Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia

Siete alla ricerca di un posto magico dove poter stupire i vostri ragazzi?

Allora, dovete sicuramente andare a Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia sull’appennino tosco emiliano che è stata addirittura location di una serie tv.

Dove si trova Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei si trova a 1 ora e 10  minuti da Bologna, percorrendo la SS 64 direzione Porretta Terme fino a Grizzana Morandi (una frazione di Riola).

Per chi proviene da Firenze occorrono 1 ore e 15 minuti, percorrendo l’autostrada A1 direzione Bologna, uscendo a Badia e imboccare la SS 62 fino a Grizzana Morandi.

Rocchetta Mattei vista da lontano

Quanto costa visitare Rocchetta Mattei?

Il biglietto costa 10 euro a persona e si acquista solo on line con largo anticipo. La visita del castello, di cui una parte ancora chiusa perché in corso di ristrutturazione, è possibile solo con la guida autorizzata e dura 1 ora circa.

Chi è il proprietario della Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei è ubicata su un’altura di circa 400 metri ed è stata edificata nel 1850 dal conte Cesare Mattei, ricco bolognese, sulle rovine di un antico maniero risalente al 1200. Il castello si fa notare già a distanza per le sue forme e la sua architettura, di chiara ispirazione orientale.

Il conte Mattei era un letterato e politico, appassionato di elettromeopatia, un rimedio omeopatico per numerose patologie. Mattei curava le persone con fluidi elettrici gratuitamente ma purtroppo il modo di curare con questo metodo è morto con lui. Attorno al castello, il conte edificò una serie di villini climatici dove far risiedere i pazienti. 

Dopo la sua morte, Rocchetta Mattei passò in eredità al figlio adottivo che terminò i lavori con uno stile più moderno.

Durante la sua vita Mattei modificò più volte la struttura dell’edificio rendendola un intreccio labirintico di torri, scale a chiocciola, scalette e camere private dallo stile medievale e moresco. 

Rocchetta Mattei è un luogo incredibile, concepito e realizzato da un personaggio che, anche per il periodo storico in cui è vissuto, doveva avere talento, creatività e cultura fuori dall’ordinario. L’accostamento di stili diversi risulta sempre gradevole e mai forzato.

Purtroppo il castello è rimasto in stato di abbandono dagli anni ‘80 al 2005. Poi è stato acquistato e restaurato dalla Cassa di Risparmio di Bologna di cui Cesare Mattei era stato uno dei suoi fondatori. Rocchetta Mattei è stata riaperta al pubblico il 9 agosto 2015.

Rocchetta Mattei: la porta di ingresso

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La cappella di Rocchetta Mattei

Secondo me è la parte più bella, dove siamo rimasti con il naso all’insù per tutto il tempo.

La cappella di Rocchetta Mattei, dove il conte è sepolto, è un chiaro riferimento alla Mezquita di Cordoba. E’ il luogo più affascinante di tutto il castello. Gli archi infatti ricordano quelli della famosa moschea spagnola ma al posto del bianco e rosso andaluso, Mattei scelse il bianco e nero. 

La cappella è costruita su due piani, entrambi visitabili, e il piano superiore è forse più suggestivo di quello inferiore. 

Un’altra curiosità della cappella è la scelta di materiali poveri. Le colonne e gli archi sono realizzati con gesso e cemento. I mosaici sono dipinti e le decorazioni del soffitto non sono di legno ma tele dipinte e fissate.

La cappella

Perché visitare Rocchetta Mattei?

  • visitare Rocchetta Mattei è un viaggio strano e inconsueto che deve essere visto per essere capito. È affascinante e bellissimo. Gli stili architettonici rappresentano l’eccentricità e la creatività del suo proprietario;
  • il Cortile dei Leoni è bellissimo e richiama il cortile dell’Alhambra di Granada. Le piastrelle sivigliane, gli stucchi sugli archi, la fontana con i quattro leoni al centro ci fanno respirare un’aria andalusa;
  • Rocchetta Mattei è stata la location del reality tv Voglio essere un mago andato in onda su Rai 2 dove un gruppo di ragazzi hanno affrontato diverse prove per vincere la bacchetta d’oro. Rocchetta Mattei si è dunque trasformata in una vera scuola di magia;
  • Rocchetta Mattei è un luogo magico, con la sua pluralità di stili architettonici e la sua storia appassionante.

 E allora Sim sala bim! Tutti a visitare Rocchetta Mattei.

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A presto,

Francesca

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3 posti belli da vedere in Val Venosta

Siete in Val Venosta e non sapete cosa vedere? Ma dove si trova esattamente la Val Venosta? É quel bellissimo territorio che va dal Passo di Resia dove nasce il fiume Adige fino a Merano. E’ una zona ricca di fiumi, meleti, cascate e una splendida natura incontaminata. Ecco 3 posti belli da vedere se vi trovate in Val Venosta.

Campanile sommerso

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959? Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…

Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini.  È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! È perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.

Il campanile sommerso in Val Venosta

La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare. É possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservarlo da vicino.

Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. É incredibile pensare che, mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto immobile e impavido al suo posto come una sentinella.

A noi il campanile ha molto emozionato. Se vuoi leggere l’articolo completo sul campanile, lo trovi qui. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare e consiglio una visita assolutamente da fare. 

Cascata di Parcines

Spostandosi verso Merano, un altro posto bello della Val Venosta è l’escursione alle Cascate di Parcines. Provenendo da Merano sulla statale 38, all’altezza della località di Rablà, c’è la deviazione per il paese di Parcines. Salendo in direzione cascate, noi abbiamo parcheggiato nel parcheggio pubblico in Via Peter Mitterhofer e ci siamo incamminati verso le cascate. Si tratta di un piacevole percorso in mezzo al bosco di circa con 450 metri di dislivello.

In realtà ci sarebbe il parcheggio in Via della Cascata molto più vicino, ma noi abbiamo voluto camminare e lo consiglio a chi si muove con bambini al seguito. Ci sono infatti molti elementi di distrazione. Sicuramente quello che ci è piaciuto di più sono stati i piccoli negozietti a forma di mela che vende succhi, marmellate e composta di frutta. C’è un listino prezzi e un salvadanaio dove lasciare i soldi. Che bella questa onestà!

Negozietti lungo il sentiero verso la cascata di Parcines

Ci sono poi un sacco di specie di fiori, piante e le immancabili mele. Il percorso segue il fiume alimentato dalla cascata e ci accompagna per tutto il tragitto tra ponti e pozze d’acqua. Proseguendo verso la cascata, abbiamo anche incontrato una funivia rossa in disuso. Chissà quando ha  fatto l’ultimo viaggio. Un vecchio telefono testimonia l’uso in tempi andati. 

Dopo diversi passaggi suggestivi nel bosco si comincia a sentire fragoroso il rumore della cascata. La cascata è splendida ed è bellissimo ammirare la forza dell’acqua che con veemenza cade da ben 98 metri di altezza. Qualcuno dice che sia la più alta dell’Alto Adige. A seconda dei raggi del sole che riflettono nelle acque di questa bellissima cascata, si può ammirare con stupore il meraviglioso gioco di luce che fa brillare l’acqua con i tanti e vivaci colori dell’arcobaleno.

Il ritorno avviene per la stessa strada, attraverso meleti, casette curate e moltissime specie di fiori. Dall’alto si vede come il piccolo paese di  Parcines sia circondato da una natura incontaminata e da un paesaggio notevole, da un’atmosfera rilassante.

Sentiero didattico di Rio Lagundo

Se viaggiate con bambini al seguito, un altro posto bello della Val Venosta è il sentiero didattico di Rio Lagundo.

Da Rablà si prende la Funivia Rio Lagundo, che ci ha portato a 1.342 m s.l.m. Da qui abbiamo percorso un sentiero ad anello di circa 3,7 km dove abbiamo scoperto molte curiosità del bosco.

Ci siamo dunque incamminati su questo percorso ben segnalato senza alcuna difficoltà, trovandosi subito davanti alla piccola chiesetta bianca di S. Maria della Neve che sorge in cima a una collina davanti a un panorama meraviglioso. 

Chiesa di S. Maria della Neve a Rio Lagundo

Durante il percorso ci sono diversi pannelli informativi e stazioni avventura che raccontano, a misura di bambino, l’ecosistema bosco e dei suoi abitanti. Abbiamo scoperto ben 18 specie di legno lungo il sentiero. 

I boys si sono divertiti a sollevare i piccoli tronchi per individuare la specie dell’albero e i vari scrigni di legno con i diversi tipi di funghi. Abbiamo trovato accampamenti primitivi fatti con rami e foglie, un percorso a piedi nudi sui vari tipi di legno, tantissimi funghi, i vari tipi di nidi, tane scavate nei tronchi, una casetta sull’albero, sedie giganti e panchine panoramiche.

L’attrazione che ci è piaciuta di più è stato sicuramente lo xilofono nel bosco dove i boys con martelli di gomma colpivano i tasti di legno. La diversa specie di albero faceva emettere un suono differente. Noi ovviamente siamo rimasti tutto il pomeriggio a suonare lo xilofono.

Il sentiero didattico è particolarmente adatto a famiglie e bambini, che in modo avventuroso possono scoprire le varietà del bosco e del legno. Si tratta di un sentiero circolare percorribile in circa 1,5 ore con arrivo e partenza dalla funivia, con vista stupenda sul Parco Naturale Gruppo del Tessa.

Vi è venuta un po’ di voglia di visitare la Val Venosta?

Tra meleti, vigneti, funivie, sentieri didattici, campanili misteriosi e cascate immerse nel bosco voi e i vostri figli vi divertirete un sacco!

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7 consigli su come viaggiare con bambini dopo la pandemia

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Dove portare i nostri ragazzi in vacanza? Devo fare il green pass anche se mi sposto tra regioni?
Sono queste le domande che ci stiamo facendo in questi giorni in attesa di maggiore chiarezza.
Mai come durante il periodo Covid programmare un viaggio è diventato un momento veramente speciale. Si riparte e si vede la luce in fondo al tunnel. Dopo la pandemia che ha condizionato le nostre mete nel 2020, il viaggio è cambiato. Le nostre priorità sono cambiate. Quest’anno sarà un’esperienza più consapevole. Abbiamo imparato a adattarci velocemente a situazioni che cambiano dall’oggi all’indomani. Senza preavviso.

Ecco allora 7 consigli per chi sta programmando le vacanze con bambini al seguito:

Non rinunciare a viaggiare

Non ci facciamo prendere dal panico per i vaccini da fare, le tempistiche da rispettare e la paura di contrarre il virus. Sono timori reali intendiamoci! Organizziamoci per bene ma non rinunciamo a partire. Rimanere chiusi in casa dalla sera alla mattina mi ha fatto capire quanto sia importante muoversi. Nel 2020 siamo stati cauti e siamo rimasti in Italia. Abbiamo rispettato le regole, i colori delle nostre zone e i vari divieti.
Ora è il momento di ripartire con tutte le cautele e le misure di sicurezza previste.
Ma partiamo! I nostri figli ne hanno bisogno più di noi e non troviamo scuse!

Andiamo in mezzo alla natura

Lontano dalla folla. Più stiamo lontano dagli altri, meno ci esponiamo a eventuali contagi. Non mi interessano spiagge affollate (a dire la verità neppure prima della pandemia); io preferisco stare in mezzo alla natura: uno chalet in montagna, un agriturismo un pò isolato o piccoli borghi. Se non vogliamo uscire dalla nostra regione, cerchiamo montagne o laghi o colline dove possiamo fare pic nic, passeggiate, giochi all’aria aperta o semplicemente leggere un buon libro lontano da tutti. Ai nostri figli spesso basta un pallone (soprattutto per chi ha solo maschi come me).
Se invece siamo allenati, possiamo scegliere di fare trekking, escursionismo e tutte le attività all’aria aperta dove il rischio di incontrare altre persone è sicuramente inferiore rispetto a una spiaggia o un lungomare
L’importanza di stare accanto a una lago, di ascoltare i rumori della natura, sedersi lungo il fiume è anche un modo di ritagliarsi un pò di tranquillità per stare con noi stessi.

Cascata delle Marmore

Viaggiamo in auto

La sola idea di trascorrere ore in auto con i vostri figli vi terrorizza? Per prima cosa leggi qui i miei consigli pratici per affrontare lunghi viaggi in auto senza ansia.
Scegliamo itinerari poco noti, regioni che non abbiamo mai visitato e mete un pò fuori dalle rotte del turismo e guidiamo a caso. Lasciamoci guidare dall’istinto e sicuramente faremo dei piacevoli incontri: animali in mezzo alla strada che vogliono la nostra attenzione; quel bellissimo borgo dove fermarci; quella piccola osteria dove mangiare qualcosa o quel bar nascosto dove bere un caffè.
Il viaggio in auto ci assicura la tranquillità dal punto di vista sanitario. Dover prendere aerei, treni o bus ci mette a contatto con gli altri. L’auto invece è solo per noi e possiamo starci nella massima sicurezza.
L’auto ci permette poi flessibilità, comodità e risparmio di soldi rispetto ai mezzi pubblici.

Dormiamo in alloggi insoliti

Diamo la precedenza a un turismo di qualità piuttosto che di quantità. Per me è più importante portare i miei ragazzi a fare un’esperienza indimenticabile di 3 giorni piuttosto che una settimana al mare. I miei ragazzi rammentano ancora la casa sull’albero in Maremma!
Oltre al glamping, si stanno diffondendo molti tipi di alloggi insoliti in Italia dove poter trascorrere qualche notte. Case sull’albero, cupole geodetiche, yurte mongole, bolle trasparenti, caravan vintage, pigne nel bosco ci aspettano per le notti sotto le stelle. Sul web troviamo tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. C’è da dire che non sono sistemazioni molto economiche per una famiglia di 4 persone, ma si può provare per una notte per poi abbinarci altri giorni in strutture nella zona.

Casa sull'albero in Maremma

Muoviamoci in sicurezza

Come nel 2020, anche quest’anno le strutture alberghiere, i campeggi e tutte le attività ricettive seguiranno i rigorosi protocolli di sicurezza. Prima di prenotare assicuriamoci di avere i servizi di cui abbiamo bisogno: come e quanto utilizzare la piscina della struttura; come utilizzare la spa; gli impianti sportivi messi a disposizione; le attività di intrattenimento dei ragazzi; il buffet etc.; il distanziamento a cena etc.
Cerchiamo la soluzione più sicura per la nostra famiglia e quella che fa stare più tranquilli.
Facciamo tutte le domande possibili alla struttura in modo di avere la certezza che tutto sia sicuro. Verificare bene le politiche di cancellazione, di rimborso in caso di impossibilità di partire, di cambio date, di emissione voucher etc,
Conservare tutte le mail e gli scambi di messaggi con la struttura fino al vostro rientro a casa. Tutto questo per farvi stare più tranquilli.

Assicuriamoci

Prima di partire, consiglio vivamente di stipulare l’assicurazione di viaggio per tutta la famiglia che ci protegga dall’insorgenza di Covid, eventuali coperture per familiari e tutto quanto di cui abbiamo bisogno.
Verificare bene le condizioni prima di apporre la firma.

Lavorando

Se siamo lavoratori in smartworking, perché non scegliere un agriturismo dove svolgere l’attività lavorativa con figli impegnati in qualche attività rurale?
Molti agriturismi hanno la fattoria didattica, dove i ragazzi possono vivere esperienze indimenticabili con gli animali e l’aperta campagna dove possono trascorrere il tempo mentre i genitori lavorano.
Senza andare troppo lontano, nelle nostre regioni o in quelle limitrofe, si nascondono piccole gemme e posti ancora troppo sconosciuti che hanno molto da offrire in termini di servizi e attività. Le strutture del nostro territorio si sono sicuramente organizzate con il wi fi, con le postazioni di lavoro all’esterno, con fotocopiatrice e scanner e con la possibilità di fare video call in riservatezza.

Smartworking

Cosa aspettate a organizzarvi? Stupiamo i nostri figli e andiamo via per qualche giorno. Farà bene a tutti! E se hai ancora dubbi per non viaggiare, leggi qui.
Avete già prenotato le vostre vacanze?

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A presto,

Francesca

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Viaggio alla ricerca della bellezza: diario di una viaggiatrice eccentrica

Mi sono imbattuta per caso nel “Diario di una viaggiatrice eccentrica” per caso. Poi ho ascoltato un’intervista dell’autrice Silvia Bisconti che raccontava il suo amore per la bellezza e per la moda liberata. La copertina rosa, i riccioli rossi, la pelle diafana e le unghie rosse hanno attirato la mia curiosità e ho preso in prestito “Diario di una viaggiatrice eccentrica” alla biblioteca sotto casa.

Questo libro è il diario personale dell’autrice, appassionata viaggiatrice e creatrice del brand di abbigliamento Raptus & Roses. E’ un viaggio in giro tra le isole greche, l’India, la Cornovaglia, Dubai, la Toscana, Londra, il Marocco e il suo Atelier sul fiume a Belluno. Sono viaggi alla scoperta di tessuti e materiali per le sue creazioni, ispirate alla bellezza e alla moda liberata capace di vestire ogni donna di qualsiasi età e forma. I titoli dei 7 capitoli (della divina valigia, dei viaggi estetici, degli alberghi con l’anima, dell’amore per l’India, dei tessuti e dei colori, del folle lavoro e la bellezza ci salverà) ci fanno subito capire che si tratta di 300 pagine alla ricerca continua di bellezza, di vestiti leggeri, di alberghi suggestivi, di luoghi del cuore, di nuove idee e di colori che per lei sono vita.

E’ un crescendo di emozioni e di nuove scoperte.

Il primo capitolo del “Diario di una viaggiatrice eccentrica” è dedicato alla valigia perfetta diversa in base alla meta. Viene subito la voglia di prendere un taccuino per gli appunti. L’autrice fornisce indicazioni su cosa inserire per farla piccola e  leggera con cose impalpabili e fluttuanti, sottovesti e pashmine da poter lavare nel lavandino dell’hotel e indossare il giorno dopo. In ogni pagina ci sono foto scattate con il suo Iphone, fedele compagno di viaggio con cui oltre a fotografare, scrive appunti sulle sensazioni del momento.

 

“Ogni viaggio è una storia e ogni storia ha dei ruoli, scenografie, costumi e tutto deve trovare posto della valigia: quello che siete e che sarete, quello che desiderate essere. La valigia è un luogo del cuore, uno spazio dell’anima, in cui – insieme ai vestiti – viaggiano e si conservano desideri e speranze”.

La copertina ci offre un primo indizio. Il colore rosa, che ricorre in tutto il libro, è uno dei colori preferiti dell’autrice perchè si avvicina ai suoi desideri. E leggendo il suo libro, sembra davvero di avere un filtro rosa sugli occhi: è tutto divino, meraviglioso, adorato e magnifico. Questi aggettivi ricorrono spesso in tutte le pagine. 

Nel libro “Diario di una viaggiatrice eccentrica” c’è anche un intero capitolo sugli alberghi visitati in giro per il mondo. Silvia Bisconti si definisce pazzamente innamorata e le piace studiarli a fondo, inventarsi le storie di chi ha soggiornato in quelle stanze e trascorrere le notti a chiacchierare con i portieri. Descrive gli alberghi dal punto di vista estetico ed emozionale, dal letto a baldacchino e pavimenti scricchiolanti della Cornovaglia agli hotel di Delhi con letti giganteschi e odore di jasmine. È incredibile la meraviglia che prova quando i suoi abiti si intonano perfettamente con i colori della camera d’albergo.

Una menzione particolare merita l’India, il paese preferito dell’autrice. Qui ha fatto moltissimi viaggi, sempre alla ricerca di tessuti e di colori per le sue creazioni. Ecco che trascorre le giornate nei souk di Delhi, seduta sui tappeti a bere e ascoltare le storie delle stoffe. Nei negozietti polverosi o nelle case private di Calcutta, in mezzo al nulla e completamente sola, riesce a trovare ispirazione per i suoi capi, adatti a esaltare la morbidezza di ogni donna. In india tutto è intenso: le spezie, i colori, il traffico, la polvere e le emozioni. È affascinata dalla città di Varanasi, che definisce il luogo del cuore, dove si innamora follemente dei telai per tessere i saree. A Delhi rimane incantata da un piccolo laboratorio dove si stampano a mano i tessuti con blocchi di legno intagliati. 

La ricerca della bellezza aumenta con lo scorrere della pagine e sembra di essere su un tappeto volante verso l’Oriente.

E’ un libro estetico dove il motto della bellezza che salverà il mondo ricorre molto spesso. L’autrice vuole diffondere la femminilità, l’accettazione delle proprie forme e l’importanza di sentirsi belle sempre.

Fermamente convinta che i tessuti abbiano un’anima, che alle stoffe trovate in giro per il mondo debba essere data una nuova vita e che i vestiti debbano immedesimarsi anche con il luogo dove ci si trova, il “Diario di una viaggiatrice eccentrica” termina con un invito per il lettore a trovare la vera essenza, a essere coraggiosi e controcorrente quando serve senza mai dimenticare che l’abito è il nostro primo impatto sul mondo e la prima immagine che arriva di noi a chi ancora non ci conosce.

Effetti collaterali del libro?

-andare subito a sbirciare il divino shop di Silvia Bisconti e perdersi nei colori dei tessuti e nella descrizione di quei capi che vengono da lontano;

-mettere nel carrello la sottogonna Indian Pink sapendo che non la indosserai mai (e quindi lasciarla nel carrello!);

-iscriversi alla newsletter solo per leggere quelle pillole di saggezza insieme alle splendide foto e alle descrizioni dei capi;

-aprire l’armadio e richiuderlo subito appena vi rendete conto che i vostri vestiti NON sono la prima immagine che arriva di noi a chi ancora non ci conosce;

-trascorrere una notte nel Headland hotel di Newquay in Cornovaglia, albergo vittoriano affacciato su una scogliera e indossare il turbante divino durante la notte e scendere vicino al mare per ascoltare il rumore del mare.

Vi è venuta voglia di leggere questo libro? E voi avete letto libri di viaggiatori eccentrici? 

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A presto,

Francesca

I nostri viaggi del 2020: 7 luoghi che ci hanno emozionato

Eccomi pronta per raccontare il nostro 2020. Non è stato solo covid e lockdown. Nei momenti in cui ci siamo potuti muovere, abbiamo scoperto luoghi che ci hanno veramente emozionato. Abbiamo approfittato per riscoprire la nostra città, la nostra amata Toscana e altre meraviglie della nostra penisola. 

Non è stato possibile andare via ogni week end o prendere voli. Abbiamo comunque visto tanti posti che francamente non avremmo mai pensato di visitare.

E queste sono le nostre emozioni che voglio condividere con voi:

Il luogo con la forma più strana

Anche questa volta la Tuscia non ci ha deluso. Il Palazzo Farnese di Caprarola è un vero gioiello, sia per la pianta pentagonale (visibile solo dall’alto!), sia per lo splendido cortile circolare a due piani affrescato. Ci hanno sorpreso anche la scala elicoidale a pianta circolare interamente coperta dai meravigliosi affreschi, la sala del mappamondo e i giardini dove abbiamo giocato dentro il labirinto! Questo palazzo è un gioiello dell’architettura del ‘500, è fuori dagli itinerari turistici e vale veramente la pena una visita.

Palazzo di Caprarola

Il luogo con esemplari centenari

Da quando abbiamo visto il film “Una notte al Museo”, cerchiamo di  visitare tutti i musei di storia naturale. Dopo quello di Calci (PI) e quello di Vienna, abbiamo riscoperto la nostra città visitando quello di storia naturale di Firenze, con la speranza di trovare qualche esemplare di brontosauro pronto a correre e saltare!

Qui abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Più che centenario, il fossile di balena qui presente risale a più di tre milioni di anni fa! In mezzo a luci e suoni per ricreare il fondo marino riposa la balena lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio qui in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007. Incredibile!

Il luogo più bagnato

Abbiamo scelto Bagno Vignoni per festeggiare la fine del lockdown. Questo borgo è una piccola perla assolutamente da vedere. Al posto della classica piazza c’è una grande vasca rettangolare. In passato Bagno Vignoni era una famosa stazione termale dove si poteva fare il bagno fino al 1978. Adesso il borgo si concentra tutto intorno alla grande vasca di acqua solforosa circondata da un grazioso porticato e da case medievali. Si prova una sensazione di pace a passeggiare intorno alla vasca termale nel silenzio e in un’atmosfera magica. C’è una grande quiete e sicuramente in autunno all’ora del tramonto, l’acqua che sgorga naturale dal sottosuolo formando una leggera nebbia rende magico lo scenario. Quanto vorrei tornare in questo periodo!

Bagno Vignoni

Il luogo più alto

Dormire in una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino. Ed io ho voluto risvegliare la bambina che c’è in me. In un anno, che difficilmente dimenticheremo, ho sorpreso i miei boys con una sistemazione originale immersa nella splendida campagna toscana a 8 metri in altezza!!

Casa sull'albero in Maremma

Abbiamo trovato una casa sull’albero realizzata su una grande quercia. Con una scaletta, siamo arrivati su dove ci sono un terrazzo con un lettino, un tavolo e due sgabelli per gustarsi un aperitivo con vista sulla vallata. La casetta è composta dalla camera con un letto matrimoniale e un letto singolo; il bagno realizzato in legno con doccia e wc chimico e un guardaroba/armadio con frigo e attaccapanni. Noi abbiamo fatto anche il bagno nella Hot Tube, una tinozza in larice con acqua riscaldata e gustato il cibo a centimetri zero! Wow!

Il luogo più colorato

Sant’Angelo di Roccalvecce è stata una sorpresa incredibile! Questo piccolo paese di 100 anime in provincia di Viterbo è a rischio spopolamento. Gli abitanti si sono inventati il progetto di renderlo il paese delle fiabe, facendo realizzare 20 splendidi murales tutti ispirati alle fiabe più famose.

Nelle piccole stradine in salita e discesa ci siamo persi tra i murales di Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo principe, Pinocchio, Hansel e Gretel, Il libro della Giungla, I musicanti di Brema, La Piccola fiammiferaia, Peter Pan, La fabbrica di cioccolato, Raperonzolo, Ali Babà e i 40 ladroni, La Spada della Roccia, Sancho Panza, i Troll, i sette nani e altre ancora.  Da visitare assolutamente! E non dimenticate una sosta nel forno pasticceria dei Fratelli Oddo proprio in mezzo ai murales, che addirittura ha fatto realizzare il murales “Pinocchio nel paese dei balocchi” e dove potete gustare ottime varietà di pizza, focaccia e dolci tipici.

Sant'Angelo di Roccalvecce: il paese delle fiabe

Un altro posto colorato che abbiamo visitato nel 2020 è lo splendido borgo di Dozza, il paese dipinto dell’Emilia Romagna. E’ un piccolo paesino medievale con due stradine in salita comunicanti tra loro, una rocca seicentesca e tantissimi affreschi colorati che decorano i muri delle case. Ogni strada sembra un quadro a sé, con il suo dipinto e la targa dell’artista. Se siete in giro da queste parti, fate un salto anche a Toscanella, una piccola frazione vicino Dozza dove ci sono graffiti molto colorati.

Il luogo ideale per il birdwatching

Ad inizio anno abbiamo visitato il Parco del Delta del Po, un vero paradiso per gli amanti della natura e della pace. Ci sono tantissime attività da fare, dal cicloturismo alle escursioni a piedi, a cavallo e in barca. Noi ci siamo accontentati di un’escursione in barca attraverso un oasi nella Foce del Po a Comacchio, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici e una numerosa colonia di fenicotteri. Se siete in zona e siete amanti della piadina, fermatevi al Chiosco ai Pioppi di Bosco Mesola trovato per caso sulla Strada Romea per tornare verso Codigoro. E’ un piccolo locale semplice dove due signore gentili e disponibili ci hanno cucinato piadine strepitose.

Il luogo più arido

Ho scoperto che in Toscana abbiamo un deserto! E’ il deserto di Accona e si trova nella zona a sud di Siena che va da Taverne d’Arbia fino a Asciano caratterizzata da un terreno duro e argilloso e privo di vegetazione, dovuto al prosciugamento di quello che nel periodo del Pliocene era il fondale del Mar Tirreno. Questo deserto corrisponde dunque alle famose Crete: dune argillose e secche che rendono il paesaggio rilassante e spettacolare. Questa zona secca, aspra e nuda cambia il colore di stagione in stagione e offre un’atmosfera mozzafiato che ci fa fermare ogni 5 minuti a scattare foto. E’ una delle mie zone preferite in Toscana!

Crete Senesi

In realtà ci sono tantissimi altri posti visitati nel 2020 che ci hanno sorpreso ed emozionato. Mi riservo di parlarne a breve.

E voi cosa avete visto di bello nel maledetto 2020?

A presto,

Francesca

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Il Book Club dei Viaggiatori

Questa volta non vado a spasso con i miei boys ma con le mie compagne di club.

Da diversi anni faccio orgogliosamente parte del Book club dei Viaggiatori, organizzato da MammaGiramondo che si tiene una volta il mese presso la Liblab di Sesto Fiorentino (FI).

Come si svolge il Book club dei viaggiatori

Daniela, l’ideatrice e padrona di casa, organizza un incontro il mese per discutere sul libro scelto. Non si tratta di un libro normale. Il tema è rigorosamente il viaggio. 

Quindi, siamo tutte persone con le comuni passioni della lettura e dei viaggi. Con i mesi il Book club è diventato il luogo per condividere sensazioni ed emozioni della lettura appena fatta e soprattutto per parlare del paese in questione.

Daniela ci incanta con i racconti dei suoi viaggi infiniti e accompagna sempre il libro del mese con la mappa del viaggio raccontandoci aneddoti e curiosità della zona. 

La lettura sembra quasi il pretesto iniziale per incontrarsi. Poi, insieme alle chiacchiere sul libro, il Book club diventa uno scambio di consigli su itinerari, posti da vedere, cose da fare e libri da leggere.

Perchè mi piace il Book Club

Il gruppo di persone che si è costituito, è formato da donne di età e lavori differenti di cui sono affascinata.

Sono tutte grandi lettrici che condividono i loro pensieri con semplicità e con trasporto. Sono persone con grande cultura, animate da passione e che offrono consigli e spunti per nuovi titoli. Mi piace ascoltare i loro racconti di viaggio e mi segno paesi e località che voglio visitare (dal Museo del Fiore vicino al Lago di Bolsena alla libreria Carturesti Carusel di Bucarest alla Route 66 negli Stati Uniti).

Mi sono resa conto che non sono una grande lettrice rispetto a loro. A dir la verità, mi sento anche piuttosto ignorante.  Questo mi spinge ad ascoltare i loro discorsi, i continui raffronti con altri testi e le loro riflessioni. Oltre a conoscere autori di cui non avevo neppure mai sentito parlare, la mia lista di titoli da leggere cresce ogni volta di più. 

Questo gruppo affiatato, parlando di libri e viaggi, è riuscito a creare un clima speciale a cui non voglio rinunciare, soprattutto in questo momento dove possiamo muoverci solo con la fantasia. Come scrive Shaun Bythell in “Una vita di libraio (che a me è piaciuto moltissimo), “Si può vivere una vita avventurosa anche seduti su uno sgabello”.

La serata più internazionale del Book Club dei Viaggiatori

In occasione della nostra riunione per commentare il libro di Alessio Romano “D’amore e baccalà” ambientato a Lisbona, la Liblab aveva messo a disposizione il favoloso pastel de nata che ho gustato con enorme piacere. E’ un tipico dolcetto di pasta sfoglia con una crema a base di crema e uova, specialità della capitale portoghese. Buonissimo!

Per dare un tocco internazionale alla nostra serata, abbiamo fatto anche una piccola lezione di portoghese tenuta da una ragazza brasiliana del Book Club per imparare qualche parola di uso comune.

Ma voi lo sapevate che quarto vuol dire camera da letto in portoghese?

Nel corso della serata, abbiamo approfittato per parlare di Lisbona, dei luoghi menzionati nel libro e degli itinerari consigliati dalle lettrici.

Ideona: Chissà se un giorno avremo il sito del Book Club dei viaggiatori, dove a turno potremmo scrivere la recensione del libro del mese e di un itinerario collegato. Chissà…

E con Covid?

Il Book Club non si è fermato!

Si è adeguato all’emergenza sanitaria e dopo gli incontri presso la LibLab abbiamo introdotto la modalità virtuale che continua a coinvolgerci in gran numero. Durante l’estate le ragazze della libreria hanno organizzato una bellissima serata all’aperto dove, mantenendo la distanza adeguata, abbiamo chiacchierato sotto le stelle delle letture del mese.

Se è vero che la lettura è un momento individuale dove ognuno di noi ama leggere in silenzio e in solitudine (per me è così), il Book Club continua ad essere per me un momento di aggregazione e di condivisione dove scambiare piacevoli chiacchiere, riflessioni e pensieri.

I libri del Book Club dei viaggiatori

Sono tantissimi e mi riservo di dedicare un post solo per loro. Abbiamo attraversato tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Giappone all’Europa. La maggior parte mi ha entusiasmato e mi ha fatto capire che il viaggio fisico compiuto dal protagonista in realtà è un viaggio dentro sé stessi, alla ricerca di qualcosa o qualcuno o per dare un senso alla vita.

Mi sento di menzionare uno dei primi letti di cui non ne avevo mai sentito parlare. Ad essere onesta non l’avrei neppure comprato in libreria. Invece mi è piaciuto molto. L’autore è  Christopher Morley e il titolo è “Il Parnaso ambulante. E’ la storia di Elena McGill, giovane donna di 39 anni, che vive nella fattoria di famiglia in Nuova Inghilterra. Un giorno compare in fattoria Roger Mifflin, un piccolo uomo dalla barba rossa alla guida di un Parnaso ambulante, una sorta di libreria viaggiante. Elena, frustrata della sua vita monotona e invidiosa del fratello che vuole essere “uomo di lettere”, compra il Parnaso per iniziare una nuova avventura. Inizia così a girare per le bucoliche campagne tra il Maine e la Florida con il nuovo parnaso accompagnata dal buffo Sig. Mifflin, professore e poeta per diffondere l’amore per i libri agli abitanti della zona.

Mi è piaciuto perché è un libro che parla di libri e termino con una citazione del libro:

Chiunque sappia indurre la gente di campagna a leggere qualcosa che valga la pena, rende: un vero servizio al suo paese”

Adesso, scappo perchè devo finire il prossimo libro del Book Club visto che la prossima settimana abbiamo l’incontro.

A presto,

Francesca

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Letture sulle Scozia: Una Vita da libraio

 

Cosa vedere a Vienna con bambini

Per rendere la nostra fuga a Vienna di pochi giorni ancora più avventurosa abbiamo deciso di raggiungerla in treno. Con una comoda cuccetta notturna siamo partiti da Firenze per arrivare a Vienna la mattina successiva. I bambini sono stati felicissimi di questa scelta. Poter dormire su un letto a castello, poter salire e scendere la scaletta un milione di volte, poter abbassare le tendine del vetro all’infinito, poter correre nel corridoio del treno felici come matti, e soprattutto poter fare la colazione sul vassoio la mattina successiva è stata un’esperienza che ricordiamo ancora con allegria e che i boys vorrebbero ripetere al più presto (noi un po’ meno!).

Viaggiare in treno con i bambini si è rivelata una scelta ottimale per vari motivi:

  • Nessuno ha dovuto guidare
  • Abbiamo eliminato il problema del traffico e della neve (viaggiando in inverno)
  • Nessun problema di parcheggio una volta arrivati a Vienna

Noi abbiamo viaggiato con le ferrovie OBB e per una cuccetta esclusiva per la nostra famiglia abbiamo speso 400 euro andata e ritorno a Vienna per due adulti e due bambini. Ci è sembrato un buon prezzo!

Appena arrivati alla stazione di Wien Hauptbahnhof, abbiamo subito avuto l’impressione di una città efficiente e sicura. Facile muoversi, facile mangiare, facile visitare i musei. Almeno questa è la nostra impressione che si è confermata durante i nostri tre giorni nella splendida capitale austriaca.

Che cosa vedere a Vienna con bambini?

Questa volta abbiamo voluto vedere ciò che potesse piacere ai nostri boys e che consigliamo a bambini di ogni età.

Naturhustorisches museum

Questo imponente museo si trova nel bellissimo edificio di Maria Theresien Platz. Pare sia uno dei musei di scienze naturali più belli al mondo e noi possiamo solo confermarlo. Abbiamo potuto osservare una vasta collezione di minerali, fossili e pietre preziose disposti in più sale. La sala dei meteoriti è una delle più antiche del mondo e si può osservare anche un esemplare proveniente da Marte. C’è anche una sala, dove è spiegata la formazione della terra con video a disposizione. Per rendere i bambini più partecipi, ci sono molte sale con giochi interattivi sulla genesi della Terra, sulle prime forme di vita e sulle cellule.

Il museo di storia naturale di Vienna

La sala con le ossa di dinosauro e gli scheletri sono le più emozionanti del museo. Lo scheletro gigante del Brontosauro sembra riportarci al film Una notte al Museo e sembrava che tutto a un tratto gli animali iniziassero a correre e saltare. Incredibile! Consigliamo questo museo a tutti

Zoom museum

Se vieni a Vienna con bambini, devi assolutamente visitare lo Zoom. Più che un museo, si tratta di uno spazio didattico per bambini dagli 8 mesi ai 14 anni.  A noi è piaciuto molto perché non è un museo tradizionale. E’ un posto magico, dove i bambini possono toccare, esplorare, sperimentare con tutti i loro sensi, fare domande e partecipare attivamente.

Lo spazio dello Zoom è suddiviso in 3 aree:

Zoom Ocean: per bambini da 8 mesi a 6 anni. E’ uno spazio gioco costruito secondo il tema dell’oceano con zone morbide, scivoli, un vascello e un sottomarino dove giocare liberamente. Qui i più piccoli sono liberi di esplorare una grotta d’acqua e una barriera corallina. Sul ponte della nave i bambini diventano l’equipaggio e possono creare le loro storie e giochi.

Zoom Studio è uno spazio ancora più creativo. In quest’area, i bambini da 3 a 12 anni lavorano con gli artisti per progettare, dipingere e costruire i propri capolavori. È un paradiso per arti e mestieri, dove si possono sperimentare varie tecniche per colorare, spruzzare, modellare e dipingere.

Noi siamo riusciti a iscriversi allo Zoom Studio e quel giorno era previsto un laboratorio di costruzioni di legno e grazie all’educatore che ci traduceva tutto in inglese, siamo riusciti a costruire due barche dei pirati con vela e galleggianti. I boys hanno potuto scegliere i materiali ben sistemati in grandi contenitori ordinati, tagliare il legno con i vari attrezzi, utilizzare la colla a caldo, vari martelli, taglierine e tanti altri strumenti per il fai da te. Al termine del laboratorio ogni bambino ha rimesso in ordine tutti gli attrezzi, materiali e cose non utilizzate, pulito il banco da lavoro e la postazione. Ogni pezzo di legno, polistirolo, plastica, cartoncino doveva essere rimesso nel suo recipiente per futuri utilizzi. Mi piace questa idea di recuperare qualsiasi cosa e dare responsabilità i bambini a lasciare in ordine per i laboratori successivi. Tutte le barche costruite sono state messe nella vasca d’acqua per verificare che riuscissero a galleggiare! Le nostre galleggiavano in modo traballante.

Zoom Animated Film Studio per bambini dagli 8 ai 14 anni: qui i ragazzi si trasformano in registi e possono addirittura ricreare i cartoni animati dentro un laboratorio multimediale con suoni in 3D.

Zoom Exhibition: questo spazio è dedicato ai bambini dai 6 ai 12 anni, dove possono sperimentare l’arte e cultura, rispondere alle grandi domande attraverso giochi, travestimenti, illusioni ottiche.

I boys erano entusiasti e ovviamente sarebbero voluti rimanere lì a fare altri laboratori. Qui hanno potuto scatenare tutta la loro fantasia e noi avere un po’ di riposo.

Lo Zoom è un museo a pagamento e conviene prenotare in anticipo (anche via internet) la propria visita.

Reggia di Schonbrunn

La prima cosa da vedere a Vienna con i bambini è senza dubbio Schombrunn. Costruito nel 17mo secolo, questo splendido palazzo è’ stato la residenza estiva della Famiglia d’Asburgo dal 1696 al 1918. Abbiamo dedicato un giorno intero a questa magnifica reggia che tanto ci ha ricordato Versailles e la consigliamo a famiglie con bambini di ogni età.

Consiglio di acquistare i biglietti on line perché ci sono sempre lunghe file. Noi non l’abbiamo fatto e abbiamo aspettato più di un’ora prima di raggiungere la biglietteria.

Abbiamo preso le audio-guide per visitare circa 40 stanze del Palazzo (in totale sono 1441!), Cerchiamo sempre di non prenderle perché temiamo che tutte quelle lunghe descrizioni e i dettagli dei vari oggetti possano annoiare i boys. Ma questa volta loro hanno insistito per averla. All’inizio erano entusiasti di vedere tutto quelle stanze enormi, sfarzosamente arredate, gli appartamenti imperiali con tutti gli arredi, i grandi lampadari e le porcellane. E’ facile rivedere la Principessa Sissi e Francesco Giuseppe durante le feste nel grandioso salone dei ricevimenti illuminato da due lampadari immensi. Dopo poco però, i boys hanno iniziato a stancarsi e per fortuna eravamo arrivati in fondo. Un palazzo meraviglioso!

Reggia di Schonbrunn con bambini

All’interno della Reggia, consiglio la visita del Museo dei Bambini www.kaiserkinder.at dove è possibile travestirsi con i costumi del 18mo secolo facendo finta di essere imperatore o imperatrice, poter  indossare buffe parrucche, cappelli e tutti gli accessori dell’epoca. Ma il nostro interesse era tutto per l’esterno della Reggia!

Come il palazzo è sfarzoso, elegante così il gigantesco parco è un insieme di giochi d’acqua, marmi, giochi di luce, vialetti, fontane e statue. Abbiamo deciso allora di passeggiare in questo splendido giardino per osservare la Voliera, la Casa delle Palme, l’Orangerie. Che posto splendido!

Dietro la maestosa fontana del Nettuno, abbiamo percorso la strada che porta alla Gloriette, una collina davanti alla Reggia da dove si può ammirare il palazzo in tutta la sua grandezza e splendore. Consiglio assolutamente questa passeggiata.

La parte del giardino che è piaciuta di più ai boys è stata senza dubbio il labirinto, che dopo tanti anni di abbandono è stato riaperto nel 1999. In realtà ce ne sono due e l’ingresso è a pagamento (5,50 euro), se non previsto dal biglietto acquistato per vedere la Reggia. Il labirinto copre una superficie di 2700 mq. Il labirinto ci incuriosisce parecchio. I boys li adorano. Sono impazienti di arrivare in fondo prima possibile. Questa volta abbiamo spiegato che si trattava di un labirinto molto grande. Ci avrebbe fatto paura? Avremmo perso i nostri punti di riferimento? Appena entrati, i boys sono impazziti: hanno iniziato a correre, ridere e a perdersi! Al termine del labirinto c’erano anche dei giochi per i bambini: una fontana interattiva, delle piastrelle da suonare con i piedi e degli specchi deformanti. Davvero carino

Accanto al labirinto c’è il fantastico parco giochi Labyrinthikon che consiglio. C’è un caleidoscopio, una macchina volante a forma di aquila, giochi di legno, spazio con la sabbia e altri giochi che li hanno appassionati e intrattenuti a lungo. Questo parco ha ingresso libero per cui ci offre la possibilità di poter stare tante ore. Noi abbiamo fatto il nostro immancabile pic nic e i bambini hanno giocato tutto il tempo nella bellissima area giochi accanto al labirinto.

E per chi avesse bisogno di altre informazioni o chiedere qualcosa, contattatemi senza problemi. Risponderò molto volentieri!

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A presto,

Francesca

 

Dove andare con i bambini alle terme in inverno

Immersi nelle temperature gelide di questi giorni, abbiamo deciso su due piedi di andare al caldo vicino a casa. Giovedì sera ho proposto al mio omone di tenersi pronto per un week end al caldo pieno di coccole, vicino a casa e spendendo poco. Lui si è subito tenuto pronto ovviamente. Ho pensato alle terme e questa volta ho preferito il Veneto. Le terme non sono più un luogo di vacanza solo per persone grandi. Ormai sono spesso mete di famiglie con bambini perché i vantaggi sono molteplici:

  • Sono rigeneranti per tutti
  • Ci sono spazi solo per bambini. Questo consente a noi genitori di stare tranquilli e a loro di divertirsi in spazi su misura, senza disturbare gli altri ospiti.
  • Spesso c’è il personale dell’hotel che si occupa dei bambini.
  • Ci sono pacchetti molto convenienti comprendenti pensione completa e un trattamento termale.

In fase di pianificazione del viaggio, dobbiamo scegliere bene la struttura più adatta alle nostre esigenze e all’età dei nostri figli.

Questa volta, all’ultimo momento (venerdì sera) ho prenotato una stanza quadrupla all’Hotel Columbia di Abano Terme per il giorno dopo e in meno di due ore sabato mattina eravamo già lì.

Ma che bello vedere per strada tutto il vapore che veniva fuori dalle vasche sparse qua e là. Per noi è stata la prima volta alle terme d’inverno con i boys e devo dire che è stata un’esperienza azzeccata. Consiglio le piscine termali ai bambini di tutte le età!

L’hotel che abbiamo scelto ha la piscina termale con altezza graduale e la piscina esterna. Noi abbiamo preferito stare all’esterno. Eravamo tutti felici di vedere tutto quel vapore che ci impediva addirittura di riconoscerci a pochissima distanza l’uno dall’altro. I boys sono impazziti a nascondersi tra le nuvole di vapore quando la temperatura esterna era sotto lo zero!

Certo, circondati dalle montagne ricoperte di neve, sarebbe stato senz’altro più affascinante ma devo ammettere che per una piccola fuga all’ultimo momento questa soluzione si è rivelata ottimale.

Terme in inverno con bambini

I boys si sono divertiti tantissimo e si sono comportati molto bene. Durante il viaggio li avevamo preparati a dove saremmo andati e cosa avremmo fatto. Le terme sono un posto dove le persone vanno per rigenerarsi e per trovare tranquillità. Gli abbiamo vietato qualsiasi rumore, schiamazzo o schizzo. E così hanno fatto: sono stati in ammollo in quell’acqua bollente con noi senza farsi riconoscere. Tutto quel vapore ci ha fatto dimenticare della merenda o di correre in bagno.

Abbiamo voluto fare anche il tentativo di portarli nella Grotta sudatoria, una sorta di bagno turco forse meno umido. Ma la temperatura elevata ha dato fastidio e dopo un minuto siamo usciti. Abbiamo fatto comunque anche questa brevissima esperienza!

Avete portato i vostri bambini alle Terme durante i mesi invernali? Fatemi sapere, sono curiosa!

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A presto,

Francesca

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