di turisti accorse per poter vedere con i propri occhi i resti della chiesa romanica di San Teodoro con il suo campanile in rovina, il ponte a tre arcate, il cimitero e le case del paese sommerso sotto oltre quaranta metri d’acqua. Stiamo aspettando il prossimo svuotamento, che pare possa essere nel 2024.

Il Ponte del Diavolo

Il 𝐏𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐢𝐚𝐯𝐨𝐥𝐨 è il luogo meno insolito dei cinque, ma è una delle costruzioni più originali di tutta la Toscana e si trova a Borgo a Mozzano, nella Valle del Serchio. E’ un capolavoro architettonico caratterizzato da una singolare arcata gotica a schiena d’asino, alta e slanciata, che si specchia nelle acque del Serchio. La leggenda che circonda il nome suggerisce che il diavolo abbia contribuito alla sua costruzione in cambio dell’anima della prima persona che lo attraversasse. Tuttavia, il risultato è un ponte suggestivo, caratterizzato da una serie di archi più piccoli che si susseguono lungo il percorso.

Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione.

L’Oasi di Campocatino

Dei luoghi insoliti in provincia di Lucca l’𝐎𝐚𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐨𝐜𝐚𝐭𝐢𝐧𝐨 è quella che mi è piaciuta di più. Appena arrivi in cima, rimani con il fiato sospeso. Pensi di essere sulle Dolomiti ma invece sei in Toscana. Questo catino è’ il risultato di un bacino glaciale ed è un antico alpeggio di pastori, dove la corrente elettrica non arriva, l’acqua scende diretta dalla grande parete incombente della Roccandagia e non abita nessuno. Un luogo incontaminato con piccole casette dove è possibile fare i bivacchi.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; l'Oasi di Campocatino

L’Oasi di Campocatino è un piccolo borgo di montagna recuperato da antichi alpeggi rimessi a nuovo e trasformati in un piccolo angolo di paradiso.
Luogo scelto anche dal regista Giovanni Veronesi per girare alcune scene del film con Pieraccioni ‘Il Mio West’, Campocatino rappresenta un esempio di come dei luoghi ormai abbandonati dei loro originari fruitori (i pastori) possano diventare qualcosa di unico e bello, grazie ad una sapiente manutenzione e valorizzazione.
Proprio qui unico comune in tutta Italia e in tutto il mondo, ad aver eretto per primo una statua in onore di David Bowie.

La quercia delle Streghe

Un luogo insolito immerso nella natura che stupirà i vostri ragazzi è la Quercia delle Streghe, in provincia di Capannori. E’ una bellissima pianta monumentale che si erge magicamente in tutta la sua maestosità. L’ambiente circostante ha un ché di sospeso, di rilassato e forse un tantino inquietante. Questa quercia è enorme, alta venti metri e una circonferenza di quattro, con rami serpeggianti a mezza altezza.

L’impressione però è dovuta al fatto che i rami lunghissimi si stendono così vicini al terreno che si ha come l’impressione che l’albero tenti di afferrarvi  Si racconta che i rami si estendano poco verso l’alto perché le streghe venivano sopra l’albero per fare i loro sabba.  Pare inoltre che questa quercia monumentale di 600 anni ispiro’ lo scrittore Carlo Collodi nella favola di Pinocchio.

Libreria Sopra la Penna

L’ultimo luogo insolito della provincia di Lucca che potrebbe piacere ai vostri ragazzi è la 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐒𝐨𝐩𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐏𝐞𝐧𝐧𝐚 nel piccolo borgo di Lucignana. Questa piccola libreria è annoverata tra le venti librerie più affascinanti d’Europa. Un angolo di tranquillità dove, oltre a comprare libri, tutti selezionati personalmente da Alba Donati, potrete gustarvi tè e biscotti offerti dalla proprietaria nella splendida terrazza che guarda la valle. E’ un vero e proprio cottage letterario e luogo magico degno della sceneggiatura di un film.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; la libreria Sopra la Penna

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A presto,

Francesca

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Musei per bambini: il museo di storia naturale di Firenze

Sono appassionata di musei per bambini e mi piace scegliere quelli giusti. Tempo fa avevo scritto alcuni consigli su come visitare i musei con i bambini divertendosi. Sono, infatti, convinta che quando viaggiamo con bambini al seguito, dobbiamo scegliere il museo giusto in base alla loro età, al loro limite di sopportazione, ai loro gusti e al meteo (è più facile visitare un museo se sta piovendo o se ci sono 40 gradi! Provato e testato da me). Se decidiamo di visitare musei che non coinvolgono i nostri ragazzi, la nostra visita diventerà una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile.

Abito a Firenze e per quanto sia piena di musei bellissimi, questa volta ho scelto il piccolo Museo di Storia Naturale, in Via Giorgio La Pira. Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo, con i suoi 8 milioni di esemplari, è il più importante museo naturalistico italiano. E’ costituito da sei sezioni (Antropologia ed Etnologia, Botanica, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Orto Botanico, Zoologia “La Specola”) e noi questa volta abbiamo visitato la sezione di Storia Naturale e Paleontologia.

Per chi si trova a Firenze ed è nei pressi di Piazza San Marco, dovrebbe fare un salto in questo piccolo museo, poco conosciuto e poco frequentato rispetto alle attrazioni più famose.

Siamo affascinati da scheletri e fossili e siamo andati perfino a Vienna a visitare il Museo di Storia Naturale per provare l’emozione di essere come nel film “Una notte al museo”. I boys, come tutti i bambini, sono attratti dalle ossa dei grandi mammiferi e visitare il Museo di storia naturale della nostra città è stata una scelta azzeccata.

Ma veniamo a noi. Il museo di Firenze ci ha accolto all’ingresso con un grande orso. Wow! Chissà cosa ci aspetta in questa visita!

Il museo è molto piccolo ed è gestito dall’Università di Firenze. E’ dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Nella prima sala abbiamo osservato reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico. Qui il nostro interesse è andato sicuramente all’esposizione degli scheletri di grandi proboscidati: tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri.

Abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Abbiamo visto anche altri scheletri: di leone delle caverne, di leopardo, di tigre dai denti a sciabola vissuti milioni di anni fa in Toscana quando il suo territorio era una savana.

Sono esposti anche gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’oceano Atlantico e in quello Indiano.

Mi è piaciuta molto anche l’esposizione dei fossili divisa per zona geografica di ritrovamento. La maggior parte illustra la fauna dell’Italia preistorica proveniente da raccolte granducali, contenente reperti di grande importanza ritrovati in Maremma, nel Valdarno e nella zona di Pisa che risalgono a epoche antiche come il Triassico, Mesozoico e Miocene.

C’è anche una raccolta di fossili ritrovati a Lyme Regis nel Dorset e subito la mia fantasia è volata alla “Cacciatrice di fossili”, libro che ho letto durante il lockdown e che consiglio ai ragazzi dai 12 anni (anche agli adulti!). La protagonista Mary Anning è stata una giovane donna che, grazie ai suoi ritrovamenti proprio a Lyme Regis e sulla Jurassic Coast, ha contribuito alla storia della paleontologia.

Un’intera sala è dedicata al cavallo che circa 55 milioni di anni fa aveva le dimensioni di un cane di media statura e aveva le zampe con 5 dita al posto degli zoccoli. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale.

Infine si arriva alla sala della balena, molto più moderna e interattiva rispetto alle altre sale, in cui attraverso luci e suoni hanno ricreato il fondo marino dove è distesa la balena fossile lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007 ed è stato oggetto di numerosi studi e attività di restauro.

Questa sala ci è piaciuta un sacco! Il lungo scheletro è adagiato sul pavimento ed è illuminato da piccole luci, mentre sul soffitto sono proiettati pesci che nuotano.

Questa balena nuotava tre milioni di anni fa nel mare pliocenico che si estendeva in gran parte della Toscana. La sua decomposizione aveva creato un florido ecosistema attirando mammiferi, pesci e invertebrati di cui sono stati ritrovati i fossili di vari tipi.

Mi viene da sorridere al pensiero che questa balena sia stata scoperta solo nel 2007, per caso, a Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm.

Il mare pliocenico, in cui nuotava tre milioni di anni fa la balena, si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte già conservato nel museo di storia naturale. I paleontologi dell’Ateneo fiorentino hanno studiato e restaurato tutti i reperti fossili di animali che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa della balena.

Per questo, infatti, sono confluiti in questo museo i ritrovamenti dal territorio del granducato.

CONSIGLIO UNA VISITA AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI FIRENZE PERCHE’:

  • Per vedere le espressioni dei vostri figli, alti poco più di un metro, di fronte a un gigantesco scheletro di mammut;
  • Per volare con la fantasia di fronte a quegli scheletri dalle forme bizzarre o a fossili di chissà quale animale;
  • Perché è un museo che andrebbe valorizzato e pubblicizzato maggiormente, e merita assolutamente una visita.
  • Perché il biglietto costa solo 6,50 euro per tutta la famiglia (2 adulti + 2 bambini.)

Siamo molto interessati ai fossili. Qualcuno sa indicarmi le zone dove poter scavare con i miei ragazzi e provare a scoprire qualcosa?

Avete da consigliare altri musei di storia naturale imperdibili per ragazzi?

A presto,

Francesca

 

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Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Camera con vista: la casa sull’albero in Maremma

Dormire in una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino. Ed io ho voluto risvegliare la bambina che c’è in me. Ho fatto una lunga ricerca per una struttura che accettasse i bambini e che fosse nell’Italia centrale. Sono incuriosita dalle strutture strane dove dormire e se vi ricordate, la scorsa estate sono volata con i boys in Scozia pur di dormire in una botte di legno!!

Con grande sorpresa, ho trovato il Glampig Il Sole a Civitella Paganico (GR) nella splendida Maremma.

 

Qui ci ha accolto Eleonora che con grande entusiasmo e tenacia ha costruito tre strutture speciali per i suoi ospiti in cerca di una vera esperienza outdoor. In quest’agricamping, ci sono la casa sull’albero, la yurta relax e la cupola geodetica, tutte distanti tra loro per garantire riservatezza e silenzio.

Nonostante il tempo sia stato abbastanza brutto, io ho vissuto due giorni bellissimi e spero di tornare a provare un nuovo alloggio.

Ma partiamo dall’inizio.

Cos’è il glamping?

E’ definito come campeggio in tende di lusso. Per me è un’esperienza in strutture speciali sotto le stelle, fuori dagli schemi, dove è garantito un certo livello di comodità. Potrei chiamarlo un albergo sotto le stelle a contatto con la natura.

A oggi il glamping è un’unione della comodità di una struttura tradizionale, del contatto con la natura e di un basso impatto ambientale. Si tratta, infatti, di una forma di eco turismo, dove si utilizzano i principi della bio architettura, tessuti di cotone bio, materiali di recupero e spesso i cibi sono preparati con i prodotti della fattoria principale.

Quali sono gli alloggi al Glamping Il Sole?

  • Yurta relax: si trova accanto alla fattoria principale ed è la tipica costruzione circolare usata dai nomadi in Mongolia. Ci sono un letto matrimoniale, un divano letto e un’amaca;
  • Cupola geodetica: costruita sopra una collina distante dalla fattoria, ha una parete completamente trasparente per vivere le emozioni di una notte all’aria aperta, distesi in completo relax. Ha un letto matrimoniale e un divano letto;
  • Casa sull’albero: realizzata su una grande quercia su cui si accede attraverso una scala. Arrivati su, ci sono un terrazzo con un lettino, un tavolo e due sgabelli per gustarsi un aperitivo con vista sulla vallata. La casetta è composta dalla camera con un letto matrimoniale e un letto singolo. Il bagno è realizzato in legno con doccia e wc chimico. C’è spazio anche per un guardaroba/armadio con frigo e attaccapanni.

Cupola geodetica al glamping Il sole

I tre alloggi hanno tutti il bagno privato e sono arredati con cura. Gli ospiti hanno a disposizione una serie di comfort come il camino attaccato alla parete, olii essenziali, candele, incensi e tisane per rendere speciale la nostra permanenza.

All’esterno di ogni struttura ci sono un’area relax con tavolo, sedie, lettino e l’area barbecue per un bivacco sotto le stelle.

Dopo la notte sulla casa sull’albero, ci siamo svegliati contenti. La mancanza di tende sulla vetrata principale ci ha permesso di vedere la bellissima vallata davanti a noi. Per non farci mancare niente, la mattina presto abbiamo fatto anche il bagno nella Hot Tube, una tinozza in larice con acqua riscaldata usufruibile anche in notturna, con un calice di vino immersi nella splendida campagna toscana.

Hot tube al glamping Il Sole

Perché scegliere il Glamping Il Sole con i vostri bambini?

  • è un campeggio fuori dagli schemi;
  • qui c’è una delle poche case sull’albero che accetta i bambini;
  •  si trova nelle colline maremmane in mezzo ad un’atmosfera di tranquillità e silenzio;
  • i bambini possono giocare in assoluta libertà;
  • i bambini hanno la possibilità di vedere i tanti animali (pecore, cavalli, bufali, oche) o di fare escursioni in quad 4X4 sulle colline maremmane;
  • il glamping si trova in una zona bellissima, vicino a Bagno Vignoni, Montalcino, le terme di Petriolo, le terme di Saturnia, il Mulino Bianco (quello dove è stato girato lo spot degli anni 90!!) e tutte le meraviglie della Maremma;
  • è una vacanza alternativa dove ci si sveglia in mezzo agli alberi.

Questo glamping mi è piaciuto perché tutte le strutture sono ecosostenibili poiché realizzate di legno e materiali di recupero. I prodotti per la pulizia sono ecologici e ci sono pannelli solari per l’acqua calda.

E per finire, il cibo è a centimetri zero con prodotti raccolti dal loro orto e formaggi fatti con il latte delle loro 500 pecore!

Chi di voi ha dormito sulla casa sull’albero? In una yurta? E in una cupola geodetica?

Buona avventura,

Francesca

 

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Alla scoperta delle mummie di Urbania

Attenzione! Da non leggere se siete facilmente impressionabili.

Nulla vi spaventa? Allora venite con me  a Urbania.

Di ritorno dalla splendida gita alle Gole del Furlo nelle Marche, ci siamo fermati a Urbania. Passeggiando per le vie del centro ci siamo imbattuti nella Chiesa dei morti (Cappella Cola) e spinti dalla curiosità, siamo entrati. Questa piccola chiesetta risale al XIV secolo e custodisce 18 corpi mummificati perfettamente conservati. La visita è stata incredibile e veramente sorprendente.

La Chiesa dei Morti, ornata da uno splendido portale gotico, conserva al suo interno il “Cimitero delle Mummie”. La parola “mummia” ha subito evocato i ricordi della splendida visita al Museo Egizio di Torino ma questa volta gli Egiziani non c’entravano niente! Appena entrati, la nostra attenzione è stata catturata dalle famose mummie e dai tantissimi teschi sopra di noi, di cui grazie ai racconti del custode abbiamo imparato i fatti curiosi delle loro vite.

I bambini erano molto incuriositi dai teschi e cercavano di capire chi fossero quelli strani personaggi mummificati.

Il cimitero delle mummie a Urbania

Ma perché le mummie sono proprio qui?

Nel 1500 fu istituita a Urbania la Confraternita della Morte che si occupava del trasporto dei cadaveri che venivano sepolti nel giardino delle chiese. Quando poi nel 1800 l’editto napoleonico impose di creare cimiteri fuori dai centri abitati, s’iniziò a scavare nel giardino della Cappella Cola convinti di trovare mucchi di ossa. Furono invece trovati, oltre alle ossa anche scheletri, teschi e mummie che, per la volontà del Priore Piccini furono lasciate presso la cappella per essere studiate. Fu così che dietro l’altare maggiore, il priore creò il cimitero delle mummie, una cripta semicircolare, dove i 18 corpi furono riposti in teche di vetro.

Perché le mummie sono così ben conservate?

Il Priore Piccini dedicò gli ultimi anni della sua vita a studiare le mummie e formulare ipotesi, non prendendo mai in considerazione l’ipotesi della mummificazione naturale. Gli anni successivi invece dimostrarono che i corpi furono sepolti in un terreno che provocò la disidratazione dei tessuti. La presenza di muschi, funghi e lieviti naturali, insieme a correnti d’aria, permise la creazione di una pellicola protettiva sui corpi.

Questa mummificazione, alquanto curiosa e un po’ misteriosa, fu un fenomeno molto raro che permettesse di capire com’era avvenuta la morte di ogni corpo.

Teschi nella chiesa dei morti a Urbania

Che cosa sappiamo delle mummie?

Il custode ci ha intrattenuto raccontandoci tutte le curiosità delle 18 mummie.

Al centro dell’esposizione è collocata la mummia del Priore Piccini, riconoscibile dagli abiti della Confraternita della Morte. Al suo fianco ci sono la moglie e il figlio che però, sono stati mummificati artificialmente. Il custode con piacere ci ha raccontato le incredibili vicende di tutti i personaggi mummificati: dalla donna morta di parto cesareo, a un giovane accoltellato durante una veglia danzante il cui cuore essiccato e trafitto dal pugnale è parte dell’esposizione, all’impiccato e alla malcapitata vittima di una sepoltura prematura dopo essere stato colto da morte apparente.

Ci è piaciuto perché:

 

  • E’ stata una sorpresa entrare in questa cripta silenziosa ed essere avvolti da racconti così affascinanti, che alla fine ci sembrava di conoscere tutte le mummie;
  • Sembra che le mummie di Urbania accolgono il visitatore ognuna con la sua storia da raccontare;
  • Questo è uno dei quei posti che non ti aspetti. In un paesino dove molti non si fermerebbero neppure, c’è questa piccola chiesa considerata dalle tv straniere una delle maggiori attrazioni scientifiche in Italia;
  • Il custode racconta con tanta passione la storia di tutti gli esemplari esposti. E’ stato un piacere ascoltarlo;
  • Si tratta di 18 corpi di comuni mortali e non di personaggi influenti dell’epoca. Si è data importanza al fenomeno scientifico, indipendente dallo stato sociale delle persone mummificate;
  • Bisogna aprire la mente e rimanere piacevolmente sorpresi di come la natura faccia cose incredibili;
  • L’ingresso costa solo 2 euro per rendere accessibile a tutti la visita. Andate!

La visita alla Cappella dei Morti di Urbania è veramente qualcosa di particolare: un luogo, dove sono esposte le mummie di persone seppellite, conservatesi perfettamente grazie ad un fungo.

La spiegazione è affascinante per merito di un signore che trasmette molta passione e interesse per quello che fa. Se siete interessati, qui trovate tutte le informazioni per organizzare la vostra visita.

Non adatta alle persone impressionabili!

E voi dove avete visto mummie e teschi?

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A presto,

Francesca

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Perché visitare Sant’ Angelo di Roccalvecce, il paese delle fiabe

Mi piacciono i murales, mi piace il colore e apprezzo la bravura e il coraggio di artisti che si arrampicano lungo i muri per disegnare il loro messaggio colorato per il mondo.

Dopo l’incredibile Dozza, questa volta ho portato tutti i miei boys a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese delle fiabe in Tuscia, bellissima zona nell’alto Lazio.

Se viaggiate con bambini al seguito, questa tappa non può mancare nella visita di questa zona.

Perché portare i vostri bambini a Sant’Angelo di Roccalvecce?

Per salvare Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo paese di 100 anime in provincia di Viterbo, gli abitanti si sono inventati il progetto di renderlo il paese delle fiabe. Hanno contattato artiste (solo donne..oh yeah!) con esperienza nella Street Art che hanno realizzato per adesso circa 20 splendidi murales tutti ispirati alle fiabe più famose.

Sant’Angelo è diventato così il paese delle dame artiste e ogni anno attira tanti turisti salvandolo così dallo spopolamento.

Si parcheggia nell’unica piazzetta in cima al paese e si scende per le vie del borgo ad ammirare le bellissime opere disposte sulle facciate delle case.

Sant'Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

Si possono ammirare i murales di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo principe, Pinocchio, Hansel e Gretel, Il libro della Giungla, I musicanti di Brema, La Piccola fiammiferaia, Peter Pan, La fabbrica di cioccolato, Raperonzolo, Ali Babà e i 40 ladroni, La Spada della Roccia, Sancho Panza, i Troll, i sette nani e altre ancora. Per continuare ad abbellire i muri delle case, ci sono anche delle mattonelle di terracotta con Star Wars, Il grinch, Peter Pan e Raperonzolo.

Camminando per le stradine del paese, ogni angolo nasconde una pittura diversa che rappresenta una fiaba. Ogni murales è fatto veramente bene ed è facile immergerci nell’atmosfera fiabesca che queste opere trasmettono.

I bambini si divertivano a riconoscere la fiaba e tutti i particolari disegnati facendo anche delle correzioni!  C’è anche il bassorilievo del nano Brontolo cui dobbiamo strofinargli il naso come porta fortuna.

Il paese è piccolissimo e si sta attrezzando per favorire l’accoglienza turistica. Ci sono due B&B e un fantastico forno pasticceria dei Fratelli Oddo che addirittura ha fatto realizzare il murales “Pinocchio nel paese dei balocchi”. Qui abbiamo gustato ottime varietà di pizza, focaccia e dolci tipici buonissimo. Vi consiglio una sosta qui!

Perché deve vedere proprio Sant’Angelo di Roccalvecce?

 

  • Perché è fuori dagli itinerari turistici (chi viene in questa zona visita Civita di Bagnoregio);
  • Perché è un paese sconosciuto ma molto ospitale e accogliente;
  • Perché gli abitanti si sono autofinanziati per pagare le artiste di queste opere
  • Perché le artiste sono solo donne;
  • Perché appena arrivi qua e t’immergi in un’atmosfera fiabesca, leggendaria e colorata. Le fiabe sono coinvolgenti e scaldano il cuore di chiunque;
  • Perché la bellezza di questi muri è a impatto zero. Non c’è alcuna costruzione ma solo tanto colore e bellezza.

Perché mi piacciono i murales (e piaceranno anche a voi):

  • Perché contengono dei messaggi;
  • Perché sono gratuiti, sempre aperti e puoi vederli quando vuoi;
  • Perché rendono più belli i muri delle case;
  • Perché spesso sono in piccoli borghi e servono per attirare il turismo;
  • Perché possiamo fare mille fotografie senza dare fastidio a nessuno;
  • Perché tutto quel colore mette di buon umore.

Vi bastano questi motivi?

Allora saltate in auto e andate a Sant’Angelo di Roccalvecce, piccolo gioiello sconosciuto assolutamente da vedere.

Grazie alla mia passione per i murales, ho visto Dozza e Sant’Angelo di Roccalvecce.

Mi hanno parlato di Orgosolo (NU), Acquapendente (VT) e Borgo San Giuliano (RN).

Ce ne sono altri?

Avete visto qualche borgo decorato con murales? Devo assolutamente saperlo.

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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Visita a Pistoia Sotterranea

Sono fiorentina e ho sempre snobbato Pistoia pur sapendo che ha tanto da offrire in termini artistici e naturalisti. Questa volta ho voluto visitare Pistoia sotterranea con i bambini, per mostrare che anche città considerate minori e fuori dai circuiti turistici più famosi hanno dei tesori da far conoscere e che non hanno niente da invidiare alle altre città della Toscana.

Ho spiegato ai bambini che avrebbero visto la città di Pistoia da un altro punto di vista. Invece che visitarla da sopra, l’avremmo vista da sotto. E loro mi hanno subito chiesto: ” Sarà come Narni sotterranea?”. Non so se sarà come Narni, ma sicuramente ci racconteranno cosa accadeva sotto questi palazzi e queste strade, lontano da tutto”.

L’accesso a Pistoia sotterranea (visitabile solo con visita guidata) è in Piazza Giovanni XXIII sotto il loggiato dell’Ospedale del Ceppo, dove sulla facciata sono raffigurate splendide maioliche. Peccato che la guida non abbia speso due parole per raccontarci lo splendido fregio con medaglioni realizzati in terracotta dipinta da Della Robbia.

La visita inizia dalla parte più insolita: il piccolo teatrino anatomico, molto originale per le decorazioni. Nel 1700 l’ospedale decise di creare una scuola di anatomia e in questa sala a forma di anfiteatro, si svolgevano le lezioni di anatomia fino alla fine del 1800. Gli studenti potevano eseguire le autopsie sul tavolo anatomico nel mezzo della sala sotto gli occhi del professore e degli studenti che non potevano essere più di 15. Pare che sia la sala anatomica più piccola del mondo e i bambini si sono divertiti a occupare posto negli spazi riservati agli studenti.

Tutti i ferri e gli strumenti utilizzati all’epoca sono esposti al Museo dei Ferri Chirurgici che si trova nel loggiato dell’Ospedale del Ceppo. Si tratta di un’esposizione di circa 270 attrezzi chirurgici per ortopedia, ostetricia e ginecologia.

Poi siamo scesi nei sotterranei, pronti per andare sotto terra!

A questo punto inizia la passeggiata nei sotterranei che passano per un tratto sotto il vecchio ospedale e si svolge lungo il corso del fiume Brana, in seguito ridotto a gora, dove tra gli argini hanno costruito ponti per poi sviluppare la città. Il percorso è di circa 650 metri e si articola sotto il vecchio ospedale. Mentre camminiamo, è possibile ammirare dei buchi sulle volte (chiamati butti) da dove i vari reparti dell’ospedale buttavano i rifiuti. Si possono vedere, infatti, dei pezzi di ampolle, brocche, piatti che erano dati ai pazienti dell’epoca. L’acqua del fiume, inquinata per i rifiuti ospedalieri, è stata la causa di tante epidemie della popolazione.

E’ stato piacevole camminare nel corridoio sotto una volta a mattoncini rossi, ascoltando la spiegazione della guida sulla storia e l’evoluzione dell’ospedale. I bambini si sono divertiti a guardare i pannelli esplicativi e i manichini raffiguranti i pellegrini che venivano per chiedere ospitalità all’ospedale.

Curiosità: esiste un legame tra Pistoia e Santiago di Compostela. Oltre a condividere il culto di San Jacopo (patrono della città toscana), entrambe le città sono mete di pellegrinaggi. Pistoia è divenuta meta dei pellegrini, che percorrendo la via Francigena, venivano per venerare il culto di San Jacopo. Da notare che sul fregio dell’Ospedale del Ceppo c’è anche una terracotta colorata dedicata ai pellegrini.

Nei sotterranei, abbiamo visto anche il frantoio usato all’epoca per la produzione di olio e medicine naturali, un pezzo di mulino battiferro, reperti storici, un ponte romano e gli antichi lavatoi che furono poi sostituiti solo il secolo scorso da nuovi in superficie. Sotto Via del Frantoio abbiamo visto parti di una ruota cinquecentesca di un mulino.

E’ stato come camminare nel ventre della città, senza fretta e con la possibilità di fermarsi a scattare fotografie con calma.

Pistoia Sotterranea: che cosa avrei voluto…

Il percorso nei sotterranei è stato troppo corto. Sarebbe stato bello continuare a scoprire altre cose.

Il prezzo del biglietto 10 euro a persona (30 euro per famiglia -2 adulti e 2 bambini sopra i 6 anni) è francamente troppo alto.

Se siete a Pistoia, mettete comunque in programma la visita ai sotterranei e al Museo dei Ferri Chirurgici con entrata proprio sotto il loggiato dell’Ospedale Del Ceppo, dove si trova la biglietteria di Pistoia Sotterranea.

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A presto,

Francesca

 

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Visita al Parco della Mandria con bambini

Nel nostro viaggio alla scoperta di un pezzo di Piemonte, abbiamo scoperto il Parco della Mandria, a circa 15 km da Torino. Sono sempre più convinta che tutto quello che accada fuori dal programma sia molto più bello. Inizialmente volevamo visitare la Reggia di Venaria, ma i signori del B&B dove abbiamo alloggiato ci hanno consigliato questa scelta. E siamo molto contenti!

Che cosa fare nel Parco della Mandria?

Il Parco della Mandria è semplicemente stupendo. E’ un’area protetta della Regione Piemonte nel 1978, a seguito dell’acquisto di una grande porzione della tenuta del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II. Il parco si estende su 6000 ettari e presenta una grande biodiversità di animali selvatici.

Si accede dall’ingresso Ponte Verde in Viale Carlo Emanuele nel comune di Venaria Reale. L’accesso è gratuito! Il parco è il paradiso dei ciclisti, podisti e di tutti praticanti qualsiasi sport senza alcun impatto ambientale.

Qui sono organizzati molti circuiti tra cui:

  • A passo di cinghiale (passeggiata a passo libero su circuiti di 4,10 e 15 km)
  • Fitwalking, Walking e Nordicwalking
  • Dai che è lunedì (camminate a passo libero ogni lunedì sera nel periodo estivo.)
  • All’alba al parco (camminate a passo libero ogni sabato mattina alle 6.30)
  • Sabato a piedi nel parco (camminate a passo libero sabato pomeriggio in autunno)
  • Biciclettate
  • Trekking con i guardiaparco
  • Escursioni a cavallo e in carrozza
  • Osservazioni faunistiche
  • Giro in trenino

Non essendo molto sportivi, noi abbiamo preso il trenino che ci ha portato a visitare il parco della Mandria con i suoi luoghi più belli. Durante la visita un audio guida ci ha raccontato la storia del Parco, integrata dalla guida con particolari interessanti. Ci sono anche escursioni notturne con il trenino per provare a osservare il cervo.

Nel parco ci sono molte cascine storiche che ospitano servizi turistici, edifici storici in via di restauro, 50 km di strade percorribili in mezzo alla natura e lo splendido Borgo Castello della Mandria.

Il trenino ci ha portato alla Cascina Vittoria, dove ci sono delle scuderie e un punto ristoro. La sosta nelle scuderie ha fatto felice i bimbi che hanno potuto vedere da vicino i cavalli e gli animali della fattoria come mucche, coniglietti e pony.

Cascina Vittoria nel Parco della Mandria

Che cosa vedere nel Parco della Mandria?

Il parco è’ un ambiente unico, dove oltre a praticare sport in compagnia, è possibile trascorrere intere giornate a passeggiare, fare pic-nic con gli amici, o mangiare un gelato in totale riposo. Il parco è tenuto magnificamente, i prati sono puliti e tagliati e già la vista della collina su cui sorge la residenza reale ha il suo fascino.
Questa residenza nel parco la Mandria è una piccola gemma nascosta e fu la residenza di Rosa Vercellana (la Bella Rosina).  Il piano nobile visitabile non è molto grande, ma è meraviglioso.

Ai miei bambini è piaciuta molto. Al piano terra c’è una galleria con una decina di carrozze storiche. Al primo piano ci sono una ventina di stanze che sono state utilizzate prima dai Savoia e poi dai Medici del Vascello, nonché una galleria con tanti animali impagliati. Le stanze sono perfettamente conservate con gli arredi originali e si rivive per un attimo come doveva essere vivere in una residenza di caccia a quei tempi.

I soffitti sono splendidi, le decorazioni sono perfettamente conservate e le tappezzerie alle pareti sono ancora intatte. Bellissime la Sala del gran cacciatore, la sala delle udienze, la stanza da letto della duchessa, il salotto verde, la sala da ballo, la sala del biliardo, la stanza da letto di sua Maestà e la camera da letto di Rosa Vercellana (la bella Rosina).

Gli appartamenti nella Cascina Vittoria

Quello che ci è piaciuto di più è senza dubbio il corridoio degli uccelli: una galleria lunga oltre 60 metri, dove troverete animali imbalsamati da collezionista (qual era il re): un cucciolo di ghepardo, la collezione ornitologica del re e altri esemplari. Questo corridoio ci è piaciuto parecchio e ci siamo soffermati a studiare ogni singolo animale impagliato.

In questa residenza il Re era come uomo comune, con i suoi gusti, le sue scelte, il suo rapporto di coppia con la sua Rosina. Si sentiva a casa ed era se stesso.

Siamo rimasti molto colpiti da questa visita. Consiglio a tutti una visita al Parco e soprattutto agli appartamenti reali, piccole perle nascoste in un ambiente unico.

Dove dormire con bambini al Parco della Mandria?

Su consiglio di Mammagiramondo, abbiamo dormito al residence La Pera Bugiarda a Venaria Reale. La nostra camera familiare aveva le finestre proprio davanti alla Reggia. Svegliarsi la mattina e vedere quello spettacolo davanti a noi è stato impagabile! La camera era molto spaziosa e avevamo anche il parcheggio all’interno del cortile (camera quadrupla con colazione e parcheggio 125 euro a notte).

Dove mangiare con bambini?

Poiché dormivano a Venaria Reale, abbiamo scelto di cenare all’Osteria Passami Il Sale, dove abbiamo gustato degli ottimi gnocchetti con la fonduta di CastelMagno (strepitosi) e la battuta di Fassone. I bambini hanno scelto l’immancabile pasta al pomodoro e ottime patate al forno. Consiglio assolutamente.

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A presto,

Francesca

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Cosa vedere al parco del Delta del Po con bambini

Nonostante il pieno inverno e il freddo intenso abbiamo deciso di andare a curiosare nelle Valli di Comacchio e del Parco del Delta del Po, che avevamo visitato tanti anni fa prima dei boys. Visto che i bambini sono al momento particolarmente affascinati dal birdwatching, abbiamo promesso che l’avremmo portati qualche giorno a vedere gli uccelli in un posto ricco di specie.

Che cosa vedere al Parco del Delta del Po

Il Parco del Delta del Po è un paradiso per gli amanti della natura e della pace. Ci sono tantissime attività da fare, dal cicloturismo alle escursioni a piedi, a cavallo e in barca. E’ possibile dedicarsi alla fotografia naturalistica, al birdwatching e all’osservazione del cervo presso il Bosco della Mesola.

Le Valli di Comacchio hanno anche tanti musei dedicati alla storia della pesca dell’anguilla e degli altri pesci lagunari.

Noi abbiamo iniziato il nostro giro dalla Stazione Foce del Po a Comacchio, dove abbiamo fatto un’escursione in barca che si è rivelata molto piacevole. Dall’imbarco si naviga dentro una vera e propria oasi spettacolare, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici e una numerosa colonia di fenicotteri proveniente da vari paesi del mondo. Si attraversa rilassati una parte del Delta accompagnati dalla guida a bordo che è stata molto brava e coinvolgente raccontando molti fatti curiosi.

I bambini si sono subito appassionati osservando il cartellone posto sulla barca raffigurante tutte le specie di uccelli del territorio. Durante il percorso abbiamo avvistato i cormorani, gli aironi e, in lontananza, i fenicotteri rosa.

Pesca sul Delta del Po

Ciò che rende interessante il Parco è la sua estrema varietà di ambienti e di paesaggi. Impressionanti sono le vastità di acqua dolce e salata delle valli.

Durante la gita, ci siano fermati a un casone di pesca su un piccolo isolotto, attivo fino agli anni 60 dove ci hanno raccontato come vivevano i pescatori e come si svolgeva la pesca dell’anguilla. In questo casone si possono vedere le strutture e gli arredi originali dei casoni, le attrezzature legate alla vita dei pescatori delle valli, e un impianto da pesca tradizionale (lavoriero) fedelmente ricostruito con canna palustre.

 

Ritornati sulla motonave, la guida ci ha intrattenuto nell’illustrarci storia e caratteristiche non solo di Comacchio, ma delle sue Valli e dei suoi Canali con notazioni sulla fauna che via via s’incontrava.
Consiglio a tutti questa escursione

A nord di Comacchio, abbiamo visitato anche la zona della Mesola (la riserva era chiusa!), costeggiando le sterminate distese di acqua salmastra delle Valli di Comacchio e della Sacca di Goro. Lungo l’argine del Po, abbiamo visto il Faro Porto Tolle di Gorino e il Ponte di barche di Santa Giulia.

Sono affascinata dai fari in generale e credo che piacciano anche a tutti i bambini. Noi ci siamo divertiti a fantasticare sul custode, figura misteriosa che ha scelto di vivere in completa solitudine a occuparsi di illuminare il mare per le navi e le sirene! Questo piccolo faro, che abbiamo visto solo da lontano, segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna. Alto quasi 22 metri è stato costruito negli anni cinquanta per sostituire la Lanterna Vecchia e si trova sull’Isola dell’Amore.

Ai bambini è piaciuto molto anche il Ponte di barche che collega l’isola di Donzella all’isola di Ariano. Qui siamo già in Veneto a ridosso della bocca del Po di Gnocca. Questo ponte un po’ traballante è costruito con chiatte ed è un importante via di comunicazione tra il Gorino Sullam e Gnocchetta. Pare che furono gli Estensi a costruire ponti su chiatte, per soddisfare esigenze civili di collegare le due sponde del Po, sia per esigenze militari di difesa da attacchi al loro territorio. Queste chiatte azzurre rendono l’atmosfera affascinante, se non fosse per i 2,50 euro di pedaggio!

Ponte di barche

Purtroppo molte oasi erano chiuse per le festività natalizie per cui ci siamo concentrati nella zona della Foce del Po di Volano dove abbiamo potuto avvistare il tarabusino, beccacce e ibis sacro.

Inoltre il nostro agriturismo era all’interno dell’Oasi Canneviè, al lido di Volano, dove abbiamo potuto vedere la cutrettola, l’avocetta e il cavaliere d’Italia.

Il Parco del Delta del Po è un’area splendida, ricchissima di oasi, riserve naturali, bonifiche, valli e boschi che danno rifugio anche a diverse specie di rapaci, che però non abbiamo visto!

Direi che la missione di far vedere ai boys tante specie di uccelli può dirsi conclusa!

Dove cenare con bambini

Non essendo amanti del pesce (ed io neppure della carne) abbiamo scelto di cenare all’Osteria Matterello a Comacchio, un locale molto vintage e particolare con strani oggetti in esposizione (come la parete piena di tazze attaccate). I miei uomini hanno scelto piatti tradizionali a base di carne come l’assaggio di salumi e formaggi della zona, le tagliatelle con il ragù, ravioli, costolette di agnello. La pasta è fatta in casa ed io non potevo farmi sfuggire un fantastico piatto di ravioli di zucca. Nel prezzo del coperto sono compresi acqua e vino alla spina da prendersi da soli. Da provare per chi ama la carne!

Delta del Po con bambini

Dove mangiare un’ottima piadina

Siamo tutti e 4 golosi della piadina che mangiamo spesso a casa. Essendo in zona, non potevamo non mangiarla. Ci siamo fermati per caso al Chiosco ai Pioppi di Bosco Mesola trovato per caso sulla Strada Romea per tornare verso Codigoro. Diciamo che il locale non invita a fermarsi ma dopo aver provato la loro piadina, vorrete tornarci! La sistemazione è molto semplice e le due signore sono molto gentili e disponibili. Le nostre piadine romagnole erano buonissime. Ci sono anche scelte di piatti come fritto di pesce, baccalà, lasagne o hamburger. Per chi è interessato a mangiare dei piatti casalinghi e non si ferma all’apparenza deve venire qua. Lo consiglio vivamente.

Dove dormire con i bambini

Per questi nostri tre giorni di fine anno, abbiamo scelto l’Agriturismo Oasi di Canneviè a Lido di Volano a 10 km da Comacchio. Si tratta di un’ex stazione di pesca e di marinatura del pesce all’interno del Parco del Delta del Po.

Tranquillo e silenzioso, l’agriturismo è immerso nel verde con un’estensione di 60 ettari, dove ci sono molti specchi d’acqua. Trovandosi all’interno di un’oasi naturalistica, nell’area dell’agriturismo c’è una grande varietà di piante e uccelli, che scelgono quest’area per nidificare o come luogo di temporaneo riposo durante la migrazione. Infatti, ci sono sentieri e casotti per fare birdwatching.

La colazione era ottima e abbondante e la nostra camera familiare era immensa: la dimensione giusta per accogliere tutto il nostro casino!

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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Cosa vedere a Edimburgo in un giorno con bambini

Premesso che per Edimburgo ci vorrebbero almeno tre giorni, ma sulla scia di una delle mie tante decisioni d’impulso, abbiamo prenotato all’ultimo momento una settimana per visitare un po’ di Scozia.

Edimburgo ci ha affascinato talmente tanto che ammetto che sia stato un peccato starci un unico giorno. Ci torneremo!

Queste sono le cose che abbiamo fatto a Edimburgo con i bambini in un giorno:

  • Iniziare la giornata con la visita al Castello di Edimburgo
  • Visitare la Camera Oscura
  • Passeggiare per il Royal Mile
  • Giocare al parco giochi di West Princess Gardens
  • Fare un salto da Armchair Books
  • Giocare a pallone davanti a The Usher Hall

 

Castello

Appena arrivati su Princess Street, ci siamo subito messi in cammino in salita verso il Castello di Edimburgo, così imponente e maestoso a dominare tutta la città. Purtroppo la fila era troppo lunga e non siamo entrati. Dovete comprare i biglietti on line!

Cosa ci potevano aspettare ad agosto nel pieno del Festival delle arti e della musica?

Quando si arriva qua sopra, si avverte la presenza di questa enorme fortezza che sovrasta tutta la città e da cui si può avere una vista mozzafiato.

Durante la giornata abbiamo potuto ammirare il castello in diversi punti della città. Peccato davvero non averlo visitato.

Castello di Edimburgo

 

Camera Obscura

Adiacente al Castello di Edimburgo, lungo il Roytal Mile, c’è la Camera Obscura, un palazzo diviso in 5 piani dove è possibile osservare tante illusioni ottiche e giochi di luce. L’insieme è uno spazio ristretto ma ben organizzato. Le attrazioni ricordano quelle di un museo della scienza arricchite con mostre interattive tattili, giochi enigmistici e incredibili illusioni ottiche, come la stanza dell’ingrandimento e del rimpicciolimento di adulti e bambini.

Incredibile anche il labirinto di specchi dove, armati di guanti per non lasciare impronte, dovevamo trovare la via di uscita.

Ci siamo divertiti anche a vedere le nostre immagini con la sovrapposizione dei visi ingranditi!

All’ultimo piano del palazzo c’è una terrazza, dove si può avere un panorama mozzafiato sull’intera città. Ci sembrava di toccare il Castello. Molto divertente a questo piano è la camera oscura dove, grazie a un gioco di specchi è possibile spiare la vita all’esterno. Avevamo già visto una camera ottica molto simile alla Rocca di Fontanellato vicino Parma e ai bambini è piaciuto osservare cosa accadeva in città, rimanendo invisibili a tutti. Eravamo dei super eroi curiosoni.

Da visitare assolutamente se si viaggia con bambini!

Royal Mile

Il Royal Mile è l’asse principale della storica Old Town di Edimburgo. Porta al Castello ed è posta al centro di una lunga dorsale da cui si scende di livello attraverso strade acciottolate o caratteristici percorsi pedonali che partono direttamente dagli edifici tramite aperture simili a piccoli vicoli (i cosiddetti Closes). Durante questa passeggiata si possono ammirare delle belle le costruzioni in pietra tra cui la cattedrale di Saint Giles.

La via è sempre molto affollata e spesso siamo accompagnati dal suono di una cornamusa che suona da qualche parte.

Passare per Royal Mile durante il Festival che si tiene ogni mese di agosto, è una vera e propria esperienza di vita. Non c’è un centimetro che non sia affollato. C’è un sacco di gente che si esibisce, persone che offrono attrazioni di ogni genere con contenuti religiosi, politici, culturali e artistici. I bambini erano imbambolati da tanto colore e stranezze. E’ una manifestazione gratuita che attrae milioni di turisti a vedere gli spettacoli di artisti emergenti o diverse forme di arte.

Cabine al Castello di Edimburgo

Princess Street Gardens

Questi giardini si trovano nel centro della città e uniscono l’Old Town con la New Town.

E’ un vero e proprio polmone verde di Edimburgo in pieno centro della città. Ci siamo rilassati, abbiamo fatto un pic nic accanto all’imponente fontana e abbiamo giocato al parco giochi.

Avevamo bisogno di un po’ di relax dopo la scarpinata al castello.

 

Sono giardini puliti ben tenuti con una comoda area pic nic, un ristorante e tante panchine.

Credo che una sosta divertente sia fondamentale per ricompensare i bambini dopo le ore di concentrazione alla Camera Obscura.

Armchair Books

Prima di partire per la Scozia, avevo ammesso di essere innamorata delle librerie antiche. Come sapete, adoro tutto ciò che è di carta. Un libro antico ha un profumo di storia, di vissuto cui non si può rimanere impassibili. Avevo rotto le scatole ai miei boys che avrei voluto visitare questa piccola libreria di seconda mano a Edimburgo. E così, tra una lamentela e l’altra, sono riuscita a trascinarli da Armchair Books in West Port, una via poco frequentata da turisti. Si tratta di un piccolo bookshop che vende e compra libri di seconda mano e famosa per avere collezioni precedenti agli anni ’50.

Appena entrata ho iniziato a respirare l’odore di carta ingiallita e vissuta di cui vi avevo già parlato. Lo adoro! Qui ho avuto la sensazione di trovarmi tra centinaia e centinaia di libri di seconda mano stipati nei mille scaffali in attesa di nuovi lettori. E allora, in quel corridoio di legno ricoperto dai tappeti, mi sono messa a sfogliare i tanti volumi alla ricerca di tesori nascosti.

Questa piccola libreria mi ha offerto la possibilità di nascondermi per un po’lontano dalle strade trafficate e passare del tempo a esplorare gli scaffali in solitudine (i miei tre boys mi aspettavano fuori spazientiti).

Ovviamente ho ricompensato i boys facendoli giocare a calcio (con una palla inventata lì per lì) nella piazza davanti a The Usher Hall, lo splendido teatro per concerti, in mezzo ai visi perplessi e stupiti degli scozzesi che passavano di lì ci guardavano un po’ perplessi.

 

A presto,

Francesca

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