Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia

Siete alla ricerca di un posto magico dove poter stupire i vostri ragazzi?

Allora, dovete sicuramente andare a Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia sull’appennino tosco emiliano che è stata addirittura location di una serie tv.

Dove si trova Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei si trova a 1 ora e 10  minuti da Bologna, percorrendo la SS 64 direzione Porretta Terme fino a Grizzana Morandi (una frazione di Riola).

Per chi proviene da Firenze occorrono 1 ore e 15 minuti, percorrendo l’autostrada A1 direzione Bologna, uscendo a Badia e imboccare la SS 62 fino a Grizzana Morandi.

Rocchetta Mattei vista da lontano

Quanto costa visitare Rocchetta Mattei?

Il biglietto costa 10 euro a persona e si acquista solo on line con largo anticipo. La visita del castello, di cui una parte ancora chiusa perché in corso di ristrutturazione, è possibile solo con la guida autorizzata e dura 1 ora circa.

Chi è il proprietario della Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei è ubicata su un’altura di circa 400 metri ed è stata edificata nel 1850 dal conte Cesare Mattei, ricco bolognese, sulle rovine di un antico maniero risalente al 1200. Il castello si fa notare già a distanza per le sue forme e la sua architettura, di chiara ispirazione orientale.

Il conte Mattei era un letterato e politico, appassionato di elettromeopatia, un rimedio omeopatico per numerose patologie. Mattei curava le persone con fluidi elettrici gratuitamente ma purtroppo il modo di curare con questo metodo è morto con lui. Attorno al castello, il conte edificò una serie di villini climatici dove far risiedere i pazienti. 

Dopo la sua morte, Rocchetta Mattei passò in eredità al figlio adottivo che terminò i lavori con uno stile più moderno.

Durante la sua vita Mattei modificò più volte la struttura dell’edificio rendendola un intreccio labirintico di torri, scale a chiocciola, scalette e camere private dallo stile medievale e moresco. 

Rocchetta Mattei è un luogo incredibile, concepito e realizzato da un personaggio che, anche per il periodo storico in cui è vissuto, doveva avere talento, creatività e cultura fuori dall’ordinario. L’accostamento di stili diversi risulta sempre gradevole e mai forzato.

Purtroppo il castello è rimasto in stato di abbandono dagli anni ‘80 al 2005. Poi è stato acquistato e restaurato dalla Cassa di Risparmio di Bologna di cui Cesare Mattei era stato uno dei suoi fondatori. Rocchetta Mattei è stata riaperta al pubblico il 9 agosto 2015.

Rocchetta Mattei: la porta di ingresso

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La cappella di Rocchetta Mattei

Secondo me è la parte più bella, dove siamo rimasti con il naso all’insù per tutto il tempo.

La cappella di Rocchetta Mattei, dove il conte è sepolto, è un chiaro riferimento alla Mezquita di Cordoba. E’ il luogo più affascinante di tutto il castello. Gli archi infatti ricordano quelli della famosa moschea spagnola ma al posto del bianco e rosso andaluso, Mattei scelse il bianco e nero. 

La cappella è costruita su due piani, entrambi visitabili, e il piano superiore è forse più suggestivo di quello inferiore. 

Un’altra curiosità della cappella è la scelta di materiali poveri. Le colonne e gli archi sono realizzati con gesso e cemento. I mosaici sono dipinti e le decorazioni del soffitto non sono di legno ma tele dipinte e fissate.

La cappella

Perché visitare Rocchetta Mattei?

  • visitare Rocchetta Mattei è un viaggio strano e inconsueto che deve essere visto per essere capito. È affascinante e bellissimo. Gli stili architettonici rappresentano l’eccentricità e la creatività del suo proprietario;
  • il Cortile dei Leoni è bellissimo e richiama il cortile dell’Alhambra di Granada. Le piastrelle sivigliane, gli stucchi sugli archi, la fontana con i quattro leoni al centro ci fanno respirare un’aria andalusa;
  • Rocchetta Mattei è stata la location del reality tv Voglio essere un mago andato in onda su Rai 2 dove un gruppo di ragazzi hanno affrontato diverse prove per vincere la bacchetta d’oro. Rocchetta Mattei si è dunque trasformata in una vera scuola di magia;
  • Rocchetta Mattei è un luogo magico, con la sua pluralità di stili architettonici e la sua storia appassionante.

 E allora Sim sala bim! Tutti a visitare Rocchetta Mattei.

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A presto,

Francesca

 Ti piacciono i castelli con un pò di mistero? Allora non perderti

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Cosa vedere al parco del Delta del Po con bambini

Nonostante il pieno inverno e il freddo intenso abbiamo deciso di andare a curiosare nelle Valli di Comacchio e del Parco del Delta del Po, che avevamo visitato tanti anni fa prima dei boys. Visto che i bambini sono al momento particolarmente affascinati dal birdwatching, abbiamo promesso che l’avremmo portati qualche giorno a vedere gli uccelli in un posto ricco di specie.

Che cosa vedere al Parco del Delta del Po

Il Parco del Delta del Po è un paradiso per gli amanti della natura e della pace. Ci sono tantissime attività da fare, dal cicloturismo alle escursioni a piedi, a cavallo e in barca. E’ possibile dedicarsi alla fotografia naturalistica, al birdwatching e all’osservazione del cervo presso il Bosco della Mesola.

Le Valli di Comacchio hanno anche tanti musei dedicati alla storia della pesca dell’anguilla e degli altri pesci lagunari.

Noi abbiamo iniziato il nostro giro dalla Stazione Foce del Po a Comacchio, dove abbiamo fatto un’escursione in barca che si è rivelata molto piacevole. Dall’imbarco si naviga dentro una vera e propria oasi spettacolare, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici e una numerosa colonia di fenicotteri proveniente da vari paesi del mondo. Si attraversa rilassati una parte del Delta accompagnati dalla guida a bordo che è stata molto brava e coinvolgente raccontando molti fatti curiosi.

I bambini si sono subito appassionati osservando il cartellone posto sulla barca raffigurante tutte le specie di uccelli del territorio. Durante il percorso abbiamo avvistato i cormorani, gli aironi e, in lontananza, i fenicotteri rosa.

Pesca sul Delta del Po

Ciò che rende interessante il Parco è la sua estrema varietà di ambienti e di paesaggi. Impressionanti sono le vastità di acqua dolce e salata delle valli.

Durante la gita, ci siano fermati a un casone di pesca su un piccolo isolotto, attivo fino agli anni 60 dove ci hanno raccontato come vivevano i pescatori e come si svolgeva la pesca dell’anguilla. In questo casone si possono vedere le strutture e gli arredi originali dei casoni, le attrezzature legate alla vita dei pescatori delle valli, e un impianto da pesca tradizionale (lavoriero) fedelmente ricostruito con canna palustre.

 

Ritornati sulla motonave, la guida ci ha intrattenuto nell’illustrarci storia e caratteristiche non solo di Comacchio, ma delle sue Valli e dei suoi Canali con notazioni sulla fauna che via via s’incontrava.
Consiglio a tutti questa escursione

A nord di Comacchio, abbiamo visitato anche la zona della Mesola (la riserva era chiusa!), costeggiando le sterminate distese di acqua salmastra delle Valli di Comacchio e della Sacca di Goro. Lungo l’argine del Po, abbiamo visto il Faro Porto Tolle di Gorino e il Ponte di barche di Santa Giulia.

Sono affascinata dai fari in generale e credo che piacciano anche a tutti i bambini. Noi ci siamo divertiti a fantasticare sul custode, figura misteriosa che ha scelto di vivere in completa solitudine a occuparsi di illuminare il mare per le navi e le sirene! Questo piccolo faro, che abbiamo visto solo da lontano, segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna. Alto quasi 22 metri è stato costruito negli anni cinquanta per sostituire la Lanterna Vecchia e si trova sull’Isola dell’Amore.

Ai bambini è piaciuto molto anche il Ponte di barche che collega l’isola di Donzella all’isola di Ariano. Qui siamo già in Veneto a ridosso della bocca del Po di Gnocca. Questo ponte un po’ traballante è costruito con chiatte ed è un importante via di comunicazione tra il Gorino Sullam e Gnocchetta. Pare che furono gli Estensi a costruire ponti su chiatte, per soddisfare esigenze civili di collegare le due sponde del Po, sia per esigenze militari di difesa da attacchi al loro territorio. Queste chiatte azzurre rendono l’atmosfera affascinante, se non fosse per i 2,50 euro di pedaggio!

Ponte di barche

Purtroppo molte oasi erano chiuse per le festività natalizie per cui ci siamo concentrati nella zona della Foce del Po di Volano dove abbiamo potuto avvistare il tarabusino, beccacce e ibis sacro.

Inoltre il nostro agriturismo era all’interno dell’Oasi Canneviè, al lido di Volano, dove abbiamo potuto vedere la cutrettola, l’avocetta e il cavaliere d’Italia.

Il Parco del Delta del Po è un’area splendida, ricchissima di oasi, riserve naturali, bonifiche, valli e boschi che danno rifugio anche a diverse specie di rapaci, che però non abbiamo visto!

Direi che la missione di far vedere ai boys tante specie di uccelli può dirsi conclusa!

Dove cenare con bambini

Non essendo amanti del pesce (ed io neppure della carne) abbiamo scelto di cenare all’Osteria Matterello a Comacchio, un locale molto vintage e particolare con strani oggetti in esposizione (come la parete piena di tazze attaccate). I miei uomini hanno scelto piatti tradizionali a base di carne come l’assaggio di salumi e formaggi della zona, le tagliatelle con il ragù, ravioli, costolette di agnello. La pasta è fatta in casa ed io non potevo farmi sfuggire un fantastico piatto di ravioli di zucca. Nel prezzo del coperto sono compresi acqua e vino alla spina da prendersi da soli. Da provare per chi ama la carne!

Delta del Po con bambini

Dove mangiare un’ottima piadina

Siamo tutti e 4 golosi della piadina che mangiamo spesso a casa. Essendo in zona, non potevamo non mangiarla. Ci siamo fermati per caso al Chiosco ai Pioppi di Bosco Mesola trovato per caso sulla Strada Romea per tornare verso Codigoro. Diciamo che il locale non invita a fermarsi ma dopo aver provato la loro piadina, vorrete tornarci! La sistemazione è molto semplice e le due signore sono molto gentili e disponibili. Le nostre piadine romagnole erano buonissime. Ci sono anche scelte di piatti come fritto di pesce, baccalà, lasagne o hamburger. Per chi è interessato a mangiare dei piatti casalinghi e non si ferma all’apparenza deve venire qua. Lo consiglio vivamente.

Dove dormire con i bambini

Per questi nostri tre giorni di fine anno, abbiamo scelto l’Agriturismo Oasi di Canneviè a Lido di Volano a 10 km da Comacchio. Si tratta di un’ex stazione di pesca e di marinatura del pesce all’interno del Parco del Delta del Po.

Tranquillo e silenzioso, l’agriturismo è immerso nel verde con un’estensione di 60 ettari, dove ci sono molti specchi d’acqua. Trovandosi all’interno di un’oasi naturalistica, nell’area dell’agriturismo c’è una grande varietà di piante e uccelli, che scelgono quest’area per nidificare o come luogo di temporaneo riposo durante la migrazione. Infatti, ci sono sentieri e casotti per fare birdwatching.

La colazione era ottima e abbondante e la nostra camera familiare era immensa: la dimensione giusta per accogliere tutto il nostro casino!

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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Visita a Dozza, il paese dipinto dell’Emilia Romagna

Abbiamo iniziato l’anno facendo quello che ci piace di più: andando a spasso con i boys! Questa volta abbiamo scelto una piccola perla dell’Emilia Romagna: Dozza, frazione a 5 km chilometri da Imola.

Quando ho detto ai miei tre boys (uno grande più i due piccoli) che avremmo visto un paese con le case dipinte, non hanno mostrato molto entusiasmo. Ma si sono ricreduti appena entrati nel paese.

Appena arrivati in cima al paese, dove c’è un comodo parcheggio gratuito, siamo subito entrati varcando la porta di accesso. Sulla sinistra abbiamo percorso la stradina in salita che porta in cima alla splendida Rocca sforzesca (che non abbiamo potuto visitare perché l’1 gennaio era chiusa) e ci siamo resi conto di essere in un museo a cielo aperto.  Dozza è stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia e non poteva essere altrimenti visti gli splendidi dipinti che colorano le case e le stradine, rendendole uniche e surreali.

 

Un piccolo paesino medievale, due stradine in salita comunicanti tra loro, una rocca seicentesca e tantissimi affreschi colorati che decorano i muri delle case. Si cammina per le viuzze strette e si ammirano i bellissimi dipinti con il naso all’insù. I bambini si sono divertiti a fotografarli, a cercare di interpretarli e a scovare quello successivo. Essendo il periodo delle feste natalizie cerano anche molti presepi sistemati in ogni finestra e portone in modo curioso e piacevole.

Dozza il paese dei murales

Ogni strada sembra un quadro a sé, con il suo dipinto e la targa dell’artista. Ce ne sono alcuni che mi sono piaciuti molto, altri meno. Alcuni dipinti risalgono al 1960 e sebbene siano datati e rovinati dalle intemperie, hanno comunque il loro fascino.

Ogni mese di settembre si tiene a Dozza la Biennale del Muro Dipinto. Si tratta di una manifestazione (nata nel 1965) durante la quale famosi artisti nazionali e internazionali eseguono opere permanenti sui muri delle case del piccolo borgo.

Curiosità: da circa vent’anni anche la frazione Toscanella è stata coinvolta dai colori! Mentre a Dozza si dipingono i murales, a Toscanella sono realizzati graffiti e Street art. Non lo sapevo altrimenti visitavo anche Toscanella!

A Dozza gli artisti possono liberare la loro fantasia creando dei dipinti originali e attirando tante persone curiose. Per questo il borgo è molto bello e curato ed è una galleria d’arte a cielo aperto.

Perché ci piacciono i murales:

  • Perché sono colorati,
  • Perché mettono di buon umore,
  • Perché possiamo fare mille fotografie da tutti gli angoli possibili senza dare fastidio a nessuno,
  • Perché molto spesso sono dei messaggi,
  • Perché sono comprensibili per tutti e sono immediati,
  • Perché rendono più belli i muri delle case, delle scuole e delle città,
  • Perché spesso sono in piccoli borghi e hanno così la possibilità di attirare turisti,
  • Perché sono sempre aperti.

Dozza è un borgo che ti rapisce ed è un peccato che sia poco conosciuto. E’ una perla nascosta da vedere assolutamente.

Leggendo un po’ sul web ho trovato questi bellissimi luoghi famosi per i murales:

  • Acquapendente (VT)
  • Orgosolo (NU)
  • Sant’Angelo (VT)
  • Borgo San Giuliano (RN)

Qualcuno li ha visitati? Me li consigliate?

Grazie per aver letto fin qui.

Buona strada

Francesca

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“Ogni singola opera d’arte è l’adempimento di una profezia.” (Oscar Wilde)

 

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Dal Granducato di Toscana siamo passati al Granducato di Parma e Piacenza! Abbiamo scelto di dedicare un intero week end ai castelli del Parmense, così tanti e ricchi di curiosità. Siamo arrivati alla Rocca di Fontanellato subito dopo aver visto il Labirinto della Masone vicino a Parma.

Ci aspettavamo molto da questa rocca e non siamo rimasti delusi.

La rocca è un maestoso castello in mezzo al paese con il fossato pieno d’acqua. Abbiamo tentato di avvistare qualche coccodrillo ma non siamo stati fortunati! Antica residenza dei Conti Sanvitale per più di cinquecento anni, adesso è un museo di proprietà comunale. Dall’esterno ricorda la fortificazione militare con mura e torri.

E’ adatta una visita con i bambini? Assolutamente SI per TRE motivi:

Fantasma

Quale castello non ha un fantasma di qualche principe o cavaliere morto in circostanze misteriose? Anche qui si narra che all’interno si aggiri la piccola Maria Costanza Sanvitale, nipotina di Maria Luigia d’Austria che morì all’età di soli sei anni. Anche se non siete appassionati di misteri, l’aspetto inquietante che ci ha incuriosito è che all’inizio di quest’anno sono state registrate delle strane presenze dai sensori degli addetti alla sicurezza. Pare che durante la notte sia suonato l’allarme più volte nella Sala del Biliardo, nella Camera Nuziale e nella Sala del Ricevimento. Gli addetti alla sicurezza hanno riferito che alcuni oggetti abbiano cambiato posizione durante la notte.

Sono anche intervenuti sensitivi e medium che hanno trascorso la notte nel castello rilevando una presenza maschile aggirarsi tra i corridoi. Mistero! Per fortuna noi non abbiamo visto nessuno durante la nostra visita guidata del pomeriggio. I bambini erano piuttosto concentrati a osservare eventuali movimenti strani di tende o oggetti volanti. La presenza del fantasma attira ovviamente molto pubblico (noi compresi) e presso il castello sono organizzati eventi in tema. Chi non ha paura dei fantasmi può trascorrere una serata durante il Ghost Tour alla Rocca.

Affreschi

Il gioiello più prezioso della Rocca è la “Saletta di Diana e Atteone” affrescata dal Parmigianino. In questa “stufetta” (bagno privato) sono state dipinte quattordici lunette con episodi della favola di Diana e Atteone tratta da Ovidio. La stanza doveva essere un luogo di preghiera e raccolta per la contessa, in lutto per la perdita del figlio neonato. Con i bambini facevamo il gioco di indovinare cosa ci fosse nelle singole lunette. Quello che ci ha stupito sono stati gli occhi dell’angelo che abbraccia il neonato. Questi occhi inquietanti ci seguivano ovunque nella stanza. I bambini si divertivano a cambiare rapidamente posizione per vedere se gli occhi li seguivano. In realtà abbiamo scoperto che è un’impressione ottica voluta dall’artista disegnando il volto di tre quarti e rivolgendo lo sguardo della persona raffigurata diritto davanti a sé!

Camera ottica

Questa è la stanza che ci è piaciuta di più! Alla fine del giardino pensile, all’interno del torrione di sinistra è stata costruita una stanza ottica del XIX secolo che consentiva di spiare la vita esterna. Si tratta di una stanza buia, dove furono create due aperture e, attraverso un gioco di specchi e prismi, era proiettata sul muro l’immagine della piazza e delle persone che si muovevano.

Questi prismi, prendendo la luce insieme allo specchio rovesciato dell’esterno, proiettavano l’immagine su una superficie leggermente curva per fare apparire in tempo reale cosa succedeva attorno al castello. Nel nostro mondo tecnologico e digitalizzato è stata un’esperienza divertente e d’incredulità. La camera ottica era una sorta di televisione nel 1900! I bambini cambiavano posizione per vedere cosa succedeva all’esterno della rocca.

Pare che i nobili Sanvitale utilizzassero questa camera come la stanza dei giochi per intrattenere gli ospiti, per curiosare tra i paesani e divertirsi a osservare cosa facevano i loro sudditi senza essere visti e stando comodamente seduti all’interno. Questa camera ottica è l’unica ancora funzionante in Italia e ci è piaciuta veramente tanto.

Per tutti i bambini appassionati di fotografia: è possibile costruire una piccola camera ottica con una scatola facendo con un foro che lasci entrare la luce da un lato. Questa luce proietta sul lato opposto all’interno della scatola l’immagine capovolta di quanto si trova davanti al foro.

E voi avete mai visitato una camera ottica? Avete mai fatto un ghost tour? Raccontatemi tutto nei commenti. Sono troppo curiosa!

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A presto,

Francesca

 

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Non ci sono regole di architettura per un castello tra le nuvole. (GK Chesterton)

 

Visita al labirinto della Masone con bambini

Questa volta abbiamo portato i boys a spasso tra le canne di bambù! Si proprio così! Siamo andati a visitare il Labirinto della Masone a pochi chilometri da Parma. Per dei curiosi come noi, non potevamo non vedere il labirinto più grande del mondo a un paio di ore da casa. A noi piacciono tantissimo i labirinti. Avevamo già visto quello nella Reggia di Schonbrunn e anche questa volta i boys non vedevano l’ora di visitarne un altro, molto più grande.

Ci saremmo persi? Avremmo avuto punti di riferimento? E se fosse spuntata qualche strana creatura cosa avremmo fatto?

Il labirinto è visto come viaggio oltre i nostri limiti e come un luogo per perdersi e ritrovarsi. Con tanta voglia di perdersi, abbiamo così varcato il cancello di ingresso e ci siamo trovati subito in una foresta di bambù a forma di stella!

Ma perché un labirinto proprio lì?

Il labirinto è stato creato da un’idea dell’editore Franco Maria Ricci, che si trasferì a Parma negli anni Sessanta, e insieme agli architetti Bontempi e Duitto ha realizzato questo parco culturale che si estende per più di sette ettari. Ricci prese ispirazione dai labirinti romani dando così una forma geometrica ad angoli retti e suddivisa in quattro comparti comunicanti. Il sito, aperto nel 2015, è bellissimo, originale e ottimamente mantenuto. Mi ha colpito il suo pensiero:

“Forse è colpa dell’età, ma ormai vedo il Labirinto soprattutto come un modo di restituire a un lembo di Pianura Padana che comprende Parma, il suo contado e le città vicine, una parte almeno del molto che mi ha dato” 

Una curiosità sul labirinto della Masone riguarda il 10% dei visitatori che si perde. Ma c’è un efficiente sistema di recupero delle persone che si perdono: il biglietto di ingresso è un adesivo da attaccare sui vestiti con il numero di telefono da chiamare in caso di necessità indicando il numero riportato sui vari pilastri che si incontrano nel labirinto.

Il labirinto della Masone con bambini

Noi abbiamo camminato a caso, senza fretta, per godersi la quiete del posto e percorrendo i 3 km di vialetti in maniera rigenerante. Questi vialetti sono un insieme di corridoi, circondati dalle alte piante di bambù, che grazie al loro fogliame creano gallerie più o meno fitte. Era difficile trovare punti di riferimento ma a noi ha fatto piacere perdersi là dentro.

L’impressione creata è quella di un groviglio inestricabile di meandri, nei quali è facile smarrirsi, motivo per cui usiamo spesso la metafora del labirinto per indicare situazioni e problemi complicati.

I boys facevano da guida esclamando di continuo: ma qui ci siamo già passati! Non so su quali basi lo dicessero visto che dopo un’ora e mezzo eravamo sempre a vagare senza avere la minima idea di dove fossimo. Dopo un po’ abbiamo ceduto e preso la cartina consegnata all’ingresso: una piccola sconfitta dati i nostri 15 di esperienza come boy scout trascorsi con la bussola in mano.

Siamo così riusciti ad arrivare al centro del labirinto dove c’è un grande porticato e un mausoleo piramidale, dove abbiamo fatto il nostro originale pic nic.

Curiosità: questi bambù raggiungono l’altezza di 4 metri in poco meno di 2 mesi. E’ stata scelta questa pianta per la necessità di realizzare il labirinto in breve tempo e perche’ all’ideatore è piaciuta l’eleganza di questa pianta e la sua tendenza a piegarsi ricoprendo i vialetti con un piacevole groviglio. Le piante di bambù sono 200mila  e di specie diverse. Alcune raggiungono i 15 metri di altezza.

Inoltre il bambù ha tendenza a piegarsi e conseguentemente a coprire i corridoi trasformandoli in gallerie da cui filtra la luce solare. Per tale ragione, dalla torretta si ha vista di un bosco omogeneo che nasconde lo schema geometrico. Peccato! Volevamo vedere dall’alto quella foresta a forma di stella!

Il labirinto della Masone

Ci siamo divertiti moltissimo ed è una esperienza adatta ad ogni età.  Portate i vostri bambini che si divertiranno a correre nei vialetti, pensando di aver trovato la via di uscita.

Il labirinto della Masone è un luogo da vivere, un posto nascosto e segreto. Un luogo magico che  si trova in prossimità di un territorio che a noi ha riservato molte sorprese.

Qualcuno di voi ha visitato qualche labirinto? Sono molto curiosa! Fatemi sapere così porto i miei boys.

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A presto,

Francesca

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