7 consigli per sopravvivere in casa con i bambini

Ripenso spesso al lockdown che ci costrinse in casa per molto tempo. Abbiamo vissuto tutti un momento storico difficile che ricordo con ansia e paura. Ho riscoperto però il piacere di casa e sono perfino sopravvissuta in una piccola casa con i bambini

Oltre a sfruttare quel periodo per riorganizzare al meglio i miei pensieri e le abitudini di famiglia, io e mio marito ci siamo abbastanza ingegnati per far trascorrere le giornate in modo divertente.

Rimanere in casa per settimane senza mai uscire è stato stressante per tutti, bambini compresi.

Come sopravvivere con i bambini in casa 24 ore al giorno?

Oltre a lavorare in smart working, noi mamme abbiamo avuto anche il compito di seguire i bambini con le lezioni di scuola e i compiti da svolgere.

Abbiamo pensato al loro disagio, alle loro paure e al cambiamento drastico di vita avvenuto senza preavviso. E questi sono i consigli su come sopravvivere con i bambini in casa e riorganizzare le abitudini di famiglia. Credo siano utili a tutti i genitori (escluso il n. 7!).

  1. PREPARARE UNA ROUTINE QUOTIDIANA

Abbiamo ricordato ai bambini che durante l’emergenza da Covid non eravamo in vacanza. Abbiamo parlato con i ragazzi, dandoli responsabilità sulla necessità di studiare a casa, visto il lungo periodo d’isolamento sociale.

Le cose da fare sono state: seguire il programma di scuola, fare i compiti e inviarli ai maestri. L’anno scolastico ddoveva continuare, almeno in parte.

Per fare in modo che l’anarchia non prendesse il sopravvento, avevo creato una routine quotidiana simile a quella della scuola, che ho poi attaccato in cucina in modo che fosse visibile a tutti.

Pic nic in casa

  1. COINVOLGIMENTO NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA GIORNATA

I miei boys volevano essere coinvolti nella programmazione degli impegni quotidiani. Per “impegni” intendo gli orari dei compiti, dello svago, della socialità e perfino sul menù. Il programma giornaliero attaccato in cucina non è sufficiente.

Sono molto interessati al menù del giorno (ci piace mangiare!). O meglio, poiché non sono capace di cucinare pur essendo una mangiona, ho preso il menu della scuola, ho fatto MOLTE modifiche e l’ho appeso in cucina in modo che loro possono consultarlo per sapere cosa è previsto per pranzo e cena. Poi abbiamo discusso sulle attività, sugli orari e sulla durata dei loro svaghi (tv, tablet etc.). Loro hanno fatto le loro proposte, io ho variato qualcosa.

Decidiamo poi i momenti sociali di famiglia: il gioco da fare tutti insieme (carte o gioco in scatola), quando fare la cena etnica settimanale, quando la serata dell’’aperitivo di famiglia e quando il cinema di famiglia.

Loro si sentono molto coinvolti ed io sono contenta.

  1. PREPARARE UNO SPAZIO DEDICATO

Quest’aspetto può non sembrare importante ma per me è fondamentale. Ho avuto la necessità di creare un’area della casa dove i bambini potessero studiare e stare tranquilli.

Noi 4 abitiamo in un piccolo appartamento e, quando siamo tutti e 4 in casa, è sorta la necessità di trovare uno spazio per ciascuno dove non ci fossero rumori né distrazioni. Avendo due figli alle scuole elementari che devono seguire la didattica a distanza, li ho naturalmente divisi in due stanze separate creando due aree di lavoro ben illuminate e tranquille.

Ogni bambino ha il suo personale modo e tempo di apprendimento per cui è importante che non sia disturbato né distratto, soprattutto dal fratello. Ho provato a farli utilizzare la stessa scrivania ma i contenuti didattici sono differenti, i metodi pure (uno ha audio lezioni, uno ha solo video) e litigavano anche per i libri o quaderni.

Io e mio marito ci dividiamo in modo che entrambi i bambini possono essere seguiti. Loro hanno la massima libertà nella scelta dello spazio per studiare: un giorno possono stare in terrazza, l’altro in camera oppure in salotto (poi basta perché la casa è finita!).

  1. MOMENTI DI SOCIALITA’

I bambini hanno bisogno di sentire i loro amici. Per questo, facciamo fare video chiamate via skype o whatsup per vedere i volti dei loro amici con cui possano chiacchierare. Spesso si scambiano i titoli di film che hanno visto o giochi che hanno fatto. Anche per quest’attività ho stabilito un tempo limitato.

Non voglio essere troppo permissiva perché, poiché i bambini torneranno a scuola a settembre (è il mio pensiero ovviamente), devono avere degli orari ben stabiliti altrimenti tornare indietro sarebbe molto difficile.

  1. UTILIZZO TV E TABLET

Sono sempre stata contraria alla tecnologia e in questi anni mi sono sempre attivata per spingere i ragazzi a leggere un buon libro piuttosto che piazzarsi davanti alla tv a vedere un cartone animato. Ultimamente però hanno piacere di vedere serie tv o film da “ragazzi”.

Abbiamo allora concesso di vedere 1 ora di tv dopo pranzo e 1 ora dopo cena. In alternativa alla tv possono utilizzare il tablet per fare dei giochi.

Ovviamente loro vorrebbero giocare molto più tempo ma credo che il tempo concesso sia più che sufficiente nell’arco delle 24 ore.

  1. COMPITI

Nel momento in cui la scuola ha attivato la didattica a distanza, il primo pensiero è capire i dispositivi a disposizione, poiché sia io che mio marito lavoriamo in smart working. Io lavoro sul mio pc portatile, mio marito sul suo tablet, il big boy sul pc fisso e il piccolo aspetta un dispositivo libero!

Ammetto che a me piace la didattica a distanza. Le lezioni sono ben fatte, le scadenze sono ben calendarizzate e l’invio dei compiti sul registro elettronico è abbastanza intuitivo e semplice. Ovviamente nel mio caso tutta quest’attività è da moltiplicare per 2.

A casa poi non ci sono distrazioni né compagni che chiamano. Noi possiamo seguirli accanto a loro senza intervenire né correggerli. Preferisco che sbagliano da soli. I maestri, tramite il registro elettronico, correggono i compiti.

  1. BERE UN BICCHIERE DI PROSECCO

Questa è la regola fondamentale. Ogni sera alle 19 io e mio marito ci davamo appuntamento in terrazza con un calice di prosecco e ci raccontavamo la giornata nei nostri 70 metri quadrati. E’ stato un momento carino, che siamo riusciti a mantenere anche dopo il Covid.

Mojito da asporto

Volevamo che fosse un momento solo nostro. E’ stato un piccolo lusso riuscire a stare tranquilli 10 minuti e raccontarsi un po’ le nostre emozioni di quello strano periodo nel nostro angolino.

Sono stupita da me stessa. Dopo l’iniziale periodo di pessimismo cosmico dei primi giorni di marzo 2020, mi sono poi imposta di ricavarmi almeno 2 ore al giorno per me. Che fosse per fare yoga (l’avevo appena scoperto), che fosse per scrivere per il blog o per una videochiamata, sono riuscita a ricavarmi questo bell’intervallo tutto per me. Grande!

E voi che cosa avete combinato in quel periodo?

Come è andata con i vostri bambini?

A presto,

Francesca

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O in sala di attesa dal pediatra?

Come trascorrere lunghe giornate in casa con attività diverse, lontano dagli schermi?

Abbiamo sempre avuto una passione per i giochi in scatola. Giochiamo tutti e 4 appena possiamo.

Monopoli, Battaglia Navale, Shangai, Domino e Mastermind ci hanno fatto compagnia ovunque: dall’aereo al treno, dalla terrazza al letto. La bellezza di questi giochi è che puoi utilizzarli ovunque, senza bisogno di tavoli o grandi spazi.

Se avete bambini dai 7 anni, ecco i miei consigli su giochi da fare in qualsiasi momento e luogo:

La Cucaracha Loop: tutti i maggiolini devono raggiungere il traguardo lanciando il dado. Attenzione al dado arancione e al gettone che possono creare qualche problema. E’ un gioco adatto anche a 5-6 anni.

I Dispettri: ogni giocatore deve sbarazzarsi dei fantasmi che ha nella propria mano e nella propria casa il più velocemente possibile. Ci sono 62 carte divise tra fantasmi comuni, impavidi, speciali e terrificanti. Il tabellone è il cimitero e il gioco si divide in due periodi distinti: prima e dopo la mezzanotte.

50 Rompicapi: sono rompicapi e indovinelli per mettersi alla prova e tenere allenata la mente. Ci sono 50 schede creative con indovinelli in varie materie, da risolvere utilizzando un pennarello cancellabile con l’acqua.

Minecraft Card Game: si deve accumulare un certo punteggio con carte Craft, Creeper e Dinamite. A ogni turno il giocatore può scegliere una delle seguenti attività: Estrazione (prende una carta dal mazzo), Prenotazione (si prende una carta Craft) o Crafting (tramite strumenti come piccone, spada, pala, zappa e ascia il gioco prosegue in varie direzioni).

Carte da dieci: è un gioco per gli amanti del calcio. Si devono realizzare i gol sfruttando azioni offensive (tiri, rigori, azioni d’attacco, etc.) o difensive (difensore roccia, portiere, etc.) preimpostate sulle carte. Emozioni e imprevisti di una vera partita di calcio.

Carte da gioco dai 7 anni

 

Carte Harry Potter: Ogni carta ha un punteggio di magia, astuzia, coraggio, temperamento e saggezza. I bambini possono utilizzare la fantasia per fare il gioco che preferiscono. Un gioco perfetto per i vostri bambini amanti del famoso maghetto.

La vita è più divertente se si gioca.(Roald Dahl)

Carte da Uno: si devono abbinare le carte per colore o per numero. Ci sono anche 32 carte speciali che permettono di saltare o invertire cambiando il gioco in ogni momento. Divertimento, astuzia e fortuna.

IQ: è un gioco anche per adulti! Si hanno a disposizione 120 sfide sviluppate su 3 differenti livelli di difficoltà. Stimola la visione spaziale, aiuta a sviluppare la logica e cercare strategie per disporre i pezzi sulla griglia indovinando la soluzione. Le difficoltà sono crescenti e sono ben descritte sul libretto d’istruzioni. Il gioco non è mai monotono e tiene i bambini impegnati per molto tempo.

Stimola tantissimo la visione spaziale, logica, la pre-visualizzazione di diverse soluzioni e il creare scenari “ad albero” di risoluzione dei problemi.

Giochi per bambini dai 7 anni

 

Supergoal: in un piccolo campo da calcio di stoffa, i giocatori devono tirare i dadi con le frecce. A ogni dado corrisponde un’azione di attacco e difesa. C’è anche il dado bianco che rappresenta il colpo del fuoriclasse. La partita dura 15 minuti.

Sono tutti giochi disponibili in formato tascabile o TRAVEL facilmente reperibili on line. Sono piccoli, leggeri, facili da aprire e comodamente trasportabili ovunque grazie alle confezioni di plastica.

Vantaggi di questi giochi per bambini dai 7 anni:

  • Aiutano a sviluppare la pazienza;
  • Stimolano a studiare le mosse dell’avversario;
  • Aiutano a concentrarsi sulla prossima azione.
  • Tengono i bambini impegnati per molto tempo.

E con un po’ di astuzia, fortuna, un minimo di strategie questi giochi sono molto divertenti e adesso sono sempre con noi, nello zaino giochi che portiamo ancora ovunque, nonostante i boys stiano crescendo.

Avete qualche gioco da suggerire? Scrivetelo nei commenti.

Buon divertimento!

A presto

Francesca

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Aspassoconiboys compie 1 anno: 18 cose che non vi ho detto di me

Il 1° marzo 2020 il mio blog ha compiuto 1 anno

TANTI AUGURI A ME!

Sono già passati 12 mesi da quando ho premuto per la prima volta il tasto “pubblica “articolo.

E’ arrivato il momento di raccontarvi qualcosa di me che ancora non sapete:

  1. Io e mio marito siamo nati lo stesso anno.

Io e il mio omone siamo nati entrambi nel mitico 1972. Io sono un Sagittario, lui un Toro. Mi piace un sacco avere la stessa età.

  1. Siamo entrambi nati a Firenze e sempre vissuto a Firenze.

Siamo entrambi fiorentini doc nati in famiglie fiorentine da generazioni. E di questo ne vado fiera. Poi, mentre cercavamo il nostro nido d’amore nel lontano 1999, abbiamo trovato un piccolo appartamento a pochi km dal capoluogo toscano e in seguito ci siamo spostati ancora. Il nostro punto di riferimento è sempre Firenze, citta che amiamo molto.

  1. Quando sono arrivata in chiesa, lui non c’era.

Avete letto bene! I mesi precedenti il matrimonio, Iacopo scherzava sul fatto di non presentarsi in chiesa il grande giorno. Alla fine è andata così. Appena arrivata in chiesa, Iacopo si era allontanato con il prete in Sacrestia e il fotografo uscì in fretta dalla chiesa per dirmi di non scendere dalla macchina perché Iacopo non c’era, senza dare altre spiegazioni.

Solo a scrivere queste poche righe, mi scendono i lacrimoni. Il ragazzo che guidava ha fatto retromarcia e siamo andati a fare un giro per le strade del Chianti. Io piangevo a dirotto (con tutto il trucco colato) e il mio babbo cercava di tranquillizzarmi. Ovviamente Iacopo era molto presente.

Il risultato è stato che non ho mai sorriso in tutta la giornata per lo spavento. Ho iniziato a rilassarmi solo il giorno dopo in aereo. Ovviamente non ho più rivolto la parola al fotografo che aveva diffuso quella notizia falsa e tendenziosa!

  1. 32 cm di differenza in altezza

Tra me e mio marito ci sono 32 cm di differenza in altezza. Io sono bassa 160 cm e lui alto 192 cm. Io indosso spesso le scarpe con il tacco che aiutano un po’ a limare questa differenza. Non possiamo ballare il tango ma per il resto possiamo fare tutto!

  1. Mentre stavamo adottando due bambini cileni, sono rimasta incinta.

Nel 2008 abbiamo iniziato il percorso dell’adozione internazionale di due figli minori. E’ stata una strada lunga, in compagnia di assistenti sociali e psicologi che ci hanno analizzato per un intero anno. Noi, per svariate ragioni, avevamo scelto che i nostri figli provenissero dal Cile. E così, dopo aver ottenuto l’idoneità da parte del Tribunale dei Minorenni di Firenze, abbiamo preso un volo per andare a festeggiare. All’inizio del 2010 in attesa di partire per il Sudamerica per andare a prendere i nostri figli, abbiamo scoperto di aspettare Riccardo il nostro primo boy. Una gioia immensa. All’epoca la legge italiana non permetteva l’adozione di bambini più grandi di quelli naturali per cui abbiamo interrotto il percorso (credo sia ancora così). Dopo 1 anno e mezzo dall’arrivo di Riccardo, è arrivato il vero tornado di casa, Niccolò che adesso ha quasi 8 anni.

I nostri 32 cm di differenza in altezza

  1. Ci siamo conosciuti ai boy scout

Entrambi iscritti al mitico gruppo degli scout CNGEI di Firenze (dove adesso il nostro figlio grande è un lupetto), stavamo facendo i capi reparto e, tra una riunione e l’altra, mentre stavamo costruendo un forno con un barile, è scoccata la scintilla. Dopo 28 anni siamo ancora insieme. Grande Iac!

  1. Ho conseguito la vecchia laurea magistrale.

Ne vado orgogliosa. Sia perché mi sono laureata a 24 anni sia perché la laurea magistrale quinquennale non esiste più sia perché me la sono pagata da sola lavorando come una matta. Solo noi grandicelli possiamo ricordarcela.

  1. Sono stata operata 2 volte

La prima operazione è stata l’ernia ombelicale nel 2015, mentre la seconda è avvenuta nel 2018 per un distacco di retina all’occhio destro. Con l’occasione mi hanno operato anche la cataratta.

Al momento la situazione è la seguente: ho la cataratta primaria all’occhio sinistro (non operato), la cataratta secondaria all’occhio operato e l’opacizzazione del cristallino. Ho pure l’alluce valgo. Credo sia il caso di chiamare Villa Il Buon Riposo per prenotare un posto!

  1. Mi tingo i capelli dal 1995

Ebbene sì. Rientro in uno dei casi di persone imbiancate presto. Ho iniziato a tingere i capelli bianchi nel lontano 1995. Al momento devo fare la tinta ogni 14-15 giorni e non ho più ricrescita di capelli scuri ma solo bianchi. Sono un disastro (vedi punto sopra)!

  1. Un lama ha tentato di rubarmi le patatine

Mentre eravamo in Perù al Canyon del Colca, ci siamo fermati a un piccolo punto di ristoro ed io ovviamente ho comprato patatine (ne mangio un pacchetto al giorno). Pian piano mi si è avvicinato un lama che ha infilato il suo muso nel pacchetto. L’ho guardato inferocita e me ne sono andata. NESSUNO DEVE MANGIARE LE MIE PATATINE!

  1. Stiamo insieme da quasi 30 anni

Nel 1992 ci siamo messi insieme, nel 2002 ci siamo sposati (lo stesso giorno in cui ci siamo messi insieme). Dopo 2 figli tanto desiderati (vedi punto 5), siamo ancora qua (eh già) e finalmente abbiamo ripreso a viaggiare.

  1. I miei figli sono nati entrambi il giorno 3

Riccardo è nato il 3 settembre e Niccolò il 3 giugno. 21 mesi esatti di differenza.

I boys sono nati entrambi il giorno 3, a 21 mesi esatti di distanza

  1. Nel 1988 ho tentato di scavalcare il muro di Berlino.

Mi trovavo a Berlino ovest con amici ma non mi era chiara la situazione politica (anni di liceo buttati via). Non capivo perché c’era la guardia su una torretta per controllare che nessuno provasse ad andare dall’altra parte. Io ho detto che volevo andare al di là del muro (mimando il tutto con le mani perché non conosco neppure una parola di tedesco) e la guardia mi ha puntato il fucile. Ho capito che non era il caso.

  1. Ho conosciuto i miei migliori amici in viaggio

Le persone che amano viaggiare sono straordinarie. Io ho avuto la fortuna di incontrare grandi amici in Kenya nel 2004.

Nonostante ci sentiamo poco e ci vediamo raramente, mi piace stare con loro perché sono persone intelligenti con grandi teste pensanti. Trascorrere il tempo con loro mi dà un grande beneficio, sia perché mi occorre ogni volta un quaderno per appuntare nuove idee e spunti di riflessione, nuovi titoli di libri o film, nuovi posti dove andare o nuove ricette; sia perché stiamo proprio bene in loro compagnia.

Dopo averli incontrati, ho sempre una nuova energia di fare e progettare (manca poi la messa in pratica ma questo è un altro discorso).

  1. Ho 2 tatuaggi

A 40 anni ho tatuato le due iniziali dei boys (RN) sull’interno della caviglia sinistra e 4 anni dopo ho tatuato le stelline sul dorso del piede destro. Le avevo viste sulla schiena di Rhianna e ho deciso che sarebbero state bene anche a me!

  1. Ho perso 10 kg in un anno

Era l’anno 2014 e, grazie a una collega molto attenta alla linea e ai sani stili di vita, ho iniziato a correre. Non ho mai cambiato la mia alimentazione, però correvo per almeno 1 ora sei giorni la settimana. E sono riuscita a perdere 10 kg. Stavo benissimo! Questo benessere è durato fino a maggio 2016 quando ho scambiato lavoro e gradualmente ho smesso di correre. Risultato? Ho ripreso tutti i 10 kg (e forse anche qualcuno in più), che al momento riposano sereni sui miei fianchi e il mio sederone.

  1. Sono vegetariana

Sono vegetariana dal 2018. Cucino la carne (pochissima) per i miei 3 uomini ma non la mangio. E neppure il pesce. Ai miei figli ho spiegato che ne ho mangiata troppa senza addentrarmi in discorsi etici. Quando saranno grandi decideranno la loro alimentazione.

Ho provato anche la dieta vegana per un mese, ma ho fatto fatica a cucinare. Al momento mangio pasta e dolci. Forse è per questo motivo che sono ingrassata???

  1. Covid-19

In pieno periodo del Corona Virus, sono andata dal mio parrucchiere cinese che ho trovato pieno di clienti. Quindi, statemi lontano per le prossime due settimane!

Avrei ancora tante cose da svelare su di me. Ma le lascio per il prossimo post.

Ringrazio tanto chi mi segue, chi mi aiutato con il blog e chi inizierà a seguirmi d’ora in poi.

Ringrazio i miei tre boys che sono quotidiana fonte d’ispirazione.

Grazie per aver letto fin qui. Se vuoi saperne più di me, leggi la mia storia qui.

A presto,

Francesca

5 motivi per cui mi piacciono le piccole librerie di legno

Adoro le piccole librerie di legno in mezzo alla natura dislocate in giro per il mondo.

Adoro il fatto che qualcuno le abbia costruite aguzzando il suo ingegno o abbia dato nuova vita a un oggetto ormai in disuso trasformandolo in piccola libreria pubblica.

Adoro trovare quelle piccole casette di legno in giro per le città o nei boschi e che qualcuno le abbia dipinte con amore, le abbia riempite di libri e messi a disposizione gratuitamente per gli abitanti della zona (bookcrossing).

Quando ne incontriamo una, i miei bambini mi fanno subito notare: “Mamma, c’è la casetta con i libri!”. Che bello vedere il loro entusiasmo di andare ad aprire la piccola scatola di legno e sbirciare dentro.

All’estero è molto diffuso vedere le free public library e il fenomeno del bookcrossing ha preso piede in città, campagne e villaggi. Anche noi le abbiamo viste soprattutto in giro per l’Europa. Spero che si diffonda presto anche da noi.

 

Perché mi piacciono le piccole librerie di legno che si trovano per strada?

Lo scopo è di diffondere l’amore per i libri e incoraggiare a leggere di più. Mi piace l’idea che in quella piccola casetta ci sia un libro da poter leggere gratuitamente e riportarlo una volta letto.

  1. I libri sono a portata di mano. Pensate a chi porta fuori il cane, a chi va a fare sport, a chi va a fare una passeggiata o chi semplicemente va a prendere una boccata d’aria fuori e a un certo punto si trova questa casetta piena di libri. La curiosità lo spingerebbe sicuramente ad aprire lo sportellino per vedere cosa c’è dentro. E poi sono fermamente convinta che si sia più invogliato a leggere se il libro è disponibile e veloce da prendere. Pensate ai bambini che giocano ai giardini e trovano qualche libro colorato a disposizione! Anche questo sicuramente li invoglia a leggere.
  2. Sono libri gratis. Chiunque può prendere un libro osservando semplici regole di buon senso e civiltà. Lo so che ci sono le biblioteche comunali con una grandissima varietà di libri messi a disposizione della popolazione gratuitamente, ma la casetta colorata in mezzo al bosco o il vicino a casa invoglia sicuramente di più l’abitante della zona ad andare a curiosare.
  3. Le piccole librerie creano socialità. Sono convinta che questo evento crei interesse e curiosità. I vicini di casa o gli altri abitanti del quartiere possono ritrovarsi nello stesso momento alla libreria per scegliere il volume, piuttosto che riportare uno già letto o solo per scrivere qualche osservazione sul guest book messo a disposizione all’interno della casetta.
  4. Le piccole librerie danno nuova vita a vecchi oggetti. Qualcuno ha riciclato un vecchio frigorifero riempendolo di libri a disposizione della comunità; piuttosto una vecchia cabina del telefono. Credo che siano idee grandiose sul riutilizzo di cose ormai cadute in disuso ed è un messaggio green.
  5. Le piccole librerie stimolano la curiosità. Sarà per la forma carina della casetta di legno, sarà per i colori accesi, sarà per la posizione in cui sono messe. Sta di fatto che a me viene sempre la voglia di avvicinarmi, fotografarla e aprire lo sportellino per vedere i titoli disponibili o i commenti degli utenti sul guest book. W la sana curiosità!

Tra tutte le casette di libri che ho scovato in giro sicuramente quella di Ribeauville nella regione dell’Alsazia in Francia, è stata la più bella. Si tratta del vecchio ufficio postale decorato con degli splendidi murales dedicati ai libri. C’è una piccola stanzina dove, oltre ai libri c’è un piccolo leggio dove lasciare i propri commenti.

Adoro questa iniziativa al punto di aver scritto al Sindaco del comune dove risiedo per chiedere autorizzazione di installare una piccola libreria nei giardini pubblici davanti alla mia casa.  Vediamo se la mia proposta avrà seguito.  Vi terrò aggiornati

E voi avete mai trovato piccole librerie di legno in giro per il mondo? Fatemi sapere perché sono molto curiosa.

A presto,

Francesca

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Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)

 

I nostri viaggi nel 2019: cosa ci è piaciuto di più e di meno

Il nostro 2019 è stato l’anno della rinascita. L’anno in cui abbiamo iniziato a viaggiare di nuovo sul serio. O meglio, l’anno in cui abbiamo appassionato i nostri boys ai viaggi.

Anno in cui abbiamo viaggiato molto, abbiamo visto posti vicino casa di cui non avevo sentito parlare, abbiamo volato lontano e abbiamo goduto delle piccole perle della nostra penisola.

E queste sono le nostre emozioni che vogliamo condividere con voi:

L’alba più bella

Sicuramente quella di Tulum in Yucatan. Svegliarsi prestissimo e ancora tutti in pigiama ci siamo accoccolati sulla spiaggia di fronte alla nostra camera. Lì abbiamo aspettato il sole che faceva capolino timidamente. Tutti e quattro insieme, ancora addormentati, dall’altra parte del mondo a gioire di quello spettacolo. Oh yeah!

Il viaggio più bello on the road

Sicuramente la Scozia. Abbiamo fatto questo viaggio per me e mio marito, trascurando un po’il fatto che c’erano i due boys con noi. Durante i lunghi tragitti in auto, rapiti da quei paesaggi rilassanti, ci fermavamo ogni 5 minuti per scattare foto e per ammirare quei luoghi splendidi. Sicuramente da tornare per vedere tutto il nord della Scozia, che dovrebbe essere ancora più emozionante e meno turistico. Qualcuno è stato alle Orcadi o Ebridi?

La più bella città visitata

Torino. Ebbene sì non l’avevamo mai visitata. Siamo rimasti colpiti dall’eleganza e dalla pulizia della città (almeno il centro!), dal Museo del Cinema e dal Museo Egizio. Abbiamo scoperto tante residenze reali (da visitare per bene), regge e palazzine di caccia dislocate su un territorio ricco di storia.

Il posto più insolito

Ce ne sarebbero tanti da nominare. Il Parco delle Sculture del Chianti, a due passi da casa e scoperto per caso, mi ha conquistato. La fantasia e l’ingegno di artisti internazionali hanno creato a opere meravigliose, originali e strane. Dalle sculture giganti, al cipresso di vetro, la coda di balena, l’arcobaleno spezzato, la chiglia della nave o la foglia di vetro. Tutte queste opere hanno rappresentato la perfetta integrazione tra arte e natura. Ai boys è piaciuto molto correre nel bosco tra un’opera e l’altra per cercare di capire il significato o solo per vedere com’era stata costruita.  Avete visto altri posti con opere strane?

Merita di essere menzionato anche il Centro Geografico d’Italia.  Di ritorno da una visita spettacolare a Narni sotterranea, abbiamo trovato indicazioni per questo strano posto. Per soddisfare la nostra curiosità abbiamo così scoperto una pietra in mezzo ad un bosco abitato da folletti. Questa pietra rappresenta l’esatta posizione, in longitudine e latitudine, del centro della nostra penisola. Che strana sensazione trovarsi proprio al centro dell’Italia!

L’esperienza più paurosa

Il Labirinto della Masone vicino a Parma. Siamo partiti da casa con l’obiettivo di perderci dentro questo labirinto fatto di canne di bambù dislocate per 3 km. Abbiamo provato a percorrerlo tutto cercando la via di uscita ma non ci siamo riusciti! Abbiamo allora usato la cartina consegnata all’ingresso. Una piccola sconfitta per dei boy scout come noi!

L’esperienza più strana

Easdale in Scozia. Easdale è l’isola che abbiamo visitato la scorsa estate e fa parte del gruppo delle Ebridi Interne. Abitata da 52 persone, l’isola non possiede strade né auto né negozi. E’ stata un’esperienza forte e unica che ci ha offerto grandi argomenti di discussione. Potremmo noi vivere in un posto così isolato?

 

La più bella scoperta

Non conoscevo le Marche. Quando abbiamo visto le Gole del Furlo in un programma di tv, ci siamo organizzati e di lì a poco siamo partiti per questo spettacolo della natura. Abbiamo visitato un bellissimo canyon naturale con acqua color smeraldo e pieno di varie tipi di uccelli e piante.

L’esperienza più rilassante

Le terme all’Hotel Columbia ad Abano. In quei giorni faceva parecchio freddo con temperature sotto lo zero e a metà settimana ci è venuta voglia di fuggire al caldo. Così, su due piedi, il venerdì si prenota per il giorno dopo. Devo ammettere che è stato fantastico uscire dalla camera in accappatoio e ciabatte e andare nella piscina caldissima e piena di vapore dove ci siamo rilassati per due giorni. Assolutamente da fare!

Una piacevole conferma

Senza dubbio Bruges in Belgio. Dopo dieci anni dalla mia prima visita qui questa cittadina medievale e fiabesca è stata una piacevole conferma. Se il posto è bello, voglio tornare a rivederlo. A Bruges ti puoi perdere tra i canali, tra gli scorci pittoreschi, tra i quattro mulini a vento del 13mo secolo e nel magico centro storico. Anche se il mio posto preferito è senza dubbio il Begghinaggio. Un posto isolato da tutto e tutti, un luogo silenzioso dove il tempo si è fermato. Correte a prenotare un volo per Bruxelles Charleroi e da lì in meno di 2 ore siete a Bruges!

Il museo più bello

Il Museo Egizio di Torino. Avevo visto quello al Cairo vent’anni fa e ne ero rimasta colpita. Questa volta, insieme ai boys, è stato più avvincente. A rendere molto piacevole la visita, è stato il Family Tour scelto nell’audioguida, un percorso studiato per bambini della durata di 90 minuti (a noi sono volute 3 ore!). Il nostro compito, guidati dalle piacevoli voci degli antichi egiziani Kha e Meriti, era di ritrovare la gattina Miù nascosta nel museoConsiglio il Family tour a chi visita il museo con bambini.

 

Il posto più bagnato

Tulum in Yucatan. Mentre stavamo visitando le rovine Maya a Tulum, il cielo ha cambiato colore ed è iniziato a piovere. Prima qualche goccia, poi sempre più intenso fino ad arrivare un vero tornado. Siamo riusciti a ripararci sotto il tetto di un piccolo negozio di souvenir ma l’acqua era troppo forte. Infatti, si è creato un fiume di acqua sotto i nostri piedi. Completamente bagnati, infreddoliti e un po’ impauriti (c’erano parecchi fulmini) abbiamo raggiunto il taxi che ci ha portato in albergo. Arrivati qua, abbiamo scoperto con rammarico che il forte tornado era penetrato anche nella nostra camera bagnando tutto. Dopo poco è spuntato il sole che ha asciugato tutto (ci siamo parecchio arrabbiati però).

Il cibo più buono

Le Tapas a Barcellona. Sono finita per caso a Celler de Tapes Edar in Carrer Cerdenya 211 di ritorno dalla Sagrada Familla. Si mangiano ottime tapas e tortillas. Il proprietario, José, è stato molto gentile e appassionato. Ci portava continuamente assaggi (tra cui anche ottime polpette) per terminare con un fantastico vermut (prima volta per me), fatto da lui secondo antiche ricette piemontesi. E’ un posto tranquillo, non turistico e frequentato da persone del quartiere. Andateci!

Per quanto io sia vegetariana, sono obbligata a menzionare gli ottimi salumi mangiati dai miei uomini alla Locanda del Culatello di Soragna (PR) in occasione della nostra visita alla Rocca di Fontanellato. I miei boys hanno apprezzato i vari tipi di salumi della zona (salame di Felino, Nebbione e culatello) e le costolette. Io comunque ho gustato delle ottime lasagne ai carciofi. Assolutamente imperdibile. Una cena qui, abbinata alla visita degli splendidi castelli della zona, vale un viaggio.

Il posto più strano dove abbiamo dormito

In una botte di legno a Loch Ness. E’ stata un’esperienza unica che è piaciuta moltissimo ai bambini. La botte si trova all’interno di un piccolo campeggio immerso nel bosco sopra il Lago di Loch Ness. La sistemazione è molto semplice e dobbiamo adattarci alla mancanza di comodità: materassino sul pavimento, un’unica presa di corrente e una piccola luce. Assolutamente da fare per chi vuole dormire in un posto diverso da solito.

Cosa NON ci è piaciuto nel 2019

Le alghe in Messico. Prima di prenotare questo viaggio, avremmo dovuto studiare meglio la situazione delle alghe. Purtroppo tutta la riviera Maya è invasa da queste alghe scure che sono in quantità abbondante e incontrollabile, dovute all’inquinamento del mare e all’aumento della temperatura dell’acqua. Peccato perché il mare sarebbe veramente splendido!

Le terme di Sorano (GR). Premetto che la struttura è molto bella ed elegante e che mi sono innamorata della piscina immersa nel bosco denominata il Bagno dei Frati. La troppa gente in acqua e la temperatura esterna altissima hanno reso questa esperienza non piacevole. Io devo andare alle terme durante l’inverno con il clima gelido esterno e l’acqua della piscina caldissima.

Avete voglia di raccontarmi esperienze strane nel vostro 2019? Sono molto curiosa di conoscerle. Potrebbero essere spunti per i prossimi viaggi.

Grazie per aver letto fin qui.

Francesca

“La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte” (Omar Khayyam)

“Con questo articolo partecipo al concorso #unblogalmese del mese di gennaio 2020 indetto dal blog Trippando

Come viaggiare spesso con famiglia e con un lavoro full time

Come facciamo a viaggiare in quattro con un lavoro full time?

Questa è una domanda che mi è posta spesso. Vi svelo i trucchi che utilizzo con i miei tre boys, premesso che riguarda chi ha un impiego da lunedì a venerdì e chi lavora vicino a casa.

Sfruttare tutte le festività

Cerchiamo di attaccare qualche giorno alle festività nazionali prenotando in anticipo (questa regola vale sempre!). Ad esempio per il 2020 possiamo contare già una decina di giorni di vacanza attaccate ai giorni festivi. Se riusciamo a rientrare al lavoro il 7 gennaio 2020, abbiamo già i primi 6 giorni dell’anno da sfruttare (avendo prenotato almeno 6 mesi fa!). Poi c’è Pasqua (12 aprile) che potrebbe permetterci di avere 3 o 4 giorni di ferie. A fine aprile possiamo prendere dei giorni per attaccarli al ponte dell’1 maggio che cade di venerdì. Subito dopo il 2 giugno è martedì. Se riusciamo a prendere lunedì 1 giugno, possiamo fare una mini vacanza di 4 giorni (30 e 31 maggio, 1 e 2 giugno). Abbiamo poi il Santo Patrono che potrebbe essere attaccato a un week end. In totale sono già 10 giorni.

Aggiornamento: ovviamente con la pandemia da Covid 19, i nostri programmi sono stati fortemente ridimensionati, dando precedenza alle gita fuori porta e in Toscana.

Mi rendo conto che in questo modo ci troviamo a viaggiare nei periodi di maggior afflusso e più costosi, soprattutto per una famiglia di 4 persone come la nostra, ma se prenotiamo con tanto anticipo, possiamo trovare il modo di risparmiare. Questo ci permetterà di vedere un altro pezzetto di mondo e di viaggiare spesso.

Fare lunghi weekend

Questa è la soluzione che preferisco, sia perché è la più economica per noi, sia perché c’è poco caos. Se lavori full time da lunedi a venerdi, hai sempre il week end libero. Poter scegliere un qualsiasi week end dell’anno e attaccare due giorni sono un grande lusso per noi. Solitamente in mesi come gennaio o febbraio troviamo pochissima gente in giro ed è molto piacevole vedere posti nuovi. Non ci spaventano né il freddo né le giornate corte. Inoltre, in questo modo, possiamo decidere all’ultimo momento dove andare senza dover prenotare mesi prima.

Fare spesso piccoli viaggi

Con i boys cerchiamo sempre di andare via un week end il mese. Che sia per curiosare in un museo della nostra regione o che sia per fare un po’ di chilometri in più, cerchiamo di andare via almeno una fine settimana il mese, ogni mese dell’anno. Per noi è facile perché abitiamo in Toscana e siamo circondati da meraviglie dal punto di vista culturale, artistico, gastronomico, paesaggistico. Abbiamo veramente l’imbarazzo della scelta sulla meta. Non dobbiamo per forza prendere un aereo per viaggiare! Riuscire ad andare via spesso porterà dei benefici sul vostro lavoro. Queste piccole fughe sono una boccata di ossigeno e vi permettono di tornare al lavoro più felici, pensando già alla meta successiva.

Viaggi vicino casa

Vicino a dove abitiamo ci sono tesori nascosti che neanche immaginiamo. Iscriviamoci alle newsletter del nostro comune, provincia, associazioni dei musei, eventi per famiglie in modo da poter essere aggiornati su ciò che di bello c’è vicino a noi. Io abito in Toscana e vi assicuro che ci sono mille posti ancora da vedere e che non conosco. Recentemente ho scoperto il Parco Archeominerario di Campiglia Marittima, dove i boys si sono divertiti un sacco a esplorare la miniera con il caschetto! Consiglio inoltre di studiare gli itinerari per turisti della propria città o dei posti vicino a noi e vi accorgerete di quante curiosità ci sono da vedere.

Un weekend il mese

Con i boys cerchiamo sempre di andare via un week end il mese. Andiamo a vedere un borgo antico, un museo, un parco, un fiume, un lago o una città. Abbiamo così tanto da vedere in Italia, che abbiamo l’imbarazzo della scelta. La regola che ho imposto (w la democrazia) è di andare via almeno un fine settimana il mese, ogni mese dell’anno da gennaio a dicembre.

Programmi veloci

Io e mio marito abbiamo un passato nei boys scout e questo ci ha permesso di essere molto pratici, soprattutto negli spostamenti, negli alloggi durante i viaggi e dello zaino da fare (noi viaggiamo solo con quello). Ci adattiamo facilmente e velocemente. Se lavori full time e vuoi viaggiare spesso, devi un pò adattarti. Noi decidiamo il mercoledì la meta per la fuga del week end. Cerchiamo la destinazione tra quelle segnate sul mio quaderno dove scrivo tutti i luoghi che mi piacerebbe visitare. A quel punto ci mettiamo alla ricerca di una sistemazione per dormire per una camera quadrupla a prezzi economici. Da lì butto giù un programma di massima delle cose da vedere che poi è modificato in itinere, sulla base della stanchezza dei boys, del tempo e della voglia. Preparo i 4 zainetti e in mezzora si parte!

Viaggiate, scoprite, esplorate con i vostri bambini. Vedere il mondo con i loro occhi è una gioia immensa.

Avete qualche consiglio per riuscire a viaggiare più spesso, con un lavoro e una famiglia?

Grazie per aver letto fin qui.

A presto

Francesca

“Con questo articolo partecipo al concorso #unblogalmese del mese di dicembre 2019 indetto dal blog Trippando

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Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.   (Jack Kerouac)

Viaggiare con bambini con solo il bagaglio a mano

Come può una famiglia di 4 persone viaggiare in aereo con il solo bagaglio a mano?

Questa è una domanda che mi è posta di continuo. Noi viaggiamo solo con il solo bagaglio a mano, fino a una settimana di vacanza. Io, mio marito e i due boys. Ormai è un metodo collaudato da anni che ci serve a viaggiare più facilmente e a essere responsabili di cosa portiamo, evitando il superfluo.

Com’è possibile? Ecco qui i nostri consigli salvaspazio:

  • Regole sul bagaglio a mano. Per prima cosa dobbiamo accertarsi delle regole sul bagaglio a mano! Noi voliamo di solito con Ryanair le cui regole sono rigide, ma ahimè ci siamo adeguati. Possiamo portare a bordo solo 1 bagaglio piccolo (40 x 20 x 25) che riusciamo a inserire sotto il sedile di fronte a noi e per adesso non abbiamo avuto difficoltà.
  • Scegliere la valigia giusta. Secondo me questo è l’aspetto fondamentale. Il bagaglio a mano ideale dovrebbe durare a lungo ed essere molto capiente. Per questo noi usiamo solo zaini. Siamo ex boy scout, molto minimal e pratici. Gli zaini sono morbidi e facili da portare, anche per i bambini. I trolley sono molto più rigidi e ingombranti. Robusti e impermeabili, gli zaini sono pieni di tasche e scomparti, dove mettiamo di tutto. Arrotoliamo i capi e li infiliamo negli scomparti o tasche. Noi solitamente usiamo quelli da 40 litri. Ricordiamoci di fare attenzione alle misure. Per noi 2 cm non sono niente, ma per la compagnia aerea può essere “fuori misura”, imbarcando il nostro bagaglio in stiva con una spesa maggiore!
  • Liquidi. Tutti ormai siamo consapevoli che il limite sono 100 ml. Noi solitamente utilizziamo le bustine monouso di crema, shampoo e balsamo, accumulate durante l’anno e che spesso sono regalate sulle riviste. Per l’igiene orale portiamo gli spazzolini. Appena arrivati a destinazione, compriamo subito dentifricio, deodorante e bagnoschiuma sufficienti per una settimana. Credo che questo sistema sia veramente pratico e applicabile ovunque.
  • Scarpe. Per un viaggio di una settimana portiamo un solo paio di scarpe di ricambio. Scegliamo sempre quelle da ginnastica da mettere nello zaino e gli scarponcini più ingombranti e pesanti che indossiamo alla partenza. Sono calzature che vanno sempre bene, sia si debba camminare su un sentiero che per le strade di una città.
  • Abbigliamento alla partenza. Poiché la mancanza di spazio è il nostro peggior nemico, è fondamentale che al momento della partenza indossiamo sempre gli abiti più pesanti e a strati: maglietta a maniche lunghe, maglione pesante, cappello, sciarpa, guanti, giacca a vento, scarponcini.

Anche i boys ormai si sono abituati ad avere tutto a portata di mano e di essere maggiormente responsabili sulle loro cose.

I vantaggi di viaggiare solo con il bagaglio a mano sono molteplici:

  • Velocità nell’imbarco sul volo.
  • Meno bagagli si hanno, meno bagagli perdiamo.
  • Aver tutto a portata di mano in aereo.
  • Nessuna attesa per ritiro bagagli.
  • Nessuna probabilità che la compagnia aerea perda il nostro bagaglio.
  • Nessuna preoccupazione che il nostro bagaglio sia danneggiato.
  • Maggiore facilità di salire sugli autobus o treni.
  • Maggiore facilità e velocità nel preparare il bagaglio.

Per fare un esempio pratico, il nostro bagaglio a mano (uno per ciascuno) per una settimana in inverno (in estate è più facile perché gli indumenti sono più leggeri) è composto di:

  • 2 paia di pantaloni
  • 2 magliette a maniche lunghe
  • 1 maglione o pile
  • 1 pigiama
  • 2 paia di calzini
  • 6 paia di mutande
  • 1 paio di scarpe
  • Spazzolino
  • Quaderno e penna
  • Giochi formato travel

Io e mio marito ci dividiamo anche la macchina fotografica, batterie di ricambio, carica batteria, 1 tablet, libri per me e i boys, kindle per mio marito (che aiuta a salvare spazio) e i documenti di viaggio (passaporti, prenotazioni, guide etc.).

Vi assicuro che tutto questo entra in uno zaino! Ognuno ha il suo con tutto ciò che occorre per stare fuori fino a una settimana di vacanza. Questo metodo ci aiuta a capire quante cose superflue portiamo. Alzi la mano chi non è mai tornato a casa con vestiti mai indossati? Io un sacco di volte! Tutti noi portiamo sempre quel particolare capo pensando che potrebbe servire. Non è vero! Dobbiamo imparare a essere più minimal: ci fa risparmiare tempo a fare i bagagli e riduce il nostro stress.

Con questi consigli riuscirete a viaggiare in modo easy con i vostri bambini, presentandovi direttamente al gate di imbarco!

Ho dimenticato qualche consiglio? Scrivilo nei commenti.

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi possa essere utile, condividilo con i tuoi amici.

A presto,

Francesca

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“Colui che vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero.” Antoine de Saint-Exupery

Come visitare i musei con i bambini divertendosi

La visita di un museo con i nostri bambini deve essere un’esperienza piacevole. A volte invece può diventare un incubo: loro si annoiano, vogliono sedersi di continuo e ci chiedono di andare via.

Il motivo? Abbiamo sbagliato il tipo di museo. Ovviamente parlo della mia esperienza di mamma di due bambini di 9 e 7 anni. I bambini devono essere coinvolti e interessati a quello che vedono, altrimenti diventa una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile. Noi ne abbiamo visitati parecchi, commesso diverse scelte sbagliate e questi sono i nostri consigli per scegliere il museo giusto e renderlo un’esperienza piacevole per tutti e non una prova di resistenza.

Ma come visitare i musei con i bambini?

coinvolgere i bambini

Io sono sempre convinta che i bambini vadano coinvolti nella programmazione di un’attività di famiglia: raccontiamo loro dove abbiamo intenzione di andare tutti insiemi e cosa vedremo. Fortunatamente in giro si trovano guide per i bambini. Procuriamone una in modo che loro iniziano a familiarizzare con cosa vedremo.

Se non abbiamo disponibilità della guida, facciamoli osservare a video cosa andremo e vedere. Diamogli anche un quaderno per prendere nota delle cose più belle che potranno vedere o semplicemente per disegnare l’oggetto o l’opera più coinvolgente. Possiamo anche chiedergli di scrivere tutti i nomi di animali raffigurati nelle opere, oppure quanti colori hanno individuato.

scegliere il museo giusto

La regola principale è che i bambini devono essere coinvolti e interessati in quello che stanno osservando. Scegliamo musei che possono incuriosirli: scienze, storia naturale, antropologico, con animali preistorici, minerali, scavi archeologici, musei dei treni o aeroplani. Consultiamo il sito web per avere conferma che ci siano cose interessanti per bambini e aree dedicate a loro con giochi interattivi, laboratori e giardini esterni. Appena entrati nel museo, diamo ai bambini la mappa chiedendo di seguire il percorso e di farci da guida. In alcuni musei si possono trovare anche audioguide con la voce di un bambino. Una voce amica li aiuterà a capire meglio quello che stanno osservando.

attività per famiglie

Ormai quasi tutti i musei hanno un programma per famiglie, dalle visite guidate ai laboratori o attività didattiche. Grandi e piccini sono così avvicinati al tema del museo in modo consapevole e divertente. E’ fondamentale la guida che ci racconta cosa stiamo osservando. Alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze noi abbiamo trovato una guida fantastica che ha saputo intrattenere i bambini stimolando la loro curiosità. In alcune città c’è la rassegna annuale di attività gratuite per le famiglie, ogni mese in un diverso museo, con una diversa attività, in genere collegata a particolari occasioni. Ricordiamoci di iscriversi alla newsletter dei poli museali della nostra città in modo da sapere con largo anticipo tutte le iniziative.

non cercare di vedere tutto

Dobbiamo capire quando è il momento di tornare a casa. Se il museo prevede 3 o 4 piani, non possiamo pensare di visitarli tutti con i nostri bambini. Riconosco che questo è un mio problema. Spesso mi ritrovo la mappa del museo in mano e mi rendo conto che ne abbiamo visitato solo una piccola parte. I miei figli hanno una soglia di attenzione bassa e dopo mezz’ora hanno bisogno di fare qualcosa di divertente.

Per questo motivo è meglio iniziare a visitare subito l’area bambini che spesso si trova alla fine del museo. Se la visitiamo all’inizio del nostro tour, i bambini si divertono e sono più disposti a curiosare in altre stanze. La visita al museo deve ad ogni modo essere affrontata con calma e seguire i loro ritmi.

merenda

Portare sempre acqua e merenda. Ogni museo ha un’area ristoro. I miei bambini hanno spesso fame. Lo zaino pieno di snack, frutta, acqua e merenda è pratico e economico e non deve mancare mai! E’ anche un pretesto per fare un break durante la visita e combatte la noia.

evitare file

Arrivare a un museo e dover fare una lunga fila per acquistare il biglietto non è un buon inizio per i bambini che hanno poca pazienza. Cerchiamo sempre di prenotare on line e laddove non fosse possibile arriviamo sempre all’apertura in modo da essere i primi.

una notte al museo

In alcuni musei, come per esempio a Palazzo Vecchio a Firenze è possibile passare la notte nel Salone dei Cinquecento con sacco a pelo e pila! Dopo un percorso guidato all’interno del palazzo, i bambini accompagnati da un genitore possono trascorrere la notte qui.

Svegliarsi in sale piene di quadri importanti in pigiama con altri bambini è un’esperienza unica e divertente. In futuro il bambino continuerà a ricordare questo momento di gioco e formazione come qualcosa di straordinario e insolito.

programmare qualcosa di divertente dopo il museo

Se abbiamo visitato un museo per qualche ora, programmiamo qualcosa di divertente subito dopo la visita. Troviamo un parco dove ci sia la possibilità di correre, giocare a pallone o un’area giochi. Altrimenti concediamo ai bambini un gelato o una cioccolata calda (dipende dalla temperatura).

andare al museo fin da quando sono piccoli

Se un bambino cresce in un ambiente dove si apprezzano musei e cose belle da vedere, sarà sicuramente più portato a seguire l’esempio. Impareranno a essere curiosi, comportarsi bene e seguire le regole fin da piccoli (silenzio, non correre, non toccare niente, rispettare file, non allontanarsi).

 E voi avete visitato qualche museo interessante per i bambini? Scrivetelo nei commenti.

A presto

Francesca

Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)

Come supero la paura di volare

Davanti ad una tazza di caffè fumante chiacchierando con la mia amica psicologa, siamo finite a parlare del viaggio inteso come terapia. Tra una chiacchera e l’altra in parte seria, la mia amica mi ha domandato:

Ma puoi volare se hai paura dell’aereo?

Non ho paura di volare. Ho il TERRORE di volare. E come supero questa pura? Volando.

Inizio a non dormire un paio di giorni prima della partenza. Nel momento in cui varco l’aeroporto, mi si scatenano mal di testa e mal di stomaco. Comincio con le solite domande, giusto per tranquillizzarmi un po’: Quanti anni ha il pilota? Da quanto tempo vola? Quando è stata l’ultima volta che quest’aeromobile è stato revisionato? Ci sarà sufficiente carburante? Come mai le hostess hanno facce così tristi?

Rifletto in silenzio e tengo tutto per me. Il mio omone è abituato per cui non chiede niente. Poi faccio subentrare la razionalità pensando alle statistiche degli incidenti aerei a fronte di quelli in auto e mi tranquillizzo. Evviva! Non voglio influenzare i miei figli per cui patisco in silenzio. Ma perché volo se ho paura? Io volo perché voglio vedere posti nuovi e finché la voglia di viaggiare è più grande della paura, continuerò a farlo.

Non voglio che la paura vinca su di me, per cui continuo a essere terrorizzata ma volo. In aereo non riesco a mangiare, né bere e non mi alzo mai. Insomma, le mie funzioni vitali si fermano. Ma va bene così. Non voglio ricorrere a nessuna pasticca miracolosa, anche se naturale. Chiunque mi ha consigliato il suo metodo infallibile per non accorgersi di niente ma non sono interessata.

Voglio essere vigile perché ho due figli che mi riempiono di domande ed io voglio essere in grado di rispondere alle loro curiosità. Ho solo bisogno che qualcuno mi tenga la mano, almeno durante le fasi di decollo e atterraggio. Lo scorso febbraio sono volata a Barcellona per il weekend con la mia collega e non avendo il posto assegnato, mi è capitato accanto un signore che ha iniziato a russare appena seduto. Ecco, in questi casi, non me la sono sentita di afferrare la sua mano per tranquillizzarmi. Sono riuscita a volare senza il contatto fisico con alcun essere umano. Ho vinto!

Volare è la mia terapia. Se smetto di volare, la paura ha preso il sopravvento sulla mia vita. Io non voglio questo. Sono convinta che il viaggio allarghi la mente, apra nuovi orizzonti, trasmetta sensazioni di benessere e ci faccia conoscere la nostra parte interiore. Potrei anche non volare, ma mi perderei una gran fetta di mondo che invece voglio scoprire.

Appena atterrata, sono di nuovo IO. Il pericolo è passato e sono pronta per pensare solo al nuovo viaggio. E durante la nuova avventura cerco di:

essere presente

Godiamoci ogni singolo istante e buttiamoci in quest’avventura con leggerezza e positività. Se abbiamo deciso di intraprendere questo cammino, approfittiamo di questi momenti. Il viaggio rappresenta sempre un cambiamento e rendiamolo un’opportunità frizzante per accoglierlo.

essere positiva e aperta mentalmente

Abbiamo speso dei soldi per essere lì. Non creiamo una barriera verso ciò che è diverso da noi. Apriamo il nostro gusto a nuovi sapori, la nostra mente a nuove riflessioni, i nostri occhi a nuovi panorami, i nostri orecchi a nuovi suoni e linguaggi. Facciamo il pieno di energia e non ci facciamo spaventare dalle novità.

scrivere un diario delle emozioni provate

Sia positive che negative. Ci sono stati momenti in cui mi sono annoiata? Ho incontrato persone che mi hanno trasmesso qualcosa d’importante? Il mio corpo ha tratto benefici dalla nuova atmosfera? Annotare tutto fa lavorare la nostra mente e soprattutto ci fa ripercorrere tutti gli eventi evidenziando lati che inizialmente avevamo trascurato.

Una volta tornata a casa (dopo aver ripreso l’aereo. AIUTO!) ripenso alle mie paure iniziali, alla mia ansia ingiustificata, ai limiti che ho superato e i traguardi raggiunti. Sorrido al fatto che ancora dopo tantissimi aerei, soprattutto prima dei boys, io sia ancora così paurosa e paralizzata dal disastro che potrebbe capitare. Pazienza!

E ora sono di nuovo alle prese con la programmazione dei nostri nuovi viaggi.

C’è qualcuno che ha paura di volare? Cosa fate per combatterla? Fammelo sapere nei commenti! Grazie!

Buon volo e buon viaggio a tutti!

A presto

Francesca

Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare. (Leonardo da Vinci)

Letture sulla Scozia: Una Vita da Libraio

Preparando il mio viaggio in Scozia mi sono voluta documentare anche su eventuali libri da leggere su questo splendido paese. Uno di questi è Una vita da librario di Shaun Bythell (titolo originale “The Diary of a Bookseller”).

E’ il diario quotidiano del proprietario del Bookshop di libri usati nella cittadina di Wigtown, sulla costa scozzese sud occidentale. Ogni giorno il libraio appunta l’incasso del negozio, gli ordini on line, i libri trovati, descrivendo gli strani clienti che entrano in negozio, i titoli insoliti (Manuale per la determinazione del sesso nei pulcini di un giorno) che sono richiesti e le telefonate ricevute su titoli improbabili.

The Bookshop è la seconda libreria di libri usati più grande della Scozia; è su più piani e i libri sono dislocati su interminabili scaffali. Ci sono più di 100mila volumi che Shaun compra alle aste o in case di privati che vogliono vendere le loro collezioni di libri ritenuti rari capolavori. Tratta i clienti con molta gentilezza e pazienza, nonostante qualcuno lo metta a dura prova.

«Stavo uscendo dalla cucina con la mia tazza di tè quando un tizio in giacca da lavoro e pantaloni di poliestere una spanna più corti del normale mi è rovinato addosso e me l’ha quasi fatta cadere. – È mai morto nessuno qui? – mi ha chiesto poi. – Nessuno ci ha ancora lasciato le penne cadendo da una scaletta? – Non ancora, – gli ho risposto, – ma speravo proprio che oggi fosse il gran giorno».

Mi è piaciuto tantissimo questo libro e lo consiglio a tutti. M’immagino questa libreria come un salotto letterario caldo e accogliente per tutti.

Ogni giorno si deve confrontare con la sua assistente strampalata Testimone di Geova, Nicky che indossa la tuta da sci e con i vari clienti eccentrici che si presentano in negozio, spesso solo per perdere tempo o per stare al caldo della stufa. Ovviamente Shaun è un grande lettore. E’ splendida la sua frase “Si può vivere una vita avventurosa anche seduti su uno sgabello”. Legge libri negli intervalli, si documenta e cerca nuove idee per lottare contro il colosso di Amazon che con i suoi prezzi al ribasso sta facendo chiudere tutte le piccole librerie indipendenti.
Ma lui resiste. Con la sua tenacia, con la sua collaboratrice eccentrica e con la voglia di non mollare e continuare a credere che leggere può ancora essere una salvezza per l’umanità.
Ovviamente DEVO per forza andare a conoscerlo a Wigtown. Sono curiosa di vedere i suoi riccioli rossi dal vivo!

Lo consiglio a tutti gli amanti dei libri di carta!

Curiosità: chi avrebbe mai pensato che i clienti che chiedono copie della Bibbia non le comprano mai? E che le prime edizioni non sono libri di grande valore?

Mi è piaciuto perché:

  • Il libro offre suggerimenti per future letture. Oltre al ricorrente “Ricordi di libreria” di George Orwell, ho potuto annotare i volumi citati da Shaun per vedere se vale la pena leggerli (“Libro delle librerie” di Jen Campbell; “La fattoria delle magre consolazioni” di Stella Gibbons; “Le confessioni di un peccatore eletto” di James Hogg). Culturale!
  • La grande varietà di personaggi che gravitano intorno alla libreria, descritta con abile ironia, ricorda molto i soggetti strani che esistono oggi al mondo. Sociologico!
  • Ho imparato qualcosa sul Galloway e le sue remote coste, tanto da farmi venire la voglia di andarci. Istruttivo!
  • Faccio i complimenti a Shaun (ormai è un amico) che nell’era digitale dominata da Kindle e Amazon si è buttato in quest’avventura e non molla. Coraggioso!
  • Anche lui è amante dei libri di carta con le pagine ingiallite e sottolineate che hanno avuto precedenti proprietari con le loro storie. Romantico!

Anch’io credo che un libro sia per sempre.

Qualcuno ha letto qualche libro annotato da Shaun?

E voi avete visitato qualche libreria bella che valga la pena di andare a vedere? Scrivimi. Sono molto curiosa.

A presto,

Francesca

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Dubito che uno su dieci dei nostri clienti fosse in grado di distinguere un buon libro da uno brutto. (George Orwell)