Itinerario silenzioso in provincia di Pisa

In Toscana, nelle splendide colline in provincia di Pisa, ci sono dei luoghi particolari immersi nella natura, lontano dal frastuono della città, dove lasciarsi avvolgere dal silenzio.

Non so voi, ma io cerco continuamente luoghi lontani dal caos, poco conosciuti e che mi trasmettono un po’ di pace.

Viaggiare con 2 figli adolescenti comporta una accurata pianificazione di luoghi che possono piacere anche a loro. Se prima bastava un pallone e qualsiasi meta, adesso devo sempre trovare destinazioni uniche ed originali che li incuriosisca e faccia sollevare il viso dallo smartphone. 

So benissimo di dover mettere in conto che ci saranno sempre momenti in cui l’adolescente si lamenta, dice che si annoia, si ammutolisce; momenti in cui non va bene niente, che non gli interessa niente andare in giro e che preferisce stare a casa. I momenti di rabbia e noia fanno parte di questa fase di crescita. Io e mio marito ne siamo consapevoli, ma continuiamo a viaggiare. 

Tornando al nostro itinerario di oggi, andiamo a esplorare luoghi non solo silenziosi, ma anche immersi nella bellissima campagna toscana pisana, ancora poco conosciuta. Quando ho detto ai ragazzi che avremmo fatto un itinerario silenzioso, li ho visti molto perplessi.

Alla fine della giornata, durante il viaggio di ritorno a casa, ho chiesto se fosse piaciuto e hanno risposto: sì, carino. Per me è una vittoria e uno stimolo a continuare a pianificare ed andare in giro a vedere un piccolo pezzo di mondo alla volta, anche dietro casa.

Ma veniamo al nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa:

Il “Teatro del Silenzio” – Lajatico 

Immerso nell’entroterra Volterrano,  esiste un anfiteatro naturale ricavato nella splendida cornice delle colline di Lajatico.

Quando arrivi qui, rimani colpito dalla bellezza del panorama e dal senso di quiete che ti pervade.

Questo progetto “silenzioso” è stato voluto da Andrea Bocelli che, nel suo paese natale, ha fatto costruire questo anfiteatro sfruttando la conformazione delle colline 

Se vieni qui, è perché vuoi ammirare questo piccolo gioiello paesaggistico e per assorbire il silenzio assordante dei soffi di vento. 

Possiamo definirlo un vero e proprio palcoscenico naturale, a cui si accompagnano poi installazioni artistiche che cambiano di anno in anno.

Sono rimasta colpita dalla curiosità di questo posto. Il teatro del silenzio rimane intatto  nella sua perfetta armonia per quasi un anno, in quanto viene svolto un solo spettacolo all’anno, mentre per gli altri 364 giorni in questo bellissimo luogo regna il silenzio. 

Mi piace la definizione data dallo stesso Bocelli su questo luogo:

È un’emozione insolita e potente, verificare ogni volta come molte migliaia di persone, mosse dal desiderio di condividere un’esperienza di buona musica e di bellezza, convergono da tutto il mondo proprio qui, nella mia piccola Lajatico, in questa conca naturale che il giorno dopo sarà restituita alla natura.

Tempio di Minerva – Montefoscoli

Ma cosa ci fa un tempio pagano nel paesino di Montefoscoli, in provincia di Pisa? Questo è sicuramente il luogo più insolito del nostro itinerario silenzioso in provincia di Pisa.

Nascosto all’interno di un bosco di lecci, sorge il piccolo tempio di Minerva Medica avvolto dal mistero e dalla magia.

Un tempio neoclassico nelle colline del Pisano suscita già un po’ di curiosità.

Pare che questo tempio sia avvolto da storie di massoneria, esoterismo e esperimenti di galvanismo

Costruito 1821 dal nobile Andrea Vaccà Berlinghieri, chirurgo di fama internazionale, questo tempio pagano fu dedicato a Atena-Minerva, Dea della Medicina e della Sapienza.

Se lo guardate bene, sembra il Pantheon di Roma, ma il materiale qui usato è il laterizio, per cui il tempio spicca con il suo colore rosso in mezzo al verde degli alberi.

Pare che la famiglia Vaccà Berlinghieri, uomini di scienza, fossero vicini alla massoneria, ha fatto ipotizzare che questa costruzione fosse un tempio massonico utilizzato per riunioni segrete, in posizione strategica a mezza via tra Pisa e Firenze.

Ma c’è di più.

Un’altra teoria afferma invece che ci fosse un laboratorio sotterraneo dove il Vaccà avrebbe eseguito esperimenti su cadaveri umani e animali. 

Pare anche che la scrittrice anche Mary Shelley, durante un soggiorno pisano, ne rimase colpita e si lasciò ispirare per per la stesura del suo capolavoro gotico Frankenstein, 

Un angolo di Tibet a Pomaia

Dell’itinerario silenzioso in provincia di Pisa, questo è il mio luogo preferito.

Sempre in provincia di Pisa, nel paesino di Pomaia, si trova l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri per lo studio e la pratica del buddhismo più importante d’Europa.

I ragazzi erano molto perplessi. Si sono seduti all’ombra ad osservare.

In quest’oasi di pace convivono monaci e laici, per lo più volontari e studenti, che seguono corsi di filosofia, psicologia e meditazione, ma è aperto a chiunque voglia trascorrere un periodo, o anche solo qualche ora, lontano dal caos cittadino, circondato dalla natura, respirando aria buona e tanta serenità.

Sono entrata molto prevenuta, pensando di dover ascoltare conferenze o partecipare a qualche corso. Tutto il contrario. Ognuno fa ciò che desidera, nel massimo silenzio e rispetto dell’altro immersi in un bosco meraviglioso.

Mi sono seduta al Giardino del Tè, questo piacevole salotto all’aperto con piccoli tavoli e cuscini in mezzo agli ulivi e un chioschetto che serve (a offerta libera!) pregiate qualità di tè, tisane e infusi provenienti da ogni parte del mondo. E’ stata una pausa super rilassante, i.

Per chi volesse immergersi totalmente nell’atmosfera dell’istituto, senza necessariamente partecipare ai corsi e i seminari, è possibile alloggiare, nelle casette di legno con vista sul bosco e sul mare.

Se in tutto questo silenzio, vi è venuta fame, vi suggerisco una sosta alla trattoria Osteria Dalla Bianca a Ponsacco. locale arredato anni ‘70 con cucina genuina, pochi piatti della tradizione più autentica cucinati con ottime materie prime.

E tu conosci qualcuno di questi luoghi?

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A presto,

Francesca

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5 luoghi insoliti in provincia di Lucca

L’adolescenza è uno dei periodi più delicati della vita: i ragazzi sono irascibili, impulsivi, lunatici, mentre noi genitori spesso eccessivamente ansiosi e controllanti. Coinvolgere i nostri figli nella programmazione dei viaggi diventa molto difficile, ma non impossibile. Dobbiamo trovare luoghi insoliti che stimolino la loro curiosità. Questa volta ho portato i miei ragazzi in provincia di Lucca a scoprire piccole gemme, fuori dalle rotte turistiche e raggiungibili con strade tortuose.

Fabbriche di Careggine

Il primo luogo insolito della provincia di Lucca è  𝐅𝐚𝐛𝐛𝐫𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐞𝐠𝐠𝐢𝐧𝐞, il paese sommerso dalle acque del lago artificiale di Vagli nel 1953. Sicuramente è un luogo che potrebbe stimolare la curiosità dei nostri ragazzi. L’ultimo svuotamento del lago per manutenzione si è verificato nel 1994 quando un milione di turisti accorse per poter vedere con i propri occhi i resti della chiesa romanica di San Teodoro con il suo campanile in rovina, il ponte a tre arcate, il cimitero e le case del paese sommerso sotto oltre quaranta metri d’acqua. Stiamo aspettando il prossimo svuotamento, che pare possa essere nel 2024.

Il Ponte del Diavolo

Il 𝐏𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐢𝐚𝐯𝐨𝐥𝐨 è il luogo meno insolito dei cinque, ma è una delle costruzioni più originali di tutta la Toscana e si trova a Borgo a Mozzano, nella Valle del Serchio. E’ un capolavoro architettonico caratterizzato da una singolare arcata gotica a schiena d’asino, alta e slanciata, che si specchia nelle acque del Serchio. La leggenda che circonda il nome suggerisce che il diavolo abbia contribuito alla sua costruzione in cambio dell’anima della prima persona che lo attraversasse. Tuttavia, il risultato è un ponte suggestivo, caratterizzato da una serie di archi più piccoli che si susseguono lungo il percorso.

Il suo profilo singolare, con la grande arcata a tutto sesto affiancata agli altri tre archi minori, ha ispirato numerosi artisti e fatto fiorire leggende sulla sua costruzione.

L’Oasi di Campocatino

Dei luoghi insoliti in provincia di Lucca l’𝐎𝐚𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐨𝐜𝐚𝐭𝐢𝐧𝐨 è quella che mi è piaciuta di più. Appena arrivi in cima, rimani con il fiato sospeso. Pensi di essere sulle Dolomiti ma invece sei in Toscana. Questo catino è’ il risultato di un bacino glaciale ed è un antico alpeggio di pastori, dove la corrente elettrica non arriva, l’acqua scende diretta dalla grande parete incombente della Roccandagia e non abita nessuno. Un luogo incontaminato con piccole casette dove è possibile fare i bivacchi.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; l'Oasi di Campocatino

L’Oasi di Campocatino è un piccolo borgo di montagna recuperato da antichi alpeggi rimessi a nuovo e trasformati in un piccolo angolo di paradiso.
Luogo scelto anche dal regista Giovanni Veronesi per girare alcune scene del film con Pieraccioni ‘Il Mio West’, Campocatino rappresenta un esempio di come dei luoghi ormai abbandonati dei loro originari fruitori (i pastori) possano diventare qualcosa di unico e bello, grazie ad una sapiente manutenzione e valorizzazione.
Proprio qui unico comune in tutta Italia e in tutto il mondo, ad aver eretto per primo una statua in onore di David Bowie.

La quercia delle Streghe

Un luogo insolito immerso nella natura che stupirà i vostri ragazzi è la Quercia delle Streghe, in provincia di Capannori. E’ una bellissima pianta monumentale che si erge magicamente in tutta la sua maestosità. L’ambiente circostante ha un ché di sospeso, di rilassato e forse un tantino inquietante. Questa quercia è enorme, alta venti metri e una circonferenza di quattro, con rami serpeggianti a mezza altezza.

L’impressione però è dovuta al fatto che i rami lunghissimi si stendono così vicini al terreno che si ha come l’impressione che l’albero tenti di afferrarvi  Si racconta che i rami si estendano poco verso l’alto perché le streghe venivano sopra l’albero per fare i loro sabba.  Pare inoltre che questa quercia monumentale di 600 anni ispiro’ lo scrittore Carlo Collodi nella favola di Pinocchio.

Libreria Sopra la Penna

L’ultimo luogo insolito della provincia di Lucca che potrebbe piacere ai vostri ragazzi è la 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐒𝐨𝐩𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐏𝐞𝐧𝐧𝐚 nel piccolo borgo di Lucignana. Questa piccola libreria è annoverata tra le venti librerie più affascinanti d’Europa. Un angolo di tranquillità dove, oltre a comprare libri, tutti selezionati personalmente da Alba Donati, potrete gustarvi tè e biscotti offerti dalla proprietaria nella splendida terrazza che guarda la valle. E’ un vero e proprio cottage letterario e luogo magico degno della sceneggiatura di un film.

Luoghi insoliti in provincia di Lucca; la libreria Sopra la Penna

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A presto,

Francesca

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Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia

Siete alla ricerca di un posto magico dove poter stupire i vostri ragazzi?

Allora, dovete sicuramente andare a Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia sull’appennino tosco emiliano che è stata addirittura location di una serie tv.

Dove si trova Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei si trova a 1 ora e 10  minuti da Bologna, percorrendo la SS 64 direzione Porretta Terme fino a Grizzana Morandi (una frazione di Riola).

Per chi proviene da Firenze occorrono 1 ore e 15 minuti, percorrendo l’autostrada A1 direzione Bologna, uscendo a Badia e imboccare la SS 62 fino a Grizzana Morandi.

Rocchetta Mattei vista da lontano

Quanto costa visitare Rocchetta Mattei?

Il biglietto costa 10 euro a persona e si acquista solo on line con largo anticipo. La visita del castello, di cui una parte ancora chiusa perché in corso di ristrutturazione, è possibile solo con la guida autorizzata e dura 1 ora circa.

Chi è il proprietario della Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei è ubicata su un’altura di circa 400 metri ed è stata edificata nel 1850 dal conte Cesare Mattei, ricco bolognese, sulle rovine di un antico maniero risalente al 1200. Il castello si fa notare già a distanza per le sue forme e la sua architettura, di chiara ispirazione orientale.

Il conte Mattei era un letterato e politico, appassionato di elettromeopatia, un rimedio omeopatico per numerose patologie. Mattei curava le persone con fluidi elettrici gratuitamente ma purtroppo il modo di curare con questo metodo è morto con lui. Attorno al castello, il conte edificò una serie di villini climatici dove far risiedere i pazienti. 

Dopo la sua morte, Rocchetta Mattei passò in eredità al figlio adottivo che terminò i lavori con uno stile più moderno.

Durante la sua vita Mattei modificò più volte la struttura dell’edificio rendendola un intreccio labirintico di torri, scale a chiocciola, scalette e camere private dallo stile medievale e moresco. 

Rocchetta Mattei è un luogo incredibile, concepito e realizzato da un personaggio che, anche per il periodo storico in cui è vissuto, doveva avere talento, creatività e cultura fuori dall’ordinario. L’accostamento di stili diversi risulta sempre gradevole e mai forzato.

Purtroppo il castello è rimasto in stato di abbandono dagli anni ‘80 al 2005. Poi è stato acquistato e restaurato dalla Cassa di Risparmio di Bologna di cui Cesare Mattei era stato uno dei suoi fondatori. Rocchetta Mattei è stata riaperta al pubblico il 9 agosto 2015.

Rocchetta Mattei: la porta di ingresso

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La cappella di Rocchetta Mattei

Secondo me è la parte più bella, dove siamo rimasti con il naso all’insù per tutto il tempo.

La cappella di Rocchetta Mattei, dove il conte è sepolto, è un chiaro riferimento alla Mezquita di Cordoba. E’ il luogo più affascinante di tutto il castello. Gli archi infatti ricordano quelli della famosa moschea spagnola ma al posto del bianco e rosso andaluso, Mattei scelse il bianco e nero. 

La cappella è costruita su due piani, entrambi visitabili, e il piano superiore è forse più suggestivo di quello inferiore. 

Un’altra curiosità della cappella è la scelta di materiali poveri. Le colonne e gli archi sono realizzati con gesso e cemento. I mosaici sono dipinti e le decorazioni del soffitto non sono di legno ma tele dipinte e fissate.

La cappella

Perché visitare Rocchetta Mattei?

  • visitare Rocchetta Mattei è un viaggio strano e inconsueto che deve essere visto per essere capito. È affascinante e bellissimo. Gli stili architettonici rappresentano l’eccentricità e la creatività del suo proprietario;
  • il Cortile dei Leoni è bellissimo e richiama il cortile dell’Alhambra di Granada. Le piastrelle sivigliane, gli stucchi sugli archi, la fontana con i quattro leoni al centro ci fanno respirare un’aria andalusa;
  • Rocchetta Mattei è stata la location del reality tv Voglio essere un mago andato in onda su Rai 2 dove un gruppo di ragazzi hanno affrontato diverse prove per vincere la bacchetta d’oro. Rocchetta Mattei si è dunque trasformata in una vera scuola di magia;
  • Rocchetta Mattei è un luogo magico, con la sua pluralità di stili architettonici e la sua storia appassionante.

 E allora Sim sala bim! Tutti a visitare Rocchetta Mattei.

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A presto,

Francesca

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3 posti belli da vedere in Val Venosta

Siete in Val Venosta e non sapete cosa vedere? Ma dove si trova esattamente la Val Venosta? É quel bellissimo territorio che va dal Passo di Resia dove nasce il fiume Adige fino a Merano. E’ una zona ricca di fiumi, meleti, cascate e una splendida natura incontaminata. Ecco 3 posti belli da vedere se vi trovate in Val Venosta.

Campanile sommerso

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959? Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…

Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini.  È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! È perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.

Il campanile sommerso in Val Venosta

La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare. É possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservarlo da vicino.

Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. É incredibile pensare che, mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto immobile e impavido al suo posto come una sentinella.

A noi il campanile ha molto emozionato. Se vuoi leggere l’articolo completo sul campanile, lo trovi qui. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare e consiglio una visita assolutamente da fare. 

Cascata di Parcines

Spostandosi verso Merano, un altro posto bello della Val Venosta è l’escursione alle Cascate di Parcines. Provenendo da Merano sulla statale 38, all’altezza della località di Rablà, c’è la deviazione per il paese di Parcines. Salendo in direzione cascate, noi abbiamo parcheggiato nel parcheggio pubblico in Via Peter Mitterhofer e ci siamo incamminati verso le cascate. Si tratta di un piacevole percorso in mezzo al bosco di circa con 450 metri di dislivello.

In realtà ci sarebbe il parcheggio in Via della Cascata molto più vicino, ma noi abbiamo voluto camminare e lo consiglio a chi si muove con bambini al seguito. Ci sono infatti molti elementi di distrazione. Sicuramente quello che ci è piaciuto di più sono stati i piccoli negozietti a forma di mela che vende succhi, marmellate e composta di frutta. C’è un listino prezzi e un salvadanaio dove lasciare i soldi. Che bella questa onestà!

Negozietti lungo il sentiero verso la cascata di Parcines

Ci sono poi un sacco di specie di fiori, piante e le immancabili mele. Il percorso segue il fiume alimentato dalla cascata e ci accompagna per tutto il tragitto tra ponti e pozze d’acqua. Proseguendo verso la cascata, abbiamo anche incontrato una funivia rossa in disuso. Chissà quando ha  fatto l’ultimo viaggio. Un vecchio telefono testimonia l’uso in tempi andati. 

Dopo diversi passaggi suggestivi nel bosco si comincia a sentire fragoroso il rumore della cascata. La cascata è splendida ed è bellissimo ammirare la forza dell’acqua che con veemenza cade da ben 98 metri di altezza. Qualcuno dice che sia la più alta dell’Alto Adige. A seconda dei raggi del sole che riflettono nelle acque di questa bellissima cascata, si può ammirare con stupore il meraviglioso gioco di luce che fa brillare l’acqua con i tanti e vivaci colori dell’arcobaleno.

Il ritorno avviene per la stessa strada, attraverso meleti, casette curate e moltissime specie di fiori. Dall’alto si vede come il piccolo paese di  Parcines sia circondato da una natura incontaminata e da un paesaggio notevole, da un’atmosfera rilassante.

Sentiero didattico di Rio Lagundo

Se viaggiate con bambini al seguito, un altro posto bello della Val Venosta è il sentiero didattico di Rio Lagundo.

Da Rablà si prende la Funivia Rio Lagundo, che ci ha portato a 1.342 m s.l.m. Da qui abbiamo percorso un sentiero ad anello di circa 3,7 km dove abbiamo scoperto molte curiosità del bosco.

Ci siamo dunque incamminati su questo percorso ben segnalato senza alcuna difficoltà, trovandosi subito davanti alla piccola chiesetta bianca di S. Maria della Neve che sorge in cima a una collina davanti a un panorama meraviglioso. 

Chiesa di S. Maria della Neve a Rio Lagundo

Durante il percorso ci sono diversi pannelli informativi e stazioni avventura che raccontano, a misura di bambino, l’ecosistema bosco e dei suoi abitanti. Abbiamo scoperto ben 18 specie di legno lungo il sentiero. 

I boys si sono divertiti a sollevare i piccoli tronchi per individuare la specie dell’albero e i vari scrigni di legno con i diversi tipi di funghi. Abbiamo trovato accampamenti primitivi fatti con rami e foglie, un percorso a piedi nudi sui vari tipi di legno, tantissimi funghi, i vari tipi di nidi, tane scavate nei tronchi, una casetta sull’albero, sedie giganti e panchine panoramiche.

L’attrazione che ci è piaciuta di più è stato sicuramente lo xilofono nel bosco dove i boys con martelli di gomma colpivano i tasti di legno. La diversa specie di albero faceva emettere un suono differente. Noi ovviamente siamo rimasti tutto il pomeriggio a suonare lo xilofono.

Il sentiero didattico è particolarmente adatto a famiglie e bambini, che in modo avventuroso possono scoprire le varietà del bosco e del legno. Si tratta di un sentiero circolare percorribile in circa 1,5 ore con arrivo e partenza dalla funivia, con vista stupenda sul Parco Naturale Gruppo del Tessa.

Vi è venuta un po’ di voglia di visitare la Val Venosta?

Tra meleti, vigneti, funivie, sentieri didattici, campanili misteriosi e cascate immerse nel bosco voi e i vostri figli vi divertirete un sacco!

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Visitare Burano: 3 consigli per spendere poco

Burano è una delle isole della Laguna di Venezia e la sua visita non è certo economica. Soprattutto per una famiglia di 4 persone. Ma come sempre, ci sono degli accorgimenti che ci permettono di spendere poco e godersi questo posto meraviglioso da non perdere.

Visitare Burano è come tuffarsi in un mare di colori e in un luogo incantato. Si scende dal vaporetto e si arriva in un luogo incantato.

Avevo avvisato i miei ragazzi che avremmo visto tante cose nuove e diverse e così è stato. 

Burano è stata una bellissima sorpresa e se non ci siete ancora stati, mettetela in programma in questa stagione quando ancora non è invasa dai turisti.

Visitare Burano spendendo poco

Come sempre il modo migliore per visitare un posto nuovo è perdersi senza meta. E per Burano ancora di più. Appena scesi dal vaporetto, passeggiate lentamente osservando i millemila colori delle casette, fotografate ogni singolo dettaglio, rimanete a bocca aperta sopra i ponticelli e annusate il profumo di bucato delicatamente steso.

E’ possibile visitare Burano spendendo poco?

Certo che sì. Basta seguire questi 3 consigli:

1.Come arrivare a Burano spendendo poco

Burano è il centro abitato che sorge su 4 isole della laguna di Venezia e conta 2200 abitanti. Avevamo paura di spendere molto ma abbiamo cercato soluzioni economiche.

Dopo aver trascorso qualche giorno al Parco del Delta del Po (esperienza bellissima!), abbiamo proseguito per visitare le isole della Laguna.

Noi siamo partiti da Venezia Santa Lucia ed abbiamo camminato fino a Fondamente Nove per circa 20 minuti.

Da qui abbiamo preso il vaporetto linea 12 che in circa 40 minuti ci ha portato a Burano.

Il costo della corsa singola è 8 euro. Noi abbiamo scelto il pass giornaliero valido 24 ore per tutti i trasporti di linea, vaporetti compresi, al prezzo di 17 euro a testa per adulti e 10 euro per bambini. Considerando che costa quanto 2 corse in vaporetto, ne è valsa la pena visto che poi abbiamo visitato anche Murano. Per evitare le file, è possibile acquistare i city pass on line.

2.Come spendere poco per pranzo

Il mio consiglio è portarsi il pranzo e mangiare seduti in Piazza Galluppi ammirando le splendide case colorate e respirando i profumi dell’isola.

Altrimenti c’è il Supermercato Coop in via San Mauro n. 260 al centro dell’isola di Burano dove poter acquistare anche prodotti freschi da forno. Come i buranelli, i biscotti tipici dell’isola.

E se proprio volete pranzare “fuori”, vi consiglio la pizzeria Take Away in Via San Mauro n. 24 con prezzi nella media per un trancio di pizza.

 

3.Cosa vedere a Burano senza pagare

La cosa bella di Burano è che è un museo a cielo aperto e non dovete pagare alcun biglietto, tranne che per il Museo del merletto. Se volete godervi l’isola al massimo spendendo poco, vi consiglio di vagare senza meta.

Lasciate le vie affollate e perdetevi nei vicoli per scovare scorci unici e solitari con mille sfumature di colori vivaci.

Le case colorate sono l’attrazione principale. Per chi è amante delle fotografie, qui può trascorrere un giorno intero a fotografare ogni casetta con i suoi panni stesi e le calle, ponticello che collegano i vari canali. Fuori dalle vie della folla, ci sono vicoli silenziosi dove trascorre lentamente la vita quotidiana dei pochi abitanti dell’isola.

Sarebbe meglio arrivare dopo le 18, quando i turisti salgono sui vaporetti per ritornare a Venezia e gli abitanti si riappropriano della loro isola. Se i turisti servono alla sopravvivenza dell’economia locale, noi preferiamo i momenti in cui siamo soli a visitare un luogo.

Un’altra attrazione è senza dubbio il campanile storto.

Campanile storto a Burano

Da lontano sembra il classico campanile di una chiesa. Man mano che ci avvicina, ci rendiamo conto che pende. E’ alto 53 metri e svetta sull’antica chiesa di San Martino. Le persone si fermano a fotografarlo dal ponticello nella stradina di fronte. Abbiamo visto però che da qualsiasi angolazione si nota che è inclinato.

Oltre alla Torre di Pisa, vi vengono in mente altri campanili pendenti?

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A presto,

Francesca

 

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Visita a Rasiglia: un borgo da fiaba nel cuore dell’Umbria

Avete voglia di ruscelli, giochi d’acqua e fontane?
Allora dovete visitare Rasiglia, un piccolo borgo nel cuore dell’Umbria a 17 km da Foligno.
Fino a qualche anno fa, Rasiglia era poco conosciuta. Poi, grazie all’iniziativa “Salviamo i luoghi del cuore” promossa dal FAI, un servizio RAI e la pubblicità sui social, è arrivato un boom turistico inaspettato.
E’ un luogo di cui io, che scappo in Umbria appena posso, non sapevo neppure l’esistenza ma che ha una bella storia da raccontare.

Spinta dalla mia grande curiosità, dovevo per forza visitare questo posto. Eccomi dunque insieme ai miei boys a Rasiglia, una piccola frazione a 650 metri di altezza che sorge lungo le sponde del fiume Menotre.

La cascata nel paese di Rasiglia

Prima di andare avanti a leggere, ecco i miei consigli per godervi al massimo la visita in questo splendido borgo:

  • evitate il week end (lo so che lavorate e potete muovervi solo il sabato e la domenica, ma credetemi, rimarrete delusi di vedere il piccolo borgo invaso dai pullman di turisti. C’è un’unica strada per arrivare a Rasiglia e rischiate lunghe code;
  • potete portare tranquillamente il passeggino. Le stradine sono in salite ma asfaltate!
  • vagate senza meta e perdetevi in quelle meravigliose stradine ascoltando il rumore dell’acqua

Rasiglia è un piccolo borgo montano, immerso nei boschi, con una cinquantina di casette in pietra tra Foligno e Spello. E’ attraversato da ruscelli d’acqua purissima collegati da ponticelli in legno dove è impossibile non fermarsi.
Nel suo centro storico scorre una serie di canali di acqua provenienti dalla montagna che formano piccole cascate e laghetti. Sembra finto per quanto è bello!
Girando per le stradine ripide, ci perdiamo tra i piccoli canali e le cascatelle circondate da fiori e piante ornamentali. E’ tutto così curato!
Sulle pareti delle case ci sono anche delle bellissime stampe dell’antica tecnica medievale della tessitura a telaio.
E’ un paese da fiaba dove il tempo sembra essersi fermato.

Il canale nel paese di Rasiglia

Questo piccolo borgo nel cuore dell’Umbria rappresenta infatti un ottimo esempio di recupero delle attività tessili e industriali favorite dall’energia meccanica fornita dall’acqua del fiume Menotre. L’acqua, che arriva da una potente sorgente, viene incanalata in vari ruscelli e ampi canali che scendono e passano per tutto il paese. L’acqua entra dunque nelle varie botteghe, dove genera forza idraulica che mette in funzione i macchinari di falegnameria, tessili e frantoi.
Nel paese è possibile visitare un antico mulino a pietra, gli antichi telai, i lavatoi e le botteghe di un tempo.

Noi ci siamo persi tra le cascate, i giochi d’acqua e i ponticelli. I ragazzi si sono divertiti a contare il numero di canali , di ponticelli e il numero di stampe appese sui muri delle case.

Le stampa sul muro di Rasiglia
Per alcuni versi Rasiglia sembra un set cinematografico naturale e una meraviglia per gli occhi. Posso definirla un piccolo gioiello degno di essere chiamato “una piccola Venezia”.

Per chi avesse voglia di scoprire altre bellezze in zona, vicino a Rasiglia ci sono le sorgenti del fiume Menotre, le Grotte dell’Abbadessa e il Castello di Scopoli, luoghi che meritano una accurata visita.
Sopra Rasiglia, con una camminata di 10 minuti si arriva ad un’antica rocca dove si può godere di uno splendido panorama.

Avete visitato Rasiglia? Sembra anche a voi una piccola Venezia?

Fammelo sapere nei commenti.
A presto
Francesca

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Luoghi misteriosi da vedere: il campanile sommerso

Voglia di luoghi misteriosi?
Noi siamo andati fino alla Val Venosta per vederne uno.

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959?
Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…
I nostri boys volevano vederlo con i loro occhi e così siamo andati fino al Lago di Resia, all’altezza della triplice frontiera con Svizzera e Austria, per capire cosa fosse successo.
Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini. È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! E’ perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.
La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare.
Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. E’ incredibile pensare che mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto impavido al suo posto come una sentinella.

Il boys e il campanile sommerso a Curon

A noi il campanile ha molto emozionato. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare. Circondato da montagne splendide e distese infinite di alberi di mele, ci è venuto spontaneo chiedersi come faccia a resistere in piedi solo soletto in mezzo a tutta quell’acqua.
Ci siamo dunque ripromessi di tornarci in inverno, quando il lago è ghiacciato ed innevato e si può raggiungere il campanile e passeggiare nel lago. E se il ghiaccio si rompe? Meglio non pensarci

Cose da fare al lago di Resia

E’ possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservare il campanile sommerso da vicino.

Il lago di Resia è il paradiso per gli amanti della vela e del kitesurf.
Intorno al lago ci sono decine di sentieri per i più allenati o per chi vuole fare semplici passeggiate per osservare il campanile dalle diverse angolazioni. Per chi ama il trekking c’è Alta Via Val Venosta, un’escursione imperdibile per ammirare montagne mozzafiato come il Monte Sole o il Massiccio dell’Ortles.
Per gli amanti della bici, oltre al giro del lago, c’è la ciclabile dell’Adige, che costeggia il fiume accanto agli immensi meleti e vigneti e qualche castello sulle colline.

La Val Venosta è famosa anche per le distillerie. E non potevamo venire via senza provarle! Noi abbiamo voluto assaggiare la grappa allo Schloss Bar a Burgusio, un piccolo paesino vicino al lago. Il tempo era bruttino, il clima piuttosto freddo (siamo a 1498 s.l.m.) per cui non ci siamo fatti mancare una cioccolata calda per i ragazzi e una grappa aromatizzata per noi grandi.

Siete mai stati in Val Venosta? Potrebbe essere una meta interessante per la prossima estate. Ci sono posti proprio belli da visitare. Leggi qui.
Se avete bisogno di consiglio, scrivetemi.

A presto,
Francesca

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Cosa vedere con i bambini in Casentino: i castelli medievali

Chi conosce il Casentino?

Quando si parla di Toscana si pensa alla Maremma, alla Val d’Orcia, al Chianti o alle splendide isole. Ci sono però altri territori altrettanto magnifici e meno conosciuti. Uno di questi è il Casentino, una zona in provincia di Arezzo che confina con il Mugello, con la Romagna e con il Valdarno. Qui ci sono eremi, monasteri, borghi, pievi, parchi nazionali, montagne e castelli medievali.

Anche se durante il fine settimana tutti i monumenti erano chiusi al pubblico per l’emergenza Covid, abbiamo comunque deciso di fare un giro per castelli e, nonostante la pioggia e il freddo, si è rivelata una scelta azzeccata.

Perché visitare i castelli con i bambini?

In Casentino ci sono molti castelli medievali. Se avete bambini in età scolare, vi assicuro che i castelli sono sempre un’ottima scelta.

Sono posti magici in cui ambientare tante storie, avventure e battaglie! Provare a immaginare le battaglie del passato, le torri di guardia, le feritoie da cui scagliare le frecce e le grandi feste nei saloni decorati, le bandiere svolazzanti è un ottimo esercizio di creatività e fantasia.

I fantasmi, il ponte levatoio, i fossati pieni di insidie, le torri fortificate, le feritoie e la spada Durlindana saranno i compagni di avventura in questo tour!

E il Casentino ci è sembrato il territorio giusto per andare a scoprire cosa combinarono i Conti Guidi, una potente famiglia signorile che costruì borghi fortificati e castelli per dominare tutto il territorio. Noi abbiamo visitato ben 3 castelli!

Castello di Romena

Il primo castello che abbiamo visitato è quello di Romena nel comune di Pratovecchio (Ar). Venendo da Firenze, abbiamo guidato lungo la pittoresca strada della Consuma sommersa di neve e ghiaccio.

Quello di Romena è il castello che mi è piaciuto di più, anche se purtroppo abbiamo potuto vedere solo l’esterno perchè abbiamo sbagliato orario.

Posizionato su una collina con una vista quasi a 360° sulla valle del fiume Arno, questo castello ci ha emozionati fin da lontano. Ci siamo fermati mille volte per trovare lo scatto migliore. Abbiamo proseguito lentamente lungo la strada finchè abbiamo trovato uno splendido viale alberato di cipressi che consente di arrivare direttamente all’entrata. Osservare il castello da lontano e fermarsi a fare mille foto ha sempre il suo fascino. 

Castello di Romena

Questo castello è stato eretto dai Conti Guidi intorno al mille ed era il più fortificato tra le dimore dei Guidi con 14 torri e tre cinte murarie. Purtroppo oggi non è rimasto molto ma le tre grandi torri fortificate rendono particolare l’atmosfera. Pare che qui soggiornarono D’Annunzio e Dante che trovò ispirazione per i Canti della Divina Commedia. Qui si respira un’atmosfera affascinante e se non ci sono turisti, la sosta è una piacevole pausa di pace e riflessione,

Cosa fare con i bambini: percorrere a piedi il viale di accesso al castello contando tutti i cipressi; correre nel prato tra le due torri rimaste dentro il castello o giocare a nascondino nei pressi del castello!

Castello di Poppi

Il secondo castello che abbiamo visitato è quello di Poppi, un’eccellenza del Casentino costruito dai Conti Guidi nel XIII secolo e uno dei meglio conservati in Italia.

Si presenta con tutta la sua bellezza e austerità, simbolo di potenza e difesa del territorio soprattutto per la posizione in cui si trova.

È caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un’alta torre e l’insieme è circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. All’interno del cortile ci sono gli stemmi dei vicari fiorentini e una scalinata scenografica. Se siete qui con i bambini, visitate anche la biblioteca che contiene centinaia di manoscritti medievali.

Anche qui abitò Dante durante la prima fase del suo esilio (1302) nel periodo di appartenenza ai Conti Guidi di Romena.

Castello di Poppi

E’ ben visibile anche da molto distante ed ha una presenza scenica importante. Con il freddo e avvolto dalla nebbia, siamo riusciti a fotografarlo in tutto il suo misterioso splendore facendo un tuffo nel Medioevo.

All’interno del castello c’è un grande plastico che raffigura la celebre Battaglia di Campaldino, tra guelfi (Firenze) e ghibellini (Arezzo) che fu combattuta qui vicino ed è stata una delle pochissime battaglie campali di grosse dimensioni combattute in tutto il Medioevo nell’Italia centrale. 

Cosa fare con i bambini: contare gli stemmi nel cortile; correre nel fossato; contare i libri in biblioteca; giocare a nascondino nella piazza davanti al castello o salire sulla torre (104 scalini) per raggiungere la cella campanaria posta in cima alla torre del Castello. 

Consiglio goloso: se siete a Poppi andate a mangiare alla “Taverna del Castello” in Viale Vittorio Veneto 1. Il locale è molto bello, tutto in legno con un design davvero curato nei dettagli e tanto pulito. Abbiamo degustato un’ottima cucina tipica!

Castello di Porciano

L’ultimo castello è stato quello di Porciano, nel comune di Stia.

Arrivati al paese di Stia, abbiamo alzato gli occhi e visto un castello su un colle poco lontano. E’ il castello di Porciano un vero gioiello casentinese che siamo subito corsi a vedere! Ad oggi una proprietà privata, ma è possibile visitare il museo nella torre.

Appena parcheggiato in una comoda piazzetta e attraversato le stradine strette del piccolo borgo e siamo arrivati in uno spiazzo con un prato verde dove si staglia magnificamente, avvolta in parte da edera, la poderosa torre del castello. Anche questo è stato realizzato dai Conti Guidi nel XI secolo e la torre è stata restaurata alla perfezione.

Ci sono 3 piani di 80 metri quadrati l’uno: al piano terra c’è la raccolta di utensili ed attrezzi della cultura contadina; al primo piano ci sono i documenti della storia del castello e al secondo piano c’è uno spazio per convegni e incontri culturali e da dove si gode un superbo panorama sul Casentino. Il giardino ai piedi della torre è molto bello e curato.

Castello di Porciano

Il piccolo borgo è minuscolo, quasi disabitato e ben tenuto. Per questo è un luogo speciale: per l’atmosfera, per ciò che ci respiri, per ciò che ti trasmette.

A Porciano è stato creato un parco letterario che favorisce l’accoglienza delle persone organizzando visite guidate e cammini letterari con autori attraverso percorsi in un territorio pieno di tradizioni e bellezze.

Cosa fare con i bambini: perdersi nelle stradine acciottolate, giocare a nascondino nella piazzetta di fronte alla torre, provare a indovinare l’altezza della torre o sedersi sulle panchine per ammirare il panorama.

Avete qualche bel castello nella vostra regione? 

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A presto,

Francesca

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Palazzo Farnese di Caprarola: il gioiello della Tuscia

Avete voglia di un itinerario insolito? Oggi vi porto in un posto bellissimo e poco conosciuto. Siamo tornati a curiosare in Tuscia, splendida regione che adoro. Abbiamo scelto la provincia di Viterbo, rimanendo a bocca aperta davanti agli splendidi murales di Sant’Angelo di Roccalvecce. Ma adesso via on the road in direzione di Caprarola!

Avevamo deciso di visitare il Palazzo Farnese di Caprarola senza immaginare che ci saremmo trovati davanti ad un gioiello dell’Italia delle Meraviglie.

Non mi sarei mai aspettata un posto così incantevole. Appena si entra nel palazzo in cima al paese, lo scenario è unico. Ci siamo trovati in un cortile alto e rotondo dove ci siamo divertiti a nascondersi dietro le colonne e, alzati gli occhi al cielo, abbiamo visto affreschi bellissimi e colorati ispirati a raffigurazioni mitologiche sia al piano terra che ai piani nobili

Fuori dalle rotte turistiche, il Palazzo Farnese a Caprarola merita una bella visita. Cosa è piaciuto a noi?

PIANTA PENTAGONALE

Nel 1530 il palazzo fu costruito su pianta pentagonale perché avrebbe dovuto ospitare una residenza fortificata per volere del cardinale Alessandro Farnese. Alla sua morte venne meno lo scopo difensivo e, pur mantenendo la pianta pentagonale, il palazzo fu trasformato dall’Architetto Vignola in una residenza rinascimentale con uno splendido cortile circolare a due piani affrescato dai maggiori pittori dell’epoca. Al posto dei bastioni angolari del progetto originale, Vignola fece costruire ampie terrazze aperte sulla campagna circostante. Caspita, che peccato non poter vedere la pianta pentagonale, visibile solo dall’alto!

Per noi è stata la prima volta vedere un edificio a pianta pentagonale. Qualcuno di voi ha visitato qualcosa del genere?

Ci siamo messi a giocare nel centro del cortile per capire l’orientamento delle sale del piano terra ma è stato veramente impossibile!

Palazzo di Caprarola

SCALA ELICOIDALE

Dal piano terra parte una scala elicoidale a pianta circolare denominata scala regia che è interamente coperta dai meravigliosi affreschi. Questa scala, che porta al piano nobile, è semplicemente spettacolare per la bellezza, la forma e la vivacità dei colori. Non avevamo mai visto una scala a chiocciola così grande!

STANZA DEL MAPPAMONDO 

Il primo piano è un susseguirsi di splendide sale affrescate ma la nostra preferita è stata senza dubbio la sala del mappamondo! Qui si raggiunge l’eccellenza. Si tratta di una delle stanze affrescate più grandi ed affascinanti del Palazzo Farnese, con un sorprendente dettaglio delle terre scoperte nella seconda metà del ‘500 offrendo un riscontro delle conoscenze geografiche dell’epoca. Nella volta una mappa celeste descrive le costellazioni attraverso personaggi mitologici. Questa sala rappresenta il generale interesse suscitato all’epoca delle grandi navigazioni e nuove conoscenze geografiche. I ragazzi hanno cercato di individuare l’Italia in ogni carta geografica!

GIARDINI

All’esterno del palazzo ci sono i giardini in stile tardo rinascimentale, realizzati con sistemi di terrazzamenti. Tra scalinate, fontane, giochi d’acqua, grotte e labirinti si passeggia attraverso un bosco per giungere ad un edificio più piccolo che fu scelto da Einaudi, durante il periodo della sua presidenza, come residenza estiva. Nei bellissimi giardini ci siamo persi, ci siamo rincorsi, abbiamo fotografato ed eravamo curiosi di vedere cosa ci fosse in cima al colle in fondo al viale.

In fondo al parco, abbiamo trovato una doppia scalinata con al centro una fontana dove abbiamo fatto rotolare una pallina. I miei boys si sono persi a giocare dentro il labirinto di siepi in basso a questo edificio ed è stato difficile portarli via!

Questo edificio, non visitabile, è la Residenza di Caccia o Palazzina del Piacere posizionata in cima al colle. Il cardinale Farnese volle far costruire un “barco per la caccia” dove pare che la caccia in realtà fosse solo un pretesto per organizzare eventi e per intrattenere gli ospiti. Questo barco divenne poi un luogo di incontri segreti.

La visita del Palazzo Farnese e dei giardini dura circa 2 ore e la consiglio a tutti.

Se siete nei dintorni di Viterbo, fate una deviazione verso Caprarola per visitare questo splendido palazzo. 

Per quali motivi?

  • è un gioiello poco fuori dai soliti itinerari turistici e ci sono pochissime persone;

 

  • il palazzo è in una posizione dominante su tutto il borgo di Caprarola e all’altezza della Residenza di Caccia di gode di una vista su tutta la campagna; 

 

  • è un gioiello dell’architettura del ‘500 e racconta tutte la potenza della famiglia Farnese;

 

  • c’è uno splendido cortile circolare dove perdervi;

 

  • per vedere le stanze magistralmente affrescate e per la scala elicoidale.

Non posso raccontarvi tutto altrimenti non andate a visitarlo!

E se andate a visitare la Tuscia, vi consiglio di visitare lo splendido borgo delle fiabe Sant’Angelo di Roccalvecce che mi è rimasto nel cuore oppure la bellissima Necropoli di Tarquinia con le sue tombe colorate.

Avete mai visitato la Tuscia?

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A presto,

Francesca

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Musei per bambini: il museo di storia naturale di Firenze

Sono appassionata di musei per bambini e mi piace scegliere quelli giusti. Tempo fa avevo scritto alcuni consigli su come visitare i musei con i bambini divertendosi. Sono, infatti, convinta che quando viaggiamo con bambini al seguito, dobbiamo scegliere il museo giusto in base alla loro età, al loro limite di sopportazione, ai loro gusti e al meteo (è più facile visitare un museo se sta piovendo o se ci sono 40 gradi! Provato e testato da me). Se decidiamo di visitare musei che non coinvolgono i nostri ragazzi, la nostra visita diventerà una caccia alla via di uscita o alla prima sedia disponibile.

Abito a Firenze e per quanto sia piena di musei bellissimi, questa volta ho scelto il piccolo Museo di Storia Naturale, in Via Giorgio La Pira. Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo, con i suoi 8 milioni di esemplari, è il più importante museo naturalistico italiano. E’ costituito da sei sezioni (Antropologia ed Etnologia, Botanica, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Orto Botanico, Zoologia “La Specola”) e noi questa volta abbiamo visitato la sezione di Storia Naturale e Paleontologia.

Per chi si trova a Firenze ed è nei pressi di Piazza San Marco, dovrebbe fare un salto in questo piccolo museo, poco conosciuto e poco frequentato rispetto alle attrazioni più famose.

Siamo affascinati da scheletri e fossili e siamo andati perfino a Vienna a visitare il Museo di Storia Naturale per provare l’emozione di essere come nel film “Una notte al museo”. I boys, come tutti i bambini, sono attratti dalle ossa dei grandi mammiferi e visitare il Museo di storia naturale della nostra città è stata una scelta azzeccata.

Ma veniamo a noi. Il museo di Firenze ci ha accolto all’ingresso con un grande orso. Wow! Chissà cosa ci aspetta in questa visita!

Il museo è molto piccolo ed è gestito dall’Università di Firenze. E’ dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Nella prima sala abbiamo osservato reperti di straordinario valore scientifico e naturalistico. Qui il nostro interesse è andato sicuramente all’esposizione degli scheletri di grandi proboscidati: tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri.

Abbiamo conosciuto così il mastodonte Pippo e i mammut Marta, Linda e Pietro, veramente impressionanti. Pietro in particolare è alto 4 metri, ha uno scheletro completo ed essendo ben esposto al centro della sala, stupisce chiunque.

Abbiamo visto anche altri scheletri: di leone delle caverne, di leopardo, di tigre dai denti a sciabola vissuti milioni di anni fa in Toscana quando il suo territorio era una savana.

Sono esposti anche gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’oceano Atlantico e in quello Indiano.

Mi è piaciuta molto anche l’esposizione dei fossili divisa per zona geografica di ritrovamento. La maggior parte illustra la fauna dell’Italia preistorica proveniente da raccolte granducali, contenente reperti di grande importanza ritrovati in Maremma, nel Valdarno e nella zona di Pisa che risalgono a epoche antiche come il Triassico, Mesozoico e Miocene.

C’è anche una raccolta di fossili ritrovati a Lyme Regis nel Dorset e subito la mia fantasia è volata alla “Cacciatrice di fossili”, libro che ho letto durante il lockdown e che consiglio ai ragazzi dai 12 anni (anche agli adulti!). La protagonista Mary Anning è stata una giovane donna che, grazie ai suoi ritrovamenti proprio a Lyme Regis e sulla Jurassic Coast, ha contribuito alla storia della paleontologia.

Un’intera sala è dedicata al cavallo che circa 55 milioni di anni fa aveva le dimensioni di un cane di media statura e aveva le zampe con 5 dita al posto degli zoccoli. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale.

Infine si arriva alla sala della balena, molto più moderna e interattiva rispetto alle altre sale, in cui attraverso luci e suoni hanno ricreato il fondo marino dove è distesa la balena fossile lunga 10 metri. Questo imponente fossile di balena è stato rinvenuto proprio in Toscana, a Orciano Pisano solo nel 2007 ed è stato oggetto di numerosi studi e attività di restauro.

Questa sala ci è piaciuta un sacco! Il lungo scheletro è adagiato sul pavimento ed è illuminato da piccole luci, mentre sul soffitto sono proiettati pesci che nuotano.

Questa balena nuotava tre milioni di anni fa nel mare pliocenico che si estendeva in gran parte della Toscana. La sua decomposizione aveva creato un florido ecosistema attirando mammiferi, pesci e invertebrati di cui sono stati ritrovati i fossili di vari tipi.

Mi viene da sorridere al pensiero che questa balena sia stata scoperta solo nel 2007, per caso, a Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm.

Il mare pliocenico, in cui nuotava tre milioni di anni fa la balena, si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte già conservato nel museo di storia naturale. I paleontologi dell’Ateneo fiorentino hanno studiato e restaurato tutti i reperti fossili di animali che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa della balena.

Per questo, infatti, sono confluiti in questo museo i ritrovamenti dal territorio del granducato.

CONSIGLIO UNA VISITA AL MUSEO DI STORIA NATURALE DI FIRENZE PERCHE’:

  • Per vedere le espressioni dei vostri figli, alti poco più di un metro, di fronte a un gigantesco scheletro di mammut;
  • Per volare con la fantasia di fronte a quegli scheletri dalle forme bizzarre o a fossili di chissà quale animale;
  • Perché è un museo che andrebbe valorizzato e pubblicizzato maggiormente, e merita assolutamente una visita.
  • Perché il biglietto costa solo 6,50 euro per tutta la famiglia (2 adulti + 2 bambini.)

Siamo molto interessati ai fossili. Qualcuno sa indicarmi le zone dove poter scavare con i miei ragazzi e provare a scoprire qualcosa?

Avete da consigliare altri musei di storia naturale imperdibili per ragazzi?

A presto,

Francesca

 

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Il Museo di Storia Naturale di Calci nei dintorni di Pisa

 

Musei sono luoghi di relax e ispirazione. E, soprattutto, sono luoghi di autenticità. Viviamo in un mondo di riproduzioni e gli oggetti nei musei sono reali. I musei sono un modo per allontanarsi dal sovraccarico della tecnologia digitale.
(Thomas P. Campbell)