La cacciatrice di fossili: una giovane donna che ha contribuito alla storia della scienza

Oggi vi porto nel Sud dell’Inghilterra, lungo la Jurassic Coast. La conoscete?

Autore: Annalisa Strada

Titolo: La cacciatrice di fossili

All’inizio del 1800 Mary Anning è una bambina di umili origini che vive sulla costa inglese del Dorset, e trascorre il tempo insieme al padre, povero falegname, a cercare i fossili lungo le scogliere. Mary si appassiona subito alla ricerca di queste strane pietre e, pur non avendo alcuna istruzione in campo scientifico o geologico, trascorse gli anni a cercare, estrarre e identificare i fossili che poi vendeva ai turisti per aiutare la famiglia in difficoltà.

Nonostante fosse molto pericoloso Mary continuava a scavare alla base delle scogliere instabili che durante l’inverno riportavano alla luce parecchie pietre. Con la stagione piovosa, le frane e smottamenti insieme alle maree, regalavano a Mary resti preistorici celati per millenni dentro le rocce, che lei puliva, studiava per giorni annotando tutti i dettagli e provando a disegnarli. La sua bravura nel ricostruire gli scheletri, l’ha resa famosa.

Nel 1811 scoprì il cranio di un ittiosauro e successivamente lo scheletro di 5 metri di lunghezza.  Questo importante reperto fu venduto a un aristocratico locale e in seguito al British Museum senza fare alcun riferimento alla scoperta di Mary.

Purtroppo nella società di allora, alle donne non era consentito votare né partecipare alle associazioni culturali o scientifiche. Tutti ignoravano la bravura di Mary che non aveva solo la tenacia di scavare e intuire la presenza di qualche reperto tra le tante rocce, ma acquisì una grande cultura scientifica di anatomia di rettili e pesci coltivata negli anni con letture di articoli scientifici. Lei era in grado di disegnare le sagome di rettili grazie alle conoscenze acquisite nel corso degli anni, dimostrando una grande cultura in ambito paleontologico.

Nel 1820 Mary trovo’ lo scheletro di plesiosauro e 1828 scopre un pterosauro. Riuscì così ad attirare l’attenzione d’importanti istituzioni scientifiche londinesi, ma Mary era una donna, poco istruita, senza un marito e non ottenne mai riconoscimenti importanti. Solo dopo la sua morte, avvenuta all’età di 47 anni, finalmente fu riconosciuto il suo grande contributo alla paleontologia. Mary stava per «insegnare qualcosa a scienziati che stavano segnando il corso della storia». Solo dieci anni fa Mary Anning è stata annoverata come una delle dieci donne inglesi che hanno contribuito alla storia della scienza.

COSA MI E’ PIACIUTO

  • Mi è piaciuta la protagonista che, disinteressandosi dei pettegolezzi del villaggio per essere ancora senza marito, continua a coltivare la sua passione, trascorrendo tutto il suo tempo tra le scogliere sotto casa cercando di intuire dove scavare.
  • Con il suo tenace lavoro ha contribuito in modo decisivo a ricostruire la vita nei mari preistorici e scoprì alcuni dei più importanti dinosauri. La storia e la scienza dovrebbero ringraziarla.
  • Mary fu molto caparbia nel leggere articoli di giornali scientifici, documentarsi e farsi una cultura di geologia e paleontologia.

CURIOSITA’

A 15 mesi Mary, mentre era in braccio a una donna, si riparò sotto un albero che fu colpito da un fulmine. Lei fu l’unica a sopravvivere tra un gruppetto di donne.

LO CONSIGLIO PERCHE’

E’ un’appassionante lettura che racconta la vita di una studentessa autodidatta che, prima bambina, poi ragazza, poi donna ha delle intuizioni straordinarie nonostante le umili origini e la mancanza d’istruzione. Si può solo ammirarla!

E’ un libro raccontato con semplicità, adatto per ragazzi dai 12 anni e impreziosito dalle illustrazioni di Daniela Tieni che raffigura Mary come un personaggio reale e ben delineato.

E ora ditemi:

Chi di voi non è affascinato dal fantastico mondo dei fossili?

Chi di voi non vorrebbe rifugiarsi in qualche cottage sulla baia della Jurassic coast e giocare con l’alta e bassa marea?

Chi di voi non subisce il fascino delle scogliere?

Avete letto la biografia di qualche scienziata che ha contribuito a importanti scoperte?

Grazie per aver letto fin qui

A presto

Francesca

 

Allo stesso modo che gli strati della terra conservano le serie degli esseri viventi delle epoche passate; così gli scaffali delle biblioteche conservano le serie degli errori del passato e le loro esposizioni, che, come quegli esseri, ai loro tempi, erano quanto mai vivi e facevano molto rumore, ora invece stanno rigidi e pietrificati, là dove soltanto il paleontologo letterario li esamina. (Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851)

Come insegnare l’inglese ai bambini

Come possiamo aiutare i nostri bambini a imparare l’inglese? Se amiamo viaggiare, è importante saperlo bene.

Durante il periodo forzato in casa a causa del lockdown, eravamo tutte prese dalla didattica a distanza con video lezioni, webinair, compiti da caricare sul registro elettronico e il nostro smart working. In quel periodo mi sono soffermata sull’apprendimento della lingua inglese dei nostri bambini.

Mi sono resa conto che i miei figli, all’epoca in seconda e quarta elementare, non conoscevano affatto la lingua, se non solo numeri o colori.

Ho allora pensato di sfruttare quel periodo d’isolamento per studiare la lingua in modo differente rispetto alla classica lezione in aula.

Ho chiesto consiglio alla Professoressa Ilyssa Wexler, insegnante di inglese presso la Canadian School of Florence e fondatrice di CoraggiosamenteNYC.

1) Professoressa Wexler, quali consigli può dare a noi genitori per aiutare i nostri figli a imparare l’inglese in questo periodo lontani dalla scuola?

  • Fare i compiti insieme

Innanzi tutto noi genitori dobbiamo dare il buon esempio. Dobbiamo per primi noi, avere un atteggiamento positivo verso l’apprendimento di questa lingua così difficile per noi. Facciamo i compiti con i nostri bambini. Se anche il nostro inglese non è perfetto, possiamo approfittare del loro momento di studio della lingua per sedersi accanto a nostro figlio e studiare con lui. Lui avrà il suo libro e la sua scheda e noi avremo il nostro seminario/video lezione/app e staremo accanto a studiare.

  • Giocare in inglese

I bambini hanno facilità di apprendimento. Meglio se utilizziamo il gioco per pronunciare qualche parola in inglese. Diamo ai nostri bambini dei giochi in inglese, come ad esempio il memory, carte varie o labirinti e loro sperimenteranno, facendo errori e inventandosi regole, su come procedere il gioco e familiarizzando con termini nuovi.

Io ho comprato ai miei boys le Minecraft Cards Game con istruzioni solo in inglese. Abbiamo avuto abbastanza difficoltà a comprenderle (e ancora non le abbiamo capite!). Alla fine, usando i termini in inglese in modo corretto (spada, piccone, ascia, pala e la zappa) si sono inventati le regole e vanno avanti con quelle.

Sempre rimanendo in casa, si possono fare travestimenti e nominare i singoli indumenti, si può giocare a nascondino, si possono prendere i vari alimenti e chiamarli con il termine inglese.

Diamo libero sfogo alla fantasia!

  • Usare la creatività

Poiché i bambini sono a casa con tanto tempo a disposizione, la Professoressa Wexler mi ha suggerito di sperimentare qualche lavoretto inserendo alcune parole d’inglese. I bambini adorano ritagliare, incollare, colorare, usare adesivi e cucinare. Proviamo a farlo in inglese. Niente panico!

Durante le fasi della preparazione possiamo provare a pronunciare qualche frase di uso comune che non si riferiscono all’insegnamento della lingua ma a quello che stiamo facendo.

Proviamo dunque con frasi legate a quello che state facendo al momento:

Puoi passarmi la colla? ‘Could you pass me the glue, please?’;

Grazie ‘Thank you’

Perchè non fai un disegno? ‘Why don’t you paint a picture?’

‘Mi puoi aiutare a pulire? Can you help me clean up?’

Queste semplici frasi potrebbero aiutare i bambini a “staccarsi” dai metodi usuali di apprendimento (spiegazione della maestra, lettura sulla lavagna, esercizi sul libro o quaderno, etc.).

Se noi genitori non conosciamo la lingua inglese, possiamo ascoltare gli audio o ricette scritte che ripetiamo mentre stiamo preparando insieme i biscotti!

Troviamo tanti video su youtube in inglese sulla preparazione di torte; e se anche non comprendiamo la lingua, le immagini ci aiutano e i bambini ascolteranno parole di uso quotidiano.

 

  • Cartoni animati

In televisione c’è una grande varietà di cartoni animati in inglese.

Io ho scelto quelli su rayplay dove sono divisi in base al livello di conoscenza della lingua.

Ho dato ai miei figli un foglio, dove appuntare le parole nuove che ascoltano durante gli episodi della serie Fumbleland (ma ci sono anche Peppa Pig, Small Potatoes, Twirlywoos, Dixi’s Simply Songs, Christmas tales from America e molti altri).

2) Professoressa Wexler, esistono risorse gratuite sul web, dove trovare esercizi in inglese?

Ci sono molti siti che offrono schede didattiche e materiale molto utili suddiviso per età e classe.

Suggerisco di guardare il sito della New York Public Library che ha redatto un elenco di dove trovare sul web risorse gratuite per i nostri figli .

Io mi trovo bene anche con Internet Second Language Collective, una comunità d’insegnanti di inglese che mette a disposizione tantissime schede didattiche, video lezioni ed esercizi divisi per livello.

3) Esiste una routine per aiutare i bambini a familiarizzare con l’inglese?

Secondo la Professoressa Wexler, 10-15 minuti il giorno concentrati sull’apprendimento della lingua inglese senza distrazioni possono essere sufficienti e alla lunga si possono vedere buoni risultati.

Lo so che l’inglese adesso è all’ultimo dei nostri pensieri. Dobbiamo lavorare anche noi, seguire i figli con la didattica a distanza e se abbiamo un minuto libero lo dedichiamo a noi stesse e al nostro benessere. Cerchiamo di ritagliare 20 minuti al giorno anche per la lingua inglese e i nostri bambini ci ringrazieranno domani.

Have a nice day,

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi possa essere a qualcuno, condividilo con i tuoi amici.

A presto,

Francesca

 

 

Letture sui Cotswolds: Agatha Raisin, un’adorabile impicciona

Mi sono innamorata di Agatha Raisin e del suo modo burbero e schietto di rapportarsi con gli altri. Ho letto subito anche il secondo e terzo. Cercherò di leggere tutti i 29 libri.

Adoro il personaggio e vorrei conoscerla dal vivo. Ha un cervello fine, è sospettosa, curiosa e attenta ai dettagli. Una donna diretta che dice quello che pensa senza alcun filtro.

Non è magra (anzi un po’ in carne), è bassa, ha le gambe tozze ed è over 50. MI CI RIVEDO!

Le piace giocare alla psicologa, accetta di tornare a Londra per un periodo per avere conferma delle sue abili capacità di PR e che sa ancora destreggiarsi con clienti difficili.

Oltre a essere burbera, Agatha però è poco leale fingendo di aver cucinato lei stessa la quiche.

Lo consiglio perchè:

Non è un giallo cruento con dettagli dell’omicidio o arma del delitto. E’ un libro molto piacevole che fa sorridere e fa innamorare della protagonista. Ci sono anche cenni di romanticismo.

Le storie sono ambientate nei Cotswolds e solo per questo andrebbe letto. In questa splendida campagna inglese a nord di Bristol ci sono piccoli paesi con deliziosi cottage, attraversati da fiumi limpidi e con i tetti color miele. Leggendo il libro, sembra di essere in una delle loro sale da thè a chiacchierare con le dame del villaggio.

Ma vediamo la trama:

Autore: M.C. Beaton

Titolo: Agatha Raisin e la quiche letale

Agatha  Raisin è una donna di 53 anni che decide di abbandonare Londra, dove ha un’ottima posizione ed è a capo di un’agenzia di PR, per ritirarsi a Carseley, un piccolo villaggio dei Cotswolds nel mezzo della verde campagna inglese.

Sola e senza amici, Agatha cerca con difficoltà di ambientarsi nel piccolo villaggio abitato da paesani impiccioni e sospettosi. Per una donna mondana come lei, il cambiamento non è facile. Decide allora di partecipare alla gara di quiche organizzata dal paese e poiché lei non sa cucinare, va a comprarla a Londra. Durante la gara, un giudice, dopo aver assaggiato la quiche di Agatha, muore e tutto il villaggio punta il dito su di lei come assassina. Da accusata di omicidio, l’eccentrica Ahatha si trasforma in un’abile investigatrice per scagionare se stessa e trovare il vero assassino. Così, tra un thè con le dame del villaggio, domande in giro tra i paesani e incursioni nei cottage altrui, riesce a scoprire il vero colpevole e conquisterà così la fiducia degli abitanti di Carseley.

Sto iniziando a leggere “Agatha Raisin e la turista terribile”. L’avete letto?

Buona lettura,

Francesca

 

Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)

 

10 avventure da vivere in casa con i bambini

Alzi la mano chi non ha fatto neppure un lavoretto con i bambini nel periodo di isolamento per l’emergenza sanitaria da Covid? IO

Sapete che sono una mamma imperfetta, molto pigra e ammetto che mi approfitto di avere due figli maschi quasi gemelli che si autogestiscono nel momento del gioco.

In passato avevo forse un po’ di manualità, ma adesso l’idea di lavorare il pongo, tirare fuori le tempere o le matite, forbici e colla non mi attraggono per niente. Per fortuna loro non mi hanno chiesto di fare nulla. Ogni tanto viene fuori la colla a caldo che serve per incollare qualche ruota o pezzo di lego.

Siamo uomini e preferiamo l’avventura!

Ma come possiamo vivere fantastiche avventure in casa? Avventure che ci aiutano a sopravvivere in casa quando non possiamo uscire?

Noi abbiamo per fortuna scoperto un sacco di cose divertenti da fare che NON richiedono manualità e sono adatte a bambini e adulti.

Si tratta di avventure che i bambini (e gli adulti) apprezzeranno molto.

Eccole nel dettaglio:

1.corsa a ostacoli

Avete letto bene. Sia in casa sia in terrazza potete organizzare una corsa ad ostacoli. Se avete un giardino, viene ancora meglio. Basta prendere oggetti di uso quotidiano, come libri, portapenne, giochi che saranno gli ostacoli da superare e aggirare. Una sedia o tavolino saranno il tunnel da passarci sotto; una corda o un pezzo di filo serviranno per fare i salti. Infine  un pezzo di scotch lungo il pavimento servirà per simulare la corda del trapezista. I bambini devono camminare sopra senza perdere l’equilibrio.

Chi sbaglia inizia il percorso dall’inizio. Vince chi impiega il minor tempo possibile (cronometro alla mano). Per la gioia dei nostri condomini i bambini lo fanno diverse volte il giorno!

2.mimetismo

I bambini amano il mimetismo. Sono veri appassionati. A loro piace nascondere animali di Lego o Playmobil in zone della casa, nascondendoli e mimetizzandoli a oggetti di uso quotidiano. Noi grandi dobbiamo scovarli.

3.birdwatching challenge

Il boy grande (quasi 10 anni) si è accordato con un compagno di classe per una vera challenge di birdwatching. Essendo un grande amante di quest’attività, deve vedere quanti più uccelli riesce a osservare dal balcone di casa!

Devono essere veloci a scattare con la macchina fotografica e provare a riconoscerli. Vince chi ha visto più esemplari nell’arco della settimana.

4.pic nic in terrazza

I bambini preparano i panini, sandwich, piatti freddi e apparecchiano in terrazza sul pavimento. Se non avete la terrazza, va benissimo anche il salotto o la cucina. La cosa importante è mangiare sul pavimento, facendo finta che il pavimento sia il prato. Se abbiamo una tovaglia fiorita, ancora meglio.

I bambini apparecchiano e tutti insieme, seduti per terra, pranziamo immaginando di essere in aperta campagna circondati da fiori. Possiamo mettere la musica degli uccellini o dell’acqua del ruscello. Dopo il pic nic tutti devono aiutare a rimettere!

5.campeggio

Questa esperienza piacerà moltissimo ai bambini. Avete il sacco a pelo? In caso contrario va bene anche il materassino di gomma del mare. Avete la tenda a igloo? Basterà montarlo in salotto o in cameretta (senza il telo esterno).

Se non avete alcuna tenda, basta prendere un lenzuolo matrimoniale e attaccare gli angoli a qualche chiodo o scaffale in cameretta. Avete l’albero di Natale giusto? Avrete sicuramente anche le lucine! Prendetele e mettetele dentro la tenda o sotto il lenzuolo.

Si creerà un’atmosfera speciale. Scaricate poi qualche applicazione gratuita sul cielo stellato (ad esempio Star Walk 2 gratuito) e la magia è assicurata.

6.safari

Mettiamoci seduti sul divano e armiamoci di pazienza. Andiamo in Kenya, nella zona est dello Tsavo National Park. Qui nella contea di Taita-Taveta c’è una webcam che invia immagini in diretta. Se siamo fortunati, riusciamo a vedere qualche animale avvicinarsi alle pozze d’acqua.

E poiché abbiamo tanto tempo a disposizione (#iorestoacasa), mettiamoci seduti e aspettiamo l’arrivo di qualche elefante, impala, zebra, giraffa, gazzella o ippopotamo. Facciamo silenzio. Questi animali non sono abituati al nostro casino!

 

7.lego challenge

Noi siamo amanti del Lego e penso che in casa ne abbiamo in quantità industriale. Siamo passati dal Lego Duplo, al City, al Technics, superoi, Ninjago, starwars, Minecraft, Harry Potter.

La sfida consiste in consegnare a ogni giocatore lo stesso numero di mattoncini e/o parti per realizzare l’oggetto più originale. Senza limiti di tempo né di fantasia.

 

8.cinema di famiglia

Ogni settimana guardiamo un film tutti insieme trasformando il salotto in una vera e propria sala di un cinema con pop corn e patatine. Il titolo del film è deciso a turno, scegliendo tra le varie opzioni adatte a tutta la famiglia. Noi al momento scegliamo la serie “Una notte al Museo” oppure “Indiana Jones” oppure “Mamma ho perso l’aereo”.

Avete titoli da consigliare per bambini dagli 8 anni in su?

 

9.aurora boreale

Siete amanti dei paesaggi nordici? Avete mai visto l’Aurora Boreale? Mettiamoci comodi sul divano e guardiamo qui.

Siamo nella Lapponia Svedese e partiamo dall’ Icehotel presso l’Abisko National Park. Attraversiamo il Lake Tornetrask attraverso il bosco su una slitta trainata dalle renne, passeremo da una struttura di legno dei Sami e finalmente vedremo danzare l’Aurora sopra le teste.

Alla fine andrò con i miei occhi a vedere quel fascio di luce verde che mi aspetta da tanto tempo!

10.torneo di famiglia

Ok, non si tratta proprio di un’avventura ma di una sfida in famiglia. Sono amante delle carte da gioco. Soprattutto adoro giocare a Machiavelli dove ogni giocatore deve ingegnarsi per terminare tutte le carte in mano senza scarti. I bambini però preferiscono giocare a “Briscola” in coppie (a me non piace). Visto che io adoro i giochi in scatola, giochiamo a Cluedo. Trasformandoci tutti investigatori a scoperta dell’assassino, dell’arma del delitto e del luogo dove si è svolto il crimine.

Avete altre avventure da suggerire?

Siamo proprio curiosi di provarne altre.

A presto,

Francesca

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7 consigli per sopravvivere in casa con i bambini

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La vita è un’avventura da vivere, non un problema da risolvere (John Keats).

7 consigli per sopravvivere in casa con i bambini

Ripenso spesso al lockdown che ci costrinse in casa per molto tempo. Abbiamo vissuto tutti un momento storico difficile che ricordo con ansia e paura. Ho riscoperto però il piacere di casa e sono perfino sopravvissuta in una piccola casa con i bambini

Oltre a sfruttare quel periodo per riorganizzare al meglio i miei pensieri e le abitudini di famiglia, io e mio marito ci siamo abbastanza ingegnati per far trascorrere le giornate in modo divertente.

Rimanere in casa per settimane senza mai uscire è stato stressante per tutti, bambini compresi.

Come sopravvivere con i bambini in casa 24 ore al giorno?

Oltre a lavorare in smart working, noi mamme abbiamo avuto anche il compito di seguire i bambini con le lezioni di scuola e i compiti da svolgere.

Abbiamo pensato al loro disagio, alle loro paure e al cambiamento drastico di vita avvenuto senza preavviso. E questi sono i consigli su come sopravvivere con i bambini in casa e riorganizzare le abitudini di famiglia. Credo siano utili a tutti i genitori (escluso il n. 7!).

  1. PREPARARE UNA ROUTINE QUOTIDIANA

Abbiamo ricordato ai bambini che durante l’emergenza da Covid non eravamo in vacanza. Abbiamo parlato con i ragazzi, dandoli responsabilità sulla necessità di studiare a casa, visto il lungo periodo d’isolamento sociale.

Le cose da fare sono state: seguire il programma di scuola, fare i compiti e inviarli ai maestri. L’anno scolastico ddoveva continuare, almeno in parte.

Per fare in modo che l’anarchia non prendesse il sopravvento, avevo creato una routine quotidiana simile a quella della scuola, che ho poi attaccato in cucina in modo che fosse visibile a tutti.

Pic nic in casa

  1. COINVOLGIMENTO NELLA PROGRAMMAZIONE DELLA GIORNATA

I miei boys volevano essere coinvolti nella programmazione degli impegni quotidiani. Per “impegni” intendo gli orari dei compiti, dello svago, della socialità e perfino sul menù. Il programma giornaliero attaccato in cucina non è sufficiente.

Sono molto interessati al menù del giorno (ci piace mangiare!). O meglio, poiché non sono capace di cucinare pur essendo una mangiona, ho preso il menu della scuola, ho fatto MOLTE modifiche e l’ho appeso in cucina in modo che loro possono consultarlo per sapere cosa è previsto per pranzo e cena. Poi abbiamo discusso sulle attività, sugli orari e sulla durata dei loro svaghi (tv, tablet etc.). Loro hanno fatto le loro proposte, io ho variato qualcosa.

Decidiamo poi i momenti sociali di famiglia: il gioco da fare tutti insieme (carte o gioco in scatola), quando fare la cena etnica settimanale, quando la serata dell’’aperitivo di famiglia e quando il cinema di famiglia.

Loro si sentono molto coinvolti ed io sono contenta.

  1. PREPARARE UNO SPAZIO DEDICATO

Quest’aspetto può non sembrare importante ma per me è fondamentale. Ho avuto la necessità di creare un’area della casa dove i bambini potessero studiare e stare tranquilli.

Noi 4 abitiamo in un piccolo appartamento e, quando siamo tutti e 4 in casa, è sorta la necessità di trovare uno spazio per ciascuno dove non ci fossero rumori né distrazioni. Avendo due figli alle scuole elementari che devono seguire la didattica a distanza, li ho naturalmente divisi in due stanze separate creando due aree di lavoro ben illuminate e tranquille.

Ogni bambino ha il suo personale modo e tempo di apprendimento per cui è importante che non sia disturbato né distratto, soprattutto dal fratello. Ho provato a farli utilizzare la stessa scrivania ma i contenuti didattici sono differenti, i metodi pure (uno ha audio lezioni, uno ha solo video) e litigavano anche per i libri o quaderni.

Io e mio marito ci dividiamo in modo che entrambi i bambini possono essere seguiti. Loro hanno la massima libertà nella scelta dello spazio per studiare: un giorno possono stare in terrazza, l’altro in camera oppure in salotto (poi basta perché la casa è finita!).

  1. MOMENTI DI SOCIALITA’

I bambini hanno bisogno di sentire i loro amici. Per questo, facciamo fare video chiamate via skype o whatsup per vedere i volti dei loro amici con cui possano chiacchierare. Spesso si scambiano i titoli di film che hanno visto o giochi che hanno fatto. Anche per quest’attività ho stabilito un tempo limitato.

Non voglio essere troppo permissiva perché, poiché i bambini torneranno a scuola a settembre (è il mio pensiero ovviamente), devono avere degli orari ben stabiliti altrimenti tornare indietro sarebbe molto difficile.

  1. UTILIZZO TV E TABLET

Sono sempre stata contraria alla tecnologia e in questi anni mi sono sempre attivata per spingere i ragazzi a leggere un buon libro piuttosto che piazzarsi davanti alla tv a vedere un cartone animato. Ultimamente però hanno piacere di vedere serie tv o film da “ragazzi”.

Abbiamo allora concesso di vedere 1 ora di tv dopo pranzo e 1 ora dopo cena. In alternativa alla tv possono utilizzare il tablet per fare dei giochi.

Ovviamente loro vorrebbero giocare molto più tempo ma credo che il tempo concesso sia più che sufficiente nell’arco delle 24 ore.

  1. COMPITI

Nel momento in cui la scuola ha attivato la didattica a distanza, il primo pensiero è capire i dispositivi a disposizione, poiché sia io che mio marito lavoriamo in smart working. Io lavoro sul mio pc portatile, mio marito sul suo tablet, il big boy sul pc fisso e il piccolo aspetta un dispositivo libero!

Ammetto che a me piace la didattica a distanza. Le lezioni sono ben fatte, le scadenze sono ben calendarizzate e l’invio dei compiti sul registro elettronico è abbastanza intuitivo e semplice. Ovviamente nel mio caso tutta quest’attività è da moltiplicare per 2.

A casa poi non ci sono distrazioni né compagni che chiamano. Noi possiamo seguirli accanto a loro senza intervenire né correggerli. Preferisco che sbagliano da soli. I maestri, tramite il registro elettronico, correggono i compiti.

  1. BERE UN BICCHIERE DI PROSECCO

Questa è la regola fondamentale. Ogni sera alle 19 io e mio marito ci davamo appuntamento in terrazza con un calice di prosecco e ci raccontavamo la giornata nei nostri 70 metri quadrati. E’ stato un momento carino, che siamo riusciti a mantenere anche dopo il Covid.

Mojito da asporto

Volevamo che fosse un momento solo nostro. E’ stato un piccolo lusso riuscire a stare tranquilli 10 minuti e raccontarsi un po’ le nostre emozioni di quello strano periodo nel nostro angolino.

Sono stupita da me stessa. Dopo l’iniziale periodo di pessimismo cosmico dei primi giorni di marzo 2020, mi sono poi imposta di ricavarmi almeno 2 ore al giorno per me. Che fosse per fare yoga (l’avevo appena scoperto), che fosse per scrivere per il blog o per una videochiamata, sono riuscita a ricavarmi questo bell’intervallo tutto per me. Grande!

E voi che cosa avete combinato in quel periodo?

Come è andata con i vostri bambini?

A presto,

Francesca

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Giochi per bambini dai 7 anni

La libreria viaggiante: Il Parnaso ambulante

il parnaso ambulante

Faccio parte del Book Club dei Viaggiatori che si riunisce una volta il mese presso la LibLab di Sesto Fiorentino (FI) e quando Mammagiramondo, la fondatrice del club, ha proposto di leggere ”Il Parnaso Ambulante”, ero parecchio incuriosita.

Pur essendo amante di libri e di viaggi, non avevo mai sentito nominare questo titolo né avevo grandi conoscenze sulle librerie viaggianti.

La prima cosa cui ho pensato è stata il bibliobus. Si tratta di un servizio che diversi comuni hanno messo in piedi per portare i libri nelle piazze della città e offrire ai lettori affezionati la possibilità di prendere in prestito una varietà di libri in forma gratuita.

Anche il Parnaso era un bibliobus del 1800?

Per scoprire cosa fosse il Parnaso ecco la mia recensione:

Titolo: Il Parnaso Ambulante

Autore: Christopher Morley

Edizioni: Sellerio

Il Parnaso Ambulante è un libro che mi ha subito incuriosito per il titolo un po’ strano. E’ una storia pubblicata nel 1917 di 161 pagine che si svolge nella Nuova Inghilterra dove Elena McGill, giovane donna di 39 anni, si occupa della fattoria di famiglia, mentre il fratello Andrew decide di non dedicarsi più all’agricoltura e di scrivere libri.

Un giorno compare in fattoria Roger Mifflin, un piccolo uomo dalla barba rossa alla guida di un Parnaso ambulante, una sorta di libreria viaggiante. Elena, frustrata della sua vita monotona e invidiosa del fratello che vuole essere “uomo di lettere”, compra il Parnaso per iniziare una nuova vita.

Inizia così a girare per le bucoliche campagne tra il Maine e la Florida con il nuovo parnaso accompagnata dal buffo Sig. Mifflin, professore e poeta per diffondere l’amore per i libri agli abitanti della zona.

Inseguita dal fratello che non si rassegna di aver perso la sorella che lo serviva, Elena rinascerà in quest’avventura on the road e diventerà la paladina della ribellione predicando l’amore per i libri.

Mi è piaciuto:

  • Perché è un libro che parla di libri;
  • Perché il parnaso diventa una carovana di cultura. “Chiunque sappia indurre la gente di campagna a leggere qualcosa che valga la pena, rende un vero servizio al suo paese”;
  • Perché è un libro scritto in modo semplice, allegro ed elegante, dove alla fine l’amore vince su tutto;
  • Perché il Sig. Mifflin è un uomo molto franco che racconta strane storie e offre spunti di riflessione sul valore dei libri.

Forse la fine del libro è un po’ troppo accelerato ma rimane un libro piacevole, che ci porta in un mondo di altri tempi e soprattutto ci vuole far capire che i libri sono ovunque e fruibili da tutti. Soprattutto per i nostri ragazzi, che hanno la possibilità di leggere qualcosa di diverso e di fare un salto indietro nel tempo tra carovane e fattorie della Nuova Inghilterra.

E voi avete mai visto una libreria viaggiante? Vi siete avvicinati? Da cosa siete stati attirati?

Buona lettura,

Francesca

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(Fabrizio Caramagna)

 

 

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Come intrattenere i bambini durante i viaggi in auto, in aereo o in treno?

Come farli passare il tempo mentre aspettano di mangiare in pizzeria?

O in sala di attesa dal pediatra?

Come trascorrere lunghe giornate in casa con attività diverse, lontano dagli schermi?

Abbiamo sempre avuto una passione per i giochi in scatola. Giochiamo tutti e 4 appena possiamo.

Monopoli, Battaglia Navale, Shangai, Domino e Mastermind ci hanno fatto compagnia ovunque: dall’aereo al treno, dalla terrazza al letto. La bellezza di questi giochi è che puoi utilizzarli ovunque, senza bisogno di tavoli o grandi spazi.

Se avete bambini dai 7 anni, ecco i miei consigli su giochi da fare in qualsiasi momento e luogo:

La Cucaracha Loop: tutti i maggiolini devono raggiungere il traguardo lanciando il dado. Attenzione al dado arancione e al gettone che possono creare qualche problema. E’ un gioco adatto anche a 5-6 anni.

I Dispettri: ogni giocatore deve sbarazzarsi dei fantasmi che ha nella propria mano e nella propria casa il più velocemente possibile. Ci sono 62 carte divise tra fantasmi comuni, impavidi, speciali e terrificanti. Il tabellone è il cimitero e il gioco si divide in due periodi distinti: prima e dopo la mezzanotte.

50 Rompicapi: sono rompicapi e indovinelli per mettersi alla prova e tenere allenata la mente. Ci sono 50 schede creative con indovinelli in varie materie, da risolvere utilizzando un pennarello cancellabile con l’acqua.

Minecraft Card Game: si deve accumulare un certo punteggio con carte Craft, Creeper e Dinamite. A ogni turno il giocatore può scegliere una delle seguenti attività: Estrazione (prende una carta dal mazzo), Prenotazione (si prende una carta Craft) o Crafting (tramite strumenti come piccone, spada, pala, zappa e ascia il gioco prosegue in varie direzioni).

Carte da dieci: è un gioco per gli amanti del calcio. Si devono realizzare i gol sfruttando azioni offensive (tiri, rigori, azioni d’attacco, etc.) o difensive (difensore roccia, portiere, etc.) preimpostate sulle carte. Emozioni e imprevisti di una vera partita di calcio.

Carte da gioco dai 7 anni

 

Carte Harry Potter: Ogni carta ha un punteggio di magia, astuzia, coraggio, temperamento e saggezza. I bambini possono utilizzare la fantasia per fare il gioco che preferiscono. Un gioco perfetto per i vostri bambini amanti del famoso maghetto.

La vita è più divertente se si gioca.(Roald Dahl)

Carte da Uno: si devono abbinare le carte per colore o per numero. Ci sono anche 32 carte speciali che permettono di saltare o invertire cambiando il gioco in ogni momento. Divertimento, astuzia e fortuna.

IQ: è un gioco anche per adulti! Si hanno a disposizione 120 sfide sviluppate su 3 differenti livelli di difficoltà. Stimola la visione spaziale, aiuta a sviluppare la logica e cercare strategie per disporre i pezzi sulla griglia indovinando la soluzione. Le difficoltà sono crescenti e sono ben descritte sul libretto d’istruzioni. Il gioco non è mai monotono e tiene i bambini impegnati per molto tempo.

Stimola tantissimo la visione spaziale, logica, la pre-visualizzazione di diverse soluzioni e il creare scenari “ad albero” di risoluzione dei problemi.

Giochi per bambini dai 7 anni

 

Supergoal: in un piccolo campo da calcio di stoffa, i giocatori devono tirare i dadi con le frecce. A ogni dado corrisponde un’azione di attacco e difesa. C’è anche il dado bianco che rappresenta il colpo del fuoriclasse. La partita dura 15 minuti.

Sono tutti giochi disponibili in formato tascabile o TRAVEL facilmente reperibili on line. Sono piccoli, leggeri, facili da aprire e comodamente trasportabili ovunque grazie alle confezioni di plastica.

Vantaggi di questi giochi per bambini dai 7 anni:

  • Aiutano a sviluppare la pazienza;
  • Stimolano a studiare le mosse dell’avversario;
  • Aiutano a concentrarsi sulla prossima azione.
  • Tengono i bambini impegnati per molto tempo.

E con un po’ di astuzia, fortuna, un minimo di strategie questi giochi sono molto divertenti e adesso sono sempre con noi, nello zaino giochi che portiamo ancora ovunque, nonostante i boys stiano crescendo.

Avete qualche gioco da suggerire? Scrivetelo nei commenti.

Buon divertimento!

A presto

Francesca

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Il 1° marzo 2020 il mio blog ha compiuto 1 anno

TANTI AUGURI A ME!

Sono già passati 12 mesi da quando ho premuto per la prima volta il tasto “pubblica “articolo.

E’ arrivato il momento di raccontarvi qualcosa di me che ancora non sapete:

  1. Io e mio marito siamo nati lo stesso anno.

Io e il mio omone siamo nati entrambi nel mitico 1972. Io sono un Sagittario, lui un Toro. Mi piace un sacco avere la stessa età.

  1. Siamo entrambi nati a Firenze e sempre vissuto a Firenze.

Siamo entrambi fiorentini doc nati in famiglie fiorentine da generazioni. E di questo ne vado fiera. Poi, mentre cercavamo il nostro nido d’amore nel lontano 1999, abbiamo trovato un piccolo appartamento a pochi km dal capoluogo toscano e in seguito ci siamo spostati ancora. Il nostro punto di riferimento è sempre Firenze, citta che amiamo molto.

  1. Quando sono arrivata in chiesa, lui non c’era.

Avete letto bene! I mesi precedenti il matrimonio, Iacopo scherzava sul fatto di non presentarsi in chiesa il grande giorno. Alla fine è andata così. Appena arrivata in chiesa, Iacopo si era allontanato con il prete in Sacrestia e il fotografo uscì in fretta dalla chiesa per dirmi di non scendere dalla macchina perché Iacopo non c’era, senza dare altre spiegazioni.

Solo a scrivere queste poche righe, mi scendono i lacrimoni. Il ragazzo che guidava ha fatto retromarcia e siamo andati a fare un giro per le strade del Chianti. Io piangevo a dirotto (con tutto il trucco colato) e il mio babbo cercava di tranquillizzarmi. Ovviamente Iacopo era molto presente.

Il risultato è stato che non ho mai sorriso in tutta la giornata per lo spavento. Ho iniziato a rilassarmi solo il giorno dopo in aereo. Ovviamente non ho più rivolto la parola al fotografo che aveva diffuso quella notizia falsa e tendenziosa!

  1. 32 cm di differenza in altezza

Tra me e mio marito ci sono 32 cm di differenza in altezza. Io sono bassa 160 cm e lui alto 192 cm. Io indosso spesso le scarpe con il tacco che aiutano un po’ a limare questa differenza. Non possiamo ballare il tango ma per il resto possiamo fare tutto!

  1. Mentre stavamo adottando due bambini cileni, sono rimasta incinta.

Nel 2008 abbiamo iniziato il percorso dell’adozione internazionale di due figli minori. E’ stata una strada lunga, in compagnia di assistenti sociali e psicologi che ci hanno analizzato per un intero anno. Noi, per svariate ragioni, avevamo scelto che i nostri figli provenissero dal Cile. E così, dopo aver ottenuto l’idoneità da parte del Tribunale dei Minorenni di Firenze, abbiamo preso un volo per andare a festeggiare. All’inizio del 2010 in attesa di partire per il Sudamerica per andare a prendere i nostri figli, abbiamo scoperto di aspettare Riccardo il nostro primo boy. Una gioia immensa. All’epoca la legge italiana non permetteva l’adozione di bambini più grandi di quelli naturali per cui abbiamo interrotto il percorso (credo sia ancora così). Dopo 1 anno e mezzo dall’arrivo di Riccardo, è arrivato il vero tornado di casa, Niccolò che adesso ha quasi 8 anni.

I nostri 32 cm di differenza in altezza

  1. Ci siamo conosciuti ai boy scout

Entrambi iscritti al mitico gruppo degli scout CNGEI di Firenze (dove adesso il nostro figlio grande è un lupetto), stavamo facendo i capi reparto e, tra una riunione e l’altra, mentre stavamo costruendo un forno con un barile, è scoccata la scintilla. Dopo 28 anni siamo ancora insieme. Grande Iac!

  1. Ho conseguito la vecchia laurea magistrale.

Ne vado orgogliosa. Sia perché mi sono laureata a 24 anni sia perché la laurea magistrale quinquennale non esiste più sia perché me la sono pagata da sola lavorando come una matta. Solo noi grandicelli possiamo ricordarcela.

  1. Sono stata operata 2 volte

La prima operazione è stata l’ernia ombelicale nel 2015, mentre la seconda è avvenuta nel 2018 per un distacco di retina all’occhio destro. Con l’occasione mi hanno operato anche la cataratta.

Al momento la situazione è la seguente: ho la cataratta primaria all’occhio sinistro (non operato), la cataratta secondaria all’occhio operato e l’opacizzazione del cristallino. Ho pure l’alluce valgo. Credo sia il caso di chiamare Villa Il Buon Riposo per prenotare un posto!

  1. Mi tingo i capelli dal 1995

Ebbene sì. Rientro in uno dei casi di persone imbiancate presto. Ho iniziato a tingere i capelli bianchi nel lontano 1995. Al momento devo fare la tinta ogni 14-15 giorni e non ho più ricrescita di capelli scuri ma solo bianchi. Sono un disastro (vedi punto sopra)!

  1. Un lama ha tentato di rubarmi le patatine

Mentre eravamo in Perù al Canyon del Colca, ci siamo fermati a un piccolo punto di ristoro ed io ovviamente ho comprato patatine (ne mangio un pacchetto al giorno). Pian piano mi si è avvicinato un lama che ha infilato il suo muso nel pacchetto. L’ho guardato inferocita e me ne sono andata. NESSUNO DEVE MANGIARE LE MIE PATATINE!

  1. Stiamo insieme da quasi 30 anni

Nel 1992 ci siamo messi insieme, nel 2002 ci siamo sposati (lo stesso giorno in cui ci siamo messi insieme). Dopo 2 figli tanto desiderati (vedi punto 5), siamo ancora qua (eh già) e finalmente abbiamo ripreso a viaggiare.

  1. I miei figli sono nati entrambi il giorno 3

Riccardo è nato il 3 settembre e Niccolò il 3 giugno. 21 mesi esatti di differenza.

I boys sono nati entrambi il giorno 3, a 21 mesi esatti di distanza

  1. Nel 1988 ho tentato di scavalcare il muro di Berlino.

Mi trovavo a Berlino ovest con amici ma non mi era chiara la situazione politica (anni di liceo buttati via). Non capivo perché c’era la guardia su una torretta per controllare che nessuno provasse ad andare dall’altra parte. Io ho detto che volevo andare al di là del muro (mimando il tutto con le mani perché non conosco neppure una parola di tedesco) e la guardia mi ha puntato il fucile. Ho capito che non era il caso.

  1. Ho conosciuto i miei migliori amici in viaggio

Le persone che amano viaggiare sono straordinarie. Io ho avuto la fortuna di incontrare grandi amici in Kenya nel 2004.

Nonostante ci sentiamo poco e ci vediamo raramente, mi piace stare con loro perché sono persone intelligenti con grandi teste pensanti. Trascorrere il tempo con loro mi dà un grande beneficio, sia perché mi occorre ogni volta un quaderno per appuntare nuove idee e spunti di riflessione, nuovi titoli di libri o film, nuovi posti dove andare o nuove ricette; sia perché stiamo proprio bene in loro compagnia.

Dopo averli incontrati, ho sempre una nuova energia di fare e progettare (manca poi la messa in pratica ma questo è un altro discorso).

  1. Ho 2 tatuaggi

A 40 anni ho tatuato le due iniziali dei boys (RN) sull’interno della caviglia sinistra e 4 anni dopo ho tatuato le stelline sul dorso del piede destro. Le avevo viste sulla schiena di Rhianna e ho deciso che sarebbero state bene anche a me!

  1. Ho perso 10 kg in un anno

Era l’anno 2014 e, grazie a una collega molto attenta alla linea e ai sani stili di vita, ho iniziato a correre. Non ho mai cambiato la mia alimentazione, però correvo per almeno 1 ora sei giorni la settimana. E sono riuscita a perdere 10 kg. Stavo benissimo! Questo benessere è durato fino a maggio 2016 quando ho scambiato lavoro e gradualmente ho smesso di correre. Risultato? Ho ripreso tutti i 10 kg (e forse anche qualcuno in più), che al momento riposano sereni sui miei fianchi e il mio sederone.

  1. Sono vegetariana

Sono vegetariana dal 2018. Cucino la carne (pochissima) per i miei 3 uomini ma non la mangio. E neppure il pesce. Ai miei figli ho spiegato che ne ho mangiata troppa senza addentrarmi in discorsi etici. Quando saranno grandi decideranno la loro alimentazione.

Ho provato anche la dieta vegana per un mese, ma ho fatto fatica a cucinare. Al momento mangio pasta e dolci. Forse è per questo motivo che sono ingrassata???

  1. Covid-19

In pieno periodo del Corona Virus, sono andata dal mio parrucchiere cinese che ho trovato pieno di clienti. Quindi, statemi lontano per le prossime due settimane!

Avrei ancora tante cose da svelare su di me. Ma le lascio per il prossimo post.

Ringrazio tanto chi mi segue, chi mi aiutato con il blog e chi inizierà a seguirmi d’ora in poi.

Ringrazio i miei tre boys che sono quotidiana fonte d’ispirazione.

Grazie per aver letto fin qui. Se vuoi saperne più di me, leggi la mia storia qui.

A presto,

Francesca

Visita al Parco della Mandria con bambini

Nel nostro viaggio alla scoperta di un pezzo di Piemonte, abbiamo scoperto il Parco della Mandria, a circa 15 km da Torino. Sono sempre più convinta che tutto quello che accada fuori dal programma sia molto più bello. Inizialmente volevamo visitare la Reggia di Venaria, ma i signori del B&B dove abbiamo alloggiato ci hanno consigliato questa scelta. E siamo molto contenti!

Che cosa fare nel Parco della Mandria?

Il Parco della Mandria è semplicemente stupendo. E’ un’area protetta della Regione Piemonte nel 1978, a seguito dell’acquisto di una grande porzione della tenuta del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II. Il parco si estende su 6000 ettari e presenta una grande biodiversità di animali selvatici.

Si accede dall’ingresso Ponte Verde in Viale Carlo Emanuele nel comune di Venaria Reale. L’accesso è gratuito! Il parco è il paradiso dei ciclisti, podisti e di tutti praticanti qualsiasi sport senza alcun impatto ambientale.

Qui sono organizzati molti circuiti tra cui:

  • A passo di cinghiale (passeggiata a passo libero su circuiti di 4,10 e 15 km)
  • Fitwalking, Walking e Nordicwalking
  • Dai che è lunedì (camminate a passo libero ogni lunedì sera nel periodo estivo.)
  • All’alba al parco (camminate a passo libero ogni sabato mattina alle 6.30)
  • Sabato a piedi nel parco (camminate a passo libero sabato pomeriggio in autunno)
  • Biciclettate
  • Trekking con i guardiaparco
  • Escursioni a cavallo e in carrozza
  • Osservazioni faunistiche
  • Giro in trenino

Non essendo molto sportivi, noi abbiamo preso il trenino che ci ha portato a visitare il parco della Mandria con i suoi luoghi più belli. Durante la visita un audio guida ci ha raccontato la storia del Parco, integrata dalla guida con particolari interessanti. Ci sono anche escursioni notturne con il trenino per provare a osservare il cervo.

Nel parco ci sono molte cascine storiche che ospitano servizi turistici, edifici storici in via di restauro, 50 km di strade percorribili in mezzo alla natura e lo splendido Borgo Castello della Mandria.

Il trenino ci ha portato alla Cascina Vittoria, dove ci sono delle scuderie e un punto ristoro. La sosta nelle scuderie ha fatto felice i bimbi che hanno potuto vedere da vicino i cavalli e gli animali della fattoria come mucche, coniglietti e pony.

Cascina Vittoria nel Parco della Mandria

Che cosa vedere nel Parco della Mandria?

Il parco è’ un ambiente unico, dove oltre a praticare sport in compagnia, è possibile trascorrere intere giornate a passeggiare, fare pic-nic con gli amici, o mangiare un gelato in totale riposo. Il parco è tenuto magnificamente, i prati sono puliti e tagliati e già la vista della collina su cui sorge la residenza reale ha il suo fascino.
Questa residenza nel parco la Mandria è una piccola gemma nascosta e fu la residenza di Rosa Vercellana (la Bella Rosina).  Il piano nobile visitabile non è molto grande, ma è meraviglioso.

Ai miei bambini è piaciuta molto. Al piano terra c’è una galleria con una decina di carrozze storiche. Al primo piano ci sono una ventina di stanze che sono state utilizzate prima dai Savoia e poi dai Medici del Vascello, nonché una galleria con tanti animali impagliati. Le stanze sono perfettamente conservate con gli arredi originali e si rivive per un attimo come doveva essere vivere in una residenza di caccia a quei tempi.

I soffitti sono splendidi, le decorazioni sono perfettamente conservate e le tappezzerie alle pareti sono ancora intatte. Bellissime la Sala del gran cacciatore, la sala delle udienze, la stanza da letto della duchessa, il salotto verde, la sala da ballo, la sala del biliardo, la stanza da letto di sua Maestà e la camera da letto di Rosa Vercellana (la bella Rosina).

Gli appartamenti nella Cascina Vittoria

Quello che ci è piaciuto di più è senza dubbio il corridoio degli uccelli: una galleria lunga oltre 60 metri, dove troverete animali imbalsamati da collezionista (qual era il re): un cucciolo di ghepardo, la collezione ornitologica del re e altri esemplari. Questo corridoio ci è piaciuto parecchio e ci siamo soffermati a studiare ogni singolo animale impagliato.

In questa residenza il Re era come uomo comune, con i suoi gusti, le sue scelte, il suo rapporto di coppia con la sua Rosina. Si sentiva a casa ed era se stesso.

Siamo rimasti molto colpiti da questa visita. Consiglio a tutti una visita al Parco e soprattutto agli appartamenti reali, piccole perle nascoste in un ambiente unico.

Dove dormire con bambini al Parco della Mandria?

Su consiglio di Mammagiramondo, abbiamo dormito al residence La Pera Bugiarda a Venaria Reale. La nostra camera familiare aveva le finestre proprio davanti alla Reggia. Svegliarsi la mattina e vedere quello spettacolo davanti a noi è stato impagabile! La camera era molto spaziosa e avevamo anche il parcheggio all’interno del cortile (camera quadrupla con colazione e parcheggio 125 euro a notte).

Dove mangiare con bambini?

Poiché dormivano a Venaria Reale, abbiamo scelto di cenare all’Osteria Passami Il Sale, dove abbiamo gustato degli ottimi gnocchetti con la fonduta di CastelMagno (strepitosi) e la battuta di Fassone. I bambini hanno scelto l’immancabile pasta al pomodoro e ottime patate al forno. Consiglio assolutamente.

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi possa essere a qualcuno, condividilo con i tuoi amici.

A presto,

Francesca

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L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso. (Anne Carson)

Cosa vedere al parco del Delta del Po con bambini

Nonostante il pieno inverno e il freddo intenso abbiamo deciso di andare a curiosare nelle Valli di Comacchio e del Parco del Delta del Po, che avevamo visitato tanti anni fa prima dei boys. Visto che i bambini sono al momento particolarmente affascinati dal birdwatching, abbiamo promesso che l’avremmo portati qualche giorno a vedere gli uccelli in un posto ricco di specie.

Che cosa vedere al Parco del Delta del Po

Il Parco del Delta del Po è un paradiso per gli amanti della natura e della pace. Ci sono tantissime attività da fare, dal cicloturismo alle escursioni a piedi, a cavallo e in barca. E’ possibile dedicarsi alla fotografia naturalistica, al birdwatching e all’osservazione del cervo presso il Bosco della Mesola.

Le Valli di Comacchio hanno anche tanti musei dedicati alla storia della pesca dell’anguilla e degli altri pesci lagunari.

Noi abbiamo iniziato il nostro giro dalla Stazione Foce del Po a Comacchio, dove abbiamo fatto un’escursione in barca che si è rivelata molto piacevole. Dall’imbarco si naviga dentro una vera e propria oasi spettacolare, dove dimorano centinaia di specie di uccelli acquatici e una numerosa colonia di fenicotteri proveniente da vari paesi del mondo. Si attraversa rilassati una parte del Delta accompagnati dalla guida a bordo che è stata molto brava e coinvolgente raccontando molti fatti curiosi.

I bambini si sono subito appassionati osservando il cartellone posto sulla barca raffigurante tutte le specie di uccelli del territorio. Durante il percorso abbiamo avvistato i cormorani, gli aironi e, in lontananza, i fenicotteri rosa.

Pesca sul Delta del Po

Ciò che rende interessante il Parco è la sua estrema varietà di ambienti e di paesaggi. Impressionanti sono le vastità di acqua dolce e salata delle valli.

Durante la gita, ci siano fermati a un casone di pesca su un piccolo isolotto, attivo fino agli anni 60 dove ci hanno raccontato come vivevano i pescatori e come si svolgeva la pesca dell’anguilla. In questo casone si possono vedere le strutture e gli arredi originali dei casoni, le attrezzature legate alla vita dei pescatori delle valli, e un impianto da pesca tradizionale (lavoriero) fedelmente ricostruito con canna palustre.

 

Ritornati sulla motonave, la guida ci ha intrattenuto nell’illustrarci storia e caratteristiche non solo di Comacchio, ma delle sue Valli e dei suoi Canali con notazioni sulla fauna che via via s’incontrava.
Consiglio a tutti questa escursione

A nord di Comacchio, abbiamo visitato anche la zona della Mesola (la riserva era chiusa!), costeggiando le sterminate distese di acqua salmastra delle Valli di Comacchio e della Sacca di Goro. Lungo l’argine del Po, abbiamo visto il Faro Porto Tolle di Gorino e il Ponte di barche di Santa Giulia.

Sono affascinata dai fari in generale e credo che piacciano anche a tutti i bambini. Noi ci siamo divertiti a fantasticare sul custode, figura misteriosa che ha scelto di vivere in completa solitudine a occuparsi di illuminare il mare per le navi e le sirene! Questo piccolo faro, che abbiamo visto solo da lontano, segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna. Alto quasi 22 metri è stato costruito negli anni cinquanta per sostituire la Lanterna Vecchia e si trova sull’Isola dell’Amore.

Ai bambini è piaciuto molto anche il Ponte di barche che collega l’isola di Donzella all’isola di Ariano. Qui siamo già in Veneto a ridosso della bocca del Po di Gnocca. Questo ponte un po’ traballante è costruito con chiatte ed è un importante via di comunicazione tra il Gorino Sullam e Gnocchetta. Pare che furono gli Estensi a costruire ponti su chiatte, per soddisfare esigenze civili di collegare le due sponde del Po, sia per esigenze militari di difesa da attacchi al loro territorio. Queste chiatte azzurre rendono l’atmosfera affascinante, se non fosse per i 2,50 euro di pedaggio!

Ponte di barche

Purtroppo molte oasi erano chiuse per le festività natalizie per cui ci siamo concentrati nella zona della Foce del Po di Volano dove abbiamo potuto avvistare il tarabusino, beccacce e ibis sacro.

Inoltre il nostro agriturismo era all’interno dell’Oasi Canneviè, al lido di Volano, dove abbiamo potuto vedere la cutrettola, l’avocetta e il cavaliere d’Italia.

Il Parco del Delta del Po è un’area splendida, ricchissima di oasi, riserve naturali, bonifiche, valli e boschi che danno rifugio anche a diverse specie di rapaci, che però non abbiamo visto!

Direi che la missione di far vedere ai boys tante specie di uccelli può dirsi conclusa!

Dove cenare con bambini

Non essendo amanti del pesce (ed io neppure della carne) abbiamo scelto di cenare all’Osteria Matterello a Comacchio, un locale molto vintage e particolare con strani oggetti in esposizione (come la parete piena di tazze attaccate). I miei uomini hanno scelto piatti tradizionali a base di carne come l’assaggio di salumi e formaggi della zona, le tagliatelle con il ragù, ravioli, costolette di agnello. La pasta è fatta in casa ed io non potevo farmi sfuggire un fantastico piatto di ravioli di zucca. Nel prezzo del coperto sono compresi acqua e vino alla spina da prendersi da soli. Da provare per chi ama la carne!

Delta del Po con bambini

Dove mangiare un’ottima piadina

Siamo tutti e 4 golosi della piadina che mangiamo spesso a casa. Essendo in zona, non potevamo non mangiarla. Ci siamo fermati per caso al Chiosco ai Pioppi di Bosco Mesola trovato per caso sulla Strada Romea per tornare verso Codigoro. Diciamo che il locale non invita a fermarsi ma dopo aver provato la loro piadina, vorrete tornarci! La sistemazione è molto semplice e le due signore sono molto gentili e disponibili. Le nostre piadine romagnole erano buonissime. Ci sono anche scelte di piatti come fritto di pesce, baccalà, lasagne o hamburger. Per chi è interessato a mangiare dei piatti casalinghi e non si ferma all’apparenza deve venire qua. Lo consiglio vivamente.

Dove dormire con i bambini

Per questi nostri tre giorni di fine anno, abbiamo scelto l’Agriturismo Oasi di Canneviè a Lido di Volano a 10 km da Comacchio. Si tratta di un’ex stazione di pesca e di marinatura del pesce all’interno del Parco del Delta del Po.

Tranquillo e silenzioso, l’agriturismo è immerso nel verde con un’estensione di 60 ettari, dove ci sono molti specchi d’acqua. Trovandosi all’interno di un’oasi naturalistica, nell’area dell’agriturismo c’è una grande varietà di piante e uccelli, che scelgono quest’area per nidificare o come luogo di temporaneo riposo durante la migrazione. Infatti, ci sono sentieri e casotti per fare birdwatching.

La colazione era ottima e abbondante e la nostra camera familiare era immensa: la dimensione giusta per accogliere tutto il nostro casino!

Grazie per aver letto fin qui.

A presto,

Francesca

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