15 cose che ho imparato dai viaggi con bambini

Siete curiosi di sapere cosa ho imparato in questi 10 anni di viaggi con i miei ragazzi? Allora leggete fino in fondo e vi chiarirete i dubbi che anche io avevo prima di partire.

Cosa ho imparato dai viaggi con bambini?

  1. Se possibile viaggiate tanto prima che vadano alla scuola primaria. Sia perché i prezzi dei voli o dei B&B sono molto più bassi, sia perché è importante iniziare a viaggiare con bambini per abituarli da subito.
  2. Fate viaggi a lunga percorrenza nei paesi dove sognate di andare da una vita finché i bambini sono piccoli. Fino alla scuola primaria, potete portarli ovunque senza dover fare discussioni. Ricordate inoltre che i prezzi dei voli iniziano a salire dai 12 anni.
  3. Portate sempre cibo con voi. Nel mio zaino non mancano mai snack, biscotti e acqua. I miei ragazzi hanno sempre fame e ci è capitato spesso di non trovare dove comprare cibo, per cui è meglio muoversi sempre con grandi scorte.
  4. Iniziare con piccoli viaggi. Scegliete un week end vicino casa per capire cosa piace visitare ai vostri figli. E’ importante capire la routine quotidiana in viaggio per programmare poi una vacanza più lunga.
  5. Andate piano. A me piace programmare in anticipo cosa vedere e dove dormire, soprattutto se ci muoviamo durante il week end. Ho però imparato che i ragazzi si stancano e si annoiano per cui molto spesso c’è bisogno di una pausa. Negli ultimi anni andiamo via senza neppure prenotare il B&B, cercandolo direttamente nel posto dove abbiamo deciso di fermarci.
  6. Viaggiate più leggeri possibili. Noi utilizziamo solo il bagaglio a mano fino a vacanze di una settimana. Nel paese di destinazione portiamo i vestiti alle lavanderie automatiche per lavarli e asciugarli. E’ un servizio veramente comodo.  Se invece pernottiamo negli appartamenti, spesso troviamo la lavatrice e l’asciugatrice nella casa. 
  7. Non è vero che i bambini troppo piccoli non ricordano i viaggi. Sono solo scuse! I miei ragazzi stanno tirando fuori cose che francamente nemmeno io e mio marito ci ricordavamo. Non utilizzate la scusa dell’età per non viaggiare. Leggete qui per chiarirvi le idee.
  8. Coinvolgete i vostri figli nella programmazione del viaggio. Coinvolgere i bambini nella programmazioneSpiegate dove volete andare, cosa volete vedere e le tappe del viaggio. Chiedete a loro cosa vogliono visitare e includete i loro interessi nell’itinerario.
  9. Il web è una grande risorsa. Noi abbiamo sempre fatto vedere ai nostri  figli video del paese che avremmo visitato. In questo modo iniziano a familiarizzare con quello che poi vedranno con i loro occhi.
  10. Volate durante la notte, soprattutto se dovete stare in aereo dura molte ore. In questo modo recuperate il tempo successivo per le escursioni e i ragazzi possono dormire.
  11. Siate flessibili. La capacità di adattarsi a ogni imprevisto e riorganizzare il viaggio in pochissimo tempo sono una grande virtù che ci aiuta a sopravvivere agli imprevisti. La flessibilità ci permette di riorganizzarsi ancora più velocemente.
  12. Imparate qualcosa di nuovo insieme. Che sia una nuova attività o un nuovo sport, la cosa importante è trascorrere del tempo insieme per fare qualcosa che non avete mai fatto. Noi abbiamo scoperto un nuovo gioco a carte: Kaboom, che ci tiene seduti al tavolo parecchio tempo.
  13. Non dimenticate le attività all’aria aperta. Nei vostri viaggi inserite sempre del tempo per stare all’aperto. Che sia un picnic, una passeggiata, una  camminata, un escursione al fiume o lago o un parco avventura. Stare in contatto con la natura è sano e riappacificante. E i ragazzi possono scatenarsi.
  14. Viaggiate in auto. Viaggi in auto con bambiniAnche se dovete guidare parecchie ore, ci sono alcuni accorgimenti che ci aiutano a sopravvivere con i bambini a lungo in macchina.
  15. Saltare la scuola può capitare. Fare un lungo week end saltando la scuola il venerdì o il lunedì non è un grosso problema. I ragazzi portano con loro i compiti da fare e recupereranno nei giorni successivi. Se dovessero perdere una verifica o un’interrogazione, i professori saranno disposti a recuperare in altra data.

E voi cosa avete imparato a viaggiare con i vostri figli?

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A presto,

Francesca

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Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia

Siete alla ricerca di un posto magico dove poter stupire i vostri ragazzi?

Allora, dovete sicuramente andare a Rocchetta Mattei, il castello arabo tra scienza e magia sull’appennino tosco emiliano che è stata addirittura location di una serie tv.

Dove si trova Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei si trova a 1 ora e 10  minuti da Bologna, percorrendo la SS 64 direzione Porretta Terme fino a Grizzana Morandi (una frazione di Riola).

Per chi proviene da Firenze occorrono 1 ore e 15 minuti, percorrendo l’autostrada A1 direzione Bologna, uscendo a Badia e imboccare la SS 62 fino a Grizzana Morandi.

Rocchetta Mattei vista da lontano

Quanto costa visitare Rocchetta Mattei?

Il biglietto costa 10 euro a persona e si acquista solo on line con largo anticipo. La visita del castello, di cui una parte ancora chiusa perché in corso di ristrutturazione, è possibile solo con la guida autorizzata e dura 1 ora circa.

Chi è il proprietario della Rocchetta Mattei?

Rocchetta Mattei è ubicata su un’altura di circa 400 metri ed è stata edificata nel 1850 dal conte Cesare Mattei, ricco bolognese, sulle rovine di un antico maniero risalente al 1200. Il castello si fa notare già a distanza per le sue forme e la sua architettura, di chiara ispirazione orientale.

Il conte Mattei era un letterato e politico, appassionato di elettromeopatia, un rimedio omeopatico per numerose patologie. Mattei curava le persone con fluidi elettrici gratuitamente ma purtroppo il modo di curare con questo metodo è morto con lui. Attorno al castello, il conte edificò una serie di villini climatici dove far risiedere i pazienti. 

Dopo la sua morte, Rocchetta Mattei passò in eredità al figlio adottivo che terminò i lavori con uno stile più moderno.

Durante la sua vita Mattei modificò più volte la struttura dell’edificio rendendola un intreccio labirintico di torri, scale a chiocciola, scalette e camere private dallo stile medievale e moresco. 

Rocchetta Mattei è un luogo incredibile, concepito e realizzato da un personaggio che, anche per il periodo storico in cui è vissuto, doveva avere talento, creatività e cultura fuori dall’ordinario. L’accostamento di stili diversi risulta sempre gradevole e mai forzato.

Purtroppo il castello è rimasto in stato di abbandono dagli anni ‘80 al 2005. Poi è stato acquistato e restaurato dalla Cassa di Risparmio di Bologna di cui Cesare Mattei era stato uno dei suoi fondatori. Rocchetta Mattei è stata riaperta al pubblico il 9 agosto 2015.

Rocchetta Mattei: la porta di ingresso

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La cappella di Rocchetta Mattei

Secondo me è la parte più bella, dove siamo rimasti con il naso all’insù per tutto il tempo.

La cappella di Rocchetta Mattei, dove il conte è sepolto, è un chiaro riferimento alla Mezquita di Cordoba. E’ il luogo più affascinante di tutto il castello. Gli archi infatti ricordano quelli della famosa moschea spagnola ma al posto del bianco e rosso andaluso, Mattei scelse il bianco e nero. 

La cappella è costruita su due piani, entrambi visitabili, e il piano superiore è forse più suggestivo di quello inferiore. 

Un’altra curiosità della cappella è la scelta di materiali poveri. Le colonne e gli archi sono realizzati con gesso e cemento. I mosaici sono dipinti e le decorazioni del soffitto non sono di legno ma tele dipinte e fissate.

La cappella

Perché visitare Rocchetta Mattei?

  • visitare Rocchetta Mattei è un viaggio strano e inconsueto che deve essere visto per essere capito. È affascinante e bellissimo. Gli stili architettonici rappresentano l’eccentricità e la creatività del suo proprietario;
  • il Cortile dei Leoni è bellissimo e richiama il cortile dell’Alhambra di Granada. Le piastrelle sivigliane, gli stucchi sugli archi, la fontana con i quattro leoni al centro ci fanno respirare un’aria andalusa;
  • Rocchetta Mattei è stata la location del reality tv Voglio essere un mago andato in onda su Rai 2 dove un gruppo di ragazzi hanno affrontato diverse prove per vincere la bacchetta d’oro. Rocchetta Mattei si è dunque trasformata in una vera scuola di magia;
  • Rocchetta Mattei è un luogo magico, con la sua pluralità di stili architettonici e la sua storia appassionante.

 E allora Sim sala bim! Tutti a visitare Rocchetta Mattei.

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A presto,

Francesca

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3 posti belli da vedere in Val Venosta

Siete in Val Venosta e non sapete cosa vedere? Ma dove si trova esattamente la Val Venosta? É quel bellissimo territorio che va dal Passo di Resia dove nasce il fiume Adige fino a Merano. E’ una zona ricca di fiumi, meleti, cascate e una splendida natura incontaminata. Ecco 3 posti belli da vedere se vi trovate in Val Venosta.

Campanile sommerso

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959? Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…

Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini.  È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! È perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.

Il campanile sommerso in Val Venosta

La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare. É possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservarlo da vicino.

Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. É incredibile pensare che, mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto immobile e impavido al suo posto come una sentinella.

A noi il campanile ha molto emozionato. Se vuoi leggere l’articolo completo sul campanile, lo trovi qui. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare e consiglio una visita assolutamente da fare. 

Cascata di Parcines

Spostandosi verso Merano, un altro posto bello della Val Venosta è l’escursione alle Cascate di Parcines. Provenendo da Merano sulla statale 38, all’altezza della località di Rablà, c’è la deviazione per il paese di Parcines. Salendo in direzione cascate, noi abbiamo parcheggiato nel parcheggio pubblico in Via Peter Mitterhofer e ci siamo incamminati verso le cascate. Si tratta di un piacevole percorso in mezzo al bosco di circa con 450 metri di dislivello.

In realtà ci sarebbe il parcheggio in Via della Cascata molto più vicino, ma noi abbiamo voluto camminare e lo consiglio a chi si muove con bambini al seguito. Ci sono infatti molti elementi di distrazione. Sicuramente quello che ci è piaciuto di più sono stati i piccoli negozietti a forma di mela che vende succhi, marmellate e composta di frutta. C’è un listino prezzi e un salvadanaio dove lasciare i soldi. Che bella questa onestà!

Negozietti lungo il sentiero verso la cascata di Parcines

Ci sono poi un sacco di specie di fiori, piante e le immancabili mele. Il percorso segue il fiume alimentato dalla cascata e ci accompagna per tutto il tragitto tra ponti e pozze d’acqua. Proseguendo verso la cascata, abbiamo anche incontrato una funivia rossa in disuso. Chissà quando ha  fatto l’ultimo viaggio. Un vecchio telefono testimonia l’uso in tempi andati. 

Dopo diversi passaggi suggestivi nel bosco si comincia a sentire fragoroso il rumore della cascata. La cascata è splendida ed è bellissimo ammirare la forza dell’acqua che con veemenza cade da ben 98 metri di altezza. Qualcuno dice che sia la più alta dell’Alto Adige. A seconda dei raggi del sole che riflettono nelle acque di questa bellissima cascata, si può ammirare con stupore il meraviglioso gioco di luce che fa brillare l’acqua con i tanti e vivaci colori dell’arcobaleno.

Il ritorno avviene per la stessa strada, attraverso meleti, casette curate e moltissime specie di fiori. Dall’alto si vede come il piccolo paese di  Parcines sia circondato da una natura incontaminata e da un paesaggio notevole, da un’atmosfera rilassante.

Sentiero didattico di Rio Lagundo

Se viaggiate con bambini al seguito, un altro posto bello della Val Venosta è il sentiero didattico di Rio Lagundo.

Da Rablà si prende la Funivia Rio Lagundo, che ci ha portato a 1.342 m s.l.m. Da qui abbiamo percorso un sentiero ad anello di circa 3,7 km dove abbiamo scoperto molte curiosità del bosco.

Ci siamo dunque incamminati su questo percorso ben segnalato senza alcuna difficoltà, trovandosi subito davanti alla piccola chiesetta bianca di S. Maria della Neve che sorge in cima a una collina davanti a un panorama meraviglioso. 

Chiesa di S. Maria della Neve a Rio Lagundo

Durante il percorso ci sono diversi pannelli informativi e stazioni avventura che raccontano, a misura di bambino, l’ecosistema bosco e dei suoi abitanti. Abbiamo scoperto ben 18 specie di legno lungo il sentiero. 

I boys si sono divertiti a sollevare i piccoli tronchi per individuare la specie dell’albero e i vari scrigni di legno con i diversi tipi di funghi. Abbiamo trovato accampamenti primitivi fatti con rami e foglie, un percorso a piedi nudi sui vari tipi di legno, tantissimi funghi, i vari tipi di nidi, tane scavate nei tronchi, una casetta sull’albero, sedie giganti e panchine panoramiche.

L’attrazione che ci è piaciuta di più è stato sicuramente lo xilofono nel bosco dove i boys con martelli di gomma colpivano i tasti di legno. La diversa specie di albero faceva emettere un suono differente. Noi ovviamente siamo rimasti tutto il pomeriggio a suonare lo xilofono.

Il sentiero didattico è particolarmente adatto a famiglie e bambini, che in modo avventuroso possono scoprire le varietà del bosco e del legno. Si tratta di un sentiero circolare percorribile in circa 1,5 ore con arrivo e partenza dalla funivia, con vista stupenda sul Parco Naturale Gruppo del Tessa.

Vi è venuta un po’ di voglia di visitare la Val Venosta?

Tra meleti, vigneti, funivie, sentieri didattici, campanili misteriosi e cascate immerse nel bosco voi e i vostri figli vi divertirete un sacco!

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Visitare Burano: 3 consigli per spendere poco

Burano è una delle isole della Laguna di Venezia e la sua visita non è certo economica. Soprattutto per una famiglia di 4 persone. Ma come sempre, ci sono degli accorgimenti che ci permettono di spendere poco e godersi questo posto meraviglioso da non perdere.

Visitare Burano è come tuffarsi in un mare di colori e in un luogo incantato. Si scende dal vaporetto e si arriva in un luogo incantato.

Avevo avvisato i miei ragazzi che avremmo visto tante cose nuove e diverse e così è stato. 

Burano è stata una bellissima sorpresa e se non ci siete ancora stati, mettetela in programma in questa stagione quando ancora non è invasa dai turisti.

Visitare Burano spendendo poco

Come sempre il modo migliore per visitare un posto nuovo è perdersi senza meta. E per Burano ancora di più. Appena scesi dal vaporetto, passeggiate lentamente osservando i millemila colori delle casette, fotografate ogni singolo dettaglio, rimanete a bocca aperta sopra i ponticelli e annusate il profumo di bucato delicatamente steso.

E’ possibile visitare Burano spendendo poco?

Certo che sì. Basta seguire questi 3 consigli:

1.Come arrivare a Burano spendendo poco

Burano è il centro abitato che sorge su 4 isole della laguna di Venezia e conta 2200 abitanti. Avevamo paura di spendere molto ma abbiamo cercato soluzioni economiche.

Dopo aver trascorso qualche giorno al Parco del Delta del Po (esperienza bellissima!), abbiamo proseguito per visitare le isole della Laguna.

Noi siamo partiti da Venezia Santa Lucia ed abbiamo camminato fino a Fondamente Nove per circa 20 minuti.

Da qui abbiamo preso il vaporetto linea 12 che in circa 40 minuti ci ha portato a Burano.

Il costo della corsa singola è 8 euro. Noi abbiamo scelto il pass giornaliero valido 24 ore per tutti i trasporti di linea, vaporetti compresi, al prezzo di 17 euro a testa per adulti e 10 euro per bambini. Considerando che costa quanto 2 corse in vaporetto, ne è valsa la pena visto che poi abbiamo visitato anche Murano. Per evitare le file, è possibile acquistare i city pass on line.

2.Come spendere poco per pranzo

Il mio consiglio è portarsi il pranzo e mangiare seduti in Piazza Galluppi ammirando le splendide case colorate e respirando i profumi dell’isola.

Altrimenti c’è il Supermercato Coop in via San Mauro n. 260 al centro dell’isola di Burano dove poter acquistare anche prodotti freschi da forno. Come i buranelli, i biscotti tipici dell’isola.

E se proprio volete pranzare “fuori”, vi consiglio la pizzeria Take Away in Via San Mauro n. 24 con prezzi nella media per un trancio di pizza.

 

3.Cosa vedere a Burano senza pagare

La cosa bella di Burano è che è un museo a cielo aperto e non dovete pagare alcun biglietto, tranne che per il Museo del merletto. Se volete godervi l’isola al massimo spendendo poco, vi consiglio di vagare senza meta.

Lasciate le vie affollate e perdetevi nei vicoli per scovare scorci unici e solitari con mille sfumature di colori vivaci.

Le case colorate sono l’attrazione principale. Per chi è amante delle fotografie, qui può trascorrere un giorno intero a fotografare ogni casetta con i suoi panni stesi e le calle, ponticello che collegano i vari canali. Fuori dalle vie della folla, ci sono vicoli silenziosi dove trascorre lentamente la vita quotidiana dei pochi abitanti dell’isola.

Sarebbe meglio arrivare dopo le 18, quando i turisti salgono sui vaporetti per ritornare a Venezia e gli abitanti si riappropriano della loro isola. Se i turisti servono alla sopravvivenza dell’economia locale, noi preferiamo i momenti in cui siamo soli a visitare un luogo.

Un’altra attrazione è senza dubbio il campanile storto.

Campanile storto a Burano

Da lontano sembra il classico campanile di una chiesa. Man mano che ci avvicina, ci rendiamo conto che pende. E’ alto 53 metri e svetta sull’antica chiesa di San Martino. Le persone si fermano a fotografarlo dal ponticello nella stradina di fronte. Abbiamo visto però che da qualsiasi angolazione si nota che è inclinato.

Oltre alla Torre di Pisa, vi vengono in mente altri campanili pendenti?

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A presto,

Francesca

 

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7 regali non tecnologici per ragazzi dai 10 anni

Siete alla ricerca di regali non tecnologici per i vostri ragazzi? Volete qualcosa di originale che li tenga lontani dagli schermi?

Se mi leggete da un pò sapete che non amo molto la tecnologia e che adoro libri. Faccio orgogliosamente parte di un book club e regalerei libri a chiunque. In ogni occasione cerco di comprare regali non tecnologici.

Ho due figli maschi di 9 e 11 anni e anche quest’anno ho pensato a regali non tecnologici che li tengano lontano da ogni schermo! Se invece i vostri figli sono più piccoli, qui potete trovare idee originali.

Ecco dunque i miei consigli per 7 regali non tecnologici:

1.PALLONE

Il pallone dello sport preferito è un regalo azzeccato. Il pallone è un regalo di socialità. È il gioco internazionale che coinvolge tutti, grandi e piccini di qualsiasi paese. Il pallone è sempre con noi, presente nel nostro zaino giochi e pronto per essere usato ovunque: nei parcheggi, nei giardini, sulla spiaggia, in montagna, in campagna, in riva al lago…insomma ovunque.

Il pallone: regalo non tecnologico per ragazzi

2.M&M’S ORIGINALI

Questo è un regalo perfetto per i ragazzi che amano la cioccolato. Anzi, direi che è un regalo per tutti! Altro che tecnologici. Questo regalo è un inno al cibo più buono che ci sia. I confetti  più famosi del mondo sono senza dubbio gli M&M’s che si sono inventati la personalizzazione con foto e frasi. Basta sbirciare sul sito, scegliere la personalizzazione e la confezione e il gioco è fatto. Consiglio questo regalo davvero  originale e goloso.

3.CUSCINO CON LA SUA SQUADRA DEL CUORE

Se il ragazzo ama lo sport, è possibile acquistare il cuscino per il letto con la stampa della sua squadra del cuore o del suo giocatore preferito. Anche se non lo conosce di persona, potrà averlo con sè ogni notte!

 

4.TELESCOPIO

Questo è il mio regalo preferito per i ragazzi. Ad un prezzo veramente accessibile, è possibile trovare telescopi facili da utilizzare e che consentono un’osservazione astronomica del cielo. Nel momento della scelta, dovete sapere l’età del ragazzo e il suo grado di conoscenza del cielo. Se anche i vostri ragazzi sono alle prime armi come i miei, consiglio vivamente un telescopio per principianti che permetta di ingrandire le costellazioni e i pianeti con semplici gesti manuali.  Ricordatevi di verificare la trasportabilità del telescopio che deve essere leggero e da portare come uno zainetto.

Il telescopio

5.SKATEBOARD

Lo skateboard è il regalo non tecnologico per eccellenza. Leggero e colorato, lo skate attira moltissimi ragazzi per le grafiche accattivanti. Se i vostri ragazzi sono principianti, considerate, oltre i colori e le grafiche, anche i materiali che devono garantire sicurezza, resistenza e peso. Non dimentichiamoci di controllare che lo skateboard sia maneggevole e con ruote performanti. Devono essere molto agili per  compiere belle evoluzioni in strada.

6.FELPA CON IL CAPPUCCIO

Che sia per timidezza, per protezione o per proteggersi dal mondo esterno, la felpa con il cappuccio è senza dubbio il regalo azzeccato per gli adolescenti. La felpa è comoda, facile e adattabile ad ogni look. Durante il lockdown, chiunque, al di là dello schermo, indossava la felpa col cappuccio, al punto da essere diventato un capo di abbigliamento quotidiano per celebrità. E potete trovarle di ogni colore, tessuto e modello con grafiche accattivanti.

Felpa con cappuccio

7.LIBRI

Sui libri potrei scrivere moltissimo. Nelle librerie specializzate per ragazzi, si trovano librai che consigliano il volume giusto in base all’età e ai gusti. Se i vostri ragazzi non amano leggere, qui potete trovare i miei consigli per avvicinarli alla lettura.

Io consiglio sempre libri avventurosi che fanno volare in mondi lontani. Se volete qualche idea, leggete qui.

Guida ai luoghi geniali: un libro originale per i ragazzi

Ai miei ragazzi sono piaciuti molto:

  • L’imprevedibile caso del bambino alla finestra
  • il manuale delle 50 avventure da vivere prima dei 13 anni
  • Il richiamo della foresta
  • Vai all’inferno Dante!
  • Cento passi per volare
  • Guida ai luoghi geniali

Se poi i tuoi ragazzi sono viaggiatori, qui trovi altri titoli.

Avete qualche idea da consigliare per regali creativi e originali per ragazzi?

Aspetto con curiosità.

Francesca

Sei qui per la prima volta? Intanto GRAZIE! Ti consiglio di leggere chi sono e con chi viaggio 🙂

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Visita a Rasiglia: un borgo da fiaba nel cuore dell’Umbria

Avete voglia di ruscelli, giochi d’acqua e fontane?
Allora dovete visitare Rasiglia, un piccolo borgo nel cuore dell’Umbria a 17 km da Foligno.
Fino a qualche anno fa, Rasiglia era poco conosciuta. Poi, grazie all’iniziativa “Salviamo i luoghi del cuore” promossa dal FAI, un servizio RAI e la pubblicità sui social, è arrivato un boom turistico inaspettato.
E’ un luogo di cui io, che scappo in Umbria appena posso, non sapevo neppure l’esistenza ma che ha una bella storia da raccontare.

Spinta dalla mia grande curiosità, dovevo per forza visitare questo posto. Eccomi dunque insieme ai miei boys a Rasiglia, una piccola frazione a 650 metri di altezza che sorge lungo le sponde del fiume Menotre.

La cascata nel paese di Rasiglia

Prima di andare avanti a leggere, ecco i miei consigli per godervi al massimo la visita in questo splendido borgo:

  • evitate il week end (lo so che lavorate e potete muovervi solo il sabato e la domenica, ma credetemi, rimarrete delusi di vedere il piccolo borgo invaso dai pullman di turisti. C’è un’unica strada per arrivare a Rasiglia e rischiate lunghe code;
  • potete portare tranquillamente il passeggino. Le stradine sono in salite ma asfaltate!
  • vagate senza meta e perdetevi in quelle meravigliose stradine ascoltando il rumore dell’acqua

Rasiglia è un piccolo borgo montano, immerso nei boschi, con una cinquantina di casette in pietra tra Foligno e Spello. E’ attraversato da ruscelli d’acqua purissima collegati da ponticelli in legno dove è impossibile non fermarsi.
Nel suo centro storico scorre una serie di canali di acqua provenienti dalla montagna che formano piccole cascate e laghetti. Sembra finto per quanto è bello!
Girando per le stradine ripide, ci perdiamo tra i piccoli canali e le cascatelle circondate da fiori e piante ornamentali. E’ tutto così curato!
Sulle pareti delle case ci sono anche delle bellissime stampe dell’antica tecnica medievale della tessitura a telaio.
E’ un paese da fiaba dove il tempo sembra essersi fermato.

Il canale nel paese di Rasiglia

Questo piccolo borgo nel cuore dell’Umbria rappresenta infatti un ottimo esempio di recupero delle attività tessili e industriali favorite dall’energia meccanica fornita dall’acqua del fiume Menotre. L’acqua, che arriva da una potente sorgente, viene incanalata in vari ruscelli e ampi canali che scendono e passano per tutto il paese. L’acqua entra dunque nelle varie botteghe, dove genera forza idraulica che mette in funzione i macchinari di falegnameria, tessili e frantoi.
Nel paese è possibile visitare un antico mulino a pietra, gli antichi telai, i lavatoi e le botteghe di un tempo.

Noi ci siamo persi tra le cascate, i giochi d’acqua e i ponticelli. I ragazzi si sono divertiti a contare il numero di canali , di ponticelli e il numero di stampe appese sui muri delle case.

Le stampa sul muro di Rasiglia
Per alcuni versi Rasiglia sembra un set cinematografico naturale e una meraviglia per gli occhi. Posso definirla un piccolo gioiello degno di essere chiamato “una piccola Venezia”.

Per chi avesse voglia di scoprire altre bellezze in zona, vicino a Rasiglia ci sono le sorgenti del fiume Menotre, le Grotte dell’Abbadessa e il Castello di Scopoli, luoghi che meritano una accurata visita.
Sopra Rasiglia, con una camminata di 10 minuti si arriva ad un’antica rocca dove si può godere di uno splendido panorama.

Avete visitato Rasiglia? Sembra anche a voi una piccola Venezia?

Fammelo sapere nei commenti.
A presto
Francesca

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7 consigli su come viaggiare con bambini dopo la pandemia

Crociera alla ricerca di Nessie

Dove portare i nostri ragazzi in vacanza? Devo fare il green pass anche se mi sposto tra regioni?
Sono queste le domande che ci stiamo facendo in questi giorni in attesa di maggiore chiarezza.
Mai come durante il periodo Covid programmare un viaggio è diventato un momento veramente speciale. Si riparte e si vede la luce in fondo al tunnel. Dopo la pandemia che ha condizionato le nostre mete nel 2020, il viaggio è cambiato. Le nostre priorità sono cambiate. Quest’anno sarà un’esperienza più consapevole. Abbiamo imparato a adattarci velocemente a situazioni che cambiano dall’oggi all’indomani. Senza preavviso.

Ecco allora 7 consigli per chi sta programmando le vacanze con bambini al seguito:

Non rinunciare a viaggiare

Non ci facciamo prendere dal panico per i vaccini da fare, le tempistiche da rispettare e la paura di contrarre il virus. Sono timori reali intendiamoci! Organizziamoci per bene ma non rinunciamo a partire. Rimanere chiusi in casa dalla sera alla mattina mi ha fatto capire quanto sia importante muoversi. Nel 2020 siamo stati cauti e siamo rimasti in Italia. Abbiamo rispettato le regole, i colori delle nostre zone e i vari divieti.
Ora è il momento di ripartire con tutte le cautele e le misure di sicurezza previste.
Ma partiamo! I nostri figli ne hanno bisogno più di noi e non troviamo scuse!

Andiamo in mezzo alla natura

Lontano dalla folla. Più stiamo lontano dagli altri, meno ci esponiamo a eventuali contagi. Non mi interessano spiagge affollate (a dire la verità neppure prima della pandemia); io preferisco stare in mezzo alla natura: uno chalet in montagna, un agriturismo un pò isolato o piccoli borghi. Se non vogliamo uscire dalla nostra regione, cerchiamo montagne o laghi o colline dove possiamo fare pic nic, passeggiate, giochi all’aria aperta o semplicemente leggere un buon libro lontano da tutti. Ai nostri figli spesso basta un pallone (soprattutto per chi ha solo maschi come me).
Se invece siamo allenati, possiamo scegliere di fare trekking, escursionismo e tutte le attività all’aria aperta dove il rischio di incontrare altre persone è sicuramente inferiore rispetto a una spiaggia o un lungomare
L’importanza di stare accanto a una lago, di ascoltare i rumori della natura, sedersi lungo il fiume è anche un modo di ritagliarsi un pò di tranquillità per stare con noi stessi.

Cascata delle Marmore

Viaggiamo in auto

La sola idea di trascorrere ore in auto con i vostri figli vi terrorizza? Per prima cosa leggi qui i miei consigli pratici per affrontare lunghi viaggi in auto senza ansia.
Scegliamo itinerari poco noti, regioni che non abbiamo mai visitato e mete un pò fuori dalle rotte del turismo e guidiamo a caso. Lasciamoci guidare dall’istinto e sicuramente faremo dei piacevoli incontri: animali in mezzo alla strada che vogliono la nostra attenzione; quel bellissimo borgo dove fermarci; quella piccola osteria dove mangiare qualcosa o quel bar nascosto dove bere un caffè.
Il viaggio in auto ci assicura la tranquillità dal punto di vista sanitario. Dover prendere aerei, treni o bus ci mette a contatto con gli altri. L’auto invece è solo per noi e possiamo starci nella massima sicurezza.
L’auto ci permette poi flessibilità, comodità e risparmio di soldi rispetto ai mezzi pubblici.

Dormiamo in alloggi insoliti

Diamo la precedenza a un turismo di qualità piuttosto che di quantità. Per me è più importante portare i miei ragazzi a fare un’esperienza indimenticabile di 3 giorni piuttosto che una settimana al mare. I miei ragazzi rammentano ancora la casa sull’albero in Maremma!
Oltre al glamping, si stanno diffondendo molti tipi di alloggi insoliti in Italia dove poter trascorrere qualche notte. Case sull’albero, cupole geodetiche, yurte mongole, bolle trasparenti, caravan vintage, pigne nel bosco ci aspettano per le notti sotto le stelle. Sul web troviamo tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. C’è da dire che non sono sistemazioni molto economiche per una famiglia di 4 persone, ma si può provare per una notte per poi abbinarci altri giorni in strutture nella zona.

Casa sull'albero in Maremma

Muoviamoci in sicurezza

Come nel 2020, anche quest’anno le strutture alberghiere, i campeggi e tutte le attività ricettive seguiranno i rigorosi protocolli di sicurezza. Prima di prenotare assicuriamoci di avere i servizi di cui abbiamo bisogno: come e quanto utilizzare la piscina della struttura; come utilizzare la spa; gli impianti sportivi messi a disposizione; le attività di intrattenimento dei ragazzi; il buffet etc.; il distanziamento a cena etc.
Cerchiamo la soluzione più sicura per la nostra famiglia e quella che fa stare più tranquilli.
Facciamo tutte le domande possibili alla struttura in modo di avere la certezza che tutto sia sicuro. Verificare bene le politiche di cancellazione, di rimborso in caso di impossibilità di partire, di cambio date, di emissione voucher etc,
Conservare tutte le mail e gli scambi di messaggi con la struttura fino al vostro rientro a casa. Tutto questo per farvi stare più tranquilli.

Assicuriamoci

Prima di partire, consiglio vivamente di stipulare l’assicurazione di viaggio per tutta la famiglia che ci protegga dall’insorgenza di Covid, eventuali coperture per familiari e tutto quanto di cui abbiamo bisogno.
Verificare bene le condizioni prima di apporre la firma.

Lavorando

Se siamo lavoratori in smartworking, perché non scegliere un agriturismo dove svolgere l’attività lavorativa con figli impegnati in qualche attività rurale?
Molti agriturismi hanno la fattoria didattica, dove i ragazzi possono vivere esperienze indimenticabili con gli animali e l’aperta campagna dove possono trascorrere il tempo mentre i genitori lavorano.
Senza andare troppo lontano, nelle nostre regioni o in quelle limitrofe, si nascondono piccole gemme e posti ancora troppo sconosciuti che hanno molto da offrire in termini di servizi e attività. Le strutture del nostro territorio si sono sicuramente organizzate con il wi fi, con le postazioni di lavoro all’esterno, con fotocopiatrice e scanner e con la possibilità di fare video call in riservatezza.

Smartworking

Cosa aspettate a organizzarvi? Stupiamo i nostri figli e andiamo via per qualche giorno. Farà bene a tutti! E se hai ancora dubbi per non viaggiare, leggi qui.
Avete già prenotato le vostre vacanze?

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A presto,

Francesca

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Luoghi misteriosi da vedere: il campanile sommerso

Voglia di luoghi misteriosi?
Noi siamo andati fino alla Val Venosta per vederne uno.

Avete mai sentito il suono delle campane di un campanile che però non le ha più dal 1959?
Pare che nelle gelide notti invernali, quando il lago ghiaccia, si sentono ancora suonare le campane che però furono rimosse il 18 luglio 1959. Mistero…
I nostri boys volevano vederlo con i loro occhi e così siamo andati fino al Lago di Resia, all’altezza della triplice frontiera con Svizzera e Austria, per capire cosa fosse successo.
Il campanile senza campane si trova a Curon, in Alto Adige nella bellissima Val Venosta e se siete in questa zona dovete farlo vedere ai vostri bambini. È il campanile sommerso nel lago di Resia ed è splendido! E’ perfino diventato protagonista della serie Curon su Netflix.
La sua storia però è abbastanza triste. Nel 1950 il centro abitato di Curon Venosta venne completamente sommerso per creare una diga. E il campanile romanico è stato l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì 160 edifici. Sorge nella splendida acqua azzurra ed è pronto a farsi fotografare.
Il lago è ampissimo ed è formato da tre laghi naturali. Oltre quello di Resia c’erano il Curon e il San Valentino alla Muta. E’ incredibile pensare che mentre il bacino veniva riempito d’acqua e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ai suoi piedi crollava, il campanile è rimasto impavido al suo posto come una sentinella.

Il boys e il campanile sommerso a Curon

A noi il campanile ha molto emozionato. Siamo rimasti fermi a guardarlo per un’ora. E’ qualcosa di unico e spettacolare. Circondato da montagne splendide e distese infinite di alberi di mele, ci è venuto spontaneo chiedersi come faccia a resistere in piedi solo soletto in mezzo a tutta quell’acqua.
Ci siamo dunque ripromessi di tornarci in inverno, quando il lago è ghiacciato ed innevato e si può raggiungere il campanile e passeggiare nel lago. E se il ghiaccio si rompe? Meglio non pensarci

Cose da fare al lago di Resia

E’ possibile fare il giro del lago a piedi (circa 15 km), in bicicletta oppure fare una gita gite in barca per osservare il campanile sommerso da vicino.

Il lago di Resia è il paradiso per gli amanti della vela e del kitesurf.
Intorno al lago ci sono decine di sentieri per i più allenati o per chi vuole fare semplici passeggiate per osservare il campanile dalle diverse angolazioni. Per chi ama il trekking c’è Alta Via Val Venosta, un’escursione imperdibile per ammirare montagne mozzafiato come il Monte Sole o il Massiccio dell’Ortles.
Per gli amanti della bici, oltre al giro del lago, c’è la ciclabile dell’Adige, che costeggia il fiume accanto agli immensi meleti e vigneti e qualche castello sulle colline.

La Val Venosta è famosa anche per le distillerie. E non potevamo venire via senza provarle! Noi abbiamo voluto assaggiare la grappa allo Schloss Bar a Burgusio, un piccolo paesino vicino al lago. Il tempo era bruttino, il clima piuttosto freddo (siamo a 1498 s.l.m.) per cui non ci siamo fatti mancare una cioccolata calda per i ragazzi e una grappa aromatizzata per noi grandi.

Siete mai stati in Val Venosta? Potrebbe essere una meta interessante per la prossima estate. Ci sono posti proprio belli da visitare. Leggi qui.
Se avete bisogno di consiglio, scrivetemi.

A presto,
Francesca

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Viaggio alla ricerca della bellezza: diario di una viaggiatrice eccentrica

Mi sono imbattuta per caso nel “Diario di una viaggiatrice eccentrica” per caso. Poi ho ascoltato un’intervista dell’autrice Silvia Bisconti che raccontava il suo amore per la bellezza e per la moda liberata. La copertina rosa, i riccioli rossi, la pelle diafana e le unghie rosse hanno attirato la mia curiosità e ho preso in prestito “Diario di una viaggiatrice eccentrica” alla biblioteca sotto casa.

Questo libro è il diario personale dell’autrice, appassionata viaggiatrice e creatrice del brand di abbigliamento Raptus & Roses. E’ un viaggio in giro tra le isole greche, l’India, la Cornovaglia, Dubai, la Toscana, Londra, il Marocco e il suo Atelier sul fiume a Belluno. Sono viaggi alla scoperta di tessuti e materiali per le sue creazioni, ispirate alla bellezza e alla moda liberata capace di vestire ogni donna di qualsiasi età e forma. I titoli dei 7 capitoli (della divina valigia, dei viaggi estetici, degli alberghi con l’anima, dell’amore per l’India, dei tessuti e dei colori, del folle lavoro e la bellezza ci salverà) ci fanno subito capire che si tratta di 300 pagine alla ricerca continua di bellezza, di vestiti leggeri, di alberghi suggestivi, di luoghi del cuore, di nuove idee e di colori che per lei sono vita.

E’ un crescendo di emozioni e di nuove scoperte.

Il primo capitolo del “Diario di una viaggiatrice eccentrica” è dedicato alla valigia perfetta diversa in base alla meta. Viene subito la voglia di prendere un taccuino per gli appunti. L’autrice fornisce indicazioni su cosa inserire per farla piccola e  leggera con cose impalpabili e fluttuanti, sottovesti e pashmine da poter lavare nel lavandino dell’hotel e indossare il giorno dopo. In ogni pagina ci sono foto scattate con il suo Iphone, fedele compagno di viaggio con cui oltre a fotografare, scrive appunti sulle sensazioni del momento.

 

“Ogni viaggio è una storia e ogni storia ha dei ruoli, scenografie, costumi e tutto deve trovare posto della valigia: quello che siete e che sarete, quello che desiderate essere. La valigia è un luogo del cuore, uno spazio dell’anima, in cui – insieme ai vestiti – viaggiano e si conservano desideri e speranze”.

La copertina ci offre un primo indizio. Il colore rosa, che ricorre in tutto il libro, è uno dei colori preferiti dell’autrice perchè si avvicina ai suoi desideri. E leggendo il suo libro, sembra davvero di avere un filtro rosa sugli occhi: è tutto divino, meraviglioso, adorato e magnifico. Questi aggettivi ricorrono spesso in tutte le pagine. 

Nel libro “Diario di una viaggiatrice eccentrica” c’è anche un intero capitolo sugli alberghi visitati in giro per il mondo. Silvia Bisconti si definisce pazzamente innamorata e le piace studiarli a fondo, inventarsi le storie di chi ha soggiornato in quelle stanze e trascorrere le notti a chiacchierare con i portieri. Descrive gli alberghi dal punto di vista estetico ed emozionale, dal letto a baldacchino e pavimenti scricchiolanti della Cornovaglia agli hotel di Delhi con letti giganteschi e odore di jasmine. È incredibile la meraviglia che prova quando i suoi abiti si intonano perfettamente con i colori della camera d’albergo.

Una menzione particolare merita l’India, il paese preferito dell’autrice. Qui ha fatto moltissimi viaggi, sempre alla ricerca di tessuti e di colori per le sue creazioni. Ecco che trascorre le giornate nei souk di Delhi, seduta sui tappeti a bere e ascoltare le storie delle stoffe. Nei negozietti polverosi o nelle case private di Calcutta, in mezzo al nulla e completamente sola, riesce a trovare ispirazione per i suoi capi, adatti a esaltare la morbidezza di ogni donna. In india tutto è intenso: le spezie, i colori, il traffico, la polvere e le emozioni. È affascinata dalla città di Varanasi, che definisce il luogo del cuore, dove si innamora follemente dei telai per tessere i saree. A Delhi rimane incantata da un piccolo laboratorio dove si stampano a mano i tessuti con blocchi di legno intagliati. 

La ricerca della bellezza aumenta con lo scorrere della pagine e sembra di essere su un tappeto volante verso l’Oriente.

E’ un libro estetico dove il motto della bellezza che salverà il mondo ricorre molto spesso. L’autrice vuole diffondere la femminilità, l’accettazione delle proprie forme e l’importanza di sentirsi belle sempre.

Fermamente convinta che i tessuti abbiano un’anima, che alle stoffe trovate in giro per il mondo debba essere data una nuova vita e che i vestiti debbano immedesimarsi anche con il luogo dove ci si trova, il “Diario di una viaggiatrice eccentrica” termina con un invito per il lettore a trovare la vera essenza, a essere coraggiosi e controcorrente quando serve senza mai dimenticare che l’abito è il nostro primo impatto sul mondo e la prima immagine che arriva di noi a chi ancora non ci conosce.

Effetti collaterali del libro?

-andare subito a sbirciare il divino shop di Silvia Bisconti e perdersi nei colori dei tessuti e nella descrizione di quei capi che vengono da lontano;

-mettere nel carrello la sottogonna Indian Pink sapendo che non la indosserai mai (e quindi lasciarla nel carrello!);

-iscriversi alla newsletter solo per leggere quelle pillole di saggezza insieme alle splendide foto e alle descrizioni dei capi;

-aprire l’armadio e richiuderlo subito appena vi rendete conto che i vostri vestiti NON sono la prima immagine che arriva di noi a chi ancora non ci conosce;

-trascorrere una notte nel Headland hotel di Newquay in Cornovaglia, albergo vittoriano affacciato su una scogliera e indossare il turbante divino durante la notte e scendere vicino al mare per ascoltare il rumore del mare.

Vi è venuta voglia di leggere questo libro? E voi avete letto libri di viaggiatori eccentrici? 

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A presto,

Francesca

Cosa vedere con i bambini in Casentino: i castelli medievali

Chi conosce il Casentino?

Quando si parla di Toscana si pensa alla Maremma, alla Val d’Orcia, al Chianti o alle splendide isole. Ci sono però altri territori altrettanto magnifici e meno conosciuti. Uno di questi è il Casentino, una zona in provincia di Arezzo che confina con il Mugello, con la Romagna e con il Valdarno. Qui ci sono eremi, monasteri, borghi, pievi, parchi nazionali, montagne e castelli medievali.

Anche se durante il fine settimana tutti i monumenti erano chiusi al pubblico per l’emergenza Covid, abbiamo comunque deciso di fare un giro per castelli e, nonostante la pioggia e il freddo, si è rivelata una scelta azzeccata.

Perché visitare i castelli con i bambini?

In Casentino ci sono molti castelli medievali. Se avete bambini in età scolare, vi assicuro che i castelli sono sempre un’ottima scelta.

Sono posti magici in cui ambientare tante storie, avventure e battaglie! Provare a immaginare le battaglie del passato, le torri di guardia, le feritoie da cui scagliare le frecce e le grandi feste nei saloni decorati, le bandiere svolazzanti è un ottimo esercizio di creatività e fantasia.

I fantasmi, il ponte levatoio, i fossati pieni di insidie, le torri fortificate, le feritoie e la spada Durlindana saranno i compagni di avventura in questo tour!

E il Casentino ci è sembrato il territorio giusto per andare a scoprire cosa combinarono i Conti Guidi, una potente famiglia signorile che costruì borghi fortificati e castelli per dominare tutto il territorio. Noi abbiamo visitato ben 3 castelli!

Castello di Romena

Il primo castello che abbiamo visitato è quello di Romena nel comune di Pratovecchio (Ar). Venendo da Firenze, abbiamo guidato lungo la pittoresca strada della Consuma sommersa di neve e ghiaccio.

Quello di Romena è il castello che mi è piaciuto di più, anche se purtroppo abbiamo potuto vedere solo l’esterno perchè abbiamo sbagliato orario.

Posizionato su una collina con una vista quasi a 360° sulla valle del fiume Arno, questo castello ci ha emozionati fin da lontano. Ci siamo fermati mille volte per trovare lo scatto migliore. Abbiamo proseguito lentamente lungo la strada finchè abbiamo trovato uno splendido viale alberato di cipressi che consente di arrivare direttamente all’entrata. Osservare il castello da lontano e fermarsi a fare mille foto ha sempre il suo fascino. 

Castello di Romena

Questo castello è stato eretto dai Conti Guidi intorno al mille ed era il più fortificato tra le dimore dei Guidi con 14 torri e tre cinte murarie. Purtroppo oggi non è rimasto molto ma le tre grandi torri fortificate rendono particolare l’atmosfera. Pare che qui soggiornarono D’Annunzio e Dante che trovò ispirazione per i Canti della Divina Commedia. Qui si respira un’atmosfera affascinante e se non ci sono turisti, la sosta è una piacevole pausa di pace e riflessione,

Cosa fare con i bambini: percorrere a piedi il viale di accesso al castello contando tutti i cipressi; correre nel prato tra le due torri rimaste dentro il castello o giocare a nascondino nei pressi del castello!

Castello di Poppi

Il secondo castello che abbiamo visitato è quello di Poppi, un’eccellenza del Casentino costruito dai Conti Guidi nel XIII secolo e uno dei meglio conservati in Italia.

Si presenta con tutta la sua bellezza e austerità, simbolo di potenza e difesa del territorio soprattutto per la posizione in cui si trova.

È caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un’alta torre e l’insieme è circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. All’interno del cortile ci sono gli stemmi dei vicari fiorentini e una scalinata scenografica. Se siete qui con i bambini, visitate anche la biblioteca che contiene centinaia di manoscritti medievali.

Anche qui abitò Dante durante la prima fase del suo esilio (1302) nel periodo di appartenenza ai Conti Guidi di Romena.

Castello di Poppi

E’ ben visibile anche da molto distante ed ha una presenza scenica importante. Con il freddo e avvolto dalla nebbia, siamo riusciti a fotografarlo in tutto il suo misterioso splendore facendo un tuffo nel Medioevo.

All’interno del castello c’è un grande plastico che raffigura la celebre Battaglia di Campaldino, tra guelfi (Firenze) e ghibellini (Arezzo) che fu combattuta qui vicino ed è stata una delle pochissime battaglie campali di grosse dimensioni combattute in tutto il Medioevo nell’Italia centrale. 

Cosa fare con i bambini: contare gli stemmi nel cortile; correre nel fossato; contare i libri in biblioteca; giocare a nascondino nella piazza davanti al castello o salire sulla torre (104 scalini) per raggiungere la cella campanaria posta in cima alla torre del Castello. 

Consiglio goloso: se siete a Poppi andate a mangiare alla “Taverna del Castello” in Viale Vittorio Veneto 1. Il locale è molto bello, tutto in legno con un design davvero curato nei dettagli e tanto pulito. Abbiamo degustato un’ottima cucina tipica!

Castello di Porciano

L’ultimo castello è stato quello di Porciano, nel comune di Stia.

Arrivati al paese di Stia, abbiamo alzato gli occhi e visto un castello su un colle poco lontano. E’ il castello di Porciano un vero gioiello casentinese che siamo subito corsi a vedere! Ad oggi una proprietà privata, ma è possibile visitare il museo nella torre.

Appena parcheggiato in una comoda piazzetta e attraversato le stradine strette del piccolo borgo e siamo arrivati in uno spiazzo con un prato verde dove si staglia magnificamente, avvolta in parte da edera, la poderosa torre del castello. Anche questo è stato realizzato dai Conti Guidi nel XI secolo e la torre è stata restaurata alla perfezione.

Ci sono 3 piani di 80 metri quadrati l’uno: al piano terra c’è la raccolta di utensili ed attrezzi della cultura contadina; al primo piano ci sono i documenti della storia del castello e al secondo piano c’è uno spazio per convegni e incontri culturali e da dove si gode un superbo panorama sul Casentino. Il giardino ai piedi della torre è molto bello e curato.

Castello di Porciano

Il piccolo borgo è minuscolo, quasi disabitato e ben tenuto. Per questo è un luogo speciale: per l’atmosfera, per ciò che ci respiri, per ciò che ti trasmette.

A Porciano è stato creato un parco letterario che favorisce l’accoglienza delle persone organizzando visite guidate e cammini letterari con autori attraverso percorsi in un territorio pieno di tradizioni e bellezze.

Cosa fare con i bambini: perdersi nelle stradine acciottolate, giocare a nascondino nella piazzetta di fronte alla torre, provare a indovinare l’altezza della torre o sedersi sulle panchine per ammirare il panorama.

Avete qualche bel castello nella vostra regione? 

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A presto,

Francesca

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